Oggi conosciamo più da vicino "Non tutto è come sembra" di Ornella Nalon, autrice che avrò prossimamente il piacere di ospitare nel mio blog.
SINOSSI: A bordo di un’auto recuperata in un fiume viene rinvenuta la salma di Giancarlo Visconti, un giovane e rinomato psicologo. La morte sembra accidentale, ma il maresciallo dei Carabinieri Giovanni Colucci ricorda che altri due psicologi dello stesso comune sono morti negli ultimi due anni e comincia a insospettirsi. Convince i suoi superiori a non derubricare il caso come un semplice incidente stradale e si adopera per dimostrare che si tratta di un omicidio. L’autopsia accerta che Visconti non presenta segni di annegamento e che la causa del decesso è dovuta allo sfondamento
della scatola cranica per mezzo di un corpo contundente. Ottenuta la conferma dei suoi sospetti, il maresciallo, con l’aiuto della sua piccola squadra, indaga per trovare l’assassino e per stabilire un collegamento tra le morti dei tre psicologi, elemento che suffragherebbe la tesi di un serial killer.
Approfondite e scrupolose indagini volgono a comprovare questa teoria e, da quel momento, la vita di numerose persone sarà passata al setaccio. In apparenza sembrano tutti innocenti, anche se alcuni di loro presentano dei lati oscuri. In questa trama intricata, riusciranno i nostri valenti militari dell’Arma a individuare l’omicida seriale?
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Eccovene un assaggio!
[...] «Stefano, hai controllato la targa? Si tratta di Visconti?»
«Sì dottore. La targa è quella segnalata.»
«Già, come immaginavo. Diavolo, che morte del cazzo! Hai notato qualche segno di frenata sull’asfalto?»
«No dottore. Nessun segno di frenata!»
«E smettila con ‘sto dottore!‘ Sto povero Cristo… come avrà fatto a uscire di strada e finire nel fiume, in un rettilineo del genere?»
«Forse ha avuto un malore o forse è stato abbagliato dai fanali di qualche auto oppure, magari, stava correndo troppo forte.»
«Può essere tutto, come facciamo a saperlo dal momento che non ci sono segni sull’asfalto né testimoni oculari! Chi glielo dice, adesso, a quella sventola di sua moglie che suo marito è morto affogato?»
«Dott… Maresciallo, credo che la moglie sia quella che sta gridando e cerca di farsi largo tra i curiosi.»
Il maresciallo Giovanni Colucci attese che la gru appoggiasse sull’asfalto l’Audi grondante d’acqua e di fango, da cui pendevano, inoltre, alcuni filamenti di qualche pianta acquatica. Guardò attraverso il finestrino aperto del lato guida e vide, per prima cosa, il volto del cadavere che, se non fosse stato per il pallore della pelle, il colore grigiastro delle labbra e per i capelli fradici, poteva sembrare quello bello e rilassato di una persona che stava tranquillamente dormendo. Il corpo era in perfetta posizione seduta, tenuto ben saldo sul sedile dalle cinture di sicurezza. Soltanto spostandogli il corpo in avanti Giovanni poté notare un rivolo di sangue, oramai raggrumato, che gli scendeva dalla base della nuca lungo tutto il collo sino ad andare a formare una vistosa chiazza che aveva impregnato la
camicia. Scostò i capelli e gli apparve una ferita trasversale, non molto lunga, ma che sembrava profonda.
Aprì la portiera e cominciò a frugare nelle tasche della giacca dell’uomo, finché trovò il suo portafogli da cui estrasse la patente di guida. Lesse il nome: “Giancarlo Visconti”.
Guardò tra la folla di curiosi che si accalcavano oltre i nastri segnaletici posizionati dai suoi colleghi e focalizzò la sua attenzione sulla donna che, a fatica, Cosimo cercava di trattenere per evitare che oltrepassasse la fragile barriera.
