Ciao Laura, bentornata nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Ciao tesoro! È sempre bellissimo essere ospite del tuo blog,
ma soprattutto rispondere alle tue domande!
Qualcosa di me? Cosa potrei dire
che già non ho detto? Sono mamma di meravigliose creature, Nicola e Celeste,
lavoro come estetista presso il centro di massaggi del marito di mia madre e
come cuoca nella caserma dei vigili del fuoco del mio paese. Due lavori che non
ne fanno uno intero, ma in questo tempo di crisi, non si butta via niente. Amo
leggere, è sicuramente la mia passione più grande. Leggo circa quaranta libri
all’anno, solo cartacei perché io e il digitale non siamo proprio compatibili e
scrivo. In questo periodo soffro un po’ del blocco dello scrittore, ma non sono
preoccupata, in archivio ho già due manoscritti finiti, ho tempo per superare
questo momento di stasi creativa! Che altro? Sono innamorata dell’estate, del
sole e del mare. Infatti in questo periodo dell’anno ritrovo la carica che se
ne va in letargo nei mesi invernali e mi butto a capofitto in un sacco di cose.
Da un anno a questa parte poi ho proprio cambiato vita, mi sono separata e
trasferita e ho ricominciato a vivere alla grande!
Sei una lettrice instancabile, oltre che una bravissima
scrittrice. Se potessi farlo, in quale libro ti piacerebbe essere catapultata?
Ti rispondo su due piedi perché se mi metto a pensarci
sarebbero troppi i libri in cui vorrei essere catapultata. "La Straniera" di
Diana Gabaldon. Vorrei incontrare Jamie Fraser e vedere se sta bene in kilt,
nella realtà quanto nella mia immaginazione! Scelgo questo libro soprattutto
perché parla di un viaggio nel tempo in Scozia e io, come sai, adoro quella
terra. Prima o poi riuscirò a visitarla e vedrò di passare in mezzo al cerchio
di pietre come ha fatto Claire, non si sa mai che funzioni e possa essere
catapultata indietro nel tempo anche io!
Com’è nata la tua passione per la scrittura e dove trovi
l’ispirazione per i tuoi scritti?
È nata per caso. Ho sempre amato inventare storie, fin da
bambina, poi un giorno ho pensato di scrivere un romanzo, ne è uscito un
libricino carino che però tengo nascosto nel disco fisso del mio computer. Da
quel momento non mi sono mai fermata.
L’ispirazione la trovo ovunque, non c’è qualcosa o qualcuno
che riesca a trasmettermela. O c’è o non c’è e quando arriva è inarrestabile!
Sei un’autrice poliedrica. Come riesci a coniugare fantasy,
storico e contemporaneo? E quali tra questi generi letterari senti più nelle tue corde?
Mi piace sperimentare, nella scrittura come nella lettura.
Mi annoierei a scrivere sempre lo stesso genere letterario o a farlo nello
stesso stile. Devo sempre mettermi alla prova per capire fin dove posso
spingermi.
Un po’ di tempo fa ti avrei risposto di trovare più nelle
mie corde il fantasy, adesso penso allo storico anche se l’ultima idea che ho
non ha niente a che fare con nessuno dei due!
La tua ultima fatica è “Quel nome portato dal vento”, cosa
troveranno i lettori al suo interno?
Troveranno molte cose. Questo è l’ultimo fantasy che avevo
in cantiere. Non è un urban fantasy, ma tende ad assomigliare più a un
classico. È un romanzo corale, molti personaggi avranno voce in capitolo in
questo libro, la storia verrà raccontata dai loro punti di vista. Maeve è la
protagonista femminile, ma accanto a lei troverete molti personaggi maschili
che tireranno le redini della storia. Ho voluto inserire all’interno del
romanzo un rapporto d’amore diverso dai soliti schemi, spero di essere riuscita
a renderlo con la delicatezza che merita, ma questo sapranno dirmelo solo i lettori.
La storia è ambientata a Seaworld, un regno immaginario,
diviso in quattro ampie regioni governate da altrettante casate. Tutto prende
il via dall’organizzazione del matrimonio fra Maeve e suo cugino Logan, ma
dietro a quest’unione c’è ben altro che il desiderio di rendere I Frey e i
Grahm le due casate più importanti del Regno. Ci sono segreti che verranno alla
luce scombinando tutti gli equilibri.
È sicuramente una grande storia d’amore e sacrificio. Cosa
si è disposti a perdere per salvaguardare la pace? Insomma, questi personaggi
avranno il loro da fare per tutto il corso del romanzo, cresceranno e
compiranno scelte che, inevitabilmente, cambieranno il loro destino.
Quali tematiche affronti nel libro e quale il messaggio che
vuoi lanciare?
Nessun messaggio, mi piace pensare che ognuno riesca a
scorgere fra le righe il messaggio che crede, quello che sento suo. Forse il messaggio che il libro potrebbe trasmettere si
può ricondurre a una domanda: il sacrificio è perdita o guadagno?
Le
tematiche invece sono molte. Credo che quella principale sia proprio il sacrificio e
tutto ciò che questo può comportare. Ogni personaggio, in questa vicenda, dovrà
sacrificare qualcosa.
Qual è stato l’input per “Quel nome portato da vento”?
