Ciao Giulia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Salve, mi chiamo
Giulia Madonna, sono nata a Pescara il 31 luglio del 1963. La scrittura è stata
sempre presente nella mia vita ma inconsapevolmente. Avevo come tutti un diario,
però io lo utilizzavo per auto analizzarmi e ci riuscivo grazie alla parola
scritta. Ho sempre amato scrivere lettere alle amiche o agli amori, perché
riuscivo ad essere me stessa, senza essere interrotta, andando dritta verso la
meta. Nel 2005 ho iniziato a scrivere storie, che sono diventate romanzi. Da
allora la scrittura non mi ha più abbandona, presa dal turbinio della
creazione: sono nati e partiti più romanzi, tra cui il primo e l’attuale AMATA
TELA.
Il diploma scientifico, la laurea in Architettura, l’impiego
presso studi tecnici e docente di corsi di formazione professionale. Dove trovi
il tempo per scrivere?
Diciamo che lo rubo.
Mi dedico il pomeriggio alla scrittura, se posso la notte, perché è magica nel
suo silenzio, solo apparente, in realtà
c’è un forte turbinio interiore.
Quali sono i tuoi autori preferiti e quanto c’è di loro nei
tuoi scritti?
I primi autori che mi
hanno colpita sono stati quelli studiati
a scuola. Ricordo l’emozione provata di fronte alla poesia di Giuseppe Ungaretti
“San Martino del Carso” ero poco più che una bambina, non ricordo bene cosa
compresi, ma una forte emozione mi attraversò. Così ai tempi del liceo la
poesia di Cecco Angiolieri “S’i fossi foco” ricordo quanto la sentissi mia
nell’intensità di voler inondare il mondo con l’energia che sentivo dentro. E
così via via nel percorso scolastico l’amore per Leopardi e quel suo pessimismo
nostalgico e straziante, le opere di Pirandello, o D’Annunzio. Poi la scoperta
degli autori stranieri come la penna favolosa di Oscar Wilde nel suo ritratto
di Dorian Gray, o “il vecchio e il mare” di Hemingway.
Il primo libro che lessi
di mia volontà e lo divorai fu “La mia Africa” della Blixen e ne vidi anche il
film, quello sì, è stato un romanzo che mi ha segnata parecchio, forse perché
il primo scelto da me. Amo molto Dacia Maraini, ma anche Italo Calvino di cui
prediligo Palomar, che nelle prime pagine non capivo, ma poi entrai talmente in
sintonia con l’autore da sentire mie le sue scelte, le sue parole, ci fu
empatia pura, tanto che ne ho scelto una
citazione da inserire nelle prime pagine di AMATA TELA.
Non so se c’è parte di
tutti loro nelle mie opere, non credo debba essere io a dirlo, certo è che, se
fosse, per me sarebbe solo un grande onore. Credo che quando scrivo ci metto
tutto, quello che sono, quello che vorrei essere e quello che spero diventerò,
in pratica tutta la mia vita.
Quale libro riposa sul tuo comodino?
Sul mio comodino non
ci sono libri perché non leggo prima di andare a letto, sono troppo stanca. I
miei libri sono nel mio studio e un po’ in giro per casa, amo gli autori
classici, libri di architettura, storia dell’arte , adoro quando vado in
libreria andare in cerca di novità editoriali sull’arte e la storia dell’arte,
vengo letteralmente fagocitata dalle
monografie di artisti, completamente assorbita dalle immagini, quello è il mio
debole.
Nel 2011, esordisci
con il romanzo “La stanza vuota” con cui ti aggiudichi i premi della giuria al
concorso letterario “Cinque Terre – Golfo dei Poeti”, nel 2012, e al concorso letterario “Val di Vara –
Alessandra Marziale”. Cosa ricordi di queste esperienze?
All’epoca partecipai
a tantissimi premi letterari perché volevo testare la mia scrittura e portarla
alla conoscenza di più persone possibili e di capacità critiche. Riscossi
qualche segnalazione che mi emozionò, ma poi arrivarono i due premi della
giuria così andai a ritirarli. Un viaggio lungo ma piacevole fino a
Portovenere, abbarbicata sul mare, con il suo clima mite e la sua gente
cordiale. Fu bello, emozionante, ebbi l’ opportunità di parlare con una
editrice toscana molto in gamba, da cui trassi tanti insegnamenti e poi ci fu
il ritiro del premio: momento carico d’emozione.
Nel 2013 partecipi ancora al concorso letterario “Cinque
Terre – Golfo dei Poeti” con il racconto “Ossessione” aggiudicandoti il terzo
posto. Raccontaci qualcosa di più.
Era un racconto molto
intimistico, scritto in prima persona, che narrava il tormento di una donna a
metà della sua vita, tormentata dai suoi ricordi, nonostante stesse vivendo un
matrimonio sereno. Un viaggio all’interno di un’anima tormentata dal passato. Altro
ricordo bello ed emozionate.
Hai partecipato a diversi concorsi distinguendoti per le tue
opere tra cui ricordiamo il concorso
di “Scrittura Collettiva”
organizzato da ‘24letture’, la pagina letteraria del ‘Sole 24 Ore’ su Twitter.