Giovanni strofinò la mano destra sul fianco della divisa, nel tentativo di asciugarla e poi se la passò tra i capelli. Era un gesto del tutto inutile, poiché non aveva alcun ciuffo da tenere a bada, ma gli veniva d’istinto quando si sentiva leggermente infastidito da qualcosa; era come se da esso riuscisse a trarre quel minimo di coraggio in più che gli serviva per affrontare ogni piccola sfida.
Si avvicinò alla donna che sembrava in preda a una crisi isterica e le si rivolse con il tono più gentile che riuscisse a ottenere: «Lei è la signora Visconti?»
«Sì, sono io. Qua non mi vuole dire niente nessuno! La prego, ho riconosciuto la nostra auto; so che quello è mio marito! Mi lasci andare da lui, voglio vederlo!»
«Sì, signora, temo che abbia ragione; dai documenti in suo possesso risulta che si tratta di suo marito. È sicura di volerlo vedere?»
La donna ebbe un visibile sbiancamento in viso, ma smise di agitarsi e di gridare. Dopo essersi ricomposta, rispose: «Sì, devo vederlo!»
Il maresciallo fece un cenno con la testa a Cosimo, quindi egli alzò il nastro segnaletico bianco e rosso e permise alla donna di passarci sotto. Giovanni la prese delicatamente al braccio e iniziò ad accompagnarla verso l’auto. Lei, completamente in silenzio, procedeva con passo un po’ incerto che denotava tutta l’agitazione e il timore che doveva provare nell’affrontare quella terribile situazione.
Quando furono in prossimità dell’Audi, la donna si divincolò dalla leggera stretta del suo accompagnatore e si lanciò con foga verso la portiera, cercando di afferrare la maniglia per poterla aprire, gridando il nome del consorte a gran voce.
Il maresciallo la fermò: «Signora, la prego, non tocchi nulla! Può confermare che quello è suo marito?»
«Sì, è proprio lui! Ma come può essere successo?» rispose lei singhiozzando rumorosamente.
«È una cosa che dobbiamo ancora accertare. Ora la faccio accompagnare a casa.»
«No, no. Voglio stare con lui.»
«Non c’è nulla che possa fare qua. Ci lasci compiere il nostro lavoro. Mi creda, è molto meglio se torna a casa dai suoi figli. Ne ha due, se non sbaglio.»
«Sì, un maschio e una femmina ancora piccoli. Mio Dio, come farò a dire loro che non hanno più il padre!»
L'AUTRICE: Sono nata a Mira , una ridente cittadina della riviera del Brenta, in provincia di Venezia ove, tutt’ora, risiedo.
Sono diplomata in ragioneria e lavoro, come impiegata amministrativa, in una ditta di costruzioni immobiliari della mia zona.
Ho una unica, splendida figlia di ventotto anni.
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana.
Nel mese di febbraio del 2013, mi sono affacciata al mondo dell’editoria con la mia prima pubblicazione che, se pur di scarso successo, mi ha reso orgogliosa e ha incrementato la mia voglia di scrivere. Il titolo del libro è “Quattro sentieri variopinti” edito dalla Arduino Sacco Editore di Roma e si tratta di una raccolta di quattro racconti per ragazzi.
Nel mese di Gennaio 2014, ho pubblicato il mio secondo libro “Oltre i Confini del Mondo” edito dalla 0111 Edizioni, genere “mainstream”.
A febbraio dello stesso anno, è uscito il mio terzo libro. Anche questo è una raccolta di racconti per la seconda infanzia dal titolo “Ad ali spiegate” pubblicato dalla “Edizioni Montag”.
A novembre 2014 è uscito il mio giallo “Non tutto è come sembra” edito da 0111 Edizioni.
Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di questa emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Grazie Linda, è un vero piacere essere ospite del tuo bellissimo blog.
RispondiEliminaOrnella Nalon
Grazie mille a te :)
Eliminamolto carino!
RispondiEliminasi, l'ho letto e lo consiglio, molto avvincente!
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