venerdì 29 maggio 2015

LA VENDETTA DI DIO di Cristian Rossi

Oggi vi presento un romanzo che mi ha toccato e che ho letto davvero con piacere, un romanzo forte che tratta argomenti spinosi. Oggi parliamo de "La vendetta di Dio" di Cristian Rossi, autore che ho già avuto il piacere di ospitare nel mio blog.








SINOSSI: Città del Vaticano, giugno 1980. In una stanza preclusa agli sguardi altrui, il Santo Padre è sul letto di morte, circondato da suore piangenti. Padre Gabriel, segretario del Pontefice, prega per lui tra le lacrime. Un salto indietro nel tempo: è il 1944 e Padre Gabriel è un giovane prete appena giunto in Italia per prendersi cura degli orfani della guerra. Sin dal giorno del suo arrivo, gli diviene chiaro quanto sia arduo e pericoloso il suo compito: custodire bambini figli di ebrei, e dunque di ricercati, è un reato e i soldati tedeschi non aspettano altro che una scusa per compiere efferati omicidi. Malgrado la sua fede incrollabile, Padre Gabriel non può che chiedersi: dov’è Dio quando il male serpeggia sulla Terra? Come può permettere la morte dell’innocenza?
Un romanzo crudo e sincero che riporta alla luce gli orrori delle guerre mondiali, il dolore, l’odissea di una madre alla ricerca del proprio figlio, il senso d’impotenza dell’uomo dinanzi alla propria autodistruzione. Una narrazione scorrevole e commovente che apre il cuore e che, pur con ferrea lucidità, non cede nulla della sua intima tenerezza.






CITTA' DEL VATICANO 1980. Padre Gabriel assiste alla morte per cause naturali del Santo Padre, i suoi occhi commossi non riescono a trattenere il dolore per la fine del religioso e la memoria riavvolge la bobina del tempo, riportandolo a una sera di metà settembre in un orfanatrofio di Parigi.
Sono le ore 21.00 quando Padre Gabriel riceve una telefonata che cambierà tutta la sua vita, l'uomo infila pochi abiti in valigia e si prepara a raggiungere Milano per ordine del Vescovo: vivrà nel convento di Santa Maria e si prenderà cura dei bambini che vi alloggiano, per lo più ebrei sfuggiti ai nazisti.
Il viaggio verso il convento sarà imbrattato dalla violenza dei tedeschi che imperversano nel 1944 e, quello che appare un incarico come tanti, è destinato a tingersi d'orrore.
Il sacerdote si ritroverà in un convento precario, osteggiato dai nazisti, e s'imbarcherà in un avventura pericolosa con compagni di viaggio inaspettati, il suo scopo è preservare delle anime innocenti e condurle in salvo, ma siamo nel 1944, c'è la guerra e l'egemonia nazista non risparmia nessuno, nemmeno i bambini.






'Fissava i loro occhietti spenti nei quali non riusciva più a intravedere la gioia di vivere, di giocare, la spensieratezza tipica di un bambino della loro età.'







L'ambientazione la fa da padrone, il lettore viene trascinato sin dalle prime pagine in una clima di dramma e impotenza, quasi un preludio a ciò che lo aspetta tra le pagine. Viaggiamo assieme al protagonista tra Milano e Roma e assistiamo a scenari che sconvolgono e inquietano.
La caratterizzazione dei personaggi è ben fatta, l'idea di utilizzare dei bambini innocenti in contrapposizione al delirio della guerra è certamente azzeccata. Teniamo per mano delle creature cresciute troppo in fretta, costrette a maturare per colpa di un conflitto che cambia le persone, che ne annienta e dilania l'animo.
Ho amato la figura di padre Gabriel, un uomo prima che un sacerdote, incapace di resistere alla violenza, un uomo il cui Credo vacilla di fronte al Male. Ho apprezzato particolarmente la figura di Mark, una mosca bianca nel branco, e come lui ve ne sono tanti altri come Markus, come Giorgio, il partigiano: uomini-eroi che non hanno paura di mettere a repentaglio la propria vita per salvare vite innocenti, per ribellarsi ai soprusi del potere.
E come non adorare la figura di Carla? Una madre costretta a vivere senza il proprio figlio, costretta a subire le più basse nefadezze umane, costretta a prostituirsi, a umiliarsi, alternandosi tra campi di concentramento a squallide stanze da letto in compagnia dei suoi carnefici. Ma Carla è una madre e il coraggio di una madre può sconfiggere tutto, persino la guerra.
Mi ha molto colpito la caratterizzione di quest'ultimo personaggio da parte dell'autore, mi ha stupito come un uomo sia riuscito a entrare così nel profondo dell'animo femminile, a vivere la violenza sessuale in maniera così intima. Non è semplice e non è da tutti.






