sabato 19 dicembre 2015

Quel libro nel cassetto - IL ROMANCE SECONDO MARIANGELA CAMOCARDI

Torna l'appuntamento con la mia rubrica dedicata agli autori emergenti e non, questa volta è venuta a trovarmi un'Ospite Super Speciale, insieme parleremo di un genere letterario discusso, letto e adorato e lo faremo con LEI: la Regina della narrativa rosa.
Oggi è con noi la grande MARIANGELA CAMOCARDI. Autrice di successo, inizia il suo percorso artistico negli anni '80 con il romanzo "Nina del tricolore" e da allora non si è più fermata. Ha dato alle stampe oltre trenta opere e vanta un numero di lettrici affezionate per chi, come me, ama il romance e il sentimento. 




Con Mariangela ho deciso di affrontare il Romance e scoprire qualcosa di più su questo genere che ormai va per la maggiore; self, emergenti e non, scrivono d'amore continuamente, le librerie sono piene di storie strappalacrime, dolci-amare, ironiche, dark, perfino fantasy, ma con un ingrediente fondamentale: l'amore.
Non potrei essere più d'accordo essendo una romanticona all'ennesima potenza, ma oggi voglio approfittare della presenza di Mariangela per sfatare con lei alcuni clichè e scoprire davvero tutto sul Romance.
Iniziamo subito e lasciamo la parola a lei!




Ciao Mariangela, benvenuta nel mio blog. Partiamo dalle basi: spieghiamo una volta per tutte le "regole" del Romance. Quali canoni deve seguire un romanzo per essere definito “romance”? 

Ciao Linda e ciao tutte. In realtà le regole fondamentali sono due: la Storia d’Amore e il Lieto Fine.  Due parentesi inamovibili che racchiudono un adeguato sviluppo tra  protagonisti e gli immancabili antagonisti degli stessi, un approfondimento psicologico e i vari colpi di scena che devono vivacizzare la narrazione. Lo sfondo storico e i personaggi di contorno contribuiscono alla riuscita di un buon romanzo, naturalmente.  
  
Cosa ne pensi dei sottogeneri del romance? Possono incuriosire o confondere il lettore? Ad alcune autrici è capitato di ricevere critiche per un vampiro o una strega protagonisti di un paranormal, venivano accusate di non comprendere il significato di “Romance” e di utilizzarne il titolo solo per attirare l’attenzione del malcapitato lettore. 

Un sospetto legittimo: il genere che vende di più è questo, e non conosce crisi o sensibili cali di interesse, va detto. Mi sembra scontato ambire a inserirsi in un settore che commercialmente rende parecchio in termini di incassi. Al di là delle sterili polemiche, ben vengano, se sono scritti bene. Ci sono lettori che adorano la Storia d’Amore inserita in un contesto diverso, vedi i vampiri della saga di Twilight e il successo che hanno ottenuto. Stephenie Meyer è riuscita a far coincidere l’horror con il romanticismo in modo così eclatante da essere letta ovunque su questo pianeta, senza contare i film. La letteratura rosa è di gran lunga il settore della narrativa più popolare e redditizio di tutta l'editoria mondiale. Solo negli USA ha portato e porta nelle tasche degli editori miliardi dollari. Per dare un’idea del business che rappresenta, nel 2010 il rosa ha incassato circa il doppio del mistery, idem per la fantascienza/fantasy, e quasi tre volte i ricavi ottenuti con la narrativa classica, secondo i dati pubblicati dagli esperti in materia. Era inevitabile che fiorissero generi e sottogeneri, e funzionano quasi tutti benone, come abbiamo constatato.  

Sempre in tema di recensioni negative, a volte si ricevono dettate dal fatto che un lettore che si appresta a leggere romance vuole leggere una storia senza troppe tensioni emotive, senza inutili tragedie. Sei d’accordo? Il romance deve possedere un clima goliardico e non toccare argomenti scabrosi o moralistici?

