Ciao Lisa, benvenuta
nel mio blog. Partiamo dal tuo pseudonimo, perché questa scelta?
Trattandosi del mio primo romanzo, forse il motivo profondo
per cui ho iniziato a scrivere sotto pseudonimo era che non mi sentivo tanto
sicura di me e della mia scrittura. Quando il risultato finale mi è piaciuto e
la casa editrice ha accettato il libro, sono stata tentata di usare il mio nome
vero, ma poi ho pensato che l’utilizzo dello pseudonimo mi desse la libertà di
scrivere quello che volevo. Mi sembra infatti che nella scrittura, soprattutto
se di argomento rosa, ci si esponga molto e si scoprano aspetti intimi che
possono essere male interpretati. Ad esempio ho visto che molti lettori tendono
ad interpretare il mio romanzo come totalmente autobiografico, cosa che, anche
se non è vera, in certi casi può essere imbarazzante.
Inoltre lavorando in un settore che è quello della comunicazione
economica e finanziaria, così diverso dal mondo del rosa, forse l’utilizzo del
mio vero nome confonderebbe un po’ le persone con cui ho rapporti di lavoro!
La laurea in Lettere.
Il master in Scrittura per la fiction, la specializzazione in Letterature
comparate in Inghilterra e l’impiego presso il Gruppo 24 ore nell’ambito di
marketing e comunicazione. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa
in te questa scintilla?
La verità è che fin da bambina ho sempre letto molto e che
mi sarebbe piaciuto scrivere. Già da ragazza infatti dicevo che mi sarebbe
piaciuto scrivere un romanzo rosa: amo infatti le storie d’amore, nella
letteratura e nella vita!
Mi ci è voluto però molto tempo prima di avere il coraggio
di farlo. Trovo infatti che la scrittura sia una cosa che ti mette molto alla
prova, facendoti scoprire e dialogare con le tue zone “d’ombra”. E devo
ringraziare il mio ex marito, Francesco, per avermi spinto a frequentare un
Master di sceneggiatura presso l’Università Cattolica che mi ha schiuso il
meraviglioso mondo della scrittura e delle sue “regole”.
Ora mi sembra di non poter fare a meno di scrivere e cerco
tutti gli spazi utili per farlo: il fine settimana, i giorni in cui sono libera
dal lavoro, le sere se non esco e i frequenti viaggi in treno, in cui apro il
computer e comincio a scrivere scene romantiche o erotiche, tra lo sconcerto
dei miei vicini di posto che, non appena si accorgono di quello che sto
facendo, non riescono a trattenersi dal fissare allibiti il mio schermo!
Hai scritto saggi
sull’immagine femminile e le donne fatali nella letteratura ‘fin de siècle’ e
nel cinema muto e soggetti televisivi. Parlacene.
I saggi sull’immagine femminile risalgono al periodo dell’Università,
alla mia tesi su “D’Annunzio e la femminilità”, in cui analizzavo le eroine dei
suoi romanzi individuando le tipologie ricorrenti nella sua opera e in tutta la
letteratura/arte del periodo (donne fatali, angelo, floreali, ecc.), e ai sei
mesi passati presso il Dipartimento di Women’s studies dell’Università di York,
in cui ho seguito corsi sull’immagine della femme fatale e della donna vampiro
nel decadentismo e sull’immagine della donna orientale ed esotica in
letteratura. Queste categorie le ho poi applicate anche all’analisi delle prime
dive del cinema muto, un’arte che si rifaceva molto ai modelli artistici e
letterari contemporanei.
In sintesi nei miei saggi evidenziavo come certe
rappresentazioni femminili non riflettessero la realtà, ma fossero modelli
influenzati dagli “archetipi” sul femminile propri della nostra cultura (la
Gran Madre buona e cattiva, Eva e Maria…) e come non fossero rappresentazioni
“innocenti”, bensì portatrici di valori spesso legati alla sottomissione, se
non alla demonizzazione del femminile (basti pensare alle recenti battaglie
sull’immagine femminile nei media e in pubblicità…).
Peccato poi che come scrittrice ora certi modelli li
applichi io stessa, ma al contrario! Il bel tenebroso, il bello impossibile non
sono in fondo degli archetipi del nostro inconscio collettivo? Basti pensare
alla figura dello sceicco esotico nel mio secondo romanzo o a quella, tanto di
moda, del vampiro!
Ti sei occupata anche
di sceneggiature nelle fiction “Don Matteo” per l’episodio “ Sogno spezzato” e
anche di “Caterina da Siena”, soggetto per una miniserie TV. Raccontaci
qualcosa di più su questa interessante esperienza.