'Chiuse gli occhi: le apparve l'immagine di suo figlio che saltellava nei campi e lei con suo marito che passeggiavano sulla stradina sterrata che portava al convento. Poi un'ombra, un colpo profondo, un urlo. Gli occhi le si riempirono di lacrime che iniziarono a scorrerle come rivoli di acqua sul suo volto. Riaprì gli occhi. Sullo specchio si riflettè un'immagine diversa in cui Carla non si riconobbe.  In un raptus di rabbia la donna allontanò lo specchio dalla sua vista facendolo cadere a terra. All'impatto col suolo lo specchio di frantumò in mille pezzi così come era accaduto ai suoi ricordi e alla sua vita.'








Ci sono molte scene raccapriccianti nel romanzo, scene di forte impatto visivo ed emozionale, la guerra non è mai delicata e in questo l'autore ha reso alla perfezione la situazione che vivevano in quegli anni: morte, distruzione e bestialità hanno contraddistinto quell'epoca, il dramma si teneva per mano con la paura e a fare da collante c'era l'incognita che non ci fosse un domani. 
Le tematiche trattate sono: la guerra, la paura, la maternità, il coraggio, la religione vista come ultimo baluardo alla ferocia umana e le condizioni invivibili dei campi di lavoro tedeschi.
La contrapposizone tra Dio e Demonio, tra Bene e Male, tra bambini e carnefici è geniale e offre molti spunti di riflessione su uno dei capitoli più bui della Storia.






'Questo è il nostro ultimo viaggio. Da quando siamo saliti su questo treno siamo tutti uguali. Questo è il viaggio che ci porterà alla morte. Abbandoni ogni speranza di ritornare, ma una cosa non abbandoni mai: i ricordi. Li tenga sempre con sé, stretti vicino al cuore e vedrà che anche la morte le farà meno paura.'






"La vendetta di Dio" è la storia di un uomo di Chiesa e della sua missione per salvare delle anime innocenti che non dovrebbero mai vivere gli orrori di un conflitto, è una storia di eroi e di coraggio perchè sotto un cielo costellato dalle bombe siamo tutti uguali, anche i nostri nemici. 
Questo romanzo è un incentivo al perdono e all'espiazione, è una ricerca dei buoni sentimenti che contraddistinguono l'animo umano e ci insegna una preziosa morale: il Male è destinato a cadere e la mano di Dio è sempre pronta a sorreggerci.
Il libro di Cristian Rossi racconta la storia di uomini che non hanno perduto la propria fede, siano essi sacerdoti o soldati, è una celebrazione della speranza, perchè la fede alberga in noi bisogna solo trovare il coraggio di afferrarla e lasciarsi guidare da lei.
Consigliatissimo! 

'Non siamo tutti figli dello stesso Dio?'





giovedì 28 maggio 2015

Segnalazione - DESTINO CRUDELE di Massimiliano Bellezza

Oggi vi presento il nuovo romanzo di Massimiliano Bellezza, autore che stimo molto e di cui ho letto un'opera che mi è rimasta impressa "Quando cala il buio".
Prossimamente avrò il piacere di ospitarlo sul mio blog per un'intervista, ma intanto andiamo a conoscere meglio questa sua nuova opera "Destino crudele".







