Ciao Silvia e ciao Michela, bentornate nel mio blog.
Raccontateci qualcosa di voi.
SILVIA: Ciao Linda, grazie dell’ospitalità. Abito in un
paese fuori Torino, ho 41 anni e sono sposata con un vigile del fuoco, Leo. La
mia passione per le divise è cominciata molto prima della serie dei Destini
Intrecciati. Ho due figli, Alessia di 16 anni e Thomas di 11. Ho conseguito il
diploma all’Istituto Giuridico Economico Aziendale ma da molti anni sono
un’arredatrice d’interni. Tra le mie grandi passioni ci sono la musica (suono
il pianoforte dall’età di 7 anni), le arti marziali (ho praticato judo fino a
pochi anni fa) e la lettura. Leggo un po’ di tutto ma in particolare amo i
romanzi storici e rosa. Collaborato come blogger per Romance & Fantasy for
Cosmopolitan Girls da diversi anni. Amo gli animali e la mia famiglia è
composta anche da 3 gatti, Toffee, Matisse e Sax e l’ultimo arrivato è Asa, un
bellissimo chihuahua.
MICHELA: Ciao Linda, è un piacere per noi tornare qui. Abito
in provincia di Livorno, ho 45 anni, sposata da quasi 18 anni con Francesco e
mamma di due ragazze: Giulia di 16 anni e Matilde di 12. Ho una gatta nera che
amo da impazzire e che si chiama Zara. Mi sono diplomata all’Istituto Tecnico
Commerciale e oggi lavoro come segretaria in una ditta di prodotti chimici.
Adoro leggere e per un periodo ho collaborato come blogger per Romance &
Fantasy for Cosmopolitan Girls e ancora oggi ne conservo un bellissimo ricordo.
Il genere che preferisco sono romanzi contemporanei (new adult, young adult,
erotici, suspence).
La vostra scrittura a quattro mani è un connubio perfetto.
Quando è nata questa collaborazione?
MICHELA: Ci siamo conosciute su Facebook alla fine del 2012.
Entrambe partecipavamo a un GDR (gioco di ruolo) basato sui libri di una nota
autrice americana, J.R.Ward, "The Black Dagger Brotherhood" ("La Confraternita del
Pugnale Nero"). Silvia ed io eravamo una coppia all’interno del gioco ed è stato
lì che abbiamo mosso i primi passi nella scrittura. L’affinità tra di noi è
stata istantanea e non avevamo bisogno di mettersi d’accordo su quello che
dovevamo scrivere. Una sapeva sempre dove avrebbe finito e cominciato l’altra e
il risultato era una scrittura omogenea. Dopo qualche anno, durante una vacanza
estiva trascorsa insieme, è nata l’idea di scrivere un libro vero e proprio. Ci
abbiamo provato più per gioco che per convinzione ma poi ci siamo appassionate
davvero. In questi anni siamo cresciute molto e con noi anche la voglia di
continuare a farlo.
Da dove nasce la vostra ispirazione, e come vi approcciate
al testo? Quale iter seguite?
MICHELA: Traiamo ispirazione durante le nostre lunghe
conversazioni telefoniche o i messaggi continui che ci scambiamo. Di solito ci
fissiamo su un elemento e poi creiamo la storia. Negli anni siamo molto
cambiate anche in questo perché ricordo che la trama del primo libro è nata in
“corso d’opera” e quindi non vi dico quante volte è cambiata man mano che
procedevamo con la stesura dei capitoli.
SILVIA: È vero! I personaggi si ribellavano
costringendoci a modificare le parti che non erano di loro gradimento. No, non
siamo pazze. È
andata davvero così per un personaggio in particolare che si trova nella serie
Destini Intrecciati. Adesso invece siamo più organizzate nel lavoro che precede
la scrittura vera e propria. Costruiamo la trama generale e poi la suddividiamo
in capitoli e creiamo un documento con le caratteristiche fisiche, e non, di
tutti i personaggi.
Esordite nel 2016 con il romanzo “Nel calore del tuo corpo”.
Di cosa si tratta?
