La lettura di questo romanzo mi ha avvinto, affascinato e inquietato.
QUARTA: Emy è una ragazza ricca e intelligente e nutre una segreta ambizione: scoprire i segreti che si nascondono dietro il volto imperscrutabile del destino. La sua passione, però, la condurrà ai limiti della follia e, una volta accompagnata dai suoi parenti in una casa di cura, non resterà che il silenzio a riempire le sue giornate. Tuttavia, l'ospedale psichiatrico mostrerà presto il suo volto: morti sospette, medicine dall'aspetto ambiguo e, soprattutto, il ripetersi del numero tredici, il numero di Lucifero. Tra mistero e magia oscura, Francesca Napoli guida la sua protagonista al di là del confine tra la vita e la morte per poi svelare ciò che ognuno di noi porta dentro di sé: il potere indistruttibile e salvifico dell'amore. Un esordio intenso e bruciante.
Il libro si apre con un prologo che getta una luce sinistra sull'intera storia e già fa comprendere l'andamento e il genere letterario trattato: il paranormale.
Emy è una ragazza che ha tutto dalla vita: una famiglia unita, una bella casa, un ragazzo che la adora e un paio di amiche meravigliose. Tutto è perfetto nella sua vita di studentessa, Emy è una ragazza come tutte le altre, l'amore e l'amicizia occupano un posto fondamentale nella sua esistenza e il futuro è un sogno a occhi aperti.
C'è, però, un segreto che tiene chiuso dentro il suo cuore: la passione per il mistero e la magia nera. Emy è capace di trascorrere ore intere a spulciare libri e volumi sull'argomento, reperiti in libreria, su scaffali anonimi o nei mercatini. La sua sete di sapere e il suo attaccamento all'ignoto sono piccolo tarli annidiati nella sua mente che giorno dopo giorno, mese dopo mese, acquistano dimensioni sempre più rilevanti.
E, un pomeriggio, ecco manifestarsi il primo segno, a lungo agognato: l'apparizione di Atena, la dea della sapienza. Una figura in carne e ossa che le parla, che le fa compagnia. Tutti la credono pazza e il risultato sarà un isolamento completo che condurrà i gentiori alla decisione d'internarla in un ospedale psichiatrico per qualche tempo. Un mese intero senza contatti con l'esterno.
La clinica è linda, le pareti bianche sono ricorrenti come il numero 13. Tredici sono le sbarre alle finestre, tredici le pazienti, 13 il giorno dell'entrata in clinica di Emy. La porta della clinica si chiude alle spalle della ragazza e il mondo, là fuori, diventa un remoto miraggio.
'... quell'ospedale aveva qualcosa di strano ... tutto era pervaso da un silenzio quasi assordante. C'era un non so che di sinistro e si respirava un'aria pesante.
Quando varcai la porta dell'ospedale sentii un vento gelido penetrarmi le ossa e una voce, non so se nella mia testa o altrove, mi susurrò "Scappa!" '
I temi trattati nel libro sono l'inquitudine, la paura, l'amnesia, il destino e la magia. Francesca è stata capace di imbastire una storia attuale con una semplicità innata. Ci mostra che non sempre le persone in cui riponiamo la nostra fuducia sono ciò che sembrano. L'autrice ha toccato anche il viaggio in astrale, tema a me molto caro, come ben sapete.
Il punto di forza di questo romanzo sta nella sua scorrevolezza e capacità di catapultarci al suo interno. Non leggiamo un libro, noi lo viviamo. Percorriamo con Emy quei corridoi alieni, corriamo con lei, scappiamo con lei, ci ribelliamo con lei.
Un romanzo coinvolgente, dal ritmo serrato, in cui Bene e Male si inseguono nell'atavica lotta riproposta in una chiave particormente interessante. Questo libro ci mette di fronte a degli interrogativi a cui non sappiamo dare risposta: cosa ricordiamo del nostro passato? E, se avessimo scordato le persone che hanno fatto parte della nostra vita? E, se dietro alla nostra vita perfetta si nascondesse chissà quale realtà invisibili agli occhi?
'Siamo soltanto delle banali marionette manovrate da un astuto burattinaio? O siamo, forse, vittime degli scherzi del caso?'
Un esordio scoppiettate, di forte impatto emotivo. Francesca Napoli è un'autrice talentuosa che ci riserverà altre sorprese in futuro, ne sono certa!
' Dietro il silenzio adesso si nascondeva soltanto un urlo inquietante, di impotenza.'
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