Yannick Händler crede di essersi lasciato la guerra alle spalle, ma la città-prigione che lo circonda non permette redenzione. Le sue ferite non sanguinano più, ma parlano, e qualcuno sembra ascoltarle. Quando un omicidio scuote l'equilibrio fragile dell'apparato militare, Levi Repin, giovane soldato cresciuto nel culto dello Stato, si ritrova catapultato in una spirale di sospetti: qui ogni errore si paga con la vita, o peggio, con l'identità. Hedwig Hartmann, giovane donna sopravvissuta al passato, conosce il dolore e non ha più paura di guardarlo in faccia. Ma in una città dove ogni bussola morale è truccata, cercare la verità significa diventare un bersaglio.
Tre destini intrecciati.
Un regime che respira dietro ogni porta chiusa.
E una domanda che nessuno può permettersi di fare ad alta voce: chi sopravvive davvero, in un luogo dove persino la memoria è controllata?
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Beatrice Simonetti è nata a Loreto e vive a Castelfidardo, nelle Marche. Laureata in Lingue, culture e traduzione letteraria, ha approfondito con passione le lingue e le culture occidentali e orientali, in particolare il russo e il tedesco. Ha esordito nel romanzo storico con Il Fiume di nessuno, primo di una trilogia tematica a cui seguono Il cielo d’acciaio e Il muro di cenere. I tre titoli, pur indipendenti, sono uniti da un filo sottile: quello dei legami famigliari e di sangue, che attraversa epoche diverse e lascia un’impronta nella memoria individuale e collettiva. In precedenza ha pubblicato anche Rodion (ucronia) e Two’morrow (distopia), esplorando altri generi con la stessa intensità narrativa.
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