Ciao Domenico, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa
di te.
Sono Domenico, vivo a Cesano Boscone, lavoro in una
Cooperativa Sociale Insieme, amo la pallavolo (che gioco appena ho qualche
minuto libero), la bici e la natura. Amo leggere quasi di tutto perché, quando
cerco un libro, vedo di trovare prime edizioni e soprattutto di qualità.
Sei laureato in Storia e Cultura dei Sistemi Editoriali, e
lavori presso una Cooperativa Sociale. Quando si è accesa in te la scintilla
della scrittura?
L’avevo già quando avevo 11 anni. Mi piaceva riscrivere le
storie dei film alla mia maniera.
Hai degli autori che consideri tue Muse, e quanto c’è di
loro nei tuoi testi?
Naturale. In primis Jane Austen (fonte di ispirazione per il
"Cammino di Henry" che, se lo leggete, ricorda un po’ "Northanger Abbey") e poi
Margaret Mazzantini. Difatti, da lei ho preso uno stile diretto e crudo.
Nel 2009, esordisci
con “Il Cammino di Henry”. Dove trovi il tempo per scrivere?
La sera. Raramente guardo la televisione, ma in primis ho
bisogno di idee per poter scrivere.
Nel 2010 pubblichi “L’Età della Denuncia” e, nel 2014, esce “Il Quaderno di Madrid”. Perché la guerra
civile?
Perché diversi ragazzi delle superiori avevano difficoltà a
capire la Guerra Civile Spagnola. Romanzandola, l’ho semplificata e l’obiettivo
è stato renderla capibile a tutti. C’è chi scorge nei miei romanzi una sorta di
Jostein Gaarder italiano. In effetti, mescolo aspetti storici (quasi a livello
saggistico) e aspetti narrativi.
Nel 2016, pubblichi il romanzo storico “Nessun Amore Più
Grande”, di cosa si tratta?
Parla di una madre che ha un segreto pesante dovuto a un
brutto fatto accaduto nei centri di detenzione argentini quando era una desaparecida. L’amore del titolo non è
altro quello di una madre nei confronti di un figlio nato in una situazione
drammatica. Il libro, adesso, verrà tradotto per il mercato albanese.
Perché il romanzo storico?
Amo la Storia, e il canale che prediligo è Rai Storia, che
guardo appena mi è possibile. Ci sono tanti eventi storici, talvolta dimenticati,
che andrebbero scritti per non dimenticarcene, come ad esempio il genocidio
armeno.
Sei stato definito il Luis Seplveda italiano. Parlacene.
Una scelta a mio avviso fin troppo azzardata. Hanno letto "Sulle Ali del Sogno" (LFA Publisher).
Stranamente il libro fu rifiutato dalla Mondadori (sezione ragazzi) e LFA
publisher decise di pubblicarlo. Libro che tra l’altro è stato in classifica su
ibs.it e in amazon.it per un giorno tra i primi due libri di Harry Potter. Chi lo
ha letto ha visto di più Sepulveda, per il messaggio positivo che volevo dare
alle nuove generazioni, ma altri hanno detto che ricordavo Margaret Mahy,
Astrid Lindgren, Michael Ende. Ma questa definizione non mi appartiene anzi! Mi
pesa sinceramente.
Nel 2016 esce “Redenzione”. Cosa troveranno i lettori al suo
interno?
Uno spaccato dell’Italia di oggi. Una triste e cruda realtà.
Penso che chi lo leggerà avrà molto da riflettere. Il libro è nato con
l’intento di smuovere le coscienze. Ma non credo andrà a buon fine. Scrivere
porta certe responsabilità nei confronti dei lettori e soprattutto delle lettrici.
Bisogna vedere cosa apprendono da questo libro. Il tentativo c’è stato.
Quali tematiche affronti, e quale messaggio vuoi trasmettere?
La violenza di genere, la situazione carceraria, i conflitti
famigliari talvolta con epiloghi drammatici. Tutti vittime e carnefici, ma tutti
in cerca di una redenzione.
Qual è stato l’input per questo libro?
Dopo aver letto "Espiazione"
(McEwan) e "Resurrezione" (Tolstoj)
pensai di narrare qualcosa di attuale e reale. Una scelta non semplice in un
momento particolare della mia vita. Avevo appena presentato "Nessun Amore Più Grande" alla Festa
dell’Unità di Milano. La stanchezza delle varie presentazioni si sentiva. Ero
in dubbio con me stesso se volessi ancora scrivere. Non amo il successo. Per me
il successo è come il fumo. Svanisce nel tempo. Le vere relazioni sono quelle
contano.
Progetti futuri?
Dovrebbe uscire per Lupi Editore "Il Profumo del Çay",
un romanzo che tratta il genocidio armeno ma anche della situazione curda
attuale in Turchia. Chiariamo. Nulla contro i turchi. Ho amiche turche
carinissime. È un romanzo che mette in risalto il lato oscuro dell’essere
umano. E poi penso di scrivere un romanzo sulla Guerra dei Balcani
soffermandomi in particolar mondo nella Croazia di Vukovar e Osijek. Ma ci devo
riflettere. Prima di scrivere mi devo documentare bene. Se faccio uscire un
libro soprattutto a carattere storico per me la veridicità dei fatti vale
almeno l’80% del romanzo.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Grazie a te per questa magnifica intervista. Un grazie
davvero di cuore.
Per seguire Domenico DOMENICO DEL COCO - ISTAGRAM
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