SINOSSI: Los Angeles. Il giovane Max ha compiuto da poco i suoi diciotto anni. Cresciuto in un ambiente familiare in cui la figura del padre era assente, è spesso scontroso e respinge chi dimostra di tenere a lui. Adesso dovrà fare i conti con un dramma che si ripete, con la cecità della vita che talvolta, arida, dilania l’esistenza.















Eccovene un assaggio!









L'AUTORE:  Massimiliano Bellezza è nato a Ciriè, in provincia di Torino, il 13 gennaio del 1979. Nella vita è un tecnico aeronautico.
Ha iniziato a scrivere nel 2004. Si trattava di un racconto per un concorso locale. Successivamente, un anno dopo, ha pensato all’elaborazione del suo primo romanzo, rimasto ancora nel cassetto. Si tratta di una spy story, ambientata negli Stati Uniti, la cui stesura definitiva risulta costellata da non pochi scogli legati alla materia trattata.
Nel 2007, Massimiliano Bellezza ha aperto le porte al suo primo romanzo, “Destino Crudele – storia di un giovane”. Il testo approdò alla pubblicazione nel 2010, tre anni dopo. Edito dalla Robin Edizioni, è un dramma adolescenziale. “Destino Crudele” è stato un lavoro lungo; un’esperienza, anche forte emotivamente, di cui è orgoglioso.
Nel 2012, in agosto, ha pubblicato il suo secondo romanzo, ‘Quando cala il buio’, edito dalla Butterfly Edizioni. È un thriller, quindi un testo completamente differente per genere alla sua opera prima. Nel novembre 2014 ‘Quando cala il buio’ è approdato in digitale.
Il 10 maggio 2015, Massimiliano Bellezza ha pubblicato il primo romanzo in Self Publishing: ‘Destino crudele: Storia di un giovane’. Sì, la sua opera prima, completamente revisionata.
‘Sono felice di essere riuscito a dare continuità alla mia passione di scrittore, lasciando passare relativamente poco tempo dalla prima pubblicazione alla seconda. Il mio augurio naturalmente è di continuare su questa strada.’ Così commenta il suo lavoro.
Ha scritto anche tre racconti che hanno partecipato al concorso “Gran Giallo Città di Cattolica”, rispettivamente nelle edizioni 2009, 2011 e 2012; nel 2010 ha preso parte al concorso letterario Rai “La Giara”; si è cimentato due volte al Festival delle Lettere di Milano.
‘Scrivere mi libera la mente, mi fa volare lontano, andare dove voglio senza bisogno di alcuna prenotazione. Mi fa ‘entrare’ in situazioni lontane dalla mia vita quotidiana, essere chi desidero; posso ferire, combattere, deludere senza i rammarichi, il dolore dell’esistenza reale.’ Questo il motore che lo spinge verso la scrittura.

mercoledì 27 maggio 2015

Segnalazione - IL FURTO DEI MUNCH di Barbara Bolzan

Oggi vi segnalo una nuova uscita da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
Oggi conosciamo più da vicino il romanzo "Il furto dei Munch" di Barbara Bolzan, autrice che adoro e che ho già avuto l'immenso piacere di ospitare nel mio blog.







SINOSSI: Il 5 aprile 2004, un commando mette a segno una spettacolare rapina alla banca di Stavanger, in Norvegia. Il 24 agosto 2004, dal Museo Munch di Oslo vengono sottratti i dipinti L'Urlo e Madonna. Due fatti apparentemente non correlati, ma che trascineranno il lettore in una vertigine di intrighi, pericoli e misteri, portandolo nel cuore del mercato nero, dell'arte e della musica.
Quando i dipinti scompaiono, infatti, lasciando dietro di sé una scia di morte, Agata Vidacovich, coinvolta nel traffico d’arte, tenterà di venire a capo dell'intricata vicenda, mettendo a dura prova le proprie certezze.
Sposata con un pianista di fama internazionale che ha ormai rinunciato alla propria carriera e al quale ha sempre mentito riguardo alla propria vera vita, Agata si ritroverà costantemente sul filo del rasoio, costretta a mettere a repentaglio tutto quello che ha di più caro per venire a capo di questo mistero.
Dove sono finiti i quadri?
Un thriller avvincente, che si snoda tra Milano, Oslo e Trieste e che tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.


