Ciao VeloNero, benvenuta nel mio blog. Partiamo dal tuo pseudonimo,
perché questa scelta letteraria?
Ciao a te Linda. Più che uno pseudonimo VeloNero è un’etichetta. L’ho
già detto da qualche parte, era il nome che avevo dato alla cartella criptata
dove avevo nascosto i miei racconti e VeloNero, scritto attaccato con due
maiuscole era la password. Quando ho pubblicato, non sapendo scegliere un nome
diverso dal mio, ho lasciato le cose così come stavano, con l’intestazione
VeloNero.
La scelta di non usare il mio nome è dettata dal fatto che ho due
figlie, di cui una piccolina, e non vorrei che un domani di si trovassero in
difficoltà per quello che pubblico, voglio sentirmi libera di scrivere ciò che
mi passa per la testa.
Gli studi classici e una laura in sociologia. Quando si è accesa in te
la scintilla della scrittura?
Non so se si sia trattato di una scintilla. Io amo le storie, non il
mezzo che uso per raccontarle. Quando mi sono trovata con molto tempo a
disposizione, ho provato a far vivere i miei racconti in un luogo che non fosse
solo mio: il solo mezzo che avevo a disposizione era la penna, anzi il mio
adorato computer.
Sei appassionata di storia e di ricerca. Cosa rappresentano per te e
qual è stata la ricerca che ti ha più appassionato?
Ricerca… Io faccio sempre ricerca, su ogni cosa; la facevo anche
quando non era facile ed economico come oggi. “Non fermarti a ciò che trovi sul
libro”, la lezione più importante che mi abbiano insegnato, mia madre prima e i
miei professori poi, non fermarmi a un solo libro, a un solo aspetto, ma
cercare sempre verifiche.
Parlando di ricerche appassionanti direi che l’ultima, più che avermi
appassionato, mi ha invischiato: quella su Wellington, la sua vita, le sue
lettere e i suoi dispacci, che ho persino dovuto tradurre. Ho scoperto che la
Storia è assai più machiavellica di qualsiasi narratore e ne precede
inesorabilmente gli intenti, anche quando si parla di trame d’amore.
Collabori al blog “Babette legge per voi”. Di cosa ti occupi?
Al momento sto trascurando Babette per qualche intoppo di natura
familiare, ma le avevo chiesto di poter scrivere qualcosa sul self, sulle
difficoltà che ho incontrato nel mio percorso di scrittrice indipendente, farne
partecipi anche gli altri magari per evitare ostacoli e tranelli che, prima o
poi, inevitabilmente, si trovano sul proprio percorso.
Nei tuoi romanzi è presente sempre un pizzico di erotismo, a volte non
proprio un pizzico. Perché?
La misura della scena erotica la decide la storia stessa. Il rapporto
di coppia, di qualsiasi coppia, si spiega attraverso l’eros, nel modo in cui ci
si rapporta a esso, motivo per cui, come spiego la psicologia e le azioni,
racconto anche di come affrontano la sessualità.
Contemporaneo Vs. Storico. Chi la vince?
Vince sempre la storia. No, non la Storia, la storia.
Spiego il mio gioco di parole: i racconti prendono vita da una
situazione che desidero esplorare, esempio un matrimonio forzato o i
condizionamenti dei genitori. Alcune di queste circostanze risulterebbero
anacronistiche narrate in un romanzo contemporaneo, per cui è la storia che racconto
a scegliere obbligatoriamente il periodo e il luogo d’ambientazione.
Oggi, però, che sono un po’ stanca, ti direi contemporaneo.
Nel 2014 esordisci con il romance storico “Ritorno a Wesbury”. Daccene
un assaggio.
[...] Carol non lo annoiava, anzi. Non era obbligato a
conversare di cose futili, poteva stare in silenzio e bearsi della sua
vicinanza, come era accaduto a Portsmouth. Aveva sempre rifuggito anche il
minimo contatto con tutte le giovinette in cerca di marito, per paura che il
suo nome venisse accostato a chicchessia, giacché le considerava tutte insulse
e stupide, con quelle risatine affettate, tutte uguali come le bamboline nella
vetrina di un giocattolaio: stesse facce, stessi sorrisi, con gli abitini
rigorosamente diversi, per illudere il compratore di avere una scelta. Il solo
pensiero di trascorrere tutta la vita con una gallina che gli gracidasse ordini
nell'orecchio gli pareva insostenibile.
Ecco, sì, lei era l’unica donna al mondo che non lo annoiava.
Le piaceva cavalcare e non si era tirata indietro quando lui l’aveva sfidata.
Non vedeva l’ora di condurla con sé a caccia: Simon gli aveva confidato di
averle insegnato a sparare, da ragazzina, e lei si era rivelata una cacciatrice
formidabile; quando la madre si era accorta della predilezione per passatempi
non proprio femminili l’aveva mandata a trascorrere gran parte delle vacanze
con la prozia per allontanarla dall'influenza dai fratelli. E viceversa.
