Ciao Francesca, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa
di te.
Ciao, grazie per l’accoglienza!
Qualcosa di me? Ho cinquantasei anni, sono felicemente
sposata da quasi trentadue. Ho due figli: Angelo, ventitré anni, e Giorgia,
quasi quattordici. Ho sempre svolto il mio mestiere di scrittrice – anche di
giornalista, per un certo tempo – lavorando da casa, con la macchina per scrivere prima, con il computer poi. Una “piacevole
faticaccia”! Ma sono contenta, perché ciò che faccio mi piace molto e mi ha
permesso di conciliare la mia famiglia con un lavoro-passione.
Giornalista, scrittrice e madre di due figli. Ti definisci ‘
nata con la penna in mano’. Approfondiamo questa definizione.
Avevo solo quattro-cinque anni quando mia sorella, maggiore
di me di sette, mi ha insegnato a leggere e a scrivere: ma prima ancora di
riuscire a metter su carta i miei pensieri, ho dettato a lei una storia a
puntate, la vicenda di due bambini che si perdono insieme al Luna Park. Ho ancora il quadernetto con il mio
“mini-romanzo”. Quando ho incominciato la scuola, poi… trascorrevo il mio tempo
libero sui quaderni, a scrivere storielle, poesie, perfino commedie, e a
illustrarle. Inventavo anche dei giornaletti.
Il tuo percorso letterario inizia da giovanissima con
pubblicazioni di romanzi, brevi racconti,
soggetti per fotoromanzi e rubriche sui magazine “Bolero”, “Dolly” “Bella” e “ Confidenze”. Parlacene.
Una mia insegnante delle medie, conoscendo la mia passione,
mi spronava a inviare i miei racconti alle riviste, ma ci ho messo molto tempo
prima di convincermi. Quando l’ho fatto, a ventun anni, ho trovato una redattrice
straordinaria, Cristina Maza, che mi ha risposto a casa, dicendomi che il
racconto spedito non era adatto alla loro rivista, ma apprezzava il mio modo di
scrivere, voleva che le mandassi qualcos’altro. Ho inviato una storia che avevo
scritto a diciotto anni, ed è stata pubblicata. La prima di una lunga
serie… Eravamo nel lontano agosto 1979,
la rivista era "Bolero Teletutto", ai tempi vendeva tantissimo. Poi è stata la
volta di "Dolly", rivista per adolescenti, con cui ho collaborato parecchio,
vista anche la mia giovane età. Con "Confidenze" ho avuto un rapporto più breve,
invece: qui, al contrario, il fatto che fossi giovane era considerato una sorta
di handicap.
Hai collaborato anche con le
riviste per ragazzi “Poochie” e “Il Giornale di Barbie”, hai scritto
sceneggiature per “Sirenetta” e “Minni” e hai seguito anche un corso di
scrittura creativa con la Disney. Cosa ricordi di queste esperienze?
È stata una palestra di lavoro straordinaria. Io non amo i
corsi di scrittura creativa, non ci credo molto, ma in questo caso devo
ammettere che mi è stato utile per un approccio al mondo dell’editoria un po’
diverso da quello che avevo vissuto sino a quel momento. E poi ho conosciuto
persone eccezionali, che hanno “fatto la storia” del mondo dei ragazzi per
tanti anni, come Elisa Penna, Gaudenzio Capelli, Betta Gnone, il nostro
insegnante Alessandro Sisti, autori di storie indimenticabili rimaste nel cuore
di tutti quelli che sono cresciuti a “pane e Disney”!
Attualmente curi la posta dei lettori di “Topolino”. Di cosa
si tratta nello specifico?
I ragazzi scrivono a “Topolino” per chiedere di tutto:
consigli, amicizia, per conoscere le storie dei personaggi che amano. E io
rispondo a casa. Ma non ci sono solo i ragazzi. Ci sono… quelli cresciuti. Genitori,
zii, perfino nonni. Chi non lascia dentro di sé una parte della propria
infanzia, del resto, è una persona infelice… Molti chiedono particolari delle
storie che amano, vogliono sapere qualcosa di più di questo mondo pieno di
fantasia.
E scrivi narrativa per i magazine “Intimità” e “Love Story”.
Come nasce una tua storia?
Tutto mi può dare l’ispirazione giusta. Una frase ascoltata
per caso, una bella fotografia, una situazione. Ben difficilmente tratto
qualcosa di totalmente autobiografico. Devo sempre filtrare, altrimenti non
avrei il giusto distacco dai miei personaggi, e non sarei imparziale: anche se
a volte, lo confesso, c’è molta immedesimazione, e magari piango davvero,
raccontando una storia triste…
Per quattordici anni hai fatto la giornalista sportiva. Hai
collaborato con diverse riviste sportive per giovanissimi; intervistato
personaggi della Tv e dello sport, incontrando campioni del calibro di Gullit,
Van Basten, Matthaeus, Bergomi, Baggio e Vialli. Raccontaci quest’esperienza.