Il soggetto su "Santa
Caterina da Siena" era la mia tesina di Master alla Cattolica di cui sono
stati acquistati i diritti dalla casa di produzione Luxvide e “Sogno spezzato”
è il soggetto di un episodio scritto a seguito di una selezione per nuove idee,
sempre alla Luxvide.
La cosa buffa è che anche se non si trattava di storie
d’amore, l’amore sono riuscita a mettercelo comunque in mezzo! In "Don Matteo" nel movente (l’assassina è
una donna lasciata dal marito), in "Caterina" nella sua storia con Gesù di cui,
facilitata dalla vena passionale della Santa, ho fatto una grande storia
d’amore, uno di quegli amori totali a cui dedicare tutti se stessi e che non
fanno avere più paura di nulla perché sono l’unica cosa importante della vita.
A tal punto che Caterina pur di seguire il suo amore non temeva neppure più la
morte, raggiungendo un coraggio di fare cose che per gli altri erano
impensabili e impossibili. Se amate Dio, non abbiate paura…
Nel 1996 ti sei
aggiudicata il “Premio Musa” per un Progetto di CD-Rom sulle dive italiane del
cinema muto. Quale ricordo ti ha lasciato questa premiazione?
Una grande gioia inaspettata. Erano gli anni ’90, gli albori
di Internet, e per un corso di multimedia avevo fatto un CD utilizzando i testi
dei miei saggi sulle dive del muto e alcune foto dell’Archivio della Cineteca
di Bologna. Quando un mio amico mi ha detto del premio, ho inviato il cd e ho
vinto!
Il tuo pensiero
sull’autopubblicazione?
Penso che sia un’ottima opportunità di visibilità e che sia
molto interessante per capire certi meccanismi marketing e di vendite. Trovo ad
esempio esaltante e anche un po’ una droga poter controllare in tempo reale
quanto stai vendendo… Sono però old style e il mio obiettivo finale è ancora il
cartaceo e la casa editrice.
Forse però non mi dispiacerebbe provare la autopubblicazione
all’estero facendo tradurre un mio romanzo in inglese.
Nel 2014 pubblichi il
romanzo in ebook ”Sognavo di sposare il principe azzurro (e mi sono venuti i
capelli verdi” (Libromania – De Agostini Editore), in seguito pubblicato in
cartaceo sempre con Libromania nel 2015. Cosa troveranno i lettori al suo
interno?
Luna è una trentenne, traumatizzata da due genitori ex hippy, simpatici e fantasiosi ma strambi, sconclusionati e sempre al verde, che ha improntato la sua vita sulla sicurezza e la “normalità”: fidanzato perfetto da sposare, un lavoro in banca e un nome comune come Luna e non lo strano Falce di Luna d’ispirazione pellerossa che le hanno affibbiato i suoi. Peccato poi che, sotto sotto, di tutta questa normalità sia un po’ annoiata e che sogni una vita emozionante con un lavoro fantasioso da scrittrice e un principe azzurro che arrivi sul cavallo bianco. Quando nella sua vita irrompe Juan, un tipo affascinante come il principe azzurro dei suoi sogni le certezze di Luna cominciano a incrinarsi… la ragione le dice che è un tipo impossibile che non la noterà mai e che la porterà verso strade incerte e non prevedibili, ma la fantasia la spinge verso di lui. E se invece fossero proprio il fidanzato perfetto e il lavoro in banca a non essere sicuri? Il fidanzato rimanda il matrimonio e l’azienda dichiara lo stato di crisi. Quando poi Luna scopre che Juan è il manager arrivato da Milano per licenziare tutti compresa lei, tutte le sicurezze crollano definitivamente costringendola a confrontarsi con le sue vere aspirazioni.
Quali tematiche
affronti e quale messaggio hai voluto trasmettere?
"Sognavo di sposare il principe azzurro" è una commedia romantica su come per trovare il principe azzurro
(nell’amore ma anche simbolicamente nella realizzazione di sé) si debba avere
il coraggio di inseguire i propri sogni, anche rischiando e uscendo dagli
schemi. La tendenza di Luna a sognare ad occhi aperti e le situazioni
imbarazzanti che ne derivano rappresentano la sua incapacità a realizzare i
suoi sogni nella realtà rifugiandosi in un mondo immaginario. Cosa che
naturalmente supererà nel corso della storia imparando a perseguire le sue
inclinazioni e desideri e a rinunciare alle facili vie di mezzo. Non a caso
l’incidente scatenante, ovvero il primo incontro con il principe azzurro,
avviene mentre lei sta sognando ad occhi aperti. I temi sono dunque l’amore, il coraggio, la crescita, il trovare la
propria strada, il conflitto tra sogno e realtà e tra convenzione e vere
inclinazioni. Non a caso in testa al libro ho messo una citazione da Saint-Exupery: “Fai della tua vita un sogno
e di un sogno, una realtà.” Parte rilevante rivestono inoltre temi legati alla contemporaneità, quali le esperienze di Luna sui siti d’incontri on line e la situazione lavorativa tipica delle aziende nei tempi di crisi, che culminerà nel suo licenziamento. La classica crisi che, come dice il saggio, inaspettatamente diventerà un’opportunità!
