La scrittura l’ho iniziata ad apprezzare con i testi di
scuola, quelli di epica e narrativa antica, che mi hanno affascinato moltissimo.
L’amore per il teatro e la musica, successivamente, mi hanno portato ad
approfondire questa passione fino a farla mia, nel senso che in ogni cosa letta
ci ho sempre trovato qualcosa che servisse da spunto per approfondire
ulteriormente, fino a farla diventare una ricerca interiore. Scrivo,
soprattutto, di notte, quando intorno a me tutto si placa e si tranquillizza.
Sacrifico volentieri qualche ora su un comodo cuscino per immergermi nei miei
mondi di scrittura creativa perché l’appagamento che regala una storia scritta è
pari a poche altre sostanze nella vita, almeno per me, e dunque, non c’è
sacrificio che tenga quando mente e anima hanno voglia di scrivere e
raccontare.
La tua passione per la musica ti fa raggiungere grandi
traguardi. Insegnante di solfeggio, compositore e autore letterario dal 1983,
serate di Piano Bar e spettacoli dal vivo, esperienze di aiuto-fonico in sale di
registrazione. Come nasce in te questa passione?
Credo che la musica sia qualcosa che nasce con noi. Una sorta di
predisposizione, o di talento, che si insinua in noi in maniera immediata, quasi
da trovarne traccia anche nello stesso DNA per quanto riesce a rapirti i sensi e
le ambizioni. Conosco grandi musicisti, davvero eccelsi, che non hanno mai
imparato a leggere una sola nota su un pentagramma, e talenti della voce o della
scrittura di testi, che odiano le poesie, eppure si esprimono in maniera
esaltante attraverso il connubio musica-parole. In me, la passione per la musica
nasce come una evasione, quella che colpisce e coinvolge l’adolescenza, e con me
è cresciuta ed è maturata, fino ad oggi, quando mi accompagna spesso nei miei
viaggi di lavoro, nelle mie pause o quando ho voglia di suonare, mi siedo al
piano, ed una melodia mi tiene compagnia. La musica, per quanto mi ha dato e
sottratto, resta la mia più grande amica, quasi un amante, che come tale ha dato
e preso tanto da me e… ancora continua a farlo con sorprendente
voracità.
Sei stato fondatore di un gruppo culturale dove eri anche regista e
attore. Parlaci di questa iniziativa che possiede sempre finalità benefiche o
solidali.
È un’attività che, purtroppo, ho dovuto lasciare quando sono andato
a vivere a Verona. Era un gruppo di grandi innamorati del teatro, ancora prima
che amici d’infanzia, con i quali abbiam messo su una compagnia di teatro
filodrammatico con l’intento di divertirci, passare un po’ di ore insieme e
tentare di innalzare lo spirito di aggregazione tra noi attraverso la
recitazione. È partito come un gioco, una pura passione innocente, e siamo
arrivati ad interpretare commedie molto intense che ci hanno visto protagonisti
in spazi particolari quali le case di cura, quelli dei malati terminali ed anche
al carcere di Poggioreale, dove recitammo “Natale in casa Cupiello” di De
Filippo, e ricordo con piacere, che a fine recita non volevano farci più uscire,
ma non ho mai compreso se lo facessero perché eravamo stati troppo bravi da
lasciare andare via o troppo indegni, al punto da vietarci altre
repliche.
Nel 2005 pubblichi il tuo primo romanzo “Cuori nella tormenta”
legato all’associazione UILDM di Padova. Successivamente riproposto in e-book da
Laura Capone Editore e tradotto per e-Pub in inglese e spagnolo. Di cosa di
tratta?
È il primo figlio,
letteralmente parlando, ed è quello a cui sono più legato, perché tutto nasce e
parte da lì, da quel gioco, quasi una sfida, di voler mettere tutte insieme le
storie che raccoglievo su un sito che curavo, dal titolo 'Cuorinellatormenta',
dove si raccoglievano aforismi, poesie, leggende e rubriche del cuore tutte
sull’amore e i suoi tormenti e le sue gioie. Da quell’incitamento a farne un
libro nasce la storia di Luca e Carolina, due perfetti sconosciuti che si
incontrano una sera in una chat interattiva e da lì, da quel preciso istante, i
loro destini cambiano inesorabilmente direzione, spingendosi fino al punto di
essere obbligati ad incrociarsi. Il finale lo lascio ai lettori, altrimenti
perderebbero il gusto di leggermi.
