lunedì 20 febbraio 2017

Le autrici EWWA - INTERVISTA A ANTONIA ROMAGNOLI



Ciao Antonia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda e grazie per l’ospitalità sul tuo bellissimo blog! Quando devo parlare di me, la prima cosa che mi viene in mente è che sono una mamma. Due figli ormai sono grandi, adolescenti, il più piccolo invece è un monello di tre anni. Il suo arrivo ha rivoluzionato una famiglia che sembrava avviata su binari tranquilli. La mia vita d’altra parte è così, sembra tutto fermo, e invece ogni giorno devo reinventarmi. Mi è accaduto come autrice, mi accade ogni giorno come blogger. Mi sembra che tutto vada sempre più veloce: i social, le mode. Mi sento sparata nell’ignoto a grande velocità. Sono una donna d’altri tempi sotto tanti aspetti; una sognatrice testarda, alla ricerca di un lieto fine per tutto, nonostante tutto.

Il diploma al Liceo Classico, la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e l’occupazione di grafica, web design, web comunication e nuovi media. Dove trovi il tempo per scrivere e quando si è accesa in te tale scintilla?

La laurea l’ho messa quasi subito nel cassetto, non era la mia strada e non ho amato per nulla questi studi. Il resto è appunto, uno strano percorso. La scrittura è stata in effetti l’unica vera costante, c’è sempre stata, anche quando era il sogno nel cassetto. Oggi la grafica web non costituisce una vera occupazione, ma è un’attività saltuaria. Sono più mamma a tempo pieno e lo spazio per scrivere in qualche modo salta fuori, anche se sono molto dispersiva. Più che multitasking, sono multicaos!

Gestisci personalmente il blog “Il salotto di Miss Darcy” che trovo sublime. Di cosa ti occupi nello specifico?

Grazie per il complimento! I primi blog, piccoli diari online, ho cominciato a tenerli una decina d’anni fa. Dopo un corso sui web media mi sono cimentata nella costruzione del mio sito a cui ho affiancato il blog: è una mia creatura al 100%, è il luogo dove sperimento grafica e aggiornamenti, ma anche quello in cui, col tempo, ho trovato le mie forme di espressione. Fino a un anno fa era un contenitore più ibrido, da un anno a questa parte ho scelto di trattare temi molto specifici: riflette le mie scelte di scrittura, il mio piccolo mondo fuori dal tempo. Miss Darcy è nata così, quando mi sono resa conto che anche il blog aveva una sua identità. Ottocento, fantasmi, letteratura, arte… ma anche spazio per altri autori, perché credo fortemente nella collaborazione e nella condivisione.

Collabori anche con il blog “Cultura al femminile” e sei amministratrice di vari Gruppi Facebook tra cui ricordo “Regency & Victorian”, meraviglioso contenitore di approfondimenti sull’Ottocento inglese. Da dove nasce questa tua passione per l’Ottocento?

Ogni tanto ci penso e… sai che non lo so? Forse quando mi sono accorta che in edicola selezionavo in modo maniacale i romanzi rosa, mai datati oltre il 1820. Non sapevo nemmeno che esistesse un genere Regency, allora. Una specie di amore a prima vista con un affascinante sconosciuto. Forse è un amore nato prima, quando a scuola ho incontrato il periodo romantico; o quando ho scoperto Jane Austen, Anna Karenina... Non lo so, l’impressione è che tutto questo, in qualche modo, facesse già parte di me.

Nel 2006 esordisci con il racconto “Pioggia” e, successivamente, ti qualifichi come finalista al Premio Galassia. Romanzo Vs. Racconto chi la vince?

Quando da grande ho ripreso in mano la penna, dopo gli anni d’università nei quali avevo (quasi) rinunciato alla scrittura, la forma che mi è venuta naturale è stata il racconto: i testi brevi mi permettevano di sperimentare generi, collaudare uno stile. Era anche la narrativa che leggevo di più, perché mi permetteva di sapere subito come andavano a finire le storie. Ora sono più impostata sul romanzo, ma quando leggo ghost story preferisco ancora i testi brevi.

Nel 2008 pubblichi “Il segreto dell’Alchimista”, primo capitolo de “La Saga delle Terre”, seguito poi dagli altri due volumi “I signori delle Colline” e “Triagrion”. E, nel 2016, arrivano anche “Aerys” e “Il potere del fuoco” con Delos Digital. Perché il fantasy?

Il fantasy è stato per molto tempo molto vicino al mio modo di sentire: attraverso il fiabesco fantastico riuscivo a veicolare meglio i miei messaggi. Avrei ancora da raccontare molto nell’ambientazione della saga, ma le vicissitudini editoriali hanno reso un po’ amare le mie amate Terre e ho preferito, almeno temporaneamente, allargare gli orizzonti.

Ti sei cimentata anche in fiabe dedicate ai bambini e progetti didattici. Se dovessi dare un consiglio a chi vuole scrivere per l’infanzia, quale sarebbe?

