lunedì 23 agosto 2021

INTERVISTA A DAVIDE CASACCIO

Ciao Davide, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao, e grazie per lo spazio che mi concedi sul tuo blog.
Mi chiamo Davide, ho 25 anni e abito in provincia di Como. Ho, da sempre, la passione per la lettura e la scrittura, oltre che per i videogiochi. A volte, se ho tempo, mi dedico alla cura di alcune piante che ho a casa.

Il diploma in Agraria e l’impiego con tuo padre. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?

Ho la passione della scrittura fin da quando ho imparato a scrivere. I primi tentativi risalgono proprio ai tempi delle scuole elementari, anche se li definirei più “robe” o “sequenze di frasi”, piuttosto che “libri”.
Altri tentativi di realizzazione di un libro risalgono ai tempi delle medie e delle superiori.


Hai Muse a cui ti ispiri per i tuoi libri?

Non ho Muse, al massimo prendo spunto da opere di altri autori (che è diverso dal copiare) oppure da eventi, dettagli o situazioni della vita reale che mi capita di incontrare, e li uso per lo stile di scrittura della storia, per una scena o un dettaglio della storia stessa.
Molti miei personaggi, però, hanno il mio stesso carattere, o parti di esso.


Sei appassionato di Anime. Hai mai pensato di inserire questa passione per l’Oriente in un tuo romanzo?

In realtà sì… più o meno.
In un libro horror, scritto ai tempi delle superiori (progetto che non ho mai portato a termine), che si sarebbe dovuto intitolare
Horror Academy. Uno dei personaggi era una ragazza trasferitasi in Italia dal Giappone in tenera età, ispirata ai personaggi di Anime e Manga.

Dove nasce la tua ispirazione?

In realtà, dipende dalla storia.
Per alcuni racconti, mi immagino la scena senza che ci sia un input esterno e provo a scriverla nel modo più fedele possibile, proseguendo poi “a ruota libera” nello sviluppo della trama.
Per altre storie, invece, mi capita di vedere un dettaglio o perepire un’atmosfera particolare, e sviluppo l’idea da lì.


Nel 2019, esordisci con il romanzo Dengel. Cosa troveranno i lettori al suo interno?


All’interno di
Dengel, i lettori troveranno le vicende di Zenobia, una ragazza di quindici anni che ha vissuto tutta la sua vita in un orfanotrofio, pensando di essere umana, per poi scoprire di essere nata dall’“unione proibita” di un angelo (sua madre) e un demone (suo padre). In origine, la storia doveva essere il solito fantasy con ambientazione simil-medievale e creature soprannaturali, mentre la protagonista doveva avere ben venticinque anni e sapere fin da subito di non essere umana, oltre ad avere poteri diversi da quelli che ha poi “ottenuto” nella versione finale.

 


 


Quali tematiche affronti?

A essere sincero, non ho pensato di scrivere Dengel, affrontando una tematica particolare. Ho solo pensato: “Perché non scrivere questa storia?”; ho selezionato gli spunti per la trama più inerenti all’idea che stavo sviluppando e poi, con i consigli di altri autori (che ringrazio alla fine del libro), sono arrivato alla storia pubblicata.

Qual è stato l’input per questo libro?

Mi piace sempre raccontare questo aneddoto.
Stavo aspettando che cominciasse una lezione eosservai una borsa, sulla quale c’era scritto Angel and Devil.
Senza un motivo in particolare,ho unito le due parole fino a formare
Dengel (il fatto che sia anche l’anagramma di “legend” è un puro caso) e ho pensato tra me: "Perché non scrivere del figlio di un angelo e di un demone che non sarebbe dovuto nascere? E, come si suol dire, il resto è storia.

Hai ricevuto anche un’onorificenza per il tuo romanzo. Parlacene.

Sì, è più una specie di attestato in cui il sindaco del comune in cui abito si congratula per la pubblicazione.

Progetti in cantiere?

Al momento, sto lavorando a ben tre libri, anche se uno di questi è in pausa:
- da solo, sto scrivendo una rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice;
- con un amico, sto portando avanti l’idea di una nostra conoscente, sebbene ora siamo fermi a causa dei nostri impegni;
- con altre due persone, sto lavorando a un horror, la cui base di partenza è un’immagine che definisce le fatine dei denti come “una sottospecie, più piccola e amichevole, delle più grandi e ben più ostili Fate delle Ossa (bone fairies)”


È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In Bocca al Lupo!

 Per seguire Davide  DENGEL

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