Ciao Linda, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Salve, grazie dell'accoglienza e un saluto a tutti coloro che
stanno leggendo in questo momento. Anche
se questa è una zona “virtuale” mi sento emozionata come se fossimo dal vivo.
Internet, per questo, è un mezzo favoloso. Di me, infatti, non ho una concezione
legata al territorio in cui vivo. Abito vicino Pisa, ma sin da bambina ho
dovuto traslocare spesso per il lavoro di mio padre nella Marina Militare,
quindi ritengo che il Mondo sia la mia casa. Ho gli stessi anni dei gatti in
fila per sei col resto di due e mi piace imparare sempre cose nuove. La
curiosità mi spinge costantemente e mi sprona a studiare e a gustare i mille
aspetti che la vita ha da offrire. Ogni mio sforzo, però, è dedicato alla
scrittura. Qualsiasi azione io compia è sempre finalizzata a migliorare le mie
storie e a renderle più corpose e interessanti: per questo pratico un'arte
marziale e recito in teatro.
Quando hai deciso di impugnare carta e penna e dedicarti alla
scrittura?
Non è stata una vera e propria decisione, ma la prosecuzione
delle storie che scrivevo nei temi scolastici. Mettere su carta quello che
pensavo è sempre stato naturale, poi, più o meno nel 1989, ho cominciato a
scrivere racconti brevi. Il primo in assoluto era ispirato al tema della
“maschera e volto” tanto caro a Pirandello.
Se penso che per anni ho utilizzato una macchina da scrivere...
Un'Olivetti a carrello lungo pesantissima. Adoravo quella macchina. Anche
adesso potrei chiudere gli occhi e percepire il suono dei tasti e il cicalino
di fine corsa.
Pratichi l’arte marziale del Kendo. Parlaci di questa
passione.
Mio marito ha cominciato ad allenarsi nel 1998 e io sono
sempre stata affascinata da quella disciplina, ma anche spaventata dal
sacrificio e dalla costanza che essa impone. Nel 2011 decisi di provare
perché sentivo che avevo bisogno di qualcosa che indirizzasse la mia energia,
che “incanalasse” la mia troppa irruenza. Ho conosciuto un mondo fatto di
rispetto e di onore, una dimensione dove il coraggio viene coltivato e si
capisce quali siano i propri limiti e come superarli. E' un'arte, un'arte marziale, per me
necessaria le processo di scrittura. Da quando pratico il Kendo ho la mente più
serena e le idee più chiare su quello che voglio scrivere. Meditazione, azione
fisica, tutti elementi necessari. Scrivo di quello che provo sulla pelle,
scrivo di samurai perché mi trovo ad affrontarli di persona. Quando mi allaccio
le protezioni tradizionali e respiro l'aria satura di concentrazione mi rendo
conto che è come se noi tutti, allenandoci, stessimo scrivendo una storia. La
spada è la penna: chi uccide di più?
Sei stata attrice della compagnia Next Artists di
Viareggio, specializzata in testi di
Shakespeare rigorosamente in lingua originale; hai partecipato a vari corsi
di prestigio e fai parte del TOF (Testo
Originale a Fronte) e di un gruppo di scrittori satirico-noir chiamato ‘I Nove
Facoceri’. Cosa rappresenta per te l’arte e la recitazione in particolare?
Ciò che mi affascina è il testo. Mi piace immergermi nelle
battute e pensare a cosa realmente esse vogliano significare. La sfida maggiore
è stata confrontarmi con le parole inglesi. Per più stagioni sono stata un
Rosencrantz disilluso e amareggiato dalla follia di Amleto, ma mi sono
divertita a giocare con il ritmo cambiando il rapporto coi vari personaggi/attori.
In questo i testi di Shakespeare sono formidabili grazie alle rime, alle
assonanze e alla cura in ogni parola. Anno dopo anno ho persino elaborato una
teoria tutta personale su Amleto, ma non vorrei annoiarvi con le mie
elucubrazioni. Con il TOF lavoriamo
tantissimo sul testo poetico. Passiamo serate intere discutendo su temi comuni
e cercando quale sia la lettura migliore attenendoci alle istruzioni metriche
degli autori. Di tanto in tanto siamo anche grandi fantasisti. I Nove Facoceri, invece, sono un gruppo di scrittori nato dal
sito 20lines, con loro ogni racconto diventa uno spasso fra satira e e trovate
che hanno dell'onirico. Ecco, tutto
questo è l'arte. L'arte è il vivere ogni sensazione tentando di condividerla
con prossimi o sconosciuti riproducendo quello che si prova, ma dandogli una
forma nuova, quasi solida, affinché essa venga assaporata. La recitazione è far
provare i miei sentimenti, i sentimenti del personaggio, a chi mi sta guardando
creando una sorta di empatia.
Esordisci nel 2012 con la silloge “Il vecchio e il nuovo: cinismo, scetticismo
e veganesimo”, successivamente tradotto in giapponese. Perché la poesia?
Non ricordo un solo giorno della mia vita in cui non abbia
scritto qualche verso. Se i primi lavori
strutturati sono stati dei racconti posso comunque affermare che scrivere
poesie mi ha sempre accompagnata in ogni fase della mia esistenza. Ho
cominciato a perfezionare lo stile solo in tempi recenti, soprattutto
dedicandomi a un maggiore studio della metrica. La poesia ha regole e strumenti
ben precisi che voglio e devo padroneggiare di più. Inoltre ci sono emozioni
che posso esprimere solo così. Persino nel mio romanzo storico mi sono aiutata
con dei componimenti poetici per sottolineare certi concetti.