È stata un’esperienza esaltante, anche perché ho sempre
avuto una grande passione per il calcio. Al contrario di quanto si pensi, ho
trovato una grande spontaneità nei giocatori, e una disponibilità impensabile.
Io non ho mai conosciuto “divi del pallone”. A parte qualche rara eccezione, ho
avuto a che fare con ragazzi semplici, e molto più intelligenti di quanto
vogliano farci credere in genere. Ho un bellissimo ricordo di questi anni. C’è
da aggiungere comunque che, lavorando per un mensile, non cercavo mai dai
calciatori la cronaca della partita, ma puntavo sempre più sul personaggio
lontano dai campi di gioco, per dare un risvolto più psicologico che tecnico.
Il fatto di non parlare solo di calcio mi agevolava il compito, i giocatori si
prestavano molto volentieri a parlare di qualcosa di diverso.
Nel 1981 pubblichi il romanzo “Una casa per
Sissi”(Mondadori). Daccene un assaggio.
Volentieri! Questo l’incipit:
“Il giorno che andai ad
abitare assieme a mio fratello mi sentivo ancora una ragazzina. Il tutto era
nato da un impulso che ci aveva costretti a separarci dai nostri genitori per
incompatibilità di idee. Né lui né io riuscivamo a trovarci d’accordo con gli
schemi che l’ambiente in cui eravamo nati ci imponeva. E così ce ne eravamo
andati, io col mio entusiasmo di diciottenne inesperta, lui con qualche anno in
più e il lavoro in fabbrica che ci aveva costretti all’esilio…” [...]
Esiste anche un ebook dal titolo “Come eravamo” che contiene
i primissimi racconti pubblicati, tra il 1979 e il 1980. Quali temi affronti in
questa raccolta?
Sono temi di attualità dell’epoca: non solo amore, ma anche
rapporti tra genitori e figli, condizione della donna (eravamo
ancora nel pieno del femminismo, anche se io non
sono mai stata troppo “arrabbiata” in questo senso). C’è anche un racconto a
cui sono molto affezionata, si intitola “Granelli di sabbia negli occhi” e il
personaggio del nonno è ispirato a Sandro Pertini, indimenticato Presidente
della Repubblica di allora.
Con Chichili Agency esce il breve chicklit, “Nuvole a
colazione” e un romanzo in quattro parti “Ciao Luca”. Parlacene.
Non è stata un’esperienza delle più felici, ma mi ha
permesso di prendere familiarità con gli ebook, sul nascere. “Nuvole a
colazione” è un chicklit abbastanza classico, ma molto personalizzato. Non
potevo tradire me stessa, cioè. E l’ho reso abbastanza “mio”.
“Ciao Luca” è un romanzo che ho scritto a diciassette anni,
prendendo spunto da personaggi che stavo studiando a scuola, in seconda liceo
classico: infatti i protagonisti sono Lucrezio, Catullo, Machiavelli, Cicerone,
Cartesio, tutti rigorosamente attualizzati.
È una storia rosa e non rosa, parte
dalla fine, ed è una fine tragica, visto che parla del suicidio di Luca e ne
racconta la vicenda, raccontata in prima persona dalla donna che lo ha amato.
Nel dicembre del 2012, pubblichi come co-autrice “La
macchina del tempo” , biografia di Gabriele Lorenzi, celebre tastierista della Formula 3.
Raccontaci qualcosa di questo edito.
Tutto è nato per merito di Facebook!
Muovevo i primi passi nel social network e la mia curiosità
mi ha spinto a cercarvi i miei vecchi idoli di un tempo, e cioè i componenti
del gruppo della 'Formula 3', che ha accompagnato Lucio Battisti, e fra i primi
esponenti della musica prog in Italia. Vi ho trovato il tastierista, Gabriele
Lorenzi, appunto, ho chiesto l’amicizia e… siamo diventati davvero amici
virtuali. Ci scambiavamo simpatici messaggi. Lui voleva scrivere la storia
della sua vita: sapendo che ero una scrittrice, mi ha proposto un lavoro a due.
Così è nata “La macchina del tempo”, cioè… cinquant’anni di musica! Gabriele è
davvero “un ragazzo di settant’anni”, con una grandissima carica, ancora oggi.
Più recenti sono il
mystery chicklit “Il Principe della Notte”, il romance “L’amica americana” e la
raccolta di racconti “W l’estate”. Come riesci a coniugare stili letterari
diametralmente opposti tra loro?
