QUARTA: Nei suoi "reportage dal vivo" Debora Bruni, conducente di trasporto pubblico urbano ed extraurbano, racconta - con stile ironico e a tratti surreale situazioni assurde che su certe linee e in certi orari, come il triangolo delle Bermuda, attirano le stranezze. Chi compra il biglietto in corriera e vuole pagare con la carta di credito; chi fa il turno intero insieme all'autista, ma solo d'estate perché sul bus c'è l'aria condizionata; operai che si mettono a cenare (e a fumare) a bordo e - ancora - viaggiatori che, appena vedono il gentil sesso al volante, ci restano malissimo. L' "autistessa" si fa arguta ed originale portavoce, nella sua opera d'esordio, di una figura professionale considerata spesso dalla gente "pezzi di selleria, un'estensione del volante", notata solo se sbaglia. Perché dopo migliaia di chilometri vissuti davanti al Vasco Rossi dei poveri o a personaggi simili a Moira Orfei, c'insegna l'autrice, il trucco è riuscire a cogliere comunque il bello di questo "mestieraccio", come lo chiama con affetto.
Si tratta sostanzialmente di una raccolta di reportage vissuti dall'autrice, durante le ore di lavoro come conducente di trasporto pubblico urbano ed extraurbano.
Attraverso questi annedoti, Debora ci mostra con occhio disincantato ciò che si cela dietro la divisa dell'autista e ci conduce per mano, introducendoci in un mondo che neanche lontanamente sospettavamo esistesse.
Quanti di noi salgono su un tram lanciando una sfuggente occhiata all'autista? Quanti lo oddocchiano solo per assicurarsi che il mezzo rispetti la fermata o in presenza di una brusca accelerata?
'In genere l'autista urbano ha la gamba sinistra magra e poco tonica: in compenso la gamba destra sembra quella di Mister Universo, con tanto di vene in rilievo: è colpa del cambio automatico che costringe ad una forzata inattività l'arto sinistro.
In genere l'autista extraurbano ha le gambe uguali, in compenso il braccio destro sembra quello di Hercules, mentre il sinistro è flaccido, dall'aspetto quasi gelatinoso: è colpa del cambio manuale.'
Ogni capitolo è corredato da un titolo che riassume l'argomento che andremo ad approfondire.
Insieme a Debora, conosceremo le varie tipologie di autisti che il conducente di trasporti pubblici incontra ogni giorno, scopriremo gli indumenti che è costretto a indossare, le condizioni climatiche in cui è costretto a lavorare, i turni, gli orari impossibili, i percorsi di una Ferrara costellata di biciclette, una Ferrara paragonabile a un videogioco in cui l'autista si deve districare tra slalom e svolte repentine per raggiungere la meta.
Assieme all'autrice, conosceremo i passeggeri abituali che si suddividono in vecchiette ciarliere, studenti, corteggiatori improbabili, discriminatori sessisti verso il conducente e, non da ultimo, i cosidetti angeli delle corriere.
Assisteremo a un'insolita intervista all'autista, vivremo una Ferrara come non l'abbiamo mai vissuta, descrizioni di tragitti in cui i ferraresi si ritroveranno in più di un'occasione.
La singolarità del libro, oltre alla penna scorrevole, al linguaggio accessibile a tutti, alla narrazione che crea un fantastico 'tete-à-tete' con il lettore, è la presenza di forme dialettali tipiche del ferrarese: ecco che ci ritroveremo a mangiare una zia pur non essendo nipoti cannibali, a ordinare una ciupeta al panettiere o lamentarci, utilizzando il termine bugà.
'L'autista domenicale si riconosce per il cappello, per la moglie con la cintura dell'impermeabile stritolata fuori dalla porta e per gli specchietti esterni chiusi.
Viaggia a velocità costrante tra i 45 e i 55 (non acceera MAI, neppure in autostrade a sei corsie e non rallenta MAI, nemmeno dietro la processione della Via Crucis).
Ho particolarmente apprezzato il capitolo dedicato al sisma del 20 maggio 2013, in queste pagine la Bruni mi ha totalmente avvinto e ipnotizzato. Attraverso parole che profumano di poesia ho rivissuto quegli attimi indimenticabili e i brividi hanno accompagnato la lettura. Il ricordo non svanisce, nonostante il tempo, nella memoria degli emiliani.
La Bruni ci offre, con tono goliardico e confidenziale, l'esatta istantanea di Ferrara, crea un filo diretto con il lettore utilizzando un divertente realismo senza sfociare nel moralismo.
L'autista diviene un eroe silenzioso che tocca con mano l'essere umano con tutti i suoi pregi e difetti.
Debora ci mostra come un mezzo di trasporto pubblico si trasformi nel naturale palcoscenico in cui si alternano i chiaro-scuri della nostra società, fatta di comparse e protagonisti, di maschere e antagonisti.
'Per ottenere la PPP il ciclista deve essere daltonico: tanto, i semafori sono di complemento alle fioriere negli arredi urbani, il rosso è il colore dell'amore e il verde della speranza. L'arancio invece fa bene in caso di raffreddore (lo so, lo so, il frutto si chiama arancia, ma non sapevo cosa scrivere ...);
Se siete ferraresi non potete assolutamente perdervi questo godibilissimo libro, se non siete di Ferrara vi consiglio ugualmente di leggerlo proprio per conoscere una città come non ve l'hanno mai presentata.
Che lo leggiate per curiosità o per diletto, una cosa è certa: non salirete più su un tram senza sbirciare il conducente!
'Una zingara, leggendomi la mano, mi aveva avvisato "Nella vita farai tanta strada".
Peccato abbia omesso di avvisarmi della presenza di buchi e dossi, su quella strada.'
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