mercoledì 28 gennaio 2015

Le autrici EWWA - INTERVISTA A CHRISTIANA V


Ciao Christiana, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao, Linda, e un saluto a tutti. Okay. Mi chiamo Verazzo Cris... no, fa troppo stile carta d'identità, giusto? :D 

Ho 43 anni (a fine mese, per altri 15 giorni mi godo ancora i 42), sono sposata e ho un figlio di 10 anni. Ho studiato come ragioniera e, per quanto andassi bene a scuola, mi ci vedi seduta dietro una scrivania a battagliare coi numeri? Io proprio no, da qui la scelta di impegnarmi in un lavoro creativo ed ecco come mai da tempo immemore sono parrucchiera.

Quando hai deciso di impugnare carta e penna e dove trovi il tempo per scrivere?

Per la verità è stata una necessità inconscia che la mia fantasia ha palesato, mettendomi dinanzi ai miei problemi. Mio figlio, Dario, è autistico, e la vita non è semplice, come ben potete immaginare. Purtroppo, essendo il suo un disturbo comportamentale le difficoltà di comprensione, ma non solo, si sono espletate in più ambiti, tra cui anche il sonno. Hai presente quelle mamme che si lamentano spesso con la frase: "Mio figlio non ha dormito per 5 anni"? Ecco, a differenza loro, a me è capitato davvero di dormire solo 3 ore per notte per ben 8 anni e stavo letteralmente perdendo la testa. Così, come auto-terapia, la scrittura è accorsa in salvataggio ed eccomi qui. Scrivo come e quando posso, ma il pomo della discordia, ossia il pc, sta diventando sempre più difficile da preservare dalle grinfie del pargolo spodestatore, per cui ho deciso che ovvierò al problema... comprandone un altro. Sigh. Intanto butto giù su carta pensieri e idee.

Dichiari: “Ho trovato nella scrittura la giusta valvola di sfogo per i miei eccessi emotivi.” Parlacene.

Come ti dicevo, riguarda i problemi del sonno. Dormivo pochissimo e, durante quelle poche ore, sognavo in technicolor. Quante suppellettili blu cobalto, rosso carminio, verde fluorescente e giallo lime ho visto! Un bombardamento cromatico da far paura che al mattino mi lasciava più spossata di quando mi ero coricata. Presa dalla necessità di risolvere il problema, e in quanto interventista a detta della mia terapista, mi sono fatta delle domande e data delle risposte. Ho capito che la mia parte creativa, parecchio importante, era soffocata e urlava per liberarsi. La mia emotività era troppo intensa e avevo bisogno di veicolarla all'esterno per evitare che implodesse. Così, dopo diverse valutazioni, ho provato a buttar giù due righe prima di coricarmi e ho visto che funzionava! Dormivo meglio, mi svegliavo più riposata e senza quel peso opprimente al petto che mi dava difficoltà nel respirare. Beh, avevo trovato la mia valvola di sfogo.

Tra le tue passioni ci sono le ‘fate’. Parlacene.

Le mie bimbe! Fanno parte integrante del mio mondo parallelo, quello senza brutture, malattie e dolori. Quell'universo in cui mi rifugio per scaricare i pesi quotidiani e per vivere le mie fiabe a occhi aperti senza perdere la testa. Le mie statuine sono una meraviglia e non hai idea di quanti mi rassereni guardarle. Se avessi tempo le guarderei per ore! Ora che ci penso, non sono solo una passione, ma un'ulteriore terapia. 


Partecipi a diverse antologie con i tuoi racconti. Quale di questi è legato a un ricordo speciale?

Di sicuro "Alla conquista di te", racconto inserito nell'antologia "Romantic Suspense - Senza Fiato". Prima che diventasse un'antologia, il progetto di "Senza Fiato" si espletava in un concorso a cui ho partecipato con un'amica. È stato una magnifica esperienza di lavoro in coppia, nel senso che io leggevo lei e lei me. Ci siamo aiutate, supportate, capite e spronate. È davvero un ricordo molto dolce.


Esordisci nel 2011 con l’urban fantasy “Il sigillo di Ametista”, seguito nel 2012 da “L’enigma dell’opale”. Daccene un assaggio.

Ho creato la razza ibrida dei mezzoumani, creature che vivono nelle foreste e proteggono gli esseri umani in quanto accrescono le loro abilità grazie alle emozioni di questi ultimi. Per "catturare" queste emozioni attivano un procedimento che prende il nome di simbiosi: tu, umano, mi dai le tue emozioni; io, mezzoumano, ti proteggo per tutta la durata della tua vita. In breve funziona così, ma la trama è molto complessa, ci sono parecchi personaggi che vivono avventure mozzafiato e le protagoniste (perché non sono le stesse) seguono un percorso emotivo ed evolutivo importante. È ricco di creature differenti, con caratteristiche specifiche che combattono la stessa eterna battaglia tra il bene e il male.