SILVIA: Questo romanzo segna il nostro esordio con una casa
editrice ma in realtà avevamo già scritto un romanzo pubblicato in self. “Nel
calore del tuo corpo” è ambientato nel Montana e la storia si svolge in un
ranch. L’idea è nata dalla passione comune per il continente americano e
l’amore per i nativi americani. Abbiamo sempre fantasticato di riuscire a
realizzare diversi viaggi insieme e questo stato fa parte della lunga lista di
posti da visitare. I protagonisti sono Riley Carson e Swami Peterson: lui è un
mandriano del ranch che lei eredita dal nonno materno mentre lei è figlia di un
indiano cheyenne. Dietro a questo romanzo c’è stato un grande lavoro di ricerca
per documentarci sulle tradizioni indiane e come domare i cavalli mustang. Quest’animale
selvaggio, Skim, ha un ruolo principale nella storia ed è rimasto nei nostri
cuori. Il romanzo ha una buona dose di eros e suspense, che poi sono un po’ le
nostre caratteristiche come autrici.
Segue poi il secondo capitolo della duologia dal titolo “Ti
prego non dire niente”. Datecene un assaggio.
MICHELA: Sinceramente non avevamo pensato di scrivere questo
secondo romanzo perché “Nel calore del tuo corpo” era stato pensato come
singolo ma poi ci sono state tantissime richieste da parte di chi lo aveva
letto e che chiedeva di sapere come sarebbe finita la storia tra Liam e Lisa.
Questi due personaggi sono partiti come secondari e hanno finito per avere un
loro libro.
Vi lascio un piccolo estratto.
[...] «Volevo solo sapere ciò che hai combinato in questi due anni in cui siamo stati lontani» si giustificò Liam. «E ti ricordo, nel caso te ne fossi dimenticata, che sei stata tu a chiudere la nostra relazione. Io ho solo rispettato la tua scelta.»
«Come no! Eravamo comunque amici» sospirò rammaricata. «Lascia stare, non capisco neanche perché ne stiamo parlando. Vuoi sapere come sono stata in questi due anni? Diciamo solo che non mi sono divertita quanto te» ironizzò cercando di deviare il discorso, depistaggio che venne sabotato da Liam che non ne voleva sapere di lasciar cadere il discorso.
«Perché mi hai lasciato, Lisa?» insistette.
«Conosci già il motivo.»
«No, conosco solo quello fasullo che mi hai rifilato la notte in cui abbiamo fatto l’amore per l’ultima volta.» La voce lo tradì rivelando l’emozione che il solo pensiero destava.
«Ti prego. Non è il momento giusto per parlare.»
«Invece io credo che sia proprio il momento adatto. Riley mi ha detto che sei stata male per me. Perché soffrire per una persona che non amavi?»
«Ti ho sempre amato, come amica» chiarì pregando in cuor suo di non crollare.
«Stronzate. Tu mi amavi. Io ti amavo» tuonò Liam.
Lisa abbassò la testa fissando le punte dei suoi stivali. Cosa poteva dirgli? Che non aveva mai smesso di volerlo? Che lo aveva lasciato andare perché sapeva di non potergli dare la stessa felicità che vedeva riflessa sul suo volto quando gareggiava? Che era stata una codarda e che quando aveva deciso di andare a riprenderselo, era ormai troppo tardi? No. Non poteva dirgli nulla di tutto quello.
Scosse la testa, incredula. «Io…» Non trovava le parole giuste. La mano di Liam si posò su una guancia spingendo con il pollice sotto il mento per farle alzare la testa.
«Come no! Eravamo comunque amici» sospirò rammaricata. «Lascia stare, non capisco neanche perché ne stiamo parlando. Vuoi sapere come sono stata in questi due anni? Diciamo solo che non mi sono divertita quanto te» ironizzò cercando di deviare il discorso, depistaggio che venne sabotato da Liam che non ne voleva sapere di lasciar cadere il discorso.
«Perché mi hai lasciato, Lisa?» insistette.
«Conosci già il motivo.»
«No, conosco solo quello fasullo che mi hai rifilato la notte in cui abbiamo fatto l’amore per l’ultima volta.» La voce lo tradì rivelando l’emozione che il solo pensiero destava.
«Ti prego. Non è il momento giusto per parlare.»
