Oggi, torna a trovarmi il bravo Francesco Grimandi, in occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo storico, dal titolo Il Segreto, primo capitolo della serie Le Indagini del Vicario di Giustizia Jacopo Lamberti.
SINOSSI: Bologna, agosto 1321.
Jacopo Lamberti, giovane e inesperto, si sta
rilassando in un torrido pomeriggio d’estate quando incontra un vecchio
compagno di studi. Matteo è in difficoltà, ma non riesce a chiedergli
aiuto. Jacopo tenta di proteggerlo, tuttavia fallisce. Matteo viene
assassinato di fronte ai suoi occhi e lui si salva per poco. A quel
punto, Jacopo decide di vendicarsi, cercando di placare il senso di
colpa nei riguardi dell’amico. Ma sarà un’azione pericolosa perché il
nemico che affronterà è tra i più sfuggenti e Jacopo si troverà al
centro di un intrigo, costretto a indagare tra i lasciti di una setta
eretica non estinta e l’Inquisizione. Spronato dal senso dell’onore,
potrà contare solo sulle sue energie e sui consigli del fido Niccolò,
speziale alle prime armi ma con una grande cultura. E sulla sua strada
incontrerà Elena, un’affascinante sconosciuta, che lo guiderà nei
meandri di un intreccio spietato iniziato molti anni prima, in un
crescendo di violenze e di minacce legate alla sua fede.
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Jacopo Lamberti sentì una mano posarsi sul suo braccio.
— Anche tu qui a goderti un po’ il fresco sotto gli alberi?
Jacopo si voltò sorpreso, aveva riconosciuto quella voce. — Matteo! —
rispose contemplando il giovane slanciato che non vedeva dai tempi in
cui aveva abbandonato gli studi.
Sotto le fronde dei rari alberi
rimasti nel centro cittadino, nella piazzetta della cattedrale di San
Pietro, il calore del sole sembrava appena più sopportabile rispetto a
dove lui abitava.
Jacopo si alzò in un balzo dalla panca di marmo,
vestigia forse di un tempio pagano, contento di riabbracciare l’amico.
Poi l’allontanò da sé, rimirandolo di nuovo compiaciuto.
Matteo non
era cambiato, l’espressione irradiava sempre la stessa insuperabile
fiducia e simpatia di due anni addietro. Assomigliava a un cavaliere,
anche per le sue origini non italiane, ma francesi benché fosse nato e
cresciuto a Bologna.
I suoi capelli biondi avrebbero suscitato
l’invidia di ogni dama desiderosa di conferire alla sua chioma un colore
come il suo. Il taglio a scodella, all’ultimo grido, si accompagnava al
viso perfettamente rasato, liscio come quello di un infante. E il suo
apparire elegante, motivo per cui certe volte lo aveva canzonato, si
completava in un farsetto corto, su una camicia sottile, stretta in vita
dalla cintura, e in un paio di calzebrache aderenti lunghe fin al
ginocchio per andare incontro al caldo.
Jacopo gli diede un leggero buffetto sul petto: — Quanto tempo è passato! Ricordi i danni che combinavamo insieme?
Matteo sorrise: — Bien sûr! Come scordare il più grande impiastro dal
cuore d’oro che abbia incontrato? Tu e Niccolò siete stati gli unici a
partecipare al funerale di mia madre.
— Tutti abbiamo perso qualcuno
— lo confortò Jacopo, rammentando quanto Matteo le fosse affezionato.
Del padre, sapeva solo che era morto prima ma non in quali circostanze.
— Già — annuì Matteo, poi fece correre lo sguardo sulle strade intorno, colme di persone malgrado l’arsura esagerata.
— I preti dicono che quest’estate infernale è colpa nostra ed è il segno che la fine del mondo è vicina. Tu come la vedi?
Francesco Grimandi è un appassionato di Storia Antica e di misteri. Le sue opere, Affresco Veneziano e L’Eremo nel Deserto, sono disponibili on-line insieme a L’Orizzonte di Aton, (una remota indagine sulla morte del faraone eretico Akhenaton), e Il Soffio della Morte, (giallo sullo sfondo della Bologna del '300 che ha dato il via alle inchieste del Vicario di Giustizia Jacopo Lamberti). Un suo racconto noir ambientato a Venezia nel XVI secolo è presente ne "Il Giallo Mondadori", finalista al Gran Giallo di Cattolica - Mystfest 2017.
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