Per prima cosa grazie di questa intervista. Sono
un’arabista, laureata alla Sapienza di Roma (triennale e magistrale) in Lingue
e Civiltà Orientali (curriculum di lingua araba), una blogger e una scrittrice.
Sono anche una appassionata di libri e, tra i miei hobby, ci sono il
collezionismo di francobolli e la danza del ventre. Sono una persona dal
carattere allegro e ottimista, però anche molto riservato e quest’ultima
caratteristica spiega, in parte, il mio “amore/odio” per i social network.
Credo fermamente nella libertà personale e non sopporto
soprusi e ingiustizie. Ritengo che ognuno di noi debba essere libero di
esprimersi senza temere il giudizio altrui o giustificarsi.
Nutro un grande amore per la Storia e non mi piace
fermarmi alle prime spiegazioni o teorie che trovo o di cui mi parlano (di
qualunque ambito si tratti).
Credo anche nella
forza di volontà e ho fatto mia una frase di Steve Jobs: “Non farti
intrappolare dai dogmi… Non lasciare che il rumore delle opinioni altrui
offuschi la tua voce interiore”.
Ritengo che sia importantissimo imparare a vivere
seguendo il nostro istinto e i nostri sogni, rispettando gli altri, ma senza
lasciarci travolgere dall’uragano di informazioni e convenzioni da cui veniamo
bombardati ogni giorno. Non è facile, ma vale la pena.
La laurea triennale in ‘Lingue e Civiltà Orientali’ e il
trasferimento per un periodo ad Alessandria d’Egitto. Cosa ricordi di questa
esperienza e da dove nasce questa tua passione per il mondo arabo?
Ho moltissimi ricordi di queste esperienze, perché mi
hanno insegnato a crescere e a credere in me stessa. Viaggiare e imparare le
lingue vuol dire conoscere e scoprire nuove realtà, confrontarsi davvero con
gli altri, senza filtri e senza schermi. Significa aprire la mente e il cuore,
uscire da quella che gli esperti chiamano “zona di comfort” e vivere, stare al
mondo.
La passione per il mondo arabo nasce anche da qui, dalla voglia di sapere, di esplorare e da qualcosa che non saprei definire, ma che mi ha accompagnato fin da quando ero molto piccola. Una passione e un amore, che ha radici così salde e così profonde che neppure più io so ritrovarne l’origine. Chissà, forse non c’è, o magari è nata con me.
La passione per il mondo arabo nasce anche da qui, dalla voglia di sapere, di esplorare e da qualcosa che non saprei definire, ma che mi ha accompagnato fin da quando ero molto piccola. Una passione e un amore, che ha radici così salde e così profonde che neppure più io so ritrovarne l’origine. Chissà, forse non c’è, o magari è nata con me.
La Storia fa parte di te, a tal proposito dichiari: ‘Lo
studio della Storia e la conoscenza dei temi d’attualità possono aiutarci ad
avere una maggiore consapevolezza di noi stessi, del mondo che ci circonda e
del nostro futuro.’ Approfondiamo questa dichiarazione.
Sapere e conoscere sono due verbi fondamentali; ciò che
impariamo sul passato e sul presente ci modella, ci forma come individui e
dovrebbe, in molti casi, aiutarci a non ripetere gli stessi errori nostri e di
chi ci ha preceduto. Studiare, dunque, non è noioso dal mio punto di vista, ma
vitale. “L’albero dell’ignoranza”, come lo chiamo io, non genera frutti, è
sterile. Non solo: ignoranza, prevaricazione e violenza sono tre “cattive
sorelle” che da sempre fronteggiano la libertà, la creatività e il rispetto. Finora, nonostante tutto, quelle tre hanno
sempre perso e se vogliamo renderle davvero inoffensive per sempre, dobbiamo
sapere. Imparare ci aiuta a conoscere noi stessi come uomini e donne, come
individui con diritti e doveri, come parte del mondo e della Storia, un ruolo
che nessuno può toglierci, se noi non lo permettiamo.