Scrivere per bambini sembra facile, ma non lo è. Non è solo una questione di registro linguistico, ma soprattutto di contenuti. Per scrivere per l’infanzia occorre aver ben chiari il target a cui ci si rivolge e il messaggio che si vuole trasmettere, ma non solo: credo che valga la pena se si ha un progetto serio alle spalle, altrimenti si rischia di perdere tempo. Un occhio attento alle proposte editoriali in libreria è molto importante.

Nel 2015 pubblichi il romanzo regency “La dama in grigio”. Di cosa si tratta?

"La Dama in grigio" è un romanzo di genere romantico in cui ho inserito alcuni elemento delle mie amatissime ghost story. I personaggi sono fittizi, ma l’ambientazione è reale: Trerice Manor esiste davvero, e la dama grigia di cui parlo nel libro è il suo fantasma. La storia segue le avventure di una giovane donna che, dopo aver rifiutato un pretendente sgradito, viene spedita a casa di una zia per essere ridotta a più miti consigli. Qui, trovando l’appoggio del nobile locale, le sarà offerta la possibilità di trovare un pretendente migliore, ma niente andrà come preventivato, anche a causa del famoso fantasma.

E nel 2016 esce “Il libertino di Hidden Brook”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Lasciati i cupi panorami invernali di Trerice, nel Libertino ho raccontato una storia leggera, nella quale ho affrontato a modo mio un cliché del genere romantico: la coppia educanda/libertino. Solo che il libertino è più una reputazione che un dato di fatto e l’educanda una giovinetta in piena evoluzione, alla ricerca di sé. Si tratta di una storia molti delicata, rispettosa della regola del Regency che predilige un romanticismo velato e mai troppo esplicito. E con qualche nota umoristica.


https://www.amazon.it/Il-Libertino-di-Hidden-Brook-ebook/dp/B01N02WAI3/



Qual è stato l’input per questo romanzo?

Volevo scrivere un racconto per staccare la testa da Trerice Manor, prima di proseguire con le dame fantasma, di cui volevo continuare a narrare. Poi Victoria e Jared hanno richiesto più spazio, si sono rivelati personaggi complessi e invece di farli sposare in dieci pagine, come previsto, ho dovuto costruire per loro una narrazione più articolata. Non riesco a disciplinare nemmeno i personaggi, pensa ai figli!!!

Perché il regency?

Amo il Regency perché mi dà sempre l’idea di un mondo ordinato, prevedibile, sereno, senza scosse. Un mondo fatto di piccole cose, di sfumature leggere, in cui riposare il cuore. Che poi non sia esattamente così lo so, ma mi piace il sogno e nel Regency posso esprimerlo appieno.

Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

Mi piace raccontare le persone, l’animo umano. Sono una persona piuttosto tormentata di mio, perciò nella scrittura cerco risposte, soluzioni. È il motivo per cui non scrivo e non leggo storie drammatiche, ma preferisco scegliere una letteratura, almeno apparentemente, di evasione: fiabe a lieto fine, sì, ma anche specchi nei quali cercarsi e cercare un senso alla propria storia.

Il tuo pensiero sul self-publishing.

L’ho scoperto in tempi abbastanza recenti, è solo un anno che ho intrapreso questa avventura. A dire il vero, una decina di anni fa ho pubblicato con Lulu "La magica terra di Slupp", un fantasy umoristico, ma erano altri tempi e non veniva nemmeno considerato una vera pubblicazione. Oggi le cose sono cambiate.
Anche se per alcune opere credo che l’editoria tradizionale sia ancora la via privilegiata, per altre credo che il self costituisca un’ottima alternativa, capace di dare grandi soddisfazioni.

Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?

EWWA è un’associazione che raccoglie numerose autrici di tutta Europa e ha come obiettivi la collaborazione, la promozione culturale e l’organizzazione di varie iniziative letterarie.
Da idealista quale sono ho sempre creduto che la collaborazione fra autori fosse la via giusta per crescere nella scrittura: le Ewwa portano avanti concretamente questo ideale. Se la consiglio? Sì. La scrittura necessita confronto, in tutte le sue fasi.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Nella testa mille, anche se sto vivendo un momento di blocco. Ho idee per diversi articoli, la trama per il secondo romanzo sulle dame fantasma, varie storie per bambini, un fantasy… forse il blocco dipende da un eccessivo affollamento attorno all’Ultimo Neurone. Zeno Cosini aveva US, l’ultima sigaretta… io ho UN. Il neurone superstite. Spero non si spenga!

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

Grazie a te e grazie per la disponibilità a voi lettori che avete avuto la pazienza di leggere fino a qui! 

Per seguire Antonia  IL SALOTTO DI MISS DARCY


2 commenti:

  1. Linda Bertasi, bravissima come sempre nell'intervistare una scrittrice,creando interesse in coloro che leggono. Molto interessante conoscere Antonia Romagnoli, anche sotto il punto di vista personale; quasi un modo per carpirne l'essenza di se stessa e la sua scrittura!

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