DOVE TROVARLO:  http://www.amazon.it/furto-dei-Munch-Barbara-Bolzan-ebook/dp/B00Y3CREAA/ref=sr_1_5?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1432650383&sr=1-5&keywords=la+corte+editore







Eccovene un assaggio!



[...] Oslo, 2 settembre 2006
Quando Max morì, già un’altra persona aveva perso la vita, ma nessuno ritenne che i due decessi fossero in qualche modo correlati.
Arne Klungland era un poliziotto. Stava facendo il proprio dovere quando fu raggiunto dalla pallottola.
Era il 5 aprile del 2004. Alla banca di Stavanger, una città a sud della Norvegia, il commando di David Toska stava effettuando quella che fu definita la spettacolare rapina Nokas, nel corso della quale furono sottratti dieci milioni di dollari.
Max morì il 13 febbraio del 2006.
Anche lui stava facendo il proprio dovere. In un appartamento della periferia milanese, sorvegliava una donna del valore di dodici milioni di euro.
Qualcuno si adoperò affinché questo particolare non trapelasse, e la sua morte fu definita un incidente.
Allo stato attuale dei fatti, ciò che l’Organizzazione sa o pensa non mi importa, né mi importa ciò che sa o pensa Iver Berg, l’Ispettore che aveva preso in mano le indagini.
Dopotutto, quale che sia la verità, a ventiquattro mesi esatti dalla scomparsa, una donna è stata ritrovata. È nuda dal busto in su. È sfregiata e sfigurata.
Malgrado ciò, è bellissima.
Lei è bellissima. [...]








 
L'AUTRICE: Barbara Bolzan nasce nel 1980 in provincia di Milano.
Pur non abbandonando mai il suo primo amore per la recitazione, durante l’adolescenza si avvicina al mondo della scrittura e comincia a partecipare con successo a premi letterari nazionali e internazionali.
Pubblica il primo volume di narrativa nel 2004, con la prefazione del Professor Ezio Raimondi (Accademico dei Lincei e docente di Italianistica all’Università di Bologna): un excursus medico-narrativo sulle problematiche adolescenziali associate all’epilessia (AICE, Bologna, 2004).
Nel 2006, in seguito alla vittoria del Premio Internazionale Interrete, pubblica "Il sasso nello stagno", un romanzo sul difficile rapporto padre-figlia, nel quale la narrativa procede parallelamente agli studi linguistici e filologici (Prospettiva Editrice, Roma, 2006).
"Rya - La figlia di Temarin" esce nel 2014 (Butterfly Edizioni, Correggio). Figlio della sua passione per la storia e per la manipolazione della realtà, questo romanzo storico-fantasy costituisce il primo volume della saga che prende il nome dalla sua protagonista (La saga di Rya).
Di recente pubblicazione, "L’età più bella" (Butterfly Edizioni, Correggio, 2014) riprende in chiave nuova i temi già affrontati in "Sulle Scale".





martedì 26 maggio 2015

Segnalazione - LA MITICA 500 BLU di Silvia Pattarini

Oggi vi segnalo un'uscita che mi sta a cuore, ho avuto modo di conoscere Silvia Pattarini con la lettura del suo romanzo "Biglietto di terza classe", di cui prossimamente posterò la recensione, ed è una scrittrice che stimo moltissimo.
Ma andiamo a conoscere più da vicino il suo ultimo lavoro dal titolo "La mitica 500 Blu".






