Ciao Sonja, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Sono stata una bambina vivace e curiosa, una ragazzina
temeraria e impicciona, una studentessa modello, una giovane donna posata e
diligente, una mamma attenta, una sposa divertente e poi …e poi sarà il tempo
che ancora mi è concesso che farà di me quel che sarà.
Ti dedichi alla
professione di stilista , negli anni ’80, crei la casa di moda ‘Esserpelle’.
Raccontaci di questa esperienza, com’è nata e quali le emozioni che ti sono
rimaste dentro?
Mia madre è stata
negli anni cinquanta compagna di studi di figurino di Valentino, si proprio,
quel Valentino, erano molto amici all’epoca e ancora conservo dei disegni di
abiti meravigliosi realizzati da mia mamma in quel periodo. La moda è sempre
piaciuta ad entrambe e spesso disegnavamo
una accanto all’altra, immaginando una linea di moda tutta nostra. Il
sogno si realizza quando mio padre mi concede un 'openspace' dove poter
realizzare i nostri modelli. Sarò solo io a proseguire nel sogno, perché mamma
si ammala di una malattia che non da scampo e non può seguirmi in quest’
avventura. È primavera e devo preparare la mia prima collezione. Non ho
esperienza sul campo e mi affido alle mani esperte di due abilissime sarte e di
una modellista fantastica. Negli anni ottanta la pelle è molto richiesta,
confeziono la prima collezione in pelle, è un successo! E da qui è sempre un
crescendo, nel 1988 mi sposo e nel 1990 nasce il mio primo figlio, Fabrizio
Edoardo. Fare la mamma mi rende felice,
l’azienda va a gonfie vele, ma il tempo che posso dedicare all’Esserpelle
diminuisce, un compratore straniero mi offre di acquistare il marchio e decido
di vendere. Non esco completamente dal giro della moda e divento
consulente dei nuovi proprietari. Mi diverto
moltissimo durante quel periodo anche perché le responsabilità diminuiscono e
posso dedicarmi alla famiglia.
Ma la scrittura è sempre vissuta dentro te, qual è stato il
tuo primo approccio a questo mondo?
Piano piano i miei interessi cambiano ed è proprio mio
figlio a ispirarmi a scrivere, dapprima fiabe, poi mi butto sui fantasy. Scrivo
racconti per Fabrizio e per i suoi amici, il genere fantasy accende la mia e la
loro fantasia. Qualche tempo dopo è un insegnante della scuola di mio figlio a
commissionarmi i primi racconti. Sono scritture semplici, che lasciano aperte
molti finali che i bambini completano a loro piacimento. E’ un progetto molto
interessante e mi dedico a questo con grande entusiasmo.
Saltuariamente pubblichi dei racconti nel sito www.ali di
carta. Di cosa si occupa questo sito?
E’ un sito rivolto agli scrittori emergenti, è stato
fondamentale aver trovato questo canale per farmi conoscere. Molti concorsi ai
quali ho partecipato e case editrici che mi hanno contattato “spulciano” questo
sito ed è attraverso Ali di carta che ho avuto i primi contatti editoriali.
Partecipi a diversi concorsi letterari, tra i quali il
‘Premio Tedeschi’ su invito della Mondadori, dove il tuo racconto “Al bar” vince un premio eco solidale. Parlacene.
Il premio Tedeschi è stata la mia prima vera esperienza, era
un romanzo giallo ambientato sul lago Maggiore. Arrivo tra i finalisti ma non
vinco nulla, è comunque un bel
trampolino ed è stato gratificante essere stata scelta .
“Al Bar” è il mio primo racconto umoristico. Vinco una
bottiglia di vino e un salame e una fascia in raso con scritto “ 1° classificato” Fantastico!
Nel 2006, esce il tuo romanzo d’esordio “Il Cappello di
Panama”. Segue il progetto a quattordici mani “La Corte degli Arcani”. Questa
collaborazione m’incuriosisce, come siete riusciti a fondere tanti stili
eterogenei?
"Il Cappello di Panama" è il mio gioiellino, mi è piaciuto
tantissimo scriverlo e far sognare tanta gente, c’è magia nel racconto e sono
stata molto felice di aver scritto una storia per adulti dove l’elemento magico
non è visto solo come un ingrediente per racconti per bambini.
"La Corte degli Arcani" è stata una sfida. Eravamo tutti
autori emergenti impegnati a scrivere lo stesso romanzo attraverso le parole
dei personaggi che ognuno di noi ha pensato di far agire all’interno della
storia. E’un giallo ambientato in una
vecchia casa di ringhiera che affaccia sul Naviglio. E’ stato accolto benissimo
da pubblico e critica e noi ci siamo divertiti un mondo.