La prima immagine che mi ha portato a scrivere questo
romanzo è stata quella di una fortezza costruita su una montagna. Era buio e
due ragazzini fuggivano verso un luogo a loro ignoto. Sapevo che in quel
castello era successo qualcosa di tragico. Tutto è partito da qui, poi è arrivata
Maeve e gli altri l’hanno seguita!
Nel romanzo, racconti di un mondo immaginario di nome
SeaWorld. Perché hai scelto quest’ambientazione?
Amo l’ambientazione medievale.
Seaworld è nato dall’immagine
di quella famosa fortezza, la sua foresta, i ghiacciai che incombono su di
essa… Poi c’era Maeve, protetta nel suo bel castello, in un territorio dal
clima caldo e dai terreni fertili. A quel punto mi sono domandata: “Che altro?”
Due regioni prima di tutto, con le loro peculiari caratteristiche, così si sono
formate la valle dei Frey e quella dei MacGregor. Mancava ancora qualcosa sulla
spiaggia però, perché Seaworld è un’isola e qui si è affacciata nella mia mente
la Torre delle spiagge con i suoi particolari guerrieri! Tutto qui, volevo
creare il mio piccolo mondo e l’ho fatto.
La narrazione corale permettere al lettore di conoscere la
psicologia di personaggi principali e secondari. Se dovessi scegliere, quale
sarebbe il tuo preferito?
Che bella domanda! Non è il protagonista, sebbene io pensi
che lui sia perfetto e mi piacerebbe incontrarlo di persona!
Il mio personaggio preferito in questo libro è un ragazzo
che, inizialmente, doveva fare solo una brave comparsa e poi prendere la sua
strada. Alla fine invece è diventato così importante per l’evolversi della
storia che non sono più riuscita a lasciarlo andare. Lui è Jack un ragazzo
esile dai capelli rossi, uno spirito libero, poco incline a seguire le regole, ama
la vita e tutto ciò che la circonda. Sono sicura che sarà in grado di
sorprendervi!
Sbirciando qua e là, ho scoperto che non sei molto
affezionata ai ruoli femminili, letterariamente parlando. Parlacene.
Mi viene da ridere! È vero, i personaggi femminili non
attirano quasi mai la mia simpatia. Non c’è un motivo vero e proprio, ma tendo
a preferire sempre i personaggi maschili, anche nei miei scritti. Maeve, per
esempio, ha un carattere che in certe circostanze mi farebbe voglia di
prenderla a schiaffi. Ho amato pochissime protagoniste femmine, anzi, forse
solo Phèdre nella saga della Carey, è riuscita a entrare nel mio cuore.
Probabilmente dovrei inventarmi un’eroina travestita da maschio che si comporta
come un maschio perché possa entrare nelle mie grazie!
Trovo che i personaggi maschili siano sempre più completi e
forti rispetto alle donne. L’uomo fa cose sciocche perché è insito nella loro
natura, non puoi biasimarli, ma noi donne dovremmo essere dotate di grande
intelligenza, tanto da non comportarci come delle oche o, peggio, come vittime!
Scusate uomini, ma anche Giacobazzi sostiene che la vostra razza abbia solo due
neuroni. Uno sta nascosto tutta la vita e l’altro tutta la vita lo cerca!
Questo è il tuo terzo lavoro targato Butterfly, raccontaci
la tua esperienza con questa casa editrice. La consiglieresti agli emergenti?
Consigliare la Butterfly? Io non potrei fare a meno di
questa casa editrice, quindi sì, la suggerirei a chiunque, emergente e non,
abbia un manoscritto nel cassetto.
Con un avvertenza però… La Butterfly crea dipendenza!
Cosa pensi del self-publishing?
Dopo l’antipatia degli uomini mi attirerò di certo anche
quella degli amanti del self-publishing!
Premetto che sono certissima che fra questi milioni di
autori che si autopubblicano, ci siano davvero dei bravi scrittori. Il problema
è che anche loro finiscono nel mucchio di coloro che pensano di aver scritto il
capolavoro del secolo e invece sarebbe più interessante leggere la lista della
spesa della nonna.
Autopubblicandosi si elude il giudizio di una casa editrice.
È vero che avrai un libro pubblicato, ma chi te lo promuoverà, chi spenderà
soldi perché crede in lui? Chi ti farà
editing?
Magari un giorno cambierò idea, ma al momento io sono contro
questo genere di pubblicazioni.
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci
a parte?
Ho sempre molti progetti in cantiere! Diciamo che al momento
ho due manoscritti finiti. Uno, sempre di ambientazione medievale, ma di genere
diverso rispetto a “Quel nome portato dal vento”. Si tratta di un romanzo di
amore/avventura in cui vive in assoluto il protagonista maschile che io ho
amato di più!
Il secondo è uno storico, la mia prova più grande e
impegnativa. Il romanzo in questione è ambientato in Scozia durante la seconda
rivolta giacobita. Si parlerà anche di amore, ma il mio intento principale era
quello di far vivere la storia con gli occhi dei miei personaggi. Spero di
esserci riuscita!
In quanto al romanzo che sto scrivendo…era un fantasy con
cenni storici, ma non so se il progetto andrà in porto o se finirò per
accantonarlo e dedicarmi a altro.
E’ stato un grandissimo piacere ospitarti nel mio blog, ti
aspetto per il prossimo edito.
Grazie a te, amica mia. Sei una persona meravigliosa e una
scrittrice fantastica! Anche io aspetto il tuo prossimo libro!