A parte che non è il lettore a dettare le regole, ogni autore deve scrivere in tutta libertà i romanzi che sono nelle sue corde, senza lasciarsi condizionare da nulla e da nessuno. Ci mancherebbe solo che scrivessimo in funzione dei gusti personali di chi ci leggerà! Come faremmo ad accontentare tutti quanti? Impossibile. 
Per restare in argomento, dove sta il problema? Il romance può offrire una lettura brillante con autrici versatili come Amanda Quick, e per citare un’italiana, la mia amica e collega Roberta Ciuffi ha pubblicato romance deliziosamente accattivanti. L’atmosfera del romanzo dipende solo da chi lo scrive: chi predilige raccontare storie frizzanti e piacevoli deve assecondare la propria inclinazione; chi è più a suo agio con le sfumature cupe, altrettanto.  Ci sono stati e ci sono tuttora autori portati verso le tematiche che scivolano nel dramma già dall’incipit, e voglio citare un paio di  esempi  assolutamente sublimi: Jane Eyre e Cime tempestose. Il romance, se si è capaci di farlo con i toni adeguati, può affrontare le tematiche più impegnative senza risentirne.  
 
Meglio il romance storico o il contemporaneo?

Personalmente preferisco lo storico ma ho scritto anche storie contemporanee senza difficoltà. Le mie lettrici sanno cosa aspettarsi da me e mi comprano a scatola chiusa perché le belle storie d’amore, e su questo  saremo tutti d’accordo, non hanno età e non passano mai di moda. Per fortuna, direi.  I romance  sono scritti quasi esclusivamente da donne, per le donne, e si occupano di donne: le loro relazioni in famiglia, i loro sentimenti, il matrimonio e i suoi conflitti, il loro posto nella società e nel mondo, i sogni che inseguono. Insomma, chi legge vuole  immedesimarsi, qualunque sia il periodo in cui ci si addentra. 

Voglio scrivere un romance storico. Quali regole base bisogna seguire utilizzando un’ambientazione storica?

Anzitutto occorre “entrare” nell’epoca in cui si muoveranno i nostri eroi per scoprire come si viveva allora,  come ci si vestiva, cosa si mangiava, e via dicendo. Per quanto mi riguarda leggo le biografie dei personaggi di quel tempo, vedo filmati e documentari, vado a fare un sopraluogo, se ambiento la storia a Mantova, Milano, Firenze o in altre città . Suggerisco di non sbattere lunghi trattati di Storia sulle pagine. Gli spiegoni annoiano da morire. Si deve cercare di far conoscere il contesto storico tramite i dialoghi dei  protagonisti che lo stanno vivendo sulle vostre pagine.  Un romance storico ambientato nel Risorgimento non ha a che fare soltanto con Garibaldi, Cavour e i Savoia, ma anche con le questioni pratiche. Pensiamo  alle donne che vissero allora... com’era il loro quotidiano? Come se la cavavano nell’ambito domestico e nella società del loro tempo? Parlando al femminile, bisognerebbe riflettere, quando si ambienta un nostro romanzo nel passato, a quali  difficoltà ebbero le nostre antenate nel corso dei secoli, e a come ci furono trasmesse dalle stesse attraverso testimonianze che illustrano i loro sacrifici e le infinite rinunce cui furono costrette. Rinunce che oggi ci appaiono inique e  inconcepibili.  

Voglio scrivere un romance contemporaneo. Come non cadere nei soliti cliché e proporre una storia originale?
 
Temo che di originale non si possa proporre praticamente più nulla. Tutto è stato scritto, letto e riletto. L’unica differenza consiste nel modo di raccontare la nostra storia. Come dicevo più sopra, le problematiche delle nostre nonne sono cambiate nel corso del tempo (grazie al cielo) e il romance si è adeguato di conseguenza. Le protagoniste di un romance attuale devono dunque saper conciliare la carriera con le esigenze familiari, senza tuttavia trascurare il lato romantico che chi legge si attende nello snodarsi della trama. Ci si vuole immedesimare nei protagonisti, si desidera sognare con loro per estraniarsi dal grigiore della realtà, e i grandi amori consentono di evadere dagli angusti confini di un quotidiano magari poco appagante. Non è facile, lo ammetto. In un romance storico è più semplice: c’erano conti, duchi e principi e dentro ciascuna donna c’è una Cenerentola in agguato. Nel contemporaneo come si può esprimere la generosità, l'amore e la pazienza femminile senza rendere la nostra eroina uno zerbino?  

