Ciao Angela, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Ciao Linda, insegno Italiano e latino, e mi
sono appena trasferita a Bari dopo trentaquattro anni vissuti in Brianza. Ho
passato la mia infanzia e adolescenza a Bologna, città a cui sono legatissima.
Ritorno in Puglia, la terra delle mie origini con una certa dose di entusiasmo,
nella consapevolezza di andare incontro a una nuova stagione della mia vita.
Adoro il mio lavoro e il contatto con le giovani leve. La scrittura è un’altra
mia passione insieme ai viaggi, agli animali e al teatro.
Sei laureata in Lettere e ti occupi di didattica nel campo
della letteratura italiana e latina. Quando si è accesa in te la scintilla
della scrittura, e dove trovi il tempo per scrivere?
La scintilla dello scrivere si è accesa in
maniera casuale: era appena morto mio padre, professore di latino e greco, e
desideravo fortemente che venisse pubblicato qualcosa tratto dai suoi quaderni
di appunti di letteratura greca e latina. E’ nata così la mia prima
pubblicazione "Saffo & Merini - Quando le Muse parlano". Da allora trovo
sempre, soprattutto di sera, il tempo di dedicarmi alla scrittura. E’ per me
rigenerante, una boccata di ossigeno, un angolo azzurrato di libertà .
Le tematiche legate al mondo femminile ti appassionano. A
cosa ti riferisci?
L’universo femminile
mi ha attratto per la sua complessità e ricchezza di sfumature: i sentimenti
sono sottili, profondi e intensi. Sin da ragazza, mi sono interessata di
femminismo e di emancipazione delle donne: è importante difendere a denti
stretti la nostra libertà e combattere quei pregiudizi, che persistono ancora.
Il femminismo non è morto, non è legato ad un periodo storico, ma è un modo di
vivere, una scelta esistenziale dettata da un’aspirazione alla libertà e
all’indipendenza. Le protagoniste dei miei libri sono donne alla ricerca di una
propria identità, spinte da uno slancio alla vita.
Quali sono i tuoi autori preferiti e, tra loro, c’è qualcuno
che consideri tua Musa?
Amo i grandi autori del passato su cui mi sono
formata, ma anche gli scrittori contemporanei. L’importante è che riescano a
trasmettere emozioni e ad appassionare. Il leggere non è mai stata per me una
costrizione, ma un piacere, i cui effetti perdurano nella riflessione. In
questo periodo ho riletto Catullo e devo ammettere che mi ha emozionato con la
sua grazia e leggerezza. Sono stata fortunata: i miei genitori erano insegnanti
e sono stata attorniata sempre da libri. Difficile scegliere uno scrittore in
particolare: se dovessi proprio selezionare un nome, sceglierei Pirandello per
lo stile e la profondità della sua poetica.
Esordisci nel 2013 con il libro a quattro mani “Saffo &
Merini – Quando le Muse parlano”. Di cosa di tratta?
“Saffo & Merini - Quando le Muse parlano” è la mia prima
opera pubblicata. E’ stata scritta insieme a Franca Longo e l’idea è partita
proprio dagli appunti di mio padre, nello specifico dalle pagine di Saffo,
maestra di perfezione. A lei si sono ispirati tanti artisti e poeti: ci piaceva
l’idea di scrivere a quattro mani un dialogo in cui le poesie parlassero prima
di tutto e con loro due grandi donne:. Saffo e Alda Merini per l’appunto. Le
due poetesse sono lontane nel tempo ma vicine nel cantare l’amore. Eros con la
sua forza travolgente è l’asse portante, la Musa ispiratrice della loro poesia:
i due mondi si uniscono e l’armonia di Saffo si riflette nella disperazione
dell’universo della Merini, apportandovi bellezza e potenza espressiva.
Segue, nel 2015, “Sulle orme di
Orazio – Viaggio reale e fantastico” e, nel 2016 “Donne migranti si
raccontano”. Perché la scrittura a quattro mani?