Mi piace variare. Io scrivo, scrivo sempre e mi diverto di
più cambiando genere. I detrattori dei miei chick sostengono che scrivo come
una ragazzina. Beh, per me è un complimento! Ma so scrivere anche in altro
modo, e cioè storie drammatiche. Dunque, sono una scrittrice “per tutti i
gusti”. Forse per questa qualità viene in mio aiuto anche l’esperienza, dovuta
ad anni e anni di lavoro.
Ed, ora, è la volta di “Colazione da Tiffany” edito da
Sperling e Kupfer. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
È un romanzo particolare, una commedia romantica e
brillante: Angela, detta Angy, non ha un carattere facile, anche se per amore è
disposta a scendere a patti, a sciogliersi un po’. Si dispera perché è stata
lasciata a due mesi dalle nozze e… dopo essersi tolta, a modo suo, qualche
sassolino dalle scarpe, decide di voltare pagina. E lo farà scegliendo una
vacanza tutta speciale: all’hotel Tiffany, appunto. Un luogo magico, che come
la gioielleria nel mitico film “Colazione da Tiffany” a cui è dedicato, sa
restituire la gioia, la voglia di vivere, la serenità. L’hotel è gestito dalle
zie di Angy, Camilla e Gisella, sorelle della mamma, che adorano “Colazione da
Tiffany” e gli anni Sessanta. Angy pensa di starsene in questo periodo con il
cuore in stand-by, studiare e dare una mano alle zie in albergo. Ma non ci
riuscirà. Leggere per credere!
Qual è stato l’input per questo romanzo e quali le tematiche
che affronti?
L’input per questo romanzo è stato proprio il bisogno di
scrivere qualcosa su questo film, che ho sempre amato. Gli altri romanzi in
circolazione che parlano di Tiffany, infatti, malgrado la loro ingannevole
copertina, si riferiscono solamente alla gioielleria e non alla pellicola che
ha fatto sognare milioni di persone. Ci tenevo molto.
Le tematiche che affronto? L’amore, anzitutto, ma con il
sorriso sulle labbra. E poi c’è un messaggio trasversale che mi piace: la
comunicazione tra generazioni è possibile. Miti ed evergreen ce lo permettono:
come “Colazione da Tiffany”, appunto, che piace proprio a tutti!
Sei membro dell'associazione EWWA. Di cosa si tratta nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?
Sono una delle "new entry" di questa associazione, ma mi trovo bene. Conoscevo già, virtualmente e non, molte autrici e trovo che sia bellissimo poter scambiare le proprie esperienze, discuterne.
Se la consiglierei alle colleghe? Naturalmente sì. Penso che un'associazione come questa, che si occupa di tutto quello che riguarda il mondo della scrittura e il mondo dell'editoria al femminile, sia importantissima per tutte noi. Il confronto reciproco arricchisce sia da un punto di vista professionale che umano. Non ho ancora avuto occasione di partecipare agli incontri organizzati dalle EWWA, ma spero di farlo presto!
Sei membro dell'associazione EWWA. Di cosa si tratta nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?
Sono una delle "new entry" di questa associazione, ma mi trovo bene. Conoscevo già, virtualmente e non, molte autrici e trovo che sia bellissimo poter scambiare le proprie esperienze, discuterne.
Se la consiglierei alle colleghe? Naturalmente sì. Penso che un'associazione come questa, che si occupa di tutto quello che riguarda il mondo della scrittura e il mondo dell'editoria al femminile, sia importantissima per tutte noi. Il confronto reciproco arricchisce sia da un punto di vista professionale che umano. Non ho ancora avuto occasione di partecipare agli incontri organizzati dalle EWWA, ma spero di farlo presto!
Hai qualche altro progetto di cui vuoi metterci a parte?
Per il momento è ancora tutto molto nebuloso. Ho mille progetti
in mente, ma molto dipenderà da “Vacanze da Tiffany”, appunto.
E’ stato un grande piacere ospitarti nel mio blog. In bocca
al lupo per tutto!
Per seguire Francesca VACANZE DA TIFFANY
Mille grazie a Linda Bertasi per l'intervista e per l'ospitalità!
RispondiEliminaFrancesca Baldacci
Grazie a te, è stato un grande piacere ospitarti! In bocca al lupo!
EliminaBellissima intervista! Io ho letto Vacanze da Tiffany quando era ancora un ebook e...ci ho creduto sin da subito! Sono felicissima di seguire da vicino il suo successo.
RispondiEliminaEleonora S.
Io devo assolutamente acquistarlo! :)
EliminaGrazie a entrambe!!!
RispondiEliminaFrancesca