Gestisci personalmente i blog “La mano di Fatima”, “Divine
Ribelli”, “La penna di Zen”, il tuo blog ufficiale “Francesca Rossi Autrice” e il sito “Angelica la
marchesa degli angeli”. Di cosa trattano nello specifico e quale di questi
richiede più impegno?
Tutti e tre richiedono molto impegno per cercare e reperire le fonti, leggerle, approfondirle e
solo alla fine scrivere.
“La Mano di Fatima” è dedicato al mondo arabo-islamico e lì si affronta ogni tema inerente, dalla Storia all’attualità, dalle curiosità alla religione, dal femminismo arabo alle recensioni di libri.
“La Mano di Fatima” è dedicato al mondo arabo-islamico e lì si affronta ogni tema inerente, dalla Storia all’attualità, dalle curiosità alla religione, dal femminismo arabo alle recensioni di libri.
“Divine Ribelli” è, fin dal titolo, un inno alle donne
che hanno fatto la Storia, ma presto tratterò anche temi attuali. Non solo
biografie, ma anche interviste impossibili e approfondimento di argomenti che
riguardano la storia delle donne, soprattutto di quelle oscurate o dimenticate
nel tempo.
“La Penna Zen” sta per partire ufficialmente ed è un blog
dedicato alla scrittura, più nello specifico al modo in cui la lettura e la
scrittura possono influire nella nostra vita quotidiana; un blog non solo per
scrittori o aspiranti tali, quindi, ma per chiunque ami leggere e scrivere.
“Angelica la Marchesa degli Angeli”, celebre eroina
creata dalla penna di Anne e Serge Golon, è il mio mito fin da bambina. Ho in
programma una vera e propria ristrutturazione del sito e, non appena avrò più
tempo, mi ci dedicherò. Contiene approfondimenti sui romanzi, sul periodo
storico e sui famosissimi film diretti da Bernard Borderie negli anni Sessanta
e interpretati dalla bellissima Michele Mercier.
Collabori con diversi blog e siti, tra cui “Cultura e
Culture di un Mondo in Movimento”, “Huffington Post”, “Mosca Oggi”,
“Egittologia.net”, “Velut Luna Press” e “Talento nella Storia”. Quali mansioni
ricopri nel dettaglio?
Per “Cultura e Culture” mi occupo di articoli d’attualità
internazionale e ho un mio spazio virtuale, “Malala e le Altre”, dedicato alle
donne arabe e musulmane. Anche in “Huffington Post” ho un blog in cui parlo di
politica e attualità legate al mondo islamico. Per “Mosca Oggi” scrivo articoli
sulla cultura italiana e russa destinati sia a italiani che a russi che parlano
la nostra lingua. Per quanto riguarda “Egittologia.net” collaboro, in realtà, con
la rivista del portale, “Mediterraneo Antico” con una rubrica sulle femministe
arabe, per ora, ma il tema cambierà nei numeri successivi. In “Velut Luna
Press” scrivo articoli di letteratura e faccio recensioni di libri, mentre per
“Talento nella Storia” scrivo pezzi su particolari periodi o personaggi
storici.
Esordisci nel 2012 con la saga storica “Meknès”. Di cosa si
tratta?
“Meknès” è una saga storico-erotica composta da quattro
racconti ed edita da Lite Editions. La protagonista è Leila, una giovane
destinata all’harem del potente e temibile Principe dei Credenti Moulay Ismail.
La serie è ambientata in Marocco nel Seicento e tratta temi come l’amore, la
passione, il tradimento, la vita nell’harem, gli intrighi e la magia. Leila è
una donna che cresce e sviluppa una personalità molto forte attraverso
l’addestramento per entrare nell’harem, ma anche tutte le vicissitudini che
deve subire. La sua fierezza ricorda molto quella di altre concubine che sono
riuscite ad avere un grande ascendente sui sovrani di cui erano madri o mogli.
Hai scritto diversi racconti poi inseriti in altrettante
antologie. Tra questi ricordiamo “La spada di Allah”, uscito nel 2013 e
inserito nell’antologia “Sine Tempore”, che sarà ripubblicato singolarmente con
“Genesis Publishing”. Parlacene.