SINOSSI: Una bella storia di sincera amicizia nata tra i banchi di scuola, che ruota attorno alle vicende di una diciottenne neopatentata e spensierata, alla prese con la sua mitica 500 blu, che puntualmente la lascia a piedi. Nella splendida cornice dell'Appennino reggiano, all' ombra della Pietra di Bismantova citata da Dante nel Purgatorio, le esilaranti avventure di una ragazza appartenente a una generazione cresciuta senza troppe pretese, ascoltando le canzoni degli Europe, dei Duran Duran, degli Spandau Ballet, di Gianni Morandi e di Zucchero, negli anni in cui Berlusconi era solo un noto imprenditore milanese e la escort era solo un'automobile della Ford.

DOVE TROVARLO:  http://www.amazon.it/Mitica-500-Blu-Nuovi-Brevissimi-ebook/dp/B00XBBAXWA/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1431154252&sr=1-1&keywords=LA+MITICA+500+BLU









Eccovene un assaggio! 





[...] Ma una nuova avventura era in agguato. Stavo rientrando da scuola e quel pomeriggio avevo dato un passaggio alla mia amica Lulù. Durante il tragitto, lungo i tortuosi tornanti in salita che si susseguono tra Castelnovo ne’ Monti e Cervarezza, si udiva uno strano rumore, un tuc tuc, provenire dal lato destro. “Sarà una gomma bucata?” dissi io piuttosto perplessa. Accostai lungo la strada nei pressi della Sparavalle, scesi a controllare, ma le gomme apparivano tutte a posto. “Che strano vè, da dove proveniva quel rumore insolito?”.
Rassicurai la mia amica, ma il fracasso stranamente si intensificava sempre di più durante il tragitto, peraltro ancora tortuoso anche se non più in salita. Giunta nel cortile di casa sua scesi e ricontrollai meglio. All’apparenza era tutto in ordine, in realtà affinando la vista, notai che si erano allentati i bulloni che tenevano la ruota bel saldata alla vettura. Guardai meglio e mi accorsi che un bullone si era rotto all’estremità, ma il pezzo avvitato era rimasto incastrato nel suo foro, quindi la ruota ora risultava saldata con soli tre bulloni anziché quattro. [...]






L'AUTRICE: Silvia Pattarini nasce a Milano, ma vive da sempre nella piacentina Valtrebbia.
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie.
Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Nel maggio 2013 ha esordito col romanzo storico “Biglietto di terza classe” edito da 0111 Edizioni.
Nell’ottobre 2014 ha auto-pubblicato la sua prima silloge poetica “Profumo d’inchiostro”.
“La mitica 500 blu” edito da Lettere Animate è un esilarante racconto scritto quasi per scherzo, per ricordare le sue amiche di sempre.

lunedì 25 maggio 2015

INTERVISTA A CLIO JB



Ciao Clio, benvenuta nel mio blog. Partiamo dal tuo pseudonimo. Perché questa scelta letteraria?

Ti devo confessare che non vedevo l’ora di rivelare il motivo di questa scelta particolare.
Nasce tutto quando avevo 21 anni, età in cui ho iniziato ad utilizzare le email e i social, quindi parliamo del lontano 2000.  Avevo esigenza di un Nickname e avendo avuto soltanto e sempre auto di modello Clio  non potevo non includerla nel mio Nick, mentre per Jb  il motivo è ancora più singolare.
La mia prima Clio, era uno dei primi modelli della serie, ricordo che nella targa che le ultime due lettere erano proprio JB. Avevo una compagnia dove tutti sapevano che ero e sono tutt’ora l’unico essere umano che si ubriaca con due dita di vino. Perciò quando notarono che avevo il nome di un Whisky nella targa proprio io che sono astemia non smisero per parecchio di prendermi in giro.
Ed ecco svelata la storia del mio nick , Clio Jb.
Mi accompagna da allora nella mia  vita virtuale in rete. Scelgo di pubblicare con questo nome piuttosto che col mio nome vero , perché come Clio è come se mi spogliassi dai panni della mamma e della moglie e vestissi quelli della scrittrice che entra ed esce dalle vite dei suoi personaggi.

Il diploma di Tecnico della gestione Aziendale e l’impiego come contabile in un’azienda che si occupa di certificazione di qualità. Dove trovi il tempo per scrivere?

