domenica 21 settembre 2014

INTERVISTA A EMILY PIGOZZI



Ciao Emily, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, mi fa davvero piacere questa tua ospitalità!  Sono Emily, vivo in una piccola cittadina e faccio essenzialmente e con grande gioia la moglie e la mamma, oltre a ritagliare spazio per le mie grandi passioni: scrittura e teatro. Amo molto anche leggere, viaggiare quando posso e… dormire! Ma adoro tutti i piccoli grandi piaceri della vita, come l’arte, la musica e ovviamente il buon cibo.

La tua è una formazione artista a 360°: lo studio di danza classico all’Accademia del Teatro Sociale di Mantova, la frequentazione presso l’Actor’s Studio e successivamente lo studio di canto. Come nascono queste tue passioni?

Nascono con me. Davvero, da che ho memoria ballo in salotto, canto, invento storie, scrivo poesie…credo che queste passioni siano nate davvero insieme a me, visto che in famiglia sono praticamente l’unica con un desiderio artistico così spiccato, tanto da essere vista quasi come “strana”. La danza è legata alla mia infanzia, mentre il teatro mi accompagna fin dall’adolescenza. Chissà, forse l’aver ricevuto in sorte il nome di una grande poetessa ha guidato il mio cammino in maniera invisibile!

Dal 1995 inizia la tua carriera teatrale che ti vede membro di alcune compagnie teatrali che si esibiscono in tutta Italia. Come si caccia la ‘paura da palcoscenico’? Hai un consiglio per gli aspiranti attori e attrici che ci leggono?

Ho iniziato giovanissima con dei corsi, poi  le casualità della vita mi hanno impedito di studiare teatro in maniera professionale come avrei voluto. Mi sono però rifatta lavorando molto sul campo, e masticando molto palcoscenico: a vent’anni ho esordito con una compagnia locale con una grande storia alle spalle, dopodiché mi sono spostata in altre realtà professionali dove ho intrapreso tournèe in tutta la penisola e assaggiato, per così dire, la vita dell’attore. Vita dura, fatta di soddisfazioni, applausi e momenti di delirio e unione pura con il palcoscenico, sì, ma anche di viaggi estenuanti, delusioni, rivalità, senso di inadeguatezza...per me il teatro è sempre stata una vera e propria altalena di emozioni continue! 
Paura del palcoscenico? Ogni tanto, alle prime e quando, per stanchezza o scarsità di prove, la memoria e la  fusione con il personaggio sembrano sfuggirti. Per il resto il palcoscenico mi ha sempre attratta, non spaventata. Credo che chi ama recitare debba mettersi alla prova il più possibile, andando realmente in scena e non limitandosi ai soli corsi, e trovare un giusto equilibrio fra tecnica e cuore, cosa non sempre facile.

Ma non ti fermi al teatro, la tua carriera si espande anche nel cinema. Negli anni 2005 e 2006, partecipi a cortometraggi e al film di Tinto Brass “Monamour”. Cosa ricordi di questa esperienza?

Piacevolissima! Diciamo che il cinema mi ha sempre incuriosita, ma nonostante alcune opportunità spostarmi per affrontare provini e audizioni mi risultava quasi impossibile per motivi lavorativi e logistici. Grazie al teatro e ad alcune produzioni che sono arrivate nella mia zona, come quella di Brass, ho potuto togliermi la curiosità di scoprire il set da dietro le quinte e di recitare davanti alla macchina da presa. In totale ho partecipato a tre film e ad alcuni cortometraggi: ricordo il divertimento, ma anche la spossatezza e il freddo provati nelle interminabili ore sui vari set. Una bella emozione comunque, da provare!
  
Sei stata anche inviata televisiva di emittenti come Telesanterno e Telemodena, collaboratrice giornalistica e presentatrice di eventi. Quale ruolo ti calza meglio tra questi? Quale ti da maggiori soddisfazioni?

Tutti mi hanno dato soddisfazioni, e tutti li ho affrontati con serietà sebbene spesso mi sia sentita dire che avevo sin troppe passioni. Ma le mie passioni si intersecano fra loro, si completano e sono parte di me. Amo molto anche il giornalismo, in particolare mi piace scrivere di arte e cultura, ma anche di moda e di argomenti prettamente femminili. Anche presentare eventi mi diverte, soprattutto se legati alla musica.
 
Le tue poesie vengono inserite in parecchie antologie e, nel 2013, partecipi al progetto “La luce oltre le crepe” in aiuto alle biblioteche colpite dal terremoto. Parlacene.