La violenza carnale nei romance. I lettori si dividono, tu cosa ne pensi?

Purtroppo questa è la vita e tutti i giorni la cronaca entra in casa nostra con crimini che, da donna, giudico aberranti. Chi legge un romance ha il diritto di rilassarsi, non di angosciarsi, e a meno che l’autore non ritenga che la brutalità sia strettamente indispensabile a un migliore sviluppo della  storia, eviterei di proporre alle lettrici  episodi cruenti. A quelli provvedono in abbondanza i quotidiani.    

Il triangolo in un romance. Come utilizzarlo, quando utilizzarlo e come renderlo originale?

Mah, il tradimento è un ’escamotage che abbiamo sfruttato tutti. Che seguitiamo a sfruttare. La gelosia, la passione, anche quando sono trasgressivi, a me non infastidiscono affatto. L’originalità, come ho spiegato, è nelle parole e nei comportamenti dei nostri personaggi, anche quando sono infedeli. In un romance la tensione sessuale tra due protagonisti che magari perseverano a respingersi, che si detestano (in apparenza) ma che non riescono a stare lontani, funziona alla grande. 

Il sesso nel romance. Necessario e onnipresente o se ne potrebbe fare a meno. Quando il limite tra romance ed erotico si fa sottile sino a scomparire?

I tempi sono cambiati e il sesso ci sta perfettamente in un romanzo, senza però abusarne, in particolare  se la nostra storia ha una connotazione romantica. Ultimamente ho notato che anche nei libri romantici la parte erotica prevale, e questo secondo me è sbagliato perché il fragile confine che distingue i due generi è sempre più risicato. Trovo scene di sesso sfrenato in romance che dovrebbero essere moderatamente hot, e viceversa. Poi dipende anche dall’ambientazione del romanzo. Mi spiego citando la mia serie Venus: non ci si può aspettare che donne emancipate e di spettacolo come le mie sciantose si comportino come caste educande. Resto tra  i binari di una normale sensualità senza eccedere, altrimenti, appunto, sarebbe un erotico. Non è comunque il sesso a rendere un romanzo bollente. Ho letto libri dove il lui e la lei si scambiavano solo pochi baci, ma l’erotismo che caratterizzava il loro rapporto si tagliava a fette.         

Ambientazioni del romance. Ne esiste una ad hoc? Molti autori ambientano i propri romanzi all’estero, New York e Parigi sono le città  più quotate. Qual è il tuo consiglio?

Di ambientare in luoghi che conosciamo abbastanza da poterli raccontare senza svarioni geografici (quanti se ne fanno)  trasmettendo le emozioni che tali posti hanno evocato in noi. Gli italiani sono esterofili a oltranza e i luoghi degli altri sono sempre più validi dei nostri, chissà perché. Mi limito a un’unica obiezione in proposito: un borgo di campagna inglese in che cosa si differenzia da un borgo di campagna italiano?  Fate delle belle passeggiate, quando potete, e apprezzate le meraviglie paesaggistiche in cui siamo immersi noi italiani. Gli austriaci hanno definito l’Italia “il giardino di Vienna” e dovremmo essere consapevoli, oltre che orgogliosi,  di avere il privilegio di vivere in un paese non solo bello come il nostro, ma ricchissimo di storia e di arte come nessun altro.  
  
Il titolo di un romance. Ormai è sempre più frequente trovare cover con due innamorati e un titolo dove la parola “amore” è ricorrente, quasi un richiamo per i lettori. Cosa ne pensi? Davvero il titolo deve contenere un richiamo romantico per vendere, anche se poco c’entra con il fulcro del romanzo?