Nel 2014 pubblichi alcune sillogi e il romanzo gotico
“Vittima Immortale”. Daccene un assaggio.
Molto volentieri.
[...] Guardò Samuel e fu come se lo vedesse per la prima volta.
L'amico di sempre gli appariva adesso come un concentrato di blasfemia e
cattiveria. Stava in piedi accanto a lui attendendo di conoscere quali piani
avrebbero potuto progettare per catturare la loro agognata preda. Gli occhi famelici
brillavano inquieti. Possibile che la Vittima Immortale fosse così necessaria
per lui? Ricordò i secoli passati insieme. Povero eterno bambino. Prigioniero
di un corpo che, oramai, non comprendeva più. Non poteva giudicarlo
negativamente solo perché anelava la maturità fisica, era ingiusto nei suoi
confronti; eppure sino a che punto il fine poteva giustificare i mezzi? [...]
Ti diletti anche in racconti e partecipi a diverse antologie
Delos Digital. Romanzo Vs. Racconto, chi la vince?
Se questa domanda mi fosse stata rivolta cinque anni fa avrei risposto senza esitazione
“Racconto”. Alla luce di quanto maturato
col tempo capisco che il Romanzo è più difficile, ma regala maggiore
soddisfazione. Ho tempo di delineare i personaggi, parlare di ogni
sfaccettatura della loro esistenza ed essi mi accompagnano non più come fugaci
comete, ma come stabili pianeti. Da alcuni romanzi che ho scritto non riesco
neppure a separarmi e spesso mi trovo a pensare ai protagonisti come a dei vecchi
amici. Il Racconto rimane efficace per
messaggi lapidari, non abbandono il mezzo, ma ne sono meno affascinata.
Nel 2016 pubblchi il romanzo storico “L'ombra di cenere”.
Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Risposta breve? Un pezzo della mia vita. Un brandello
accuratamente tagliato a fil di spada e cucito sulla carta.
Per chi ama risposte più strutturate posso aggiungere che
troveranno la storia di un rapporto lungo tutta un'esistenza fra due samurai
dal comprovato onore e dall'innata bravura in battaglia. Un nobile signore e il
suo più fedele guerriero. Una vita intera passata nella menzogna perché
quest'ultimo conserva sino alla morte uno scandaloso segreto capace di
sconvolgere il loro rapporto. Non mi è
concesso dire altro se non che si tratta della prova di un grande amore, un
amore per il quale si arriva a sacrificare se stessi.
Qual è stato l’input per questo libro?
Più di quattro anni fa il mio maestro di Kendo, Maurizio
Lipparelli della SKL, ci spiegò il suono che doveva produrre un fendente con
una lama giapponese e si espresse dicendo “L'eco dell'unico suono”. Questa
frase mi colpì a tal punto che dovetti interrompere l'allenamento per segnarla
su un taccuino.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
Ovviamente amore, morte, fedeltà e passione. Vorrei che i
lettori capissero che non importa se si è piccoli e deboli: una grande passione
può sostenerci sino ad arrivare a risultati inimmaginabili.
Amore e morte sono
gli indicatori di quanto sostengo fermamente:
1) l'amore è sempre crudele
2) si può condurre una lunga vita senza riuscire a
capire che la felicità è a portata di mano.
Il tuo pensiero sul self- publishing?
Può essere una forma di pubblicazione interessante, ma ha
creato col tempo un'offerta enorme in cui è difficile trovare buoni autori da
leggere. Io per prima mi rendo conto che ogni scrittore necessita della
revisione di un editor professionale. Nessuno scrittore è editor di se stesso.
Da “Vittima Immortale” che lascio così com'è – a ricordo del percorso fatto – a
“L'ombra di cenere” sono passati secoli di studio, lavoro, limatura. Non so se tornerei a pubblicare in self, ma
se lo facessi mi appoggerei comunque a un revisore professionista.
Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello
specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?
Questo è il secondo anno di appartenenza alla EWWA quindi
sono ancora agli inizi. E' un'associazione tutta al femminile di figure
professionali nel campo dell'editoria. Vi sono traduttrici, scrittrici, editor.
Stanno creando una vera e propria rete a sostegno delle varie figure
professionali con meeting, corsi e workshop. Se qualcuna ha delle domande trova
sempre chi può rispondere in modo esaustivo e fra noi c'è un bel rapporto
sereno e aperto. Ho partecipato a un paio di incontri e mi sono sentita subito
accettata da persone che non avevo mai visto prima. Consiglio di associarsi
perché l'unione fa la forza e in un campo in cui è già difficile lavorare
riuscire a confrontarsi con persone del settore è molto utile. Hanno un bel
sito in continuo aggiornamento e offrono vari modi di partecipare attivamente
a chiunque voglia prendersi un impegno
serio.
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Sto scrivendo quello che ho definito il “Romanzo
d'odio”. Come esiste il romanzo d'amore
sto progettando il suo esatto contrario. La storia di due che si amano alla
follia, ma il loro rapporto è costantemente turbato da incomprensioni e
ostacoli. Mi sono un po' ispirata a "Via col vento", ma sto utilizzando soprattutto
situazioni tipiche dei “Romance” in cui a ogni azione corrisponde una
reazione... Contraria.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Il piacere è stato mio, ringrazio di cuore per l'ospitalità e
spero di non essere stata troppo prolissa. Il mio difetto peggiore? Non ho il
dono della sintesi. Grazie a chiunque abbia letto, un caro saluto.
Per seguire Linda LINDA LERCARI
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