Bella domanda, me lo chiedo sempre anch’io.
Lavoro part-time, quindi nella “pausa” tra lavoro l’uscita della figlia dall’asilo mi ritaglio un oretta per scrivere, oppure la notte. (energie permettendo) ma la mia mente vive continuamente tra le nuvole, nel senso che ogni tanto mi imbambolo osservando le scene di vita quotidiana e provando ad abbinarle alla storia a cui stò lavorando. La prima cosa che faccio poi appena a casa è trascrivere sul mio “faldone” degli appunti che vaga per casa, carico di quaderni, fogli, tovaglioli su cui  annoto i pensieri.

Come nasce la tua passione per la scrittura e quando decidi di impugnare carta e penna?

Quando ero alle superiori, circa a 16 anni, avevo la passione per il disegno e “l’abbellimento” della Smemo, ne ho conservate alcune che hanno raddoppiato se non triplicato il loro volume. (complimentandomi con me stessa ancora oggi per la creatività).
Avendo avuto un ‘infanzia particolare per problemi di famiglia, per le grandi responsabilità che ho dovuto caricarmi sulle spalle alcune cose mi sono mancate. Come per esempio essere una di quelle “ belle “ ragazze sempre al centro dell’attenzione e che disinvolte flirtavano tra fila di ragazzi che gli facevano il filo appena queste mettevano piede nelle “compagnie” che sostavano svolgiate ai giardini o nelle piazzette.
Colpa della mia timidezza e della mia classica insicurezza adolescenziale rimanevo un po’ in disparte con le mie tre amiche di turno.
Ma la mia fantasia non si fermava,  volevo tanto provare almeno per una volta, cosa voleva dire essere una di loro. Così mi misi  a fantasticare, fino a quando un giorno la mia mano seguì lo scorrere dei miei pensieri creando quelle storie che ancora oggi riposato sul mio diario che conservo nel comodino.
Forse un giorno potrei riscriverle e pubblicarle, chissà, ho imparato che nella vita non si può mai dire ed infatti  la strada mi ha condotta altrove, fino a quando nel 2008 in Tunisia conobbi Diego Galdino.
Io e mio marito immediatamente ci trovammo davvero bene con lui e sua moglie, simpatico e sognatore, con una sensibilità e un senso dello humor che ti coinvolgeva. Allora  mi fece capire che quello che feci a 16 anni fu importante e che se ci credevo potevo farcela. Dimostrandomi che se un barman può essere anche uno scrittore potevo trovare anch’io il tempo per coltivare e sognare sui fogli bianchi. Così nel 2009 iniziai a pensare a che genere di romanzo mi sarebbe piaciuto leggere, nel frattempo arrivò mia figlia e questo progetto mi distrasse un po’ dai pensieri della gravidanza. Ripresi a scrivere nel 2011.  Ma solo nel 2012 dopo averlo riscritto per due volte, il testo trovò la sua giusta nota. Comunque ancora oggi con Diego siamo rimasti amici e gli auguro tutto il successo che merita.

Quali sono i tuoi autori preferiti e qual è il libro dal quale non ti separeresti mai?

Adoro Laurell K Hamilton, J. R.  Ward, Cassandra Clare. Ma in assoluto amo il modo di scrivere della Ward, un vero genio.
Devo dire però che il mio vero amore sono i romanzi rosa storici, ambientati nel periodo Regency, in particolare le autrici Nicola Cornick e Nicole Jordan,  Kasey Michaels. Adoro l’atmosfera dei balli, i nobili dell’aristocrazia inglese belli e sempre perfetti che contravvengono alle rigide regole dell’etichetta per rincorrere la passione e l’amore.
Ne leggo parecchie  e ogni volta mi lasciano col cuore palpitante e sognante, un giorno mi piacerebbe scriverne uno.

