martedì 1 settembre 2015

Recensione - I DUE VOLTI DI NUOVA DELHI di Annarita Tranfici



Oggi vi presento il racconto “I due volti di Nuova Delhi” di AnnaritaTranfici.
Ho letto questo testo con piacere e sono rimasta colpita dal tema trattato e dalle capacità di quest’autrice che consiglio vivamente di seguire.









SINOSSI: Mani che si sfiorano e baci casti incapaci di nascondersi da sguardi perfidi e pericolosi. Desideri pressanti nel petto, spie di sentimenti a cui non è concesso veder brillare la luce del sole. Un fiore puro esposto alle intemperie, facile preda della gelosia e dell'invidia di cuori malati.
Una storia la cui dolcezza si perde in un pomeriggio come tanti che svela i volti di una Nuova Delhi con due anime; un lembo di terra in cui la sacralità confina con la perversione, in cui moralità e amoralità si intrecciano lasciando all'anima che si muove in questo teatro, tanta amarezza e rassegnazione.











NUOVA DELHI. OGGI. Kajal è una ragazza di vent'anni che non sa ancora cosa sia l’amore quando incontra al mercato Kiran, un venditore di stoffe. Tra i due nasce subito una simpatia: il giovane le fa un dono speciale e lei ricambia la cortesia, confezionandogli un dessert. Basta questo scambio a instaurare un legame e tra i giovani sboccia una storia d’amore. 
Ma Kajal e Kiran non vivono in una città fatata, non sono i protagonisti di una bella favola e il mondo reale sa essere crudele e imbrattare anche un sogno d’amore di nera pece. 

La scrittura di Annarita incatena, l’autrice possiede un lessico ricco e forbito,  questo racconto è la dimostrazione di come la qualità e il talento di uno scrittore possano emergere anche in poche pagine.
L’ambientazione è quella di Nuova Dehli, un contesto lontano dal nostro e affascinante. Subito si viene catapultati tra le strade della città, al mercato, tra il traffico e la folla, per poi essere scaraventati in periferia con le sue luci e ombre. Ho avuto l’impressione che l’autrice abbia visitato personalmente quei luoghi per la sensazione di vissuto che è riuscita a istillarmi.

Uno degli aspetti che ho molto apprezzato è l’incapacità del lettore di riuscire a indovinare l’epilogo sconvolgente di questo racconto, per tutto il tempo mi sono chiesta come sarebbe finita, cosa sarebbe successo e voltavo le pagine, desiderosa di scoprire il finale.
Le tematiche trattate sono: la violenza, la brutalità, l’apparenza, l’amore, la pena e la paura.
Vorrei focalizzare l’attenzione sul tema della violenza, trattato con sensibilità da Annarita; mi ha colpito la sua capacità di descrivere atti inammissibili con sapienza e delicatezza, senza sfociare nella volgarità o in luoghi comuni. L’autrice possiede il dono di entrare nella mente del personaggio, di caratterizzarlo alla perfezione e trasmettere questa conoscenza al lettore.
Il tema della violenza è attualissimo, ne sentiamo frequentemente parlare alla televisione, nei telegiornali. Annarita punta l’obiettivo sul mondo crudele che ci circonda, tutt’altro che roseo, e ci ricorda che il pericolo è sempre in agguato, le insidie si nascondono dietro l’angolo e anche un’innocente gita può trasformarsi in un incubo. Ci insegna che gli occhi sono fatti per guardare ma anche per cogliere piccoli particolari che solitamente ci sfuggono, ci insegna a fidarci del nostro istinto perché raramente sbaglia, ma spesso scegliamo di non prestarvi ascolto. 



 


‘Stava vivendo il suo primo vero amore, carico di aspettative, sogni e grande fiducia, quell’amore che si spera e, in alcuni casi, ci si illude possa durare tutta la vita. Un amore piovuto dal cielo, iniziato quasi per gioco.’






“I due volti di Nuova Delhi” è la storia di un amore e di un inganno, di due anime innocenti destinate a scontrarsi con la brutalità dell’animo umano. È una storia di dolcezza e d’impotenza, di tortura e di disillusione.
Consiglio questo racconto a chiunque e mi permetto di suggerire all’autrice una riflessione sull’idea di trasformarlo in vero e proprio romanzo o di ideare un prequel e un sequel. Io sarò qui, pronta a leggerti!


'La bella Kajal aspettava nient'altro che un amore.'

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