“La Spada di Allah” è nato come racconto, ma diventerà
presto un vero e proprio romanzo che ruota sull’ucronia, la magia, la politica,
il mistero e l’amore. Cosa sarebbe accaduto al mondo se l’Impero Ottomano
avesse espugnato Vienna nel 1683? Questa è la domanda di partenza. Da qui nasce
la storia che vede l’Islam conquistare e assoggettare il mondo attraverso i due
protagonisti, Noor e Abdallah, due anime giuste, due sovrani magnanimi ma,
comunque, imperfetti. Tra loro si insinuerà di nuovo l’ambiguo jinn Ibrahim,
più perfido e violento che mai. Il
romanzo avrà diversi livelli di lettura e interpretazione. Presto li scoprirete
;-)
Nel 2014 pubblichi il romanzo breve “Il Palazzo D’Inverno” e
lo spin-off “La Presa del Potere”. Daccene un assaggio.
“Il Palazzo D’Inverno” è un romanzo breve ambientato
durante la Rivoluzione Russa. Verrà ripubblicato dalla Genesis Publishing in
una nuova versione su cui sto lavorando proprio in questo periodo. E’ la storia
di un amore impossibile tra una nobile, Elena e un bolscevico, Dimitri.
Dimitri “conosce” Elena e la sua parte più nascosta
attraverso un carteggio che arriva nelle sue mani in maniera piuttosto
rocambolesca. I due, però, finiranno per incontrarsi e scontrarsi, due mondi in
apparenza assolutamente antitetici.
L’ amore sboccia tra le fiamme della rivoluzione, in un
mondo ormai in declino, ma il legame forte che si instaura tra loro è il
simbolo di un nuovo inizio, di un’alba che nasce dopo la notte più cupa, della
vita che vince sulla morte.
“Il Palazzo d’Inverno” è parte di un progetto che sto
realizzando, ma per ora non posso dire nulla di più.
In questo romanzo tratti il tema della rivoluzione russa. Perché hai scelto quest’ambientazione?
In questo romanzo tratti il tema della rivoluzione russa. Perché hai scelto quest’ambientazione?
Ho un grande interesse verso la Russia, la sua Storia e la
sua cultura. Per questo motivo, tempo fa, ho deciso di studiarne la lingua.
Trovo che sia un luogo estremamente affascinante e, per alcuni versi, ancora
misterioso. A questo si è aggiunta la mia passione per le vicende e i
personaggi di quel periodo; dalla zarina Alexandra Fёdorovna a Rasputin, da Nicola II a Feliks Jusupov, ognuno è emblema di
quel tempo, è una sorta di microcosmo davvero complesso, sfaccettato, che
nessuna biografia o romanzo può descrivere totalmente. L’umanità di tutti
questi personaggi mi ha profondamente colpito, così come quei lontani giorni
che rappresentarono un vero e proprio terremoto politico, sociale e religioso
con effetti che travalicarono i confini, destabilizzando gli equilibri
geopolitici di allora. Furono mesi e
anni di precarietà, di timori, di incertezze, in cui ogni cosa era ancora
apparentemente possibile, benché si abbia ancora oggi l’impressione, leggendo
le fonti, che tutto fosse già scritto.
Nell’ottobre 2014 pubblichi il romance storico “Livia e
Laura”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
“Livia e Laura” è la storia di due donne distanti nel tempo
e nello spazio; la contessa Livia Altamura, volitiva ragazza che vive nella
Palermo degli anni Cinquanta e sogna di diventare un medico e Laura Lanza La
Grua Talamanca, meglio conosciuta come la Baronessa di Carini, vittima
dell’onore e degli uomini della sua vita nella Sicilia del Cinquecento. Livia e
Laura non hanno in comune solo la provenienza geografica, ma anche la
dirompente voglia di vivere, di scegliere chi amare, di essere libere. Il
romanzo è anche un omaggio all’Italia e alla Sicilia; ho scelto, infatti, di
usare il dialetto nei dialoghi, per dare maggiore “consistenza” linguistica,
sociale e psicologica ai personaggi, affinché le loro anime fatte di parole
fossero calate totalmente nel contesto storico.
