lunedì 30 novembre 2015

INTERVISTA A NADIA FILIPPINI



Ciao Nadia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, grazie per l’ospitalità. Che ti posso dire di me? Sono una persona abbastanza riservata, ma sempre disponibile al confronto costruttivo. Non amo i pettegolezzi e apprezzo moltissimo le persone che hanno il coraggio di dire ciò che pensano al diretto interessato, con garbo. Ho fatto mio il motto “vivi come se dovessi morire domani, impara come se dovessi vivere per sempre”.

Sei sposata e vivi nella provincia di Bergamo. Qual è stato l’input che ti ha fatto impugnare carta e penna e dove trovi il tempo per scrivere?

Ho impugnato carta e penna per caso, a dire la verità. Un giorno, leggendo il romanzo di una bravissima autrice italiana, ho pensato che anche a me sarebbe piaciuto scriverne uno. Naturalmente non ne avevo il coraggio, mi sono fatta una bella risata e ho accantonato l’idea. Poi, come purtroppo sta capitando a molti, sono rimasta senza lavoro da un giorno all’altro. È stato allora che ho iniziato a scrivere, più come gioco terapeutico che altro. Solo che poi c’ho preso gusto…

Di te dichiari: “Fin da piccola amo inventare storie, ma inizialmente preferisco raccontarle attraverso il disegno.” Approfondiamo questa definizione.

Devi sapere che quando ero piccola avevo una fantasia sfrenata. Amavo i cartoni animati, ma puntualmente qualcosa della trama non mi soddisfaceva. Allora, prendevo foglio e matita e ridisegnavo le scene come volevo io. Naturalmente erano degli scarabocchi, ma ai miei occhi erano storie fatte e finite. Si può dire che fossero le mie fan-fiction. Anche quando ho imparato a scrivere, comunque, ho continuato a narrare tramite il disegno, ormai lo amavo, tanto che ho frequentato un liceo scientifico a sperimentazione artistica (un liceo scientifico a tutti gli effetti, con 18 ore settimanali aggiuntive dedicate a materie artistiche) e dopo il diploma vari corsi di grafica e fumettismo. Però, col passare del tempo, mi sono resa conto che preferivo creare le trame, non le tavole.

Quali sono i tuoi autori preferiti e quanto c’è di loro in un tuo scritto?

Ci sono diversi autori che apprezzo, sia nel panorama internazionale che in quello italiano, ma ci sono tre autrici in particolare che ammiro tantissimo: Colleen Hoover, Adele Vieri Castellano ed Edy Tassi. Quanto c’è di loro in un mio scritto? Purtroppo, nulla. Loro sono avanti anni luce, io sono ancora una dilettante, ma una cosa è certa: è leggendo i loro libri che continuo ad alimentare la voglia di migliorarmi.

Hai iniziato una collaborazione con il Gruppo Facebook “Il rumore dei libri”, legato al Lit-Blog omonimo. Parlacene, di cosa si tratta nello specifico?

Qualche tempo fa Lidia Ottelli aveva messo un post perché aveva bisogno di una mano per diversi ruoli e siccome è una persona carina, che stimo e rispetto molto, ho deciso di darle una mano. Purtroppo non sono pratica di blog, per cui ho chiesto di poter ricoprire l’incarico più semplice. Sono con loro solo da un paio di settimane, quindi per ora mi limito a tartassare Lidia di domande, postare qualche curiosità letteraria che trovo sul web, piuttosto che spunti di confronto, ma si sa mai che un giorno faccia qualcosa di più. Magari qualche recensione. Lidia, trema ;)

Il tuo esordio letterario avviene con il racconto “Come una girandola”. Possiamo attribuire questo inizio alla tenacia di tuo marito e di una amica, se ora possiamo leggerti?

Più che altro direi che è da attribuire all’uragano Francesca Pace (la mia amica), che mi ha trascinata in un suo progetto senza troppi complimenti (e non posso che ringraziarla per questo) e poi di mio marito, che quando cercavo di fare dietro-front mi sbarrava la strada. 
 
Successivamente nasce il romanzo "Come il vento per una girandola". Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Nel romanzo narro la storia di ciò che succede ai protagonisti di "Come una girandola", due anni dopo. Ho cercato di riportare anche i punti salienti del racconto, sottoforma di flashback, perché volevo che il quadro fosse ben chiaro ai lettori, senza obbligarli a doverlo leggere.


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Qual è stata l'idea per questo libro? 

Sinceramente? Io sono un po’ sadica e sulle prime ero molto soddisfatta di come avevo fatto finire il racconto. Le lettrici no, per niente. Volevano un seguito, la storia di Chiara e Alessio non poteva finire in quel modo. Più ci pensavo e più dispiaceva anche a me. Ero stata proprio carogna. Oltretutto, per breve che fosse lo scritto, mi ero affezionata ai miei personaggi e quindi no, non potevo lasciarli così, dovevo dar loro la possibilità di riscattarsi. 

Quali tematiche affronti e che messaggio vuoi trasmettere?

In entrambi affronto varie tematiche, come l’amore e l’amicizia, ma nel racconto il focus era sulla fiducia, sulla facilità con la quale può essere persa. Ho ripreso questo tema anche nel romanzo, ma a quel punto ho spostato l’attenzione sul coraggio di ammettere i propri errori, di saper e sapersi perdonare. 

"Come il vento per una girandola" ti fa vincere il premio di € 1000 messo in palio da Narcissus. Raccontaci di questa esperienza e delle tue emozioni.

Non me lo sarei mai aspettata. È difficile da spiegare, ero emozionata, eccitata, su di giri. Innanzitutto perché è una bella soddisfazione e mai avrei creduto di poterla avere al primo romanzo, ma soprattutto il premio mi dava la possibilità di esaudire quello che durante la stesura era diventato il mio desiderio più grande: poter lavorare con un professionista, con qualcuno da cui poter imparare. E così è stato, è quello che ho fatto in quest’anno di silenzio. 

Il tuo pensiero sul self-publishing.

Io credo che sia una grandissima opportunità, ma al contempo è una lama a doppio taglio. Purtroppo, con la scusa che chiunque può pubblicare, il mercato si è saturato anche di prodotti di qualità scadente, cosa che danneggia tutti gli autori self, visto che la tendenza è quella di fare di tutta l’erba un fascio. Ma si possono biasimare i lettori? No. Parliamoci chiaro, sono alla ricerca dell’ago nel pagliaio. Ci sono moltissimi autori self di talento, ma sono un numero in mezzo all’infinito, se non li conosci è difficile trovarli solo grazie al colpo di fortuna. Mi rendo conto che per un editing professionale, o almeno di buona qualità, si debbano affrontare spese che non possono certo essere definite irrisorie e che non tutti hanno questa possibilità, ma a volte vedo certi lavori che sembrano buttati lì senza esser stati nemmeno riletti. Questo non va affatto bene. Anche se i romanzi sono venduti a cifre ridicole, non significa che si possa prendere in giro il lettore. E, soprattutto, che si possa mancare di rispetto a chi, invece, si fa in quattro per offrire il meglio. 

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Ho un romanzo concluso che attualmente è in fase di revisione finale da parte dell’editor, sto scrivendo un racconto per Natale e ho già in mente la trama per un altro paio di romanzi. Ho più progetti che tempo! 

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto. 

Il piacere è stato mio. Grazie ancora per l’ospitalità e in bocca al lupo anche a te, sia per il blog che per tutto il resto.

Per seguire Nadia  NADIA FILIPPINI


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