Ciao Giulia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
È un piacere essere qui, Linda, e grazie per l'ospitalità.
Per rompere un po' il ghiaccio, mi metto comoda e immagino di bere idealmente
un caffè con te e con i tuoi i lettori.
Allora... Cosa potrei dirvi di me senza affogarvi di parole?
Sono una scrittrice e sono la mamma di un quasi adolescente. Sono una Toro
(astrologicamente parlando), quindi paziente e affidabile. Amo lo yoga, mi
piace leggere e andare al cinema, non sopporto le diete, adoro il cibo in
compagnia, il vino mi dà alla testa. Amo la natura e gli animali (ho otto
gatti, credo su questo non ci siano dubbi). Ah... sarei anche molto pigra se non
mi sentissi così in colpa a non rispettare i miei impegni.
Il diploma al ‘Liceo classico’, la frequentazione di una
scuola di giornalismo e, successivamente, il corso per sceneggiatori alla Rai.
Quando si è accesa in te la scintilla dello scrivere e dove trovi il tempo per
farlo?
In realtà la scintilla è stata sempre accesa, solo che quando
ero una ragazza consideravo il mio sogno di diventare una scrittrice talmente
grande, che ne avevo paura. Così l'ho presa alla larga e ho affrontato un lento
processo di avvicinamento. Sempre con lo stupore - a ogni nuova tappa - di
pensare “ehi! ce l'ho fatta!”
Il tempo per scrivere lo trovo tutti i giorni, perché da
almeno 25 anni ho trasformato la mia passione in lavoro. Solo che, come ogni
donna, devo sempre rubare questo tempo alle mille incombenze della famiglia.
Hai lavorato anche come giornalista free-lance e, tra le tue
collaborazioni, vanti anche la cronaca romana del ‘Corriere della sera’. Cosa
ricordi di questa esperienza?
Una bellissima opportunità. Sono i primi soldi che ho
guadagnato scrivendo ed ero abbastanza incredula di esserci riuscita. È stata
una palestra importantissima. Ma ho capito presto che per me il giornalismo era
un momento di passaggio e non un punto d'arrivo. Sentivo che dalla scrittura
volevo anche altro.
Sei stata sceneggiatrice per la televisione italiana,
firmando alcune puntate di “Incantesimo”, “Don Matteo”, “Carabinieri”, “Al di
là del lago” e altri. Parlacene.
Dal punto di vista della scrittura, è stato un altro grande
passo in avanti. Concentrarsi sul plot, sui dialoghi, sulla struttura, sulla
descrizione delle scene, è stata una nuova, importantissima, opportunità.
Ho guadagnato sicuramente di più di quando ero una
giornalista free-lance e – soprattutto – ho imparato molto. Anche a lavorare
insieme ad altre persone.
Le sedute con altri sceneggiatori sono fondamentali quando
scrivi film o serie tv. E ti insegnano a rispettare le ispirazioni dei tuoi
colleghi e a non considerare ogni idea come irrinunciabile.
Dichiari: ‘Scrivere libri è il meglio che mi potesse
capitare’. Approfondiamo questa dichiarazione.
Ho scritto dei lunghi ringraziamenti nel primo libro che ho
pubblicato come autore indipendente (“Prima di dire addio”) e in questi
ringraziamenti ho raccontato come la mia strada non sia stata poi così lineare.
Ho fatto e ho cercato di essere tante altre cose prima di diventare una
scrittrice. Poi mi sono accorta che le tante vite che a volte sentivo dentro di
me erano vite potenziali, che più che vissute chiedevano di essere raccontate.
Quando scrivo so che mi trovo proprio nel posto in cui vorrei
essere. Anche se a ogni nuovo libro mi confronto sempre con la paura di non
farcela.
Sei anche un’appassionata lettrice. Qual è il libro da cui
non ti separeresti mai?
Considero i libri delle grandi opportunità. Quindi il libro
da cui non mi separerei mai è quello che devo ancora leggere.
Nel 2010, esordisci con il romanzo “Prima di dire addio”, poi
trasformato in ebook e rientrato nella classifica dei Bestseller. Daccene un
assaggio.
Grazie dell'opportunità, Linda. In questo brano siamo
all'inizio della storia. Nora ha da poco perso suo marito e non sa ancora
quanto le sue sicurezze stiano per essere messe a dura prova da quanto sta per
accaderle.