Una nota, però, che mi piace
sottolineare, è legata alla straordinaria vita di questo romanzo, pubblicato nel
2005, rieditato nel 2006
in due nuove versioni, esaurite entrambe e, nel 2011,
riproposto ampliato da Laura Capone Editore, come a voler dare ancora vita e
amore a quei due sconosciuti con il nick fantasioso di Freccia e Ginevr@, che si
sono conosciuti una sera di tanto tempo fa, nella stanza di Cuorinellatorment@.
Nel 2006 pubblichi il libro “Dietro di me”, anch’esso a scopo
umanitario per l’associazione ‘RockNoWar’, che contiene una prefazione di
Stefano D’Orazio, ex batterista dei Pooh. Parlacene.
Come vedi, la musica torna prepotente a condizionare la mia
scrittura, al punto da prendere in prestito il testo di una canzone molto
profonda, qual è “Buona fortuna e buon viaggio” dei Pooh, per farla diventare
storia romanzata, per affrontare il dramma della pornografia, quando viene
obbligata con l’inganno e il ricatto, e il desiderio di essere salvate da un
animo buono, che non chiede null’altro in cambio, che farsi ricordare sempre per
un amico sincero. È un libro inquietante, in certi punti, in altri pieno di
amore per il prossimo e in certi altri momenti, addirittura da sceneggiatura
gialla. Ha avuto tanto successo tra i fan dei Pooh, e sono felice che una loro
canzone abbia avuto così tanta altra strada, diversa dalla musica, per
continuare a suonare nel cuore di chi li ama da sempre.
Nel 2008 arriva un altro romanzo “Tramedamore” legato alla
Fondazione Aiutare i Bambini. Daccene un assaggio.
"Tramedamore" nasce come provocazione racchiusa nel
personaggio principale del racconto: un prete, don Giuliano, che conduce una
rubrica del cuore da un’emittente radiofonica riscuotendo un gran successo. Un
successo tanto imprevedibile e tollerato da scatenare interessi e curiosità nei
Media, al punto da incaricare una giornalista di una nota testata giornalistica
nazionale ad intervistare questo curato di Saronno, che preferisce un microfono
ad un altare ed una poesia d’amore ad una supplica per i suoi fedeli. Un libro d’amore, come qualcuno ha sostenuto, che
raccoglie tutto l’amore nelle sue pagine, visto che si affrontano argomenti di
ogni genere e trovano un grande paladino in Giuliano, che difende a tutti i
costi il diritto d’amare e non condannare, saper consigliare e mai condannare.
Insomma, un prete di quelli che molti giovani vorrebbero assomigliasse di più a
chi invece, troppe volte, si lascia frenare dall’obbligo di dover ragionare con
la testa, le ferree regole della chiesa e la coscienza popolare, anziché con il
cuore e il desiderio di comprendere, ogni tanto, piuttosto che condannare a
priori e sempre.
Il finale è imprevedibile, sia nella forma narrativa che
come epilogo della storia raccontata, ma in ogni pagina di "Tramedamore" c’è un
po’ d’amore per la vita e ciò che ci appartiene di più caro, perché parla
dell’amore di ogni giorno e sembra che racconti di ognuno di noi, dei nostri
patemi e le nostre ansie, le gioie e le aspettative, la speranza e la certezza
che l’amore muove lo spirito del mondo.
Nel novembre 2011, pubblichi il tuo quarto romanzo “Oltre il
confine”, legato alla Fondazione Onlus di Luca Barabreschi contro la pedofilia e
la pedopornografia. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Temi scottanti, difficili da raccontare e leggere, dove la
pedofilia è il primo reato che viene perpetrato sulla povera anima di Paola
Fassi, per poi trasformarsi in abuso minorile, violenza carnale e, alla fine,
inganno d’amore. Una storia forte, difficile da scrivere e, ancor di più, da
leggere senza lasciarsi inquietare continuamente di quanta perversione esiste in
certi uomini e quanto male facciano certe mani assassine addosso, che lasciano
segni nel cuore indelebili, scurendoti l’entusiasmo di vivere fino al punto da
arrenderti al desiderio della morte, perché non credi più negli
uomini.
