Ottantasei anni fa nasceva una bambina, il cui nome era
destinato a risuonare nella storia, donando una lezione molto importante
all’umanità. Ottantasei anni fa nasceva Anna Frank e oggi, alla vigilia del suo
compleanno, voglio dedicarle questo spazio a lei e dell’associazione “Un ponteper Anne Frank”, gestita da Sofia Domino, un’autrice e una persona
straordinaria che ho già avuto il piacere di ospitare nel mio blog.
Avevo dodici anni quando mi regalarono “Diario” di Anna
Frank, allora non sapevo molto di guerre, di ebrei e di nazismo, un mondo
intero mi fu svelato tra quelle pagine, mi entrò dentro e mutò per sempre la
mia idea di libertà e di uguaglianza. Forse è da addebitare ad Anna la mia
profonda passione per i libri che trattano dell’antisemitismo o la mia predilezione
per i romanzi epistolari. Anna, con le sue parole, mi ha cambiato e ha
istillato in me una sete di sapere che ancora non si è estinta.
L’edizione che custodisco gelosamente è quella di Giulio
Einaudi Editore e risale al 1986. Ricordo ancora il mio turbamento nel leggere
le prime pagine del diario e la mia corsa in cucina per chiedere a mamma se
fosse mai possibile vivere secondo le leggi imposte agli ebrei, a ragazzi che
vivevano sotto il mio stesso cielo, nel mio stesso mondo. Ancora risuonano
nelle mie orecchie quei moniti:
[...] gli ebrei
devono portare la stella giudaica, devono consegnare le biciclette, non possono
salire in tram, non possono andare in auto, non possono fare acquisti che tra
le 15 e le 17 e soltanto dove sta scritto “bottega ebraica”, dopo le 20 non
possono essere per strada, trattenersi nel loro giardino o in quello di
conoscenti, non posso andare in teatro, al cinema o in altri luoghi di
divertimento, non posso praticare lo sport all’aperto, non possono frequentare
le piscine, i campi da tennis o di hockey, non possono andare in casa di
cristiani, devono studiare solo in scuole ebraiche […]
Anna nasce nel 1929 a Francoforte e all’età di quattro anni
si stabilisce ad Amsterdam assieme alla sua famiglia. Il giorno del suo tredicesimo
compleanno, Anna riceve un diario in regalo e qualche settimana dopo, assieme ai
famigliari, è costretta a trasferirsi per scampare all’invasione nazista. E’
l’estate del 1942 quando la famiglia Frank si nasconde in un alloggio costruito
sul retro di un magazzino, per sfuggire alla Gestapo che passa di casa in casa
per cercare ebrei e portarli nei campi di concentramento. Vi trascorreranno due
lunghi, seppur brevi, anni in compagnia di un’altra famiglia, i Van Daan, e di
un uomo, il signor Dussel.
Il libro è stato oggetto di parecchie
trasposizioni cinematografiche, famoso e famigerato per le critiche e gli
applausi che scatenò. Fin dai primi anni Cinquanta gli ambienti neonazisti
hanno sostenuto che il Diario fosse un falso, a supportare la tesi affermarono
che il diario fosse stato scritto con una penna biro (oggetto prodotto solo a partire
dal 1945). Per rispondere a queste critiche, nel 1986 l‘Istituto Olandese di
Ricerca sulla seconda guerra mondiale, sottopose il diario a una perizia calligrafica
che confermò l’autenticità dello stesso e il fatto insindacabile che fu la mano
di Anna Frank a vergare la carta, utilizzando inchiostro e fogli prodotti
antecedentemente l’arresto.
Un’altra critica riguarda la pagina del 9 ottobre
1942, in cui Anna cita le camere a gas, la cui presenza sarebbe stata resa nota
all’opinione pubblica molto più tardi, in realtà già a partire dal Giugno 1942
la BBC, ascoltata in segreto nel rifugio, parlava apertamente di camere a gas
nelle proprie trasmissioni radio.
I temi affrontati sono le dinamiche famigliari, la
percezione del mondo esterno tra paure e rimpianti, i comportamenti, le
riflessioni e i conflitti di un’adolescente, la sua capacità di credere ancora
nell’Uomo nonostante le sofferenza degli Ebrei e la mano di chi le inflisse.
Il diario che Anna chiama confidenzialmente “Kitty” è
testimone di ogni suo stato d’animo, proprio di una ragazzina: la rabbia, le
scaramucce con la sorella e i genitori, i primi battiti del cuore per Peter Van
Daan. E’ una lettura commovente e ipnotica, nonostante il terribile finale e
che, almeno nel mio caso, rende ogni parola di Anna più preziosa, il
susseguirsi delle date scandisce i minuti che ci separano dalla fine e dal
destino della piccola Anna.
Il diario è un documento eccezionale di una vicenda personale
e collettiva, il racconto di un esperienza di grande ricchezza umana.
La scrittura è semplice, immeditata, una straordinaria voce
narrante, pensieri e parole che ancora risuonano tra le pagine della storia e
nel cuore di tante lettrici incapaci di separarsi da questo prezioso volumetto.
'...odo sempre più forte l'avvicinanrsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'amore, la pace e la serenità.'
Ti devo ringraziare per aver ricordato Anne. Devo confessarti che da giovane non ho mai avuto occasione di leggere il “Diario di Anne Frank” (ora ho cinquant'anni) e solo qualche anno fa sono riuscito a colmare questa vergognosa lacuna, rimanendone folgorato, stregato. Il risultato: a causa di un incidente sono rimasto a casa tre mesi durante i quali ho scritto: "Le Pagine Bianche di Anne Frank" che è l’ideale prosecuzione, anzi, l’effettiva continuazione del “Diario di Anne Frank”: ho ipotizzato, infatti, che quest’ultima possa aver tenuto un diario anche durante gli ultimi sette mesi della sua vita, passata tra un campo di concentramento e un altro. Ad eccezione di pochissime finzioni narrative, infatti, tutto ciò che vi si racconta è effettivamente accaduto e le ricostruzioni degli avvenimenti sono attinte pazientemente dalle testimonianze oculari, con un’accurata ricomposizione delle date e della cronologia della guerra. Sono reali, infine, i riferimenti storici richiamati volta per volta nelle note, in modo da offrire al lettore un quadro il più completo possibile.
RispondiEliminaAll’inizio del testo ho pensato di precedere le lettere di Anne, che si trova a Westerbork, con un’introduzione di alcune righe del vero Diario di Etty Hillesum, che pure, esattamente un anno prima, aveva scritto le sue memorie proprio in quel campo della Drenthe. Non è un libro triste, anzi, c’è tutta la leggerezza di Anne, il suo spirito critico, il suo amore per la natura, la sua incrollabile fede. Ho cercato in di imitare il suo modo di scrivere, così che, con il procedere della lettura, sembri che sia proprio la vera Anne Frank a renderci ancora una volta partecipi dei suoi mirabili pensieri.
Il libro è stato pubblicato il 12 giugno scorso, in occasione dell'ottantaseiesimo compleanno di Anne e il ricavato sarà devoluto in favore dell'Associazione UnPonte per Anne Frank" di Livorno. Ecco i miei link, casomai ti venisse voglia di darci un'occhiata: http://lepaginebianchediannefrank.blogspot.it/ https://www.facebook.com/lepaginebianchediannefrank (un mi piace è sempre gradito) e http://www.unponteperannefrank.org/le-pagine-bianche-di-anne-frank.html Ciao e grazie!
Mi piacerebbe molto leggerlo
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