Andiamo a conoscerlo meglio!
SINOSSI: Lui, Andrew Goodman, è l’avvocato di punta dello studio MacMurrey
& Associates. Bello e sfacciato, è lo scapolo più incallito e
sciupafemmine di tutta Londra.
Lei, Katheryne Turner, è
un’attrice di Hollywood che si ostina a credere nelle favole e nel lieto
fine, malgrado alcune grosse delusioni che ha ricevuto. Tanti rospi e
pochissimi principi azzurri nella sua vita, ed ecco spiegato il motivo
per cui, dopo il suo arrivo nel Regno Unito proprio in cerca di un
avvocato, chiede di essere affiancata da una donna.
A causa di
un grosso malinteso, Kate crede che Andrew sia un giovane, innocuo papà
single, vedovo e con tre ragazzi da crescere.
L’inganno è
servito e Andrew ottiene l’incarico ma, complice un’antica e romantica
villa di campagna, un copione sensuale e dei sentimenti inattesi, le
cose per Andy e Kate potrebbero dannatamente complicarsi, fino a che…
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[...] Non mi spavento facilmente. Sono sopravvissuto in un ambiente di lavoro dominato da squali e mi sono fatto strada nell’ufficio legale più famoso di Londra. Posso arrendermi a due adolescenti in crisi ormonale e a una piccola, adorabile guastafeste? Giammai! Non può succedere, nossignore.
Parcheggio di fronte all’asilo di Prue e rifletto.
Andrew Goodman, lo scapolo d’oro della MacMurrey & Associates non si fa mettere le scarpe in testa da nessuno, è freddo, duro, analitico e deciso. Si muove come un leone nella giungla metropolitana, disinvolto e pronto a tutto.
Fiero di questa certezza, marcio nel corridoio della scuola, sfilando in mezzo a file di armadietti minuscoli e a mamme trafelate. Sono l’unico maschio, o quasi, in un mondo a me sconosciuto. Comincio a sudare freddo…
Un paio di mamme mi guardano come se fossi una brioche calda, fragrante e appena sfornata. Ma non ero io il predatore? Una mi sorride, accennando un saluto con la mano.
«La mamma di Philiph ti ha sorriso. La mia mamma dice è una mangiauomini, ma io non so che significa» sussurra Prue, trascinandomi lungo il corridoio. «Tu lo sai, zio?» domanda spalancando gli occhioni.
«Ehm…» tentenno. «Non saprei.» Mi volto a sbirciare la femme fatale che mi strizza un occhio, le tette che esplodono dalla scollatura. «Forse è una signora con tanto appetito» dico, sempre più in difficoltà.
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