Ciao Linda, è un piacere essere tua
ospite! Di me posso dirti che sono laureata in Lingue straniere e sto
intraprendendo l’iter per insegnare inglese. Amo gli animali e ho un cagnolino
di nome Cliff che è praticamente la mia ombra. Sono un’eterna sognatrice, mi
ritengo una persona sensibile, sono riservata ed educata. Amo i dolci, la
Nutella e qualsiasi altro alimento di natura simile. Sono iscritta in palestra
ma faccio gran fatica a essere costante nell’allenamento… sigh!
Il diploma presso il Liceo
Scientifico Linguistico, la laurea in ‘Mediazione Linguistica’ e la specializzazione
in Traduzione e Interpretariato. Dove trovi il tempo per scrivere?
Penso che per una passione il
tempo lo si trovi sempre. Quando arriva l’ispirazione, poi, sa come prendersi
il suo spazio! A ogni modo, l’Università non è mai stata un problema per la mia
vena creativa, fra una sessione d’esami e l’altra ho sempre trovato il tempo
per scrivere. A volte, lo ammetto, quando l’ispirazione arrivava violenta
trascuravo persino lo studio per poter scrivere! L’ultimo romanzo – ancora
inedito – l’ho scritto nel periodo della tesi di laurea. Non potevo ultimare la
tesi senza aver prima concluso il mio romanzo, non mi sarei data pace! Chi
scrive lo sa bene: la stesura di un racconto diventa una specie di piacevole
tormento. Avevo testa solo per quello!
Com’è nata in te questa passione
e qual è stato l’input che ti ha convinto a prendere in mano la penna?
Non ho idea di come sia nata, è
una di quelle passioni con cui semplicemente vieni al mondo. Non lo decidi tu.
So solo che da piccola ho iniziato abbastanza presto ad appassionarmi di
scrittura. Più che una passione, a dire il vero, mi piace definirla una
“necessità”. Scrivevo e scrivo perché ne ho bisogno, scrivere e creare mi
permette di stare bene con me stessa.
Sei anche appassionata di
fotografia. Parlacene.
La fotografia mi affascina, adoro
catturare in uno scatto porzioni di mondo e di vita. Sicuramente è una passione
secondaria, ma non mi è per nulla indifferente. Ho una collezione di scatti
amatoriali a cui tengo molto.
Curi personalmente 'IL BLOG DI SIMONA GIORGINO', di cosa ti occupi nello
specifico?
Il mio blog è nato senza uno
scopo specifico. Era semplicemente un rifugio in cui amavo stare, scrivere di
me, pubblicare poesie o fotografie e condividere racconti di vita quotidiana
con i miei followers. Allora avevo anche più tempo per seguire altri blogger, e
si venivano a creare delle stupende amicizie virtuali. Era divertente.
Nel 2012 ho pubblicato il mio primo romanzo, e insieme alla pubblicazione è arrivata anche la consapevolezza di quanto sia importante la promozione. Così il mio blog ha iniziato a prendere pian pianino l’andazzo di certi blog letterari, dediti appunto ai libri e alla promozione degli autori emergenti. Ma, fra un libro e un altro, adoro parlare anche di argomenti diversi, di tanto in tanto. Mi piace definire il mio blog come un sito versatile e variegato. Dopotutto è nato per essere proprio così, per non seguire una rotta specifica né per essere etichettato in un certo modo. Diciamo che rappresenta il mio mondo personale, che ovviamente è fatto di tante cose diverse.
Nel 2012 ho pubblicato il mio primo romanzo, e insieme alla pubblicazione è arrivata anche la consapevolezza di quanto sia importante la promozione. Così il mio blog ha iniziato a prendere pian pianino l’andazzo di certi blog letterari, dediti appunto ai libri e alla promozione degli autori emergenti. Ma, fra un libro e un altro, adoro parlare anche di argomenti diversi, di tanto in tanto. Mi piace definire il mio blog come un sito versatile e variegato. Dopotutto è nato per essere proprio così, per non seguire una rotta specifica né per essere etichettato in un certo modo. Diciamo che rappresenta il mio mondo personale, che ovviamente è fatto di tante cose diverse.
Esordisci nell’Aprile 2012 con il
romanzo “Jeans & cioccolato”. Daccene un assaggio.
