Ciao Emily, benvenuta
nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda, mi fa davvero piacere questa tua
ospitalità! Sono Emily, vivo in una
piccola cittadina e faccio essenzialmente e con grande gioia la moglie e la
mamma, oltre a ritagliare spazio per le mie grandi passioni: scrittura e
teatro. Amo molto anche leggere, viaggiare quando posso e… dormire! Ma adoro
tutti i piccoli grandi piaceri della vita, come l’arte, la musica e ovviamente
il buon cibo.
La tua è una
formazione artista a 360°: lo studio di danza classico all’Accademia del Teatro
Sociale di Mantova, la frequentazione presso l’Actor’s Studio e successivamente
lo studio di canto. Come nascono queste tue passioni?
Nascono con me. Davvero, da che ho memoria ballo in salotto,
canto, invento storie, scrivo poesie…credo che queste passioni siano nate
davvero insieme a me, visto che in famiglia sono praticamente l’unica con un
desiderio artistico così spiccato, tanto da essere vista quasi come “strana”. La
danza è legata alla mia infanzia, mentre il teatro mi accompagna fin
dall’adolescenza. Chissà, forse l’aver ricevuto in sorte il nome di una grande
poetessa ha guidato il mio cammino in maniera invisibile!
Dal 1995 inizia la
tua carriera teatrale che ti vede membro di alcune compagnie teatrali che si
esibiscono in tutta Italia. Come si caccia la ‘paura da palcoscenico’? Hai un
consiglio per gli aspiranti attori e attrici che ci leggono?
Ho iniziato giovanissima con dei corsi, poi le casualità della vita mi hanno impedito di
studiare teatro in maniera professionale come avrei voluto. Mi sono però
rifatta lavorando molto sul campo, e masticando molto palcoscenico: a vent’anni
ho esordito con una compagnia locale con una grande storia alle spalle,
dopodiché mi sono spostata in altre realtà professionali dove ho intrapreso
tournèe in tutta la penisola e assaggiato, per così dire, la vita dell’attore.
Vita dura, fatta di soddisfazioni, applausi e momenti di delirio e unione pura
con il palcoscenico, sì, ma anche di viaggi estenuanti, delusioni, rivalità,
senso di inadeguatezza...per me il teatro è sempre stata una vera e propria
altalena di emozioni continue!
Paura del palcoscenico? Ogni tanto, alle prime e
quando, per stanchezza o scarsità di prove, la memoria e la fusione con il personaggio sembrano
sfuggirti. Per il resto il palcoscenico mi ha sempre attratta, non spaventata.
Credo che chi ama recitare debba mettersi alla prova il più possibile, andando
realmente in scena e non limitandosi ai soli corsi, e trovare un giusto
equilibrio fra tecnica e cuore, cosa non sempre facile.
Ma non ti fermi al
teatro, la tua carriera si espande anche nel cinema. Negli anni 2005 e 2006,
partecipi a cortometraggi e al film di Tinto Brass “Monamour”. Cosa ricordi di
questa esperienza?
Piacevolissima! Diciamo che il cinema mi ha sempre
incuriosita, ma nonostante alcune opportunità spostarmi per affrontare provini
e audizioni mi risultava quasi impossibile per motivi lavorativi e logistici.
Grazie al teatro e ad alcune produzioni che sono arrivate nella mia zona, come
quella di Brass, ho potuto togliermi la curiosità di scoprire il set da dietro
le quinte e di recitare davanti alla macchina da presa. In totale ho
partecipato a tre film e ad alcuni cortometraggi: ricordo il divertimento, ma
anche la spossatezza e il freddo provati nelle interminabili ore sui vari set.
Una bella emozione comunque, da provare!
Sei stata anche
inviata televisiva di emittenti come Telesanterno e Telemodena, collaboratrice
giornalistica e presentatrice di eventi. Quale ruolo ti calza meglio tra
questi? Quale ti da maggiori soddisfazioni?
Tutti mi hanno dato soddisfazioni, e tutti li ho affrontati
con serietà sebbene spesso mi sia sentita dire che avevo sin troppe passioni.
Ma le mie passioni si intersecano fra loro, si completano e sono parte di me.
Amo molto anche il giornalismo, in particolare mi piace scrivere di arte e
cultura, ma anche di moda e di argomenti prettamente femminili. Anche
presentare eventi mi diverte, soprattutto se legati alla musica.
Le tue poesie vengono
inserite in parecchie antologie e, nel 2013, partecipi al progetto “La luce
oltre le crepe” in aiuto alle biblioteche colpite dal terremoto. Parlacene.
Quando il terremoto, crudele e inaspettato, ha colpito la
vicina terra emiliana, mio figlio era nato da poche settimane. Come tutti, mi
sentivo debole e impotente nella casa, rifugio per antonomasia, che d’un tratto
diventava nemica e iniziava a tremare,
con un più lo smarrimento di avere un piccolino indifeso tra le mie braccia.