[...] Alle cinque di quel venerdì pomeriggio, Nora Cooper
raggiunse Oak Bluffs e la Seaview Avenue per incontrare una coppia di New York
che per telefono le aveva espresso la volontà di comprare a Martha's Vineyard
una casa in cui passare l'estate. La temperatura era mite e il cielo terso.
Soltanto le foglie brunite e il sole già basso sull'orizzonte tradivano la
stagione autunnale ormai inoltrata.
Mentre visitavano il cottage che Nora aveva pensato andasse
bene per loro, Janet e Richard Bradford ebbero parole di apprezzamento per le
ampie stanze, l'incantevole panorama che si godeva dalle finestre del salone e
il soffitto con vecchie travi in legno lasciate a vista. Si soffermarono
abbracciati davanti al mare che si tingeva di rosso e mentre il marito le
circondava la vita con un braccio, con un movimento semplice eppure perfetto
Janet Bradford piegò la testa sulla sua spalla.
Ecco qui un uomo e una donna innamorati che non chiedono che
di poter passare il resto della propria vita insieme, pensò Nora con una punta
di malinconia.
Avrebbe potuto distogliere lo sguardo o allontanarsi, invece
rimase a osservarli. Le mancava il modo in cui Joe la faceva sentire protetta e
le mancava ogni più stupido e banale gesto della loro quotidianità.
Da quando lui non c'era più, la vita continuava a scorrere,
ma come dietro a un vetro.
Respirò a fondo. Il dolore era in agguato su ogni centimetro
della sua pelle, ma non avrebbe pianto. Non poteva farlo se non voleva affogare
nelle sue stesse lacrime. E ricordando la favola di quando era bambina, rivolse
in silenzio una preghiera alla Regina delle Nevi affinché le congelasse il
cuore. [...]
Nel 2012, esce “Luce dei miei occhi”. Di cosa si tratta?
In questo libro la co-protagonista di Nora è Susan, una donna
rimasta cieca da poco tempo, dopo un grave incidente d'auto. Quando sua figlia
Margot scompare nel nulla, nonostante le enormi difficoltà, Susan dovrà fare il
possibile per cercare di salvarla, prima che sia troppo tardi.
Ho amato molto Susan e ho cercato di immaginare come ci si
potesse sentire privati di qualcosa che nella vita di tutti i giorni finiamo
per considerare scontato. Ho amato la sua vulnerabilità e la forza che in un
momento tanto drammatico riesce a scoprire dentro di sé. Forse è questa la
costante delle mie protagoniste, la parte che più mi coinvolge e mi riguarda:
donne 'al guado', che devono mettere in gioco la loro vita e le loro fragilità,
per scoprire risorse che non sapevano di avere.
Entrambi questi romanzi sono stati poi tradotti anche in
inglese. Consiglieresti il mercato estero?
Lo consiglierei senza dubbio, perché è un mercato dalle
enormi potenzialità. Ma direi anche “Attenzione! Non basta solo pubblicare un
libro in inglese per inserirsi in quel mercato”. Come tutte le cose, ci vuole
tempo e lavoro.
Nel luglio 2014, pubblichi “Il cielo era pieno di stelle”.
Cosa puoi dirci di questa pubblicazione?
Una splendida esperienza, anche grazie ad Alessandra Bazardi,
che me l'ha proposta e che mi è stata vicina in tutto. Credo sia un grande
privilegio essere pubblicati da Rizzoli e ho sempre la grande tentazione di
scrivere un seguito alla storia delle sorelle De Feo.
Si è trattato di un'incursione in un genere diverso dal
solito. Dal mystery al romance. Devo ammettere che è stata molto, molto,
piacevole. E ho incontrato un meraviglioso gruppo di colleghe.
E nell’ottobre 2014, pubblichi il romanzo “La bambina con il
vestito blu”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Come al solito suspense, amore e un po' degli splendidi
paesaggi di Martha's Vineyard. La nuova co-protagonista di Nora, in questo
libro, è Kelly Scott, un'affascinante artista che crea sculture in rame. Kelly
ha alle spalle un difficile passato e presto si accorgerà di non aver ancora
chiuso i conti con il momento più drammatico della sua vita.
Quali tematiche affronti nel tuo libro e quale messaggio hai voluto trasmettere?
Devo dire che quando scrivo mi propongo soprattutto di
scrivere una buona storia, che coinvolga il lettore e gli faccia venir voglia
di andare avanti, e avanti, fino all'ultima pagina.