e di un sogno, una realtà.” Parte rilevante rivestono inoltre temi legati alla contemporaneità, quali le esperienze di Luna sui siti d’incontri on line e la situazione lavorativa tipica delle aziende nei tempi di crisi, che culminerà nel suo licenziamento. La classica crisi che, come dice il saggio, inaspettatamente diventerà un’opportunità!
Qual è stato l’input
per questo romanzo?
Questo romanzo nasce come un soggetto cinematografico che avevo scritto
come tesina quando facevo il Master di sceneggiatura. La prima ispirazione per la
storia mi è venuta dal film "C’è posta per
te" di Nora Ephron, con Meg Ryan, l’idea per Falce di Luna, la protagonista,
è nata invece leggendo "Tonio Kroger"
di Thomas Mann, uno dei miei libri preferiti. La storia iniziale partiva infatti dall’idea di uno scambio
bookcrossing di questo libro. Una linea che poi nella trama del romanzo è stata
completamente abbandonata ma di cui rimangono tracce nel carattere di Luna.
Sotto la sua aspirazione a una vita normale e borghese, in opposizione ai
genitori artistici e originali, c’è infatti, anche se molto nascosto, il
conflitto vita artistica/vita borghese di Tonio Kroger. Quando poi ho trasformato il soggetto in libro mi sono
molto ispirata a modelli di letteratura chick lit, leggendo in modo particolare
Sophie Kinsella e Bridget Jones. Nel
libro ho inoltre messo alcuni miei tratti autobiografici. Tra questi, anche se
accentuato, il background familiare intellettuale/artistico di sinistra
anni ’70 da cui la protagonista rifugge aspirando alla “normalità”, e la mancanza
di fiducia nella capacità di realizzare i propri sogni con conseguente
accettazione di situazioni a metà.
In seguito, hai pubblicato il romance erotico “Come un fiore nel deserto” con lo pseudonimo di Virginia Lisi e ti sei avvalsa del self-publishing. Daccene un assaggio.
In seguito, hai pubblicato il romance erotico “Come un fiore nel deserto” con lo pseudonimo di Virginia Lisi e ti sei avvalsa del self-publishing. Daccene un assaggio.
Dopo aver finito "Sognavo
di sposare il principe azzurro" ho voluto provarmi in un genere più hot, con
un protagonista alfa e dominante e mi è sembrato che un principe arabo fosse
l’ideale: un uomo che all’inizio della storia è duro e arido
come il deserto da cui proviene e che alla fine, come il deserto del suo
emirato che nella stagione delle piogge si ricopre di fiori, sboccia all’amore
grazie a Maya, la protagonista, il cui nome in arabo non a caso significa
acqua!
L’ho poi autopubblicato su Amazon come ebook e sta andando
abbastanza bene, ora siamo sulle 2500 copie vendute! La storia mi sembra
intrigante: come in molte storie hot il protagonista maschile stipula con la
Lei un contratto, che in questo caso è un matrimonio a tempo in modo da poter
avere rapporti sessuali senza infrangere il divieto dei rapporti
extramatrimoniali che vige nel suo paese. La condizione che Maya dovrà
rispettare, oltre a quella di obbedire a ogni desiderio, sarà quello di non
innamorarsi… una cosa impossibile naturalmente!
Sei membro
dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti
alle tue colleghe?
Certo che lo consiglio! Oltre a fare molte iniziative e
seminari interessanti, utilissimi all’aggiornamento professionale e forieri di
idee, Ewwa è fondamentale per avere un confronto con altre scrittrici, con le
blogger e con le appassionate del genere. Cosa molto importante, soprattutto per
un’esordiente come me che si affaccia a un mondo nuovo.
Non a caso ho inserito EWWA nei ringraziamenti a fine libro!
E’ stato un piacere e un onore ospitarti nel mio blog. In
bocca al lupo!
Per seguire Lisa LISA RENZI
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