«Invece io credo che sia proprio il momento adatto. Riley mi ha detto che sei stata male per me. Perché soffrire per una persona che non amavi?»
«Ti ho sempre amato, come amica» chiarì pregando in cuor suo di non crollare.
«Stronzate. Tu mi amavi. Io ti amavo» tuonò Liam.
Lisa abbassò la testa fissando le punte dei suoi stivali. Cosa poteva dirgli? Che non aveva mai smesso di volerlo? Che lo aveva lasciato andare perché sapeva di non potergli dare la stessa felicità che vedeva riflessa sul suo volto quando gareggiava? Che era stata una codarda e che quando aveva deciso di andare a riprenderselo, era ormai troppo tardi? No. Non poteva dirgli nulla di tutto quello.
Scosse la testa, incredula. «Io…» Non trovava le parole giuste. La mano di Liam si posò su una guancia spingendo con il pollice sotto il mento per farle alzare la testa.
Nel settembre 2016, pubblicate poi “Un Marine per sempre”
con Rizzoli Editore. Come definite la vostra esperienza con questa Big?
MICHELA: Ci sono giorni in cui fatico ancora a crederci,
giuro. Ero in vacanza in Trentino con la mia famiglia quando Silvia mi ha
telefonato per comunicarmi la notizia e io continuavo a dire: Stai scherzando?
Dici davvero?
È stato davvero un’esperienza unica anche perché abbiamo
avuto modo di conoscere una persona meravigliosa come Francesca che ci ha
sempre seguito anche nelle pubblicazioni che sono venute dopo. Ha creduto in
noi dal primo momento e il suo supporto non è mai venuto meno.
SILVIA: Concordo su tutto quello che ha detto Michela.
Ricevere una risposta positiva da una grande casa editrice come Rizzoli è stata
la realizzazione di un sogno. Anche se in digitale, la Collana Youfeel ha una
grande visibilità e ci ha fatto raggiungere una nuova porzione di lettori che
prima non avevamo. Con loro abbiamo pubblicato l’intera serie dei Destini
Intrecciati che è composta da quattro romanzi.
Avete sperimentato Self e Ce. Chi la vince? Pregi e difetti?
SILVIA: Il lato positivo del mondo self è di riuscire a
gestire il romanzo in piena autonomia, decidendo la cover, il prezzo e quando fare
promozioni. Se parliamo di formati digitali, sia il self sia la Ce hanno la
stessa visibilità. La cosa importante è curare il testo nei piccoli particolari
ed eseguire un buon editing.
La Ce offre molti vantaggi potendo usufruire dell’esperienza
di professionisti del settore sia per quanto riguarda l’editing finale che la
realizzazione delle cover. Come ho detto in precedenza però, l’autore non è
interpellato a esprimere giudizi o preferenze e può capitare che alcune
decisioni prese non siano a favore dell’autore. Nel nostro caso, ad esempio, la
decisione di mettere due dei nostri romanzi a un prezzo più alto rispetto alla
media di altri ebook, ci ha un po’ penalizzato, anche se le vendite non sono
poi andate male.
Dopo aver messo sulla bilancia tutti i pro e i contro, per
quanto ci riguarda e per l’esperienza che abbiamo avuto, preferiamo pubblicare
con una casa editrice ma ci sentiamo anche di dare un consiglio a chi ha un
primo approccio in questo campo. Valutate con attenzione ogni proposta
contrattuale e se qualcosa non è chiara, non esitate a chiedere chiarimenti
perché purtroppo questo settore non è fatto solo di persone serie e
professionali ed è facile trovare in giro persone che parlano di esperienze
pessime con piccoli editori.
Nel dicembre 2016, esce “Tra le braccia del Marine”, seguito
da “Il tormento del Marine”. Perché una serie? Perché i Marine?
MICHELA: Quando abbiamo iniziato a scrivere “Un marine per
sempre”sapevamo che non sarebbe stato un libro singolo ma non avevamo idea di
quanti romanzi sarebbero venuti fuori. Forse se non ricordo male, avevamo
pensato a una duologia o al massimo trilogia. La scelta è caduta sui Marine
perché facciamo parte di quella generazione di donne che ha amato il film “Top
Gun”. Quando abbiamo iniziato a scrivere il primo romanzo, non c’erano molti
libri in giro che parlavano di questi soldati e poi il fascino della divisa
attira. Alla fine per esigenza di trama, i romanzi sono diventati quattro e non
è stato facile per noi mettere la parola fine e lasciare andare i nostri
ragazzi anche se era giusto farlo.