“Jeans e cioccolato” è un romanzo
rosa, con una protagonista un po’ pasticciona, costretta ad accontentarsi di un
lavoro che non le piace fare e di una vita senza stimoli e senza un fidanzato.
Si chiama Bea, ed è la tipica ragazza-non-ancora-del-tutto-donna, sulla via
della maturità, che cerca di dare un senso alla sua vita e che lo trova, poi,
quando meno se lo aspetta.
Penso che la sua situazione non si discosti molto da quella di tante ragazze della sua età (27 anni) che probabilmente potranno ritrovarsi nella storia e, perché no, magari divertirsi con un racconto leggero, scritto allo scopo di strappare un sorriso.
Penso che la sua situazione non si discosti molto da quella di tante ragazze della sua età (27 anni) che probabilmente potranno ritrovarsi nella storia e, perché no, magari divertirsi con un racconto leggero, scritto allo scopo di strappare un sorriso.
Nel Novembre dello stesso anno
pubblichi “Quel ridicolo pensiero”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
I lettori vi troveranno una
storia divertente che, spero, faccia anche un po’ riflettere. Troveranno la
possibilità di domandarsi se nella loro vita sia il destino a vincere, oppure
la loro volontà. La storia di Carina vuole comunicare che la vita non è
semplicemente quello che ci succede passivamente, ma il risultato delle nostre
scelte, dei nostri sì e dei nostri no.
Quali tematiche affronti nel tuo
romanzo?
“Quel ridicolo pensiero” parla
d’amore, parla di dubbi d’amore, sfiora la tematica del destino. Prevale
l’intimità di questa donna fragile, sì, ma solo fino a un certo punto: sarà
anche abbastanza forte da fare delle scelte e da diventare la sola artefice della
sua vita.
Com’ è nata l’idea per “Quel
ridicolo pensiero”?
Quando ho scritto “Quel ridicolo
pensiero” ero in attesa dell’uscita del mio primo romanzo, quindi ero
proiettata completamente nella dimensione della pubblicazione: non stavo nella
pelle! Mi piaceva fantasticare in particolare sulle presentazioni letterarie
che di lì a poco avrei potuto organizzare, così un giorno ho preso di nuovo la
penna, sono partita a scrivere e, rigo dopo rigo, è nata Carina, questo personaggio
che, proprio come me, ama scrivere, ha pubblicato il suo primo libro e sta per
tenere la sua prima presentazione letteraria. L’immaginazione ha poi fatto il
resto: ha guidato Carina verso una direzione del tutto inaspettata.
Nel maggio 2013, pubblichi il racconto “Shaila”. Di
cosa si tratta?
“Shaila” è un racconto breve in
formato digitale, pubblicato sempre da 0111 Edizioni. Ho parecchi racconti inediti,
ma per qualche ragione sono sempre stata più affezionata a “Shaila”. Così un
giorno ho deciso di farlo uscire dal cassetto e di proporlo alla mia casa
editrice. Shaila, che è un nome femminile indiano, rappresenta “l’anima gemella”,
un ideale della propria fantasia che abbraccia fondamentalmente la sfera intima
e mentale; è la possibilità di trovarsi perfettamente in sintonia con una
persona, una preziosità rara. “Bisogna
forse camminare tanto prima di trovarla, fare lunghi viaggi, arrivare in capo
al mondo ma senza l’ossessione di cercarla, lasciare che il fato faccia
incontrare i nostri cammini”[...].
Tutte le tue opere sono state curate dalla 0111 Edizioni. Come ti trovi con questa casa editrice?
La 0111 Edizioni è una piccola
realtà del panorama editoriale, e come tale non garantisce il successo o
esperienze di pubblicazione pari a quelle dei grandi colossi, ma è un
trampolino di lancio, una casa editrice che lavora con serietà e che realizza
sogni, sebbene non possa farti arrivare lontano.
Hai qualche progetto in cantiere
di cui vuoi metterci al corrente?
Ho un romanzo nel cassetto il cui
destino al momento mi è ignoto. Spero certamente di pubblicare ancora, e di
sicuro prossimamente mi rimetto a scrivere una nuova storia!
E’ stato un piacere ospitarti nel
mio blog. In bocca al lupo per tutto!