Andiamo a sbirciare da vicino!
SINOSSI: Viviana, manager in carriera, da un giorno all’altro si trova costretta a fare i conti con tutto ciò che ha lasciato in Italia quando, otto anni prima, è andata via. Soprattutto con la figlia Atena, una quattordicenne troppo perfetta per avere la normale vita di un’adolescente, che viene seguita come un’ombra dall’amica Celeste, talentuosa ma ingenua, a sua volta provata dalla perdita della madre e dal rapporto col padre Silvano. I quattro si trovano così a dover circoscrivere un nuovo concetto di famiglia, perdendo pezzi e guadagnandone altri, ricomponendosi in figure geometriche più solide e sfaccettate. E se la sfortuna, per una volta, lasciasse il passo a una seconda occasione per essere felici?
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Che bel sorriso, si trovò a pensare Viviana.
Tre centimetri, forse due e le mani le scorsero in automatico sulle spalle dell’uomo che la stava imprigionando contro un sacco di terriccio aperto sul ripiano di resina.
Un centimetro e gli occhi di Silvano divennero terra scura e accogliente, la sua bocca acqua fresca, le sue braccia i rami solidi a cui attaccarsi in una giornata di vento. Viviana se lo trovò addosso e fu spaventoso e travolgente come un tornado d’agosto.
Si baciarono senza sosta, fuori dai loro ruoli, dai loro corpi, preda di una foga da adolescenti che era piombata su di loro inaspettata. Lingue intrecciate, labbra morse, bocche divorate, un bacio profondo scambiato fino a fondersi.
Nata 1981 sotto il segno del leone nella provincia di Firenze, sulle colline del Mugello, con il marito, due bimbi indisciplinati e un cane dall’identità confusa. Laureata in scienze politiche, Pitti rinuncia alla carriera accademica per darsi al marketing ed alla comunicazione. Lettrice accanita, dopo diverse collaborazioni riscopre la grande passione per la scrittura. Appassionata di Burlesque e collezionista di pezzi vintage di arredamento e moda cerca di coniugare i suoi interessi scrivendo e leggendo romance storici. Se avesse del tempo libero adorerebbe trascorrerlo tra i rigattieri e i robivecchi del centro di Firenze. Con ogni probabilità è nata nel secolo sbagliato e ci si adatta arrancando. Non segue le mode, alterna momenti di eleganza sartoriale a jeans e tute ma è aggiornatissima su ogni ultima tendenza. È amante della storia in particolare quella dell’Europa tra il 1500 ed il 1900, i quattrocento anni che hanno creato la modernità per come la conosciamo oggi in termini di arte, pensiero filosofico e scientifico, socialità. Apprezza nelle persone più di tutto la gentilezza, il garbo e la buona educazione, quel “non so che nel portamento” che fa di una donna una dama e di un uomo un signore.
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