Anche lui, come Simon e Harry, si era sempre comportato con
lei da camerata, doveva ammetterlo. Lui provava un vero disgusto per una certa
parte del genere femminile; tutte quelle Signore che erano state prontissime ad
accoglierlo nel proprio letto per tradire il marito avrebbero bollato a vita
Carol come depravata per aver assistito a un incontro di boxe.
Oh no, lei non era una moglie, non era un’amante, non era
un’amica, una madre… No, lei era tutto ciò che lui desiderava, lei era la sua
compagna. Doveva farglielo capire.
“È quasi l’alba: è meglio che mi alzi. Tra poco quei due
saranno qui ed è inutile cercare di dormire. Mi devo rendere presentabile: mi
devo lavare e sbarbare. Chissà se la servitù è già in cucina”. Aveva convocato
per il mattino presto il nuovo amministratore e il contabile a cui avrebbe
affidato la fabbrica. “Sembrano all'altezza, ma faranno meglio a essere
puntuali, se vogliono lavorare per me”.
S’alzò dal letto, s’infilò la vestaglia. Si avvicinò a
Carolyn, le scostò una ciocca di capelli dal volto e le posò un bacio lieve
sulla guancia… e poi un altro.
“Dio, aiutami!”. Adam ricordava ogni singolo istante passato
in sua compagnia, ogni sguardo che si erano scambiati, ogni parola che si erano
detti. Ricordò la prima sera, mentre la stringeva tra le braccia sulle note di
un valzer. Carolyn aveva guardato oltre la sua spalla e se ne era uscita con
quella frase, così giusta e vera: «E se per destino e per sorte s’incontrasse
la persona giusta dopo un matrimonio affrettato?», aveva detto.
“Maledizione! Foster è l’uomo giusto e io altri non sono che
il matrimonio affrettato”. Si diresse a passo rapido verso il suo spogliatoio e
richiuse la porta dietro di sé sbattendola forte. [...]
Il seguito di questo tuo lavoro è disponibile in versione free sul tuo
sito. Perché free?
Free perché non aggiunge nulla alla storia, non ci sono accadimenti
nuovi, è un percorso di coppia, anche abbastanza piccante. Mi serve come
preludio alla terza parte, che invece sarà un romanzo storico corposo, molto
lungo e complesso, in fase di scrittura. In pratica, alla fine risulterà un
unico lungo racconto che comincia in Inghilterra nel 1812, si evolverà in
Belgio, concludendosi con il ritorno in patria nel 1816.
"Lontano da Westbury": http://www.velonero.com/pinky-old/old/
Nel 2014 pubblichi in self-publishing “Carta bianca” che viene scelto
dalla casa editrice Newton Compton e diventa un romanzo digitale e cartaceo dal
titolo “Un lungo fatale ultimo addio”. Cosa troveranno i lettori al suo
interno?
Il fatale addio è un romanzo d’amore, dove la Storia è sottesa,
tratteggiata nei dialoghi, nei comportamenti, nelle scelte, una Storia intima,
direi.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi lanciare?
Lealtà, il sacrificio e l’onore. Valori importanti per me e su cui si
misura un’epoca, un tessuto sociale. Il modo in cui ci si rapporta a essi,
quando si presenta una data situazione o un ostacolo, crea i presupposti per un
romanzo.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
Una specie di sogno, nel dormiveglia. Stavo scrivendo la seconda parte
di Westbury e mi sono comparsi davanti, a un tavolo da gioco fumoso, uno zio e
un nipote, entrambi interessati alla medesima ragazza…
Perché il regency?
È un periodo e un luogo, l’Inghilterra della rivoluzione industriale,
che conosco bene. Una scelta facile, diciamo.
Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e
consiglieresti quest’associazione alle tue colleghe?
Ewwa è un gruppo fenomenale di aggregazione, supporto e scambio. Un
luogo dove se gridi “aiuto!” rispondono voci amiche ed esperte per cavarti
fuori dai guai, spiegarti e consigliarti e spronarti.
Migliori e progredisci con workshop e incontri. Ti senti protetta.
Lo consiglio? Sì, assolutamente.
Hai qualche progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?
Sto completando un erotico con una piccola parte suspense, l’ampliamento
di un romanzo breve che avevo scritto per partecipare a un concorso, poi lo
sottoporrò alla CE.
E’ stato un grandissimo piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al
lupo per tutto!
Che bello trovare insieme due brave autrici di storici. Bella intervista :)
RispondiEliminaSveva
<3
EliminaGrazie, Linda, per la tua gentilezza e disponibilità. Colgo l'occasione per farti i complimenti per il tuo blog che mi piace moltissimo.
RispondiEliminaGrazie infinite a te per questa intervista <3 felicissima che il mio angolino ti piaccia
EliminaBellissima intervista! Complimenti a tutte e due!
RispondiEliminaGrazie tesoroooo <3
EliminaGrazie Federica, visto ora <3
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