Quali tematiche affronti nel libro e quale messaggio hai
voluto trasmettere?
In “Livia e Laura” ci sono molti spunti di riflessione,
alcuni tristemente attuali; la violenza sulle donne, sia fisica che psicologica
fino al femminicidio, la ricerca dell’indipendenza che accomuna le due
protagoniste, i sentimenti che travolgono e spingono ad atti audaci. Il
messaggio principale riguarda la libertà di scelta, l’individualità che ognuno
di noi ha il diritto di possedere e
l’attenzione che dobbiamo avere per difenderci da chi tenta di
manipolarci facendo leva sulle nostre debolezze.
Il romanzo, però, prende in considerazione anche la storia
della mafia e il presunto legame con la misteriosa setta dei Beati Paoli, uno
dei grandi enigmi siciliani.
Com’è nata l’idea per questo romanzo?
L’idea è nata dal grande fascino che la Sicilia esercita su
di me da sempre e dalla voglia di raccontare la vicenda della Baronessa di
Carini, approfondendo anche il tema riguardante la nascita e lo sviluppo della
setta dei Beati Paoli. Avevo in mente questi argomenti da molto tempo e, man
mano, su questi si è incastonata la storia di Livia Altamura, che ho immaginato
e strutturato per mesi. Come ho già detto, poi, “Livia e Laura” è anche un
omaggio all’Italia, alla sua ricchezza culturale, al patrimonio artistico e
agli anni Cinquanta del Novecento, ovvero il momento della speranza e della
rinascita italiana.
Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello
specifico e la consiglieresti alle altre autrici?
Ewwa è un’associazione di scrittrici, rigorosamente
donne, che hanno scelto e si battono
quotidianamente per la solidarietà femminile, per creare una rete tra autrici
attraverso la quale sia possibile conoscersi, aiutarsi e apprendere insieme
l’arte della scrittura. A tal proposito vengono organizzati dei seminari, degli
incontri di scrittura creativa utili per imparare e per perfezionarsi, sapendo
che ci sono sempre (per fortuna) cose che non sappiamo e che aspettano solo
noi, il nostro entusiasmo e la nostra forza di volontà per essere scoperte. Sicuramente
consiglierei Ewwa alle autrici o aspiranti tali, è una grande opportunità di
crescita e di confronto.
Hai partecipato alla prima antologia curata
dall’associazione “E dopo Carosello tutte a nanna. Storie di donne e Mamma Rai”
con il racconto “L’Ultima Sera”. Parlacene.
“L’Ultima Sera” unisce la voglia di riscatto e di fuga di una donna considerata ribelle dalla gente
del piccolo paese in cui abita e la mia sfegatata (proprio così) passione per
Luigi Tenco e Dalida.
La protagonista, infatti, decide di andar via e abbandonare il mondo chiuso in cui è cresciuta proprio nel momento in cui, al Festival di Sanremo, Tenco e Dalida cantano “Ciao Amore Ciao”, ovvero una canzone molto avanti per quei tempi, di libertà, che dice “Andare via lontano, a cercare un altro mondo, dire addio al cortile, andarsene sognando”. Un canto, che, comunque, aveva dei risvolti sociali e politici notevoli ma, purtroppo, non fu capito. Il resto è storia, benché tragica.
La protagonista, infatti, decide di andar via e abbandonare il mondo chiuso in cui è cresciuta proprio nel momento in cui, al Festival di Sanremo, Tenco e Dalida cantano “Ciao Amore Ciao”, ovvero una canzone molto avanti per quei tempi, di libertà, che dice “Andare via lontano, a cercare un altro mondo, dire addio al cortile, andarsene sognando”. Un canto, che, comunque, aveva dei risvolti sociali e politici notevoli ma, purtroppo, non fu capito. Il resto è storia, benché tragica.
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci
a parte?
Per ora posso dire che sto riscrivendo “Il Palazzo
d’Inverno”, ma ci sono altre storie che sto preparando e spero di poter dire di
più entro l’estate.
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al
lupo!
Grazie mille! Crepi.
Per seguire Asia Francesca FRANCESCA ROSSI - AUTRICE
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