Ma dando molta importanza alla costruzione dei protagonisti,
e occupandomi di un genere che si basa sulla lotta tra bene e male, qualche
messaggio passa sempre.
Nel caso specifico de “La bambina con il vestito blu” potrei
dire che il tema è quello di non fuggire dal proprio passato e di affrontare i
piccoli e grandi traumi che ci hanno portato a essere quelli che siamo. Più
conosciamo noi stessi e più potenzialità possiamo scoprire di avere.
Siamo molto di più di quello che crediamo di essere. Ne sono
convinta.
Qual è stata l’idea per questo romanzo?
Come Nora Cooper, anch'io amo molto le case (non è un caso
che lei sia un'agente immobiliare!). Credo che le case conservino tra le loro
mura il ricordo delle vite che ci passano dentro. In questo libro ho cominciato
a pensare a una casa in cui si era verificato un episodio drammatico che aveva
cambiato per sempre la vita di una bambina. E ho pensato che fosse proprio
quello il posto in cui la bambina, ormai donna, dovesse tornare per affrontare
i fantasmi del suo passato...
Tutti i romanzi hanno come protagonista Nora Cooper,
affascinante agente immobiliare che ha il sorprendente dono di comunicare con
l'aldilà. Perché hai scelto questa sfumatura paranormale?
Mi sono accorta presto che spesso la scrittura precede la
consapevolezza. Quando è nata l'idea della comunicazione con l'aldilà, pensavo
che fosse solo un 'escamotage' narrativo. Mi sono solo preoccupata che fosse
'leggero' e non troppo cupo. Le persone hanno spesso idee diverse sulla vita
dopo la morte, e non volevo che questo elemento diventasse pregiudizievole alla
lettura della storia. In effetti, ogni invenzione letteraria richiede un atto
di fede.
Con il tempo mi sono resa conto che questa idea della
comunicazione con l'aldilà rappresentava – per me – molto di più. Ma è un
aspetto del quale è piuttosto complicato parlare. Insomma, se devo 'buttarla
più sul personale', sono convinta che non tutto finisca con la morte e che ci
sia una vita spirituale molto più ricca di quella che ci permettiamo di vivere.
Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello
specifico e la consiglieresti alle autrici?
Consiglierei assolutamente questa associazione a chiunque si
occupi, nei modi più diversi, di scrittura. Ewwa si propone la condivisione di
conoscenze, di esperienze e di contatti professionali. La solidarietà tra
autrici può avere un impatto rivoluzionario in un mondo che è in genere molto
individualista e poco avvezzo alla collaborazione.
Poter contare su un gruppo, è un'incredibile risorsa. Quindi:
iscrivetevi a Ewwa! Cosa aspettate?!?
Hai altri progetti in cantiere?
Sto scrivendo il quarto della serie, con protagonista Nora
Cooper, che spero tanto di riuscire a terminare prima dell'estate. Nel
frattempo si muove qua e là tra i pensieri anche l'idea di una nuova serie,
sempre mystery... Chissà.
Per quanto riguarda le traduzioni, subito dopo l'estate "Prima di dire Addio" (che nel 2014 è stato l'ebook più venduto su Amazon)
dovrebbe essere pubblicato in tedesco con Amazon Crossing e sempre con questo
distaccamento di Amazon Publishing il 7 luglio sarà online una nuova edizione
in inglese di “Words in the Dark” (ho appena visto la nuova cover e ne sono
entusiasta!).
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Grazie infinite per l'ospitalità, Linda! Faccio sempre un po'
di fatica a dire 'crepi il lupo', ma grazie inifinite anche per il buon
augurio.
Per seguire Giulia GIULIA BEYMAN
Grande donna e splendida scrittrice. I suoi romanzi li ho letteralmente bevuti, non letti!!!
RispondiEliminaanche io voglio assolutamente leggere qualcosa di Giulia :)
EliminaGrazie infinite per questa intervista.
RispondiEliminaÈ stato davvero un piacere essere ospite del tuo blog.
Ciao,
Giulia
Anche per me sono felicissima di averti incontrata :)
EliminaSu Agon Channel tutti i giorni alle 13 c'è "Quello che le donne non dicono", talk show al femminile condotto da Monica Setta: ogni giorno ci sono 2 ospiti che si confrontano.
RispondiEliminaMolto interessante :)
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