Nel giugno 2017, arriva anche l’ultimo volume della
quadrilogia, dal titolo “La rinascita del Marine”. Cosa troveranno i lettori al
suo interno?
SILVIA: Con questo romanzo troveranno delle risposte a
domande che si sono posti fin dalla fine di “Tra le braccia del marine”. Non
posso entrare nello specifico perché non voglio rischiare di fare spoiler e
rovinare la lettura a qualche lettore ma posso assicurarvi che questo romanzo è
quello a cui teniamo di più anche perché aspettavamo di scriverlo da tantissimo
tempo. Tutto è successo durante la scrittura di “Un marine per sempre”. Un
personaggio si è ribellato e ha preteso, è il caso di dirlo, di avere una sua
storia tanto che da secondario è poi arrivato a essere il protagonista
indiscusso. Almeno è quello che pensiamo noi.
Qual è stato l’input per questa serie?
MICHELA: L’input principale è stato quello di mettersi in
gioco e cercare di creare qualcosa insieme. Scrivere ti permette di realizzare
fantasie nascoste che si ha timore di esternare o comunque riesce a tirar fuori
quella parte di noi stessi che abbiamo paura di far vedere agli altri per paura
di essere giudicati. Il primo romanzo era un salto nel buio: non sapevamo come
avrebbero reagito i lettori. Dopo i primi riscontri più che positivi, sono
stati proprio loro il vero e proprio input che ci ha spinto a continuare a scrivere
e cercare di migliorarsi a ogni romanzo. Attraverso l’intera serie si riesce a
percepire il cambiamento e la maturazione che il nostro modo di scrivere ha
avuto, considerando che sono trascorsi nove mesi dalla pubblicazione del primo
a quella del romanzo finale.
Quali tematiche affrontate?
SILVIA: I temi variano da romanzo a romanzo secondo la trama
da seguire ma quello che li accomuna è sicuramente l’amicizia, la famiglia, il
fattore suspense e la passione.
Il romanzo erotico è nelle vostre corde. Come riuscite a
creare dei POV maschili tanto realistici?
MICHELA: Non ci siamo mai definite delle autrici di romanzi
erotici ma riconosco che è un elemento fondamentale e presente in ogni romanzo.
Fa parte del nostro modo di intendere la scrittura e non ci vedremmo mai come
autrici di un romanzo dove non sono presenti scene hot. La passionalità è una
caratteristica che accomuna entrambe e non proviamo nessun tipo d’imbarazzo a
scrivere scene calde perché ci vengono molto naturale e forse questo è l’elemento
principale che li rende così reali agli occhi del lettore.
Leggendo la vostra quadrilogia ci si sente trasportati indietro
nel tempo, quando Tom Cruise era protagonista incredibile del mitico “Top Gun”.
Come siete riuscite a ricreare questa atmosfera?
SILVIA: Come abbiamo detto, questo film è stato di grande
ispirazione proprio perché è rimasto nel cuore di molte persone. Dietro a ogni
romanzo c’è uno studio particolare per ogni dettaglio. Ci piace documentarci
per rendere più realistico possibile quello che scriviamo. Questo è uno dei
complimenti più frequenti che abbiamo ricevuto e che ci danno grande
soddisfazione: i lettori hanno l’impressione di trovarsi effettivamente nel
luogo descritto e le parole si trasformano in proiezioni d’immagini.
Avete qualche altro progetto in cantiere?
MICHELA: Stiamo scrivendo un nuovo romanzo che abbiamo
iniziato prima delle vacanze estive ma che abbiamo ripreso a settembre. Avevamo
bisogno di cambiare genere e lasciare le divise e il mondo della Marina Militare
americana. Per il momento posso solo dire che il romanzo è ambientato sempre in
America e che è stato pensato davvero come un singolo.
È stato un grande piacere ospitarvi nel mio blog. In bocca
al lupo per tutto!
Booktrailer
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