“Oltre il confine” ha ottenuto importanti riconoscimenti dalla
critica tra i quali il Primo posto al Premio ‘Città di San Leucio
2012’, la
‘Targa Il Molinello 2013’ e il Premio Speciale ‘Villa Selmi’. Tra
questi ,spicca anche il Secondo Posto al Premio Letterario Internazionale “Città
di Cattolica” nel 2012. Raccontaci quest’esperienza.
Ognuno dei riconoscimenti ottenuti è stato un grido
di sussulto nel mio cuore, e non certo per quanto mi è stato attribuito, ma per
la certezza che quanto ho scritto possa davvero servire ad alimentare certe
coscienze a saper reagire, difendersi o, molto più semplicemente, sperare di
poter venire fuori da certe desolazioni dell’anima attraverso la parola, lo
sfogo e la libertà di raccontare buchi neri nel cuore, con la consapevolezza che
chi ti sta ad ascoltare vuole solo provare a salvarti la vita.
Ha vinto
davvero tanto “Oltre il confine”, per il tema trattato, il modo in cui l’ho
fatto e la possibilità, anche attraverso un libro, di creare eventi, incontri e
opportunità per parlarne, confrontarsi e schierarci uniti e compatti contro un
crimine inenarrabile, qual è l’abuso violento, che avvicina l’uomo all’animale e
la donna ad una martire per un prezzo salatissimo da pagare che è l’essere
oggetto di desiderio, invece che un bene assoluto da amare ed un regalo della
vita per ogni uomo.
Sei molto attivo in campo benefico e sociale. Questa tua scelta
dipende da un motivo scatenante di cui vuoi metterci al
corrente?
Nessuno in
particolare. Ho il mio lavoro che mi soddisfa molto e mi appaga come uomo, ed allora provo a fare un po’ la mia parte nel
campo della solidarietà attraverso questa mia passione. C’è chi lo fa unendosi
ad associazioni, assicurando il proprio impegno in maniera diretta e altri in
modo più secondario, come la beneficenza economica. Io, reputando la scrittura
un dono, provo a dare il mio piccolo contributo, destinando i diritti d’autore
sulle vendite spettanti a me ad iniziative, associazioni o fondazioni solidali e
che seguono progetti sociali importanti. Alla fine, il Paradiso, ho letto da
qualche parte, che iniziamo a gustarcelo da quando siamo in vita, ed io provo
solo a coinvolgere i lettori dei miei libri ad approfondire o aprire conoscenze
e visuali verso certi mali e certe realtà minori che fanno del loro meglio per
far sentire meno soli e persi chi è sfortunato, malato in salute, o con disagi
economici o sociali.
Sono una goccia in un mare, quello della solidarietà,
che ha bisogno di continue gocce per diventare sempre più oceano.
Hai qualche progetto futuro di cui vuoi metterci a
parte?
Certo, quello che mi vedrà nuovamente in
libreria a febbraio 2014 con il mio nuovo libro, dal titolo “Sono solo canzoni”.
Un esperimento stimolante, con cui ho voluto unire, ancora una volta, la musica
alla letteratura, creando dei racconti brevi con ispirazione i testi di canzoni
di musica leggera italiana che hanno scritto la storia e hanno fatto da colonna
sonora a tutti noi. Parlo di “Anna e
Marco” di Dalla, “La donna cannone” di De Gregori, “Anche per te” di Battisti e
così via; tutte pietre miliari della discografia che ho preso in prestito per
dargli una nuova espressione e variabilità, cercando di inventarmi nomi, volti,
storie e situazioni che alla fine ho raccolto in questa antologia che uscirà per
San Valentino, in pieno tema d’amore, e sarà destinato alla 'Lega del Filo d’Oro'
di Osimo, che è impegnata nell’assicurare cura, riabilitazione e integrazione
sociale di bambini, e non solo, sordo-cieco-muti. Un’impresa ardua la loro,
portata avanti con mirabili successi da eroi minori, di cui nessuna parla, che
danno però un grande senso alla vita e confermano che nessuna vita è inutile e
tutti hanno diritto di amare e sentirsi amati.
E’ stato un grande piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo
per i tuoi lavori e complimenti per il tuo contributo benefico che,
personalmente, apprezzo
enormemente in un autore.