Non se ne può più di cuore e amore sulle copertine, vero. Inoltre sui titoli potrei scrivere un trattato. A me ne hanno saccheggiati parecchi e mi è molto dispiaciuto. Vedi Tempesta d’amore (sceneggiato televisivo), La vita che ho sognato, sgraffignata da un’autrice che si è giustificata dicendo “che il mio titolo era perfetto per il suo romanzo.” E poi Sogni di vetro (titolo di un episodio della serie tivù Commissario Manara), Un’adorabile bugiarda, apparso su un romance della Deveraux, eccetera. Io creo i miei titoli studiando la trama e i personaggi, un sforzo in tal senso dovrebbe farlo ogni autore. Mi sembra triste prendere il titolo di un altro scrittore per un romanzo che abbiamo scritto noi. Diamine, il nostro libro, dopo tante fatiche che abbiamo riversato di capitolo in capitolo, non merita forse un titolo tutto suo?

In un blog mi è capitato di leggere: accetto romanzi storici e sentimentali. Evitare i romance. Sfatiamo una volta per tutte questa leggenda. Qual è differenza c’è tra romanzo sentimentale e romance?

Io non vedo nessuna differenza, considerato che sempre di amore si parla. Il romance è discriminato come una forma molto bassa di letteratura, ma l’editoria non ci sputa sopra, tutt’altro. I detrattori la etichettano come unintellectual letteratura, ovvero letteratura per illetterati, letteratura per gente stupida, letteratura per le donne, e chi più ne ha più ne metta. I pregiudizi con cui si scontra questo genere così amato e così denigrato nascono perché, come gli altri generi letterari, andrebbe conosciuto a fondo prima di dirne male. Ho spesso constatato che chi snobba il rosa di solito non ne ha mai letto uno. 

Il romance nacque in Inghilterra, molti definiscono “padre del romance” il bellissimo romanzo di Samuel Richardon “Pamela” da cui fu tratta la serie televisiva “Elisa di Rivombrosa”. Cosa ne pensi?

Sceneggiati come Elisa di Rivombrosa dimostrano quanti ingiusti preconcetti penalizzino ancora il romance. Come ripeto da anni, non esistono generi letterari pessimi, ma solo pessimi scrittori, quale che sia il genere in cui si dilettano. Il romance è stato spesso bistrattato, e come voglio ancora rimarcare, chi disprezza il genere non ha mai letto nulla di romance. La parola Harmony è sovente associata al “romanzo di serie “B” o al “romanzo per sole donne”, il che è assurdo. Per cui mi chiedo: perché un genere così sminuito dai suoi detrattori è tuttora tanto in auge e vende più di qualunque altro tipo di narrativa? Ai posteri l’ardua sentenza, come disse l’illustre Alessandro Manzoni nella sua Ode 5 maggio all’indomani della morte di Napoleone Bonaparte, nel 1821. 







1. IMPEGNO: Il romance non è un genere facile come si pensa: non sottovalutare mai l’impegno che comporta.

2.- LEGGI E IMPARA: Prima di iniziare a scrivere il tuo romance leggi quelli altrui e impara la sua struttura

3. - TECNICA: Acquisisci la tecnica con cui si costruiscono dei personaggi credibili.

4.- NON COPIARE LO STILE ALTRUI: Sviluppa il tuo stile e il tuo linguaggio senza scimmiottare quelli altrui.

5.- SEMPLICITA': Esprimi termini e concetti in modo semplice, rispettando la lettrice che non ha studiato

6.- INCIPIT DOCET: L’incipit è la prima pietra miliare del romanzo, scrivilo al meglio delle tue capacità.

7.- EMOZIONARE E FAR SOGNARE: Ricorda sempre che la tua potenziale lettrice vuole soprattutto emozionarsi e sognare.

8.- RINGRAZIA CHI TI CRITICA: Accetta il giudizio del lettore e se ti muove una critica obiettiva ringrazialo.

9.- MODESTIA: Sopravvalutarsi per una buona recensione è un errore: cerca di dare il meglio ogni volta che scrivi.

10.- HAPPY ENDING: L’happy ending è la roccia su cui si appoggia tutto il resto.

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