Parlacene.
E’ stata
un’esperienza sorprendente. Scrivere 9 capitoli partendo da un incipit comune
di stile fantasy. Un genere mai affrontato, ma che mi ha regalato molto. Io ho
aggiunto l’intimità, lo scavo psicologico al protagonista, tormentato,
insicuro, ma che poi trova forza in sé, grazie anche all’amore di una sua
collega d’ufficio. Alla fine mi sono talmente affezionata al protagonista che
quando l’esperienza è finita mi sono mancate le sue avventure, i suoi tormenti,
le sue paure, mi era entrato dentro. Ma la cosa che più mi ha sorpresa e resa
felice è stato l’affetto dei lettori, cercati su Twitter, per caso, per gioco,
ma che mi hanno attestato la loro commozione, il loro affetto, la loro stima ,
incoraggiandomi ad andare avanti e a fare della scrittura la mia vita.
Nel 2014 esce il romanzo “Amata tela”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Nel 2014 esce il romanzo “Amata tela”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Se lo vogliamo
liquidare in due parole possiamo definirlo una grande e tormentata storia
d’amore, che si staglia nel corso di più di vent’anni. In realtà io lo
definirei la commedia degli equivoci, che troppo spesso fanno apparire ciò che
non è, che avvelenano le nostre vite, che ci allontanano dalla felicità. Certo
l’amore e tutti i suoi effetti collaterali sono presenti , ma non è un romanzo
rosa, assolutamente. Anzi, gli uomini, molto più che le donne si sono
emozionati fino alle lacrime, il che è mi ha meravigliata e compiaciuta. Vero è
che ci sono 4 personaggi maschili e solo due personaggi femminili, e che,
quindi, il mondo maschile è ben scandagliato e messo sotto la lente
d’ingrandimento. Forse gli uomini hanno gradito come li ho descritti e
disegnati, me lo auguro.
Quale tematiche affronti?
E’ affrontato il tema
dell’artisticità. Tutto il percorso che lei, studentessa di architettura, e
lui, artista in ascesa, fanno per raggiungere il successo, la felicità. I temi
sono molteplici: la solitudine della creazione, la libertà, la strada per
raggiungere il successo, chi ti tende la mano, la ricerca del padre, la
scoperta della paternità, tantissime tematiche. Poi c’è un protagonista che io
disegno come negativo e dirompente nella storia: i mass media, autori della macchina del fango a
discapito di due dei protagonisti che vedono distrutta la loro vita.
Quale messaggio hai voluto trasmettere?
Trasmetto la mia visione
dell’amore in senso lato, non solo fra l’uomo e la donna ma anche verso al
vita, verso i propri sogni e le proprie speranze, verso il mondo. Descrivo un
mondo artistico in fermento pronto a lottare per vedere riconosciuta e protetta
l’arte, la cultura, contro una società troppo distratta e poco consapevole del
patrimonio artistico italiano, ormai allo sfacelo.
Qual è stato l’input per “Amata tela”?
Qual è stato l’input per “Amata tela”?
I miei romanzi
prendono sempre il via dalla realtà o parti di essa, storie o personaggi che mi
hanno colpita e che poi ricostruisco come le tessere di un puzzle, in realtà,
però, come comincio a scrivere, la storia, poi, prende corpo con i suoi
personaggi e la fantasia creativa prende il sopravvento. Così i personaggi da
cui sono partita non sono più quelli ma altri, che chiedono prepotentemente la
ribalta, voce, spessore. Quindi la realtà è solo la scusa per partire, mi dà
solo il là, poi la storia prende corpo da sé.
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci
a parte?
C’è un altro romanzo,
iniziato pure questo nel fatidico 2005, a cui sto ancora lavorando e da cui ho
tratto il racconto “Ossessione”, con cui ho vinto il terzo posto al premio “Cinque Terre” del 2013. E’
un progetto a cui tengo moltissimo perché è un romanzo doppio, una parte
scritta in prima persona, un diario intimistico, e una seconda in terza con la
voce narrante. Un sorta di dialogo dopo la morte tra moglie e marito,
attraverso il diario di lei, un legame che non si spezza neppure con la
scomparsa di lei. Poi c’è un sogno molto ambizioso: scrivere la storia della
mia famiglia, che vanta origini nobili a partire dal lontano 1800. Il tutto
sarebbe possibile grazie alla mia memoria storica, mia madre, che ha serbati in
sé non solo i suoi personali ricordi di bambina, ma che conosce perfettamente
la storia dei nostri avi. Spero di riuscire a mettere assieme questo romanzo,
che sarà sicuramente storico, ma soprattutto corale, perché narrerà la vita di
più personaggi, in più epoche e da più punti di vista. Un sono molto ardito.
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al
lupo!
Grazie a te a ai tuoi
lettori.
Per seguire Giulia @GIULIAMADONNA
Cara Linda,
RispondiEliminaè stata una bella esperienza.
Grazie davvero ;-)
Giulia Madonna
Grazie a te e in bocca al lupo per il tuo futuro <3
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