Quando il terremoto, crudele e inaspettato, ha colpito la vicina terra emiliana, mio figlio era nato da poche settimane. Come tutti, mi sentivo debole e impotente nella casa, rifugio per antonomasia, che d’un tratto diventava nemica e  iniziava a tremare, con un più lo smarrimento di avere un piccolino indifeso tra le mie braccia. E’stata un’esperienza che credo nessuno di noi dimenticherà, e la stavamo ancora vivendo nel pieno quando sono stata contattata da un’amica autrice che mi chiese se volevo dare il mio contributo. Non ci ho pensato un attimo dato che mi è sembrata una iniziativa splendida, un piccolo modo di fare qualcosa con in più la possibilità di condividere e in una qual maniera metabolizzare le violente emozioni provate.  Così, in pochissimi giorni ho inviato una poesia che sento molto nel mio stile, dal titolo “Il mio cuore è una pianura”.

Nel 2008, pubblichi la silloge  “Amore e oro” che consta della prefazione di Alberto Cappi e ricevi il plauso di Giorgio Barberi Squarotti. Daccene un assaggio.

"Amore e oro" è il mio viaggio, lo dico sempre. Contiene poesie per me molto importanti e ispirate, che compongono la strada verso la scoperta di sé. Mentre scrivevo ognuna di quelle poesie mi sentivo una persona in divenire, in un caleidoscopio di emozioni, tra viaggi reali e viaggi nelle mie emozioni più profonde.
Sono io, a nudo, sincera e piena di passione e carnalità. Sono fiera di averle potute pubblicare. 

[...] Non sarà una notte
a uccidermi
non sarà quest’alba
che mi prenderà
combatterò
e saranno d’acciaio queste mani
unghie taglienti userò
per squarciare il dolore
combatterò
e sarà pietra la mia mente
né fuoco né fango
la vinceranno
se invece mi sbaglio
seppelliscimi in un sogno
se sbaglio
non sarà stato vano il mio canto
se sopravvivo
ti telefono,
domani. [...]

E, nel 2014, pubblichi il tuo primo romanzo “Un qualunque respiro”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Non troveranno una semplice storia d’amore, ma un percorso di vita. E’ il flusso di coscienza, doloroso e sincero ma anche ironico e appassionato, di una donna che affronta un momento importante della sua vita e, come tutte le donne, ci si butta a capofitto affrontando i fantasmi del suo passato e del suo futuro. 
La protagonista, Eliana, è una ragazza come tante, che parla con il cuore in mano della sua crescita personale e della sua storia d’amore con Alberto, che corre parallelamente alla ricerca di un figlio, ma anche della sua maturazione come donna. Si parla di sentimenti sotto svariate forme: l’amore per sé stessi, per chi abbiamo scelto come compagno di vita, per i nostri ricordi, per il nostro futuro.


http://www.blomming.com/mm/ShopButterflyEdizioni/items/un-qualunque-respiro


Quale tematiche affronti nel libro e quale messaggio vuoi lanciare?

Affronto la tematica della ricerca della maternità, di  questo percorso che spesso per molte donne si trasforma in un dolore incompreso e del tutto privato. Ma è un libro che parla anche di sogni, e di come dentro ognuno di noi ci siano dolori e fantasmi spesso celati agli occhi degli altri, indifferenti o semplicemente ciechi, dietro una maschera di tranquilla normalità. Ma è anche un messaggio di speranza: con la forza dell’amore, si può provare ad affrontare le tempeste uscendone provati e feriti, sì, ma più forti come coppia e come individui.

Qual è stato l’input per “Un qualunque respiro”?

Come dico sempre, “Un qualunque respiro” si ispira al mio vissuto e parte da sentimenti e stati d’animo che ho vissuto in prima persona. Da qui, il desiderio di mettere su carta queste emozioni raccontando anche quelle di molte donne, come un abbraccio di incoraggiamento e un desiderio di non farle sentire sole, di spingerle a essere più che mai fiere di loro stesse e della loro forza spesso sottovalutata.

Il tuo libro è edito da Butterfly Edizioni. Consiglieresti questa casa editrice agli emergenti?

Assolutamente sì. La Butterfly è davvero una piccola grande famiglia, una realtà molto entusiasta e coesa dove gli autori fanno gruppo e diventano reciprocamente figure di riferimento. Si lavora tutti assieme per un progetto comune: far conoscere i nostri lavori, e far crescere la piccola editoria di qualità di cui questa giovane ed entusiasta (nonché serissima) casa editrice è fiera rappresentante. I suoi progetti sono sempre molto curati, e non a caso può contare su un nutrito gruppo di lettori fedeli.
  
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?

Per quanto riguarda la poesia, ho una raccolta inedita da tempo che prima o poi mi piacerebbe far uscire allo scoperto. Per quanto riguarda invece la narrativa, che non ho nessuna intenzione di abbandonare, sto finendo di limare in questi giorni il mio nuovo romanzo: una storia d’amore e di vita ambientata nell’Italia del dopoguerra.

E’ stato un grande piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo e al prossimo romanzo!

Grazie Linda, il piacere è tutto mio! Un grande saluto ai tuoi lettori e amici, come noi amanti dei libri e della scrittura. A presto! Emily

Per seguire Emily   EMILY PIGOZZI

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