Sono tanti gli spunti di riflessione che questo libro offre e cercherò di prenderli in esame uno a uno.
Oggi conosciamo insieme "Biglietto di terza classe" di Silvia Pattarini, un'autrice che stimo moltissimo.
SINOSSI: Lina è una ragazza di vent'anni che agli albori del '900 emigrò in America in cerca di fortuna. Il lungo viaggio per mare sul bastimento, con destinazione New York. Le paure durante la traversata, in terza classe, giù nella stiva, con emigranti che fuggivano dalla disperazione alla ricerca di una vita migliore. Il Nuovo Mondo, gli umilianti controlli sull'isola di Ellis, chiamata dai migranti "l'Isola delle lacrime". La nuova vita da cittadina americana. Le difficoltà, le lotte per i diritti delle donne e contro lo sfruttamento minorile. I pericoli e le avversità da affrontare. Infine l'amore, ma per questo ci sarà un alto prezzo da pagare.
1903. Lina è una giovane donna che vive in Valtrebbia, nel piacentino. La vita non è semplice per lei, affetta da un handicap alla gamba che le impedisce di vivere una vita come quella delle sue coetanee, ma Lina è una ragazza forte e intraprendente ed è riuscita a trasformare questa limitazione in un'opportunità.
Cresciuta dalle suore, ha imparato l'arte della lettura, merce piuttosto rara dalle sue parti, ed è diventata la 'letterata' del paese: un vero e proprio punto di riferimento per i compaesani quando giungono lettere dai parenti lontani, residenti oltreoceano.
Anche Lina vorrebbe andarsene dall'Italia, come ha fatto la sorella, e riparare in America dove tutto appare roseo e il futuro non fa paura. L'occasione giunge quando la ragazza inizia a lavorare in Filanda e conoce due donne decise a compiere il Grande Passo. Lina decide di partire con loro e ha inizio la sua avventura.
Riusciranno le tre donne a raggiungere Genova e imbarcarsi per l'America? Cosa riserverà loro la traversata oceanica? E, una volta giunte a destinazione, cosa faranno? Come vivranno?
'Ma che ne sapevano loro del suo dramma interiore? Che ne sapevano loro di cosa significa restare zoppa a dieci anni e delle umiliazioni che aveva subito dalla gente per quel suo modo strambo di camminare? Quando passi per strada la gente che non ti conosce ti guarda curiosa e chi ti conosce finge di non vederti per non salurti!'
La scrittura di Silvia è fluida, scorrevole, mi ha colpito innanzitutto il primo capitolo che funge in qualche modo da prefazione: attraverso le parole dell'autrice stessa scopriamo l'input che l'ha condotta a scrivere questa bellissima storia di lotta e di speranza. Mi ha ricordato i pomeriggi che solevo trascorrere con nonna quando anche io, come l'autrice, rovistavo nei suoi cassetti per gioco ed è proprio in uno di questi che Silvia scoverà un vecchio biglietto di terza classe. La particolarità di questo incipit sta soprattutto nel lessico, il dialogo con la nonna è tipico, caratteristico, condito dal dialetto, le parole storpiate dal gergo comune come 'ciugam' e 'Meriche', rendono queste pagine realistiche: un'istantanea purissima di una generazione che non si dimentica.
L'ambientazione è assolutamente perfetta, mirabile e accattivante ma soprattutto meticolosa, attenta al dettaglio. Si nota il lavoro di ricerca compiuto dall'autrice, a partire dalla realtà contadina in cui vive la protagonista, al suo arrivo a Genova in cui descrive le emozioni nel vedere il mare per la prima volta, ai tramvai misteriosi e sconosciuti, ci accompagna per mano tra le stradine della città e insieme sfuggiamo alle insidie degli approfittatori.
E che dire dell'arrivo a Ellis Island, l'isola delle lacrime o della speranza? Della visione di Miss Liberty, ovvero la Statua della Libertà? Assistiamo strabliati assieme a Lina alla veduta dal Ponte di Brooklyn, all'East Rivers, ci aggiriamo nella 106° strada, conosciamo Harlem e la 104° strada e scopriamo la condizione in cui erano costretti a vivere gli italiani, quasi degli emarginati: gli americani non si immischiavano con loro e confinavano i loro alloggi in quelle vie, creando una vera e propria Piccola Italia.