Nel 2014 esordisci con il romanzo urban-fantasy “Il cerchio di Numen – il fuoco dell’Eares” .Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Troveranno una trama complessa,(non son capace di fare le cose semplici), ho voluto imprimere più dettagli e particolari possibili di ogni personaggio, le emozioni , i pensieri le loro vite.
Ho cercato di esaltare l’istinto che guida le nostre azioni quando si parla di amore e passione, senza risparmiarmi nelle scene amorose. Ma non solo per i protagonisti, ho voluto dare importanza e spessore ad ogni personaggio, in modo che ogni lettore possa trovare il proprio preferito.


http://www.amazon.it/Il-Cerchio-Numen-Fuoco-Eares-ebook/dp/B00WTNP2S6/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1432228397&sr=1-1&keywords=clio+jb



Questo libro appartiene a una saga, perché questa decisione?

Perché tendo ad affezionarmi ai personaggi dei romanzi, e l’idea di non sapere cosa faranno “dopo”, cosa riserva il futuro per loro e come evolverà la storia mi rattristava. Un po’ come quando finì di leggere Harry Potter, mi misi a piangere come una bambina che era stata abbandonata da un amico caro.
Essendo poi una trama complessa volevo dare spazio a tutti i personaggi e variare per ogni libro i protagonisti sempre legati da una storia comune.

Qual è stato l’input per questo romanzo?

Amo il concetto dell’intreccio delle vite di perfetti sconosciuti, che ogni giorno indossano delle “maschere” quando sono in mezzo alla gente, il tutto unito al mito delle “parche” che mi ha sempre affascinato, tre entità con il potere di dominare sul destino degli umani. Amando la storia e i miti ho pensato di trarre ispirazione da questo e poi sviluppare una storia che abbia tutti i punti che ritenevo indispensabili per un romanzo.
Amore, passione, azione, lotta , dolore, avventura e fantasy.

Quali tematiche affronti al suo interno e quale messaggio vuoi trasmettere al lettore?

Il messaggio principe è che nulla è mai come sembra, non dovremmo mai fermarci alle apparenze, che ogni uno di noi ha un percorso di vita che dobbiamo fare e che spesso è inutile opporci o tentare di ribellarci, il nostro futuro è l’insieme delle nostre azioni che fanno di noi quello che siamo.

Hai partecipato con questo romanzo al concorso indetto da Marcelli Editori e sei riuscita ad entrare nella rosa dei finalisti. Cosa ricordi di questa esperienza?

Per me tutto questo ancora è un sogno, sono incredula di esser riuscita a completare il romanzo, e sono ancora più incredula di averne in cantiere tre e trovare sempre più facile e spontaneo scrivere.
Dopo una vita e un infanzia particolare e difficile,  scoprire per me di possedere questo talento e di riuscire ad emozionare, mi riempie di orgoglio e mi commuovo ogni volta che qualcuno mi fa i complimenti per il mio lavoro.

Il tuo romanzo ha esordito in self-publishing. Cosa pensi di questa nuova tendenza che ormai raccoglie moltissimi autori?

Penso che l’editoria italiana dovrebbe fare più scouting tra gli autori Self, per trovare nuovi talenti e nuove leve che gettino sul mercato editoriale italiano una nuova veste che attiri anche lettori stranieri. Invertendo la tendenza di avere sugli scaffali serie di libri di autori Americani e stranieri.
Penso che ci siano autori e autrici favolose nel popolo dei self che affrontano da soli un duro  lavoro, investendo tempo e fatica cercando di far sentire la propria voce.  Mi auguro che chi ha le carte in regola e talento venga scoperto dalle grandi CE al più presto.

Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?

Al momento stò lavorando al seguito del “Fuoco dell’Eares”, quindi il secondo volume della saga.
Ma in contemporanea sto portando avanti un primo volume di una nuova serie del genere Distopico – Thriller e un romanzo del genere Romance.
Non so quando vedranno la luce, ma spero comunque presto perché vorrà dire che il mio sogno di diventare una scrittrice a tempo pieno si sarà realizzato.

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie a te Linda e congratulazioni per i tuoi romanzi che trovo bellissimi!


Per seguire Clio  CLIO  JB

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