E’stata un’esperienza che credo nessuno di noi dimenticherà, e la stavamo
ancora vivendo nel pieno quando sono stata contattata da un’amica autrice che
mi chiese se volevo dare il mio contributo. Non ci ho pensato un attimo dato
che mi è sembrata una iniziativa splendida, un piccolo modo di fare qualcosa
con in più la possibilità di condividere e in una qual maniera metabolizzare le
violente emozioni provate. Così, in
pochissimi giorni ho inviato una poesia che sento molto nel mio stile, dal
titolo “Il mio cuore è una pianura”.
Nel 2008, pubblichi
la silloge “Amore e oro” che consta
della prefazione di Alberto Cappi e ricevi il plauso di Giorgio Barberi
Squarotti. Daccene un assaggio.
"Amore e oro" è il mio viaggio, lo dico sempre. Contiene
poesie per me molto importanti e ispirate, che compongono la strada verso la
scoperta di sé. Mentre scrivevo ognuna di quelle poesie mi sentivo una persona
in divenire, in un caleidoscopio di emozioni, tra viaggi reali e viaggi nelle
mie emozioni più profonde.
Sono io, a nudo, sincera e piena di passione e carnalità.
Sono fiera di averle potute pubblicare.
[...] Non
sarà una notte
a uccidermi
non sarà quest’alba
che mi prenderà
combatterò
e saranno d’acciaio queste mani
unghie taglienti userò
per squarciare il dolore
combatterò
e sarà pietra la mia mente
né fuoco né fango
la vinceranno
se invece mi sbaglio
seppelliscimi in un sogno
se sbaglio
non sarà stato vano il mio canto
se sopravvivo
ti telefono,
domani. [...]
E, nel 2014,
pubblichi il tuo primo romanzo “Un qualunque respiro”. Cosa troveranno i
lettori al suo interno?
Non troveranno una semplice storia d’amore, ma un percorso
di vita. E’ il flusso di coscienza, doloroso e sincero ma anche ironico e
appassionato, di una donna che affronta un momento importante della sua vita e,
come tutte le donne, ci si butta a capofitto affrontando i fantasmi del suo
passato e del suo futuro.
La protagonista, Eliana, è una ragazza come tante,
che parla con il cuore in mano della sua crescita personale e della sua storia
d’amore con Alberto, che corre parallelamente alla ricerca di un figlio, ma
anche della sua maturazione come donna. Si parla di sentimenti sotto svariate
forme: l’amore per sé stessi, per chi abbiamo scelto come compagno di vita, per
i nostri ricordi, per il nostro futuro.
Quale tematiche
affronti nel libro e quale messaggio vuoi lanciare?
Affronto la tematica della ricerca della maternità, di questo percorso che spesso per molte donne si
trasforma in un dolore incompreso e del tutto privato. Ma è un libro che parla
anche di sogni, e di come dentro ognuno di noi ci siano dolori e fantasmi
spesso celati agli occhi degli altri, indifferenti o semplicemente ciechi,
dietro una maschera di tranquilla normalità. Ma è anche un messaggio di
speranza: con la forza dell’amore, si può provare ad affrontare le tempeste
uscendone provati e feriti, sì, ma più forti come coppia e come individui.
Qual è stato l’input
per “Un qualunque respiro”?
Come dico sempre, “Un qualunque respiro” si ispira al mio
vissuto e parte da sentimenti e stati d’animo che ho vissuto in prima persona.
Da qui, il desiderio di mettere su carta queste emozioni raccontando anche
quelle di molte donne, come un abbraccio di incoraggiamento e un desiderio di
non farle sentire sole, di spingerle a essere più che mai fiere di loro stesse
e della loro forza spesso sottovalutata.
Il tuo libro è edito
da Butterfly Edizioni. Consiglieresti questa casa editrice agli emergenti?
Assolutamente sì. La Butterfly è davvero una piccola grande
famiglia, una realtà molto entusiasta e coesa dove gli autori fanno gruppo e
diventano reciprocamente figure di riferimento. Si lavora tutti assieme per un
progetto comune: far conoscere i nostri lavori, e far crescere la piccola
editoria di qualità di cui questa giovane ed entusiasta (nonché serissima) casa
editrice è fiera rappresentante. I suoi progetti sono sempre molto curati, e
non a caso può contare su un nutrito gruppo di lettori fedeli.
Hai qualche altro
progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?
Per quanto riguarda la poesia, ho una raccolta inedita da
tempo che prima o poi mi piacerebbe far uscire allo scoperto. Per quanto
riguarda invece la narrativa, che non ho nessuna intenzione di abbandonare, sto
finendo di limare in questi giorni il mio nuovo romanzo: una storia d’amore e
di vita ambientata nell’Italia del dopoguerra.
E’ stato un grande
piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo e al prossimo romanzo!
Grazie Linda, il piacere è tutto mio! Un grande saluto ai
tuoi lettori e amici, come noi amanti dei libri e della scrittura. A presto!
Emily
Per seguire Emily EMILY PIGOZZI
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