La scrittura a quattro mani è sicuramente
difficile e non sempre fattibile: si deve creare una particolare alchimia, che
non si può spiegare razionalmente. Il procedere è dialogico e l’argomento
trattato deve implicare più voci. E’ nata casualmente grazie alla collaborazione
con Franca Longo, collega e amica. Insieme a lei, è nata l’idea del dialogo tra
Saffo e Merini e poi abbiamo continuato a scrivere insieme ”Sulle orme di
Orazio Viaggio reale e fantastico” e “Donne migranti si raccontano” .
Il primo
accoglie le suggestioni di un nostro viaggio nel Lazio sulle tracce del poeta
latino, in cui io e Franca siamo state rapite dalla bellezza del locus amoenus
oraziano. La stesura del testo ha risentito di quella emozione e curiosità di
scoprire l’angulus tanto amato da Orazio.
"Donne migranti", invece, è una
raccolta di racconti di donne di diversa nazionalità, costrette a migrare per
sfuggire alla povertà, alla guerra e capaci di adattarsi per cercare un
riscatto sociale La drammatica vicenda di Noor, una donna siriana dei nostri
giorni è il racconto ponte tra il moderno e l’antico: appare quasi speculare
nel grado di intensità la sofferenza di Andromaca, l’archetipo della migranti..
L’antico dialoga con il moderno ed è proprio questa idea di fondo ad averci
ispirato.
Sei anche autrice
del romanzo “ Fiore”. Lasciacene un assaggio.
[...] “Ciao John, come stai? Come è andata la giornata?”
“Fine, honey. Bene, ho avuto tanto da fare tra le lezioni all’università e l’appartamento da mettere a posto. La mia stanza era un disastro: carte e libri dappertutto ma poi ho pensato a te e a quei pochi giorni che abbiamo trascorso insieme a Torino. L’atmosfera natalizia, i festeggiamenti per strada e i nostri baci sotto la cupola della Mole Antonelliana…è passato tutto troppo in fretta.”
“John, il rientro è stato un disastro. La situazione familiare è precipitata: mio padre se n’è andato definitivamente e ci ha lasciato. Stiamo soffrendo: i miei fratelli si sono chiusi in un mutismo pieno di dolore e io cerco di reagire faticosamente, cerco di sostenere mia madre ma è difficile.”
“Guarda il cielo stellato. Hai visto la luna? The moon and the stars are shining.”
“La luna è una falce sottile e luminosa e le stelle brillano come diamanti. Il cielo è così grande e tu sei lontano.”
“ Sì, sono lontano ma anch’io vedo le stelle e la luna proprio come te.” La comunicazione si interruppe proprio sul più bello .
Guardai la luna: avvertivo l’assenza di papà, che era con Katia e Viola mentre io ero sola, ma mi risollevò il morale il sapere che, insieme a me, anche John stesse guardando la luna.
“Fine, honey. Bene, ho avuto tanto da fare tra le lezioni all’università e l’appartamento da mettere a posto. La mia stanza era un disastro: carte e libri dappertutto ma poi ho pensato a te e a quei pochi giorni che abbiamo trascorso insieme a Torino. L’atmosfera natalizia, i festeggiamenti per strada e i nostri baci sotto la cupola della Mole Antonelliana…è passato tutto troppo in fretta.”
“John, il rientro è stato un disastro. La situazione familiare è precipitata: mio padre se n’è andato definitivamente e ci ha lasciato. Stiamo soffrendo: i miei fratelli si sono chiusi in un mutismo pieno di dolore e io cerco di reagire faticosamente, cerco di sostenere mia madre ma è difficile.”
“Guarda il cielo stellato. Hai visto la luna? The moon and the stars are shining.”
“La luna è una falce sottile e luminosa e le stelle brillano come diamanti. Il cielo è così grande e tu sei lontano.”
