Andiamo a curiosare da vicino!
SINOSSI: Il poeta è un solitario chiuso nella sua piccola stanza di parole essenziali. Incolonna i termini, li setaccia e scopre nella sua bisaccia consunta la povertà dell’essere, le difficoltà dell’autenticità nel vortice delle stagioni, ma raccolto nel mantello e nell’ascolto di un attimo di silenzio coglie magicamente il punto fermo, invisibile e potente dal quale tutto è: il mondo e le sue sfere. Il poeta tra il blaterare di tanti, tace tenendo in tasca una sola parola, quella evocatrice, quella preziosa che sa richiamare in un lampo il bello e il terribile, il vero custodito nel grembo della palpitante creazione. E ai versi migliori affida il soffio muto del venticello e l’impeto dell’onda tra i gabbiani.
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Piero Fabris (Belgio, 1965) è pittore e poeta. Ha pubblicato Gessetti per Tratti Incerti (1990); Testapersa. Dialogo con Rosaluna (1991); La Rosa dei Venti e il Segreto del Monterosso (2010); La Masseria delle Cinquanta Lune (2012); Pigmenti D’Arpa. Sistole e Diastole (2013); Inchiostrati sulla Lama del Rasoio e Voglio togliere l’Acqua del Mare (2014); Tasselli in Macchia Arsa e Sfumature di Contrasto (2016); Fiabe in Sassi e Salsedine ovvero il Tavoliere di Fiabe e Cicoria (2017) e del testo teatrale Rosa Hrand… agio; La Scogliera dei Sogni (2018); La Compagnia del Melograno (2021). Per Les Flâneurs Edizioni ha curato il testo Chiara Samugheo. Un’Amazzone della Fotografia (aprile 2017) e Novelle in Granuli di Aale (2018).
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