Romanzo vs. Racconto. Chi la vince?

Parliamo di due mondi paralleli tra i quali non so scegliere. Mi piacciono entrambi e direi che dipende dal mood del momento: se sono in fase relax allora sceglierò un racconto, altrimenti romanzo per tutta la vita. A me piace la "ciccia" e un racconto me ne darebbe troppo poca!

Sei tra le socie dell’associazione EWWA. Raccontaci la tua esperienza.

Far parte delle EWWA è un vero orgoglio. È un'associazione letteraria che offre tanto agli utenti, a livello di competenze ma soprattutto a livello umano. Le associate si aiutano a vicenda, sempre partecipi e pronte a condividere la propria esperienza senza lesinare al massimo delle proprie possibilità. Come dicevo, è un orgoglio esserci. 

 
Partecipi all’antologia “E dopo Carosello tutte a nanna”, primo progetto letterario dell’associazione, con il racconto “La scatola delle meraviglie”. Di cosa si tratta?

Quando mi è stato chiesto di scrivere un racconto ho voluto aderire e dare il mio contributo, così ho chiuso gli occhi e sono tornata indietro negli anni fino alla mia prima esperienza con lo strumento televisivo. Ho attinto dai miei ricordi di bimba quando trascorrevo i miei pomeriggi in compagnia dei cartoni animati e dei fumetti. La RAI è stata la mia prima e unica tata, virtuale, ma non per questo meno reale.

Nel maggio 2014 esce il paranormal-erotico “Blood Catcher”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Un esperimento. Strano a dirlo, ma è proprio così, infatti è a metà tra un racconto lungo e un romanzo breve. Nei miei romanzi UF/PR ho creato razze, battaglie, aspetti emotivi importanti in cui il sesso era semplice, parco, a volte appena accennato. Con "Blood Catcher", invece, ho calcato la mano e mi sono messa alla prova: volevo capire se ero in grado di emozionare e convincere le lettrici anche sotto quell'aspetto. 




http://www.amazon.it/Blood-Catcher-Christiana-V-ebook/dp/B00KI0ICN4/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1420567257&sr=1-1&keywords=blood+catcher
 




 

Come nasce l’idea per questo romanzo?

In quanto esperimento ho osato un paranormal nel quale ho inserito il mio vampiro personale, ispirandomi a quelli delle odierne letture fantasy, e una normale donna quarantenne, con mille difficoltà vere legate alla crescita dei figli e alla stanchezza di un matrimonio reale solo sul certificato su cui sono state apposte le firme. Ho spezzato gli schemi proponendo quel tipo di protagonista, che credevo non riscontrasse i favori delle lettrici, e invece sbagliavo.

Quali tematiche affronti al suo interno e quale messaggio vuoi trasmettere?

Inizialmente credevo fosse lui il protagonista della storia, ma più scrivevo e più capivo che lo era lei, con le sue imperfezioni, i sentimenti amplificati e le speranze distrutte. 

Vampiro a parte, che è funzionale alla storia, la mia Camille racconta uno spaccato odierno fatto di consuetudini abbiette, di piattezza schiacciante e corrosiva in cui molte donne potranno rivedersi. Ma per quanto possa essere lunga una notte, il sole prima o poi dovrà sorgere, e io non potevo lasciare la mia eroina in queste condizioni aberranti, così l'ho riscattata, ho fatto sì che tornasse a sognare, a sperare, l'ho convinta che meritasse di essere qualcuno, spazzando via quelle convinzioni che la schiacciavano senza permetterle di volare.

Hai qualche altro progetto di cui vuoi metterci a parte?

Intanto, dopo tante richieste visto che è piaciuto, sto scrivendo la seconda parte di "Blood Catcher", questa volta in chiave romanzo, nel quale racconterò tutto, ma proprio tutto, sulle vite del vampiro Lotus e dell'umana Camille. Il mio progetto più ambizioso al quale sto lavorando è la storia di mio figlio con la quale vorrei aiutare quanti più genitori a non sentirsi da soli nel silenzio abnorme che è il disturbo autistico. Vado un po' a rilento perché, mentre col fantasy libero la fantasia, con questa storia attingo direttamente dal mio vissuto e gli episodi ne escono amplificati. A volte devo fermarmi a respirare a occhi chiusi per calmare il cuore e riportare l'ansia a dei livelli normali, ma riesco, e questo è l'importante.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Ringrazio tantissimo te, cara Linda, e le lettrici del blog. Un bacio a tutti! 



Per seguire Christiana CRISTIANA V



https://www.youtube.com/channel/UC_xZ29Zqm_mO5kNeB7F1ZFw
 



4 commenti:

  1. Un mega grazie, Linda, ed è stato un vero piacere chiacchierare con te. A presto.

    RispondiElimina
  2. Molto interessante l'intervista, terrò d'occhio questa autrice, grazie!

    RispondiElimina