“ Sì, sono lontano ma anch’io vedo le stelle e la luna proprio come te.” La comunicazione si interruppe proprio sul più bello .
Guardai la luna: avvertivo l’assenza di papà, che era con Katia e Viola mentre io ero sola, ma mi risollevò il morale il sapere che, insieme a me, anche John stesse guardando la luna.
Guarda che luna, guarda che mare
da questa notte senza te dovrò restare
folle d’amore vorrei morire
mentre di lassù la luna mi sta a guardare. [...]
E, nel 2018, pubblichi “Dammi mille baci e poi cento”. Cosa
troveranno i lettori al suo interno?
Leggeranno la storia di Barbara, una studentessa che , in un
momento di disorientamento e di profonda crisi del suo nucleo familiare,
troverà nella scuola e nella figura del professore di latino Rinaldi un punto
di riferimento. La fantasia non le manca insieme alla capacità di sognare ad
occhi aperti: la realtà grigia ed uniforme cambia e si tramuta in una tavolozza
di colori, profumi, dialoghi, parole, che finalmente non scivolano via, ma
hanno un peso specifico, un potere straordinario, quello di creare una realtà
parallela, fantasticata. L’immaginazione corre veloce e crea veri e propri
fantasmi lirici, proiezioni dell’io della ragazza e di quel mondo antico, che
si pone come modello supremo a cui attingere ancora. Barbara nutre una passione
fortissima per Catullo, il poeta d’amore per antonomasia, è attratta
dall’esperienza totalizzante di una vita
breve ma intensissima e riesce a dialogare con lui.
Quali
tematiche affronti in questo libro?
Le
tematiche sono quelle legate al mondo dei giovani e al mondo della cultura. Ho
voluto sottolineare l’importanza della scuola e il fascino di una tradizione
che non andrebbe trascurata. Fondamentale è Il ruolo che il professore Rinaldi
incarna nell’economia del romanzo, come trasmettitore del fascino della poesia
amorosa e colui che indica le stelle ai suoi alunni, e che Barbara avrebbe
voluto avere come padre, proprio per farne il confidente che le avrebbe
trasmesso libertà e autonomia. E’ una vicenda , che sembra andare
controcorrente nel contesto della crisi che sta attraversando la scuola, nel
totale discredito della classe docente.
Anche
Catullo con la sua Lesbia, sono a pieno titolo i protagonisti di questo romanzo,
allontanandosi dalla beatitudine del loro Olimpo poetico per dialogare
volentieri con Barbara su quelle che sono le problematiche, legate all’amore e
all’affettività, di una ragazza dei nostri giorni.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Il messaggio è quello di riflettere sull’importanza del
mondo classico. I valori che vengono veicolati sono ancora attuali e tra i sentimenti
fondamentale è l’anelito alla libertà e all’amore che connota la Barbara e che le deriva dallo studio delle materie
umanistiche che “aprono la mente e danno piena espressione e libertà al
pensiero. Non esistono frontiere, limiti, muri spinati ma si esplora il
continente terra e si attraversa l’umanità in lungo e in largo senza
preconcetti, con il solo intento di conoscere la bellezza di un mondo sommerso
e di preservarne l’integrità.”
Qual è stato l’input per “Dammi mille baci e poi cento”?
L’input è scaturito dall’amore che ho per la letteratura e
per il mio lavoro di insegnante. Volevo dimostrare come anche questo mondo
potesse entrare a far parte del vissuto quotidiano dei giovani e fornire loro
delle linee guida.
Perché la mitologia?
Perché è bello credere che possano esistere dei, ninfe ed
entità straordinarie. Viviamo non solo di realtà ma anche di sogni e sono
questi ultimi a darci la forza per andare avanti.
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Per il momento no, ma sicuramente coltiverò questa mia
passione
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Per seguire Angela ANGELA VILLANI
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