Nel 2009, il tuo racconto “L’abito da sposa” viene inserito
nell'antologia “Ti parlerò di me” e, nello stesso anno, collabori alla realizzazione
del documentario “Antartide”. Cosa ricordi di questa esperienza?
"L’abito da sposa" è un racconto delicato. "Ti parlerò di me" è una raccolta di racconti
dove gli oggetti parlano di sè. L’ispirazione mi è arrivata osservando una
giovane donna che guardava incantata un abito da sposa che era esposto in un
negozio vicino a casa mia.
“Antartide” è stata un esperienza nuova. Un regista e
produttore amico aveva documentato con le immagini una spedizione scientifica. Il mio compito è stato quello di
commentare attraverso le parole ciò che lui e i componenti della spedizione
vivevano quotidianamente. E’ stato un lavoro complesso non essendo stata
partecipe in prima persona, ma alla fine il risultato è stato ottimo. I testi
sono stati poi tradotti in inglese e per quanto ne so il documentario è ancora
materiale didattico nelle scuole americane.
Nel 2010, pubblichi il
romanzo a quattro mani “Corsia Preferenziale”, acclamato da pubblico e critica.
Di cosa tratta e quali difficoltà hai incontrato nello scrivere in
collaborazione con un altro autore?
"Corsia Preferenziale" è l’insieme dell’esperienze vissute in
prima persona da una taxista milanese in vent’anni di guida di un taxi. Cira
Somella è la protagonista reale . La mia collaborazione come coautrice è stata
principalmente quella di rendere adeguati
alla lettura le sue esperienze .
Nel novembre 2012, esce “Una moglie imperfetta” con il quale
ti classifichi in quarta posizione al Premio Circe nel 2013. Cosa troveranno i
lettori al suo interno?
Intrighi, passione, un corollario di personaggi incredibili
eppure molto simili a quelli che incontreresti ogni giorno per strada. È un
romanzo che sta riscontrando molto successo. I lettori sono coinvolti dalla
trama e la mia scrittura semplice sembra l’arma vincente.
Quali tematiche affronti nel tuo libro e come nasce l’idea
per “Una moglie imperfetta”?
"Una moglie imperfetta" è lo specchio della nostra società, la
storia è tinta di giallo quando vengono rinvenuti cadaveri due anziani accuditi
dalla moglie del medico di base di Bregulio (nome di fantasia) di un piccolo
borgo affacciato sul lago Maggiore. E’ una morte sospetta, il ruolo di badante
con secondi fini e non ultimo il duplice omicidio dei due vecchi da parte della
moglie del medico, Teresa, mette in subbuglio il paese che da sempre ha
malvisto la donna. attraverso la lettura scopriamo come i personaggi si pongono
di fronte all’infausto evento e come le dicerie possono sconvolgere la vita di
una persona.
L’idea di questo romanzo,nasce dalla volontà di raccontare
una storia che non da nulla di scontato e che cercare la perfezione nelle
persone è praticamente impossibile.
Dal febbraio 2013, partecipi al programma "Parole in
libertà" presso il carcere di San Vittore a Milano. Parlaci di
quest’interessante iniziativa di cui sei curatrice e ideatrice.
E’ un progetto al quale credo fortemente e che sta dando i
suoi frutti. Alla sezione femminile le detenute sono impegnate a scrivere un
romanzo a più mani che come ben sai è qualcosa che io ho già realizzato con
altri autori. Attendo gli eventi. Chi volesse seguire le giornate dal carcere
può sbirciare la mia pagina fb o la pagina fb di 'Una moglie imperfetta'. Le
prime giornate che ho trascorso tra le sbarre sono documentate da dei miei
resoconti. Ora non avrebbe più molto senso, la vita c’insegna che ci si abitua
a tutto e purtroppo anche alle sbarre.
Hai altri progetti in cantiere?
Si sto scrivendo un altro romanzo, veramente è quasi finito,
per ora lo lascio sulla scrivania in attesa che i personaggi s’ambientino un
pochino e poi gli darò il tocco finale. Di solito sono proprio i miei attori
che m’indicano il finale, quindi aspetto un loro cenno.
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo
per tutto!
E’ stato un piacere essere intervistata da te. Un grazie
ancora per lo splendido lavoro che fai per noi scrittori e arrivederci alla
prossima volta.
Per seguire Sonja UNA MOGLIE IMPERFETTA
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