'... mi sono avvicinata alla porta a vetri e ho capito, tanti corpi, alcuni in fiamme piombavano giù dall'alto. Più tardi i pompieri hanno cominciato ad allineare tutti quei giovani corpi martoriati lungo il marciapiede. Da allora faccio sempre gli incubi, non trovo pace. Ricordo il giorno dei funerali delle vittime italiane, anche il cielo era triste e piangeva sotto una pioggia scrosciante quei caduti innocenti. Fategli trovare pace, un po' di giustizia perchè tragedie simili non debbano pià accadere.'
Assieme alla potagonista compiamo la traversata oceanica e restiamo scioccati di fronte alle condizioni igeniche degli alloggi di terza classe, al trattamento riservato ai passeggeri, al rancio fisso a orari prestabiliti. In alcune descrizioni ho rammentato gli ebrei all'epoca dell'antisemitismo: emigranti costretti in stanzoni comuni senza la possibilità di lavarsi, di cambiarsi d'abito, soffocati da un odore nauseabondo. Silvia ci mostra persino il libro che veniva consegnato agli emigranti, una sorta di guida per i passeggeri con regole da rispettare e norme da non violare.
Procedendo nella lettura rammentiamo il baratto, allora in voga, una parola questa che, forse, avevamo dimenticato e che ritroviamo in queste pagine.
Uno dei temi trattati sapientemente è lo sfruttamento minorile: bambini costretti a lasciare la scuola per aiutare la famiglia, lavorando in fabbrica, costretti a nascondersi dalle ispezioni, istruiti a mentire, bambini che poi morivano di tubercolosi, lasciando soli genitori disperati e pieni di rimorsi che se ne tornavano in Italia a mani vuote.
Le condizioni di lavoro a cui è costretta la protagonista sono indegne: orari inflessibili, padroni rigorosi che facevano scontare anche la sedia su cui le operaie sedevano per lavorare, pur di non perdere il minimo guadagno.
L'idea della Pattarini è geniale, l'autrice non si attiene solo a narrare la storia di una donna e del suo percorso di vita, ma accompagna il lettore tra le pagine, ponendo la protagonista in luoghi e situazioni chiave che ancora oggi vengono ricordati. Assistiamo alla tragedia del 8 marzo, alla gara autombilistica più famosa d'America, al rito della Madonna del Carmelo, conosciamo la mafia siciliana, assaggiamo l'icecream e sfioriamo l'influenza spagnola.
'Basta saper guardare oltre ciò che si vede all'apparenza, coglierne l'essenza più profonda e lasciarsi condurre dai tratti ricamati dell'inchiostro indelebile, sbiadito, odoroso di muffa. Incredibilmente ci stupiremo di quante storie ha saputo raccontare e può tramandare ai posteri un vecchio biglietto di terza classe.'
L'amore è secondario in questo libro, ma esiste e strappa sorrisi, lacrime ed emozione.
Considero questo romanzo molto interessante anche da un punto di vista didattico per far conoscere ai nostri figli pagine di una storia che non hanno mai conosciuto, che noi non abbiamo conosciuto. Per mostrare il ruolo dell'italiano nella veste di emigrante, per ricordare le lotte, le difficoltà e la povertà in cui vivevano.
Questo è un romanzo storico vero e proprio, un libro importante, un affresco straordinario sulla condizione degli emigranti e sul loro coraggio. In una realtà disincantata, condita con sfruttamenti e ingiustizie, la protagonista lotta per la propria sopravvivenza e per un futuro degno di essere vissuto.
"Biglietto di terza classe" è la storia di fede e coraggio di una donna che non si arrende e combatte per la propria dignità. E' la storia di un viaggio pericoloso e di un sogno americano destinato a infrangersi contro le barriere di un tempo lontano che non regalava sconti a nessuno e molto spesso ne riscuoteva i debiti.
Consigliatissimo a chi vuole conoscere una pagina importante della nostra storia, a chi vuole affondare le mani nel passato e ricavarne un profondo insegnamento.
'Quanti segreti può celare o svelare un minuscolo pezzo di carta ingiallito, piegato in quattro e sgualcito dal tempo!'
Linda, ti ringrazio davvero tantissimo, la tua recensione è straordinaria e commovente. Non sono sicura di meritare tanto, ma se lo scrivi tu, ne sono davvero lusingata. Hai colto ogni piccolo dettaglio e ogni sfumatura del mio libro, è perfettamente ciò che voglio trasmettere. Un grazie di cuore. <3
RispondiEliminaLo penso davvero, ogni singola parola e sai quanto ami la storia quindi davvero complimenti vivissimi <3
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