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lunedì 7 dicembre 2015
Le autrici EWWA - INTERVISTA A EMILY PIGOZZI
Ciao Emily, bentornata nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te
Ciao Linda, è sempre un piacere essere qui! Allora…sono una donna, anzi, una ragazza (mi piace di più!) che vive in una piccola città, la stessa dove sono nata. Sono la mamma felice di due bimbi, un maschietto e una femminuccia, mi sono sposata molto giovane e sono una moglie vulcanica e poco convenzionale. Non amo cucinare ma mi piace mangiare, soprattutto dolci, adoro leggere, la musica e il mare: su tutto questo, c’è la mia grande passione per l’arte, un vero istinto, che mi ha portata a misurarmi con varie discipline, su tutte la scrittura che mi ha sempre accompagnata in tante esperienze, da quella di collaboratrice giornalistica alla poesia, fino a giungere alla narrativa.
Tra i tuoi studi figurano anche corsi di danza, di teatro e di canto. Possiamo dire che la velleità artistica non ti manca. Come nasce questa tua passione?
Le porto dentro da sempre, con tutto il mio cuore. C’è chi, in passato, mi ha detto che amavo troppe cose, che volevo seguire troppe passioni: forse è vero! Però mi sono lasciata guidare dall’istinto, da ciò che volevo fare, cercando occasioni per mettermi alla prova. Dentro di me c’è sempre vivo il desiderio di dare sfogo alle piccole grandi emozioni di ogni giorno.
Hai lavorato in varie compagnie artistiche mettendo in scena anche lavori di Pirandello e Eduardo De Filippo. Cosa ricordi di queste esperienze?
Un ricordo bellissimo, di grande soddisfazione. Ho avuto l’occasione di misurarmi con ruoli di spicco, di sviluppare un percorso artistico impegnativo ma soddisfacente. Ricordo la fatica delle trasferte e delle tournée, le notti di studio e di viaggi, il tempo rubato, perché anche se lo fai a buon livello il recitare (così come lo scrivere) non sono considerate professioni e devi quasi giustificarti con chi ti sta attorno. Però sono grata al destino per aver potuto realizzare un sogno che covavo fin da bambina: sul palco mi sentivo assieme vulnerabile e potente, una sensazione travolgente.
Hai anche recitato nell’ambito del cinema. Sai cosa sia la paura da palcoscenico?
Sì, certo! A dire il vero non sono timida, e in generale sono sempre stata disinvolta nel mio approccio con il palco e la scena, anche all’inizio delle mie esperienze. Però quando magari sei stanco, o devi misurarti con un ruolo difficile nel quale non ti senti sicuro, la paura c’è eccome! Il segreto è andare avanti, e fare gruppo coi colleghi che, se bravi come è capitato molto spesso a me, diventano una rete di reciproco sostegno durante gli spettacoli stessi. Il cinema poi è una bella soddisfazione: mi sono divertita a scoprire cosa c’è dietro le quinte della realizzazione di una pellicola.
Il tuo esordio è dettato dalla poesia con la silloge “Amore e oro”. Perché la poesia?
Ho iniziato proprio con la poesia, fin da piccola: la porto dentro come un respiro, ed è stato bellissimo pubblicare la mia prima raccolta, oramai qualche anno fa. La poesia è ostica da leggere per i più, e non attira molti sostenitori, eppure è una confessione pura e appassionata da parte di chi la scrive: in quella silloge c’è il mio percorso, la voglia di rendere poetico il quotidiano, immagini di viaggio, frammenti di sogni e desideri.
Nel 2014 pubblichi il primo romanzo dal titolo “Un qualunque respiro” in cui tratti il tema della maternità negata, sofferta e attesa. Perché una tematica tanto delicata e importante?
Perché la sento profondamente mia. “Un qualunque respiro” nasce da un percorso di vita, e da una riflessione: quante donne, che si nascondono dietro un sorriso e una maschera di impegni e normalità, cercano in realtà con tutte le loro forze una maternità che non arriva, o perduta troppo presto? E’ qualcosa che ti segna, che ti scava e ti cambia dentro. Ho voluto parlare alle donne, raccontare la loro storia, stringendole in un ideale abbraccio. E’ una questione di vita o non vita, perché approcciarsi alla maternità, in un modo o nell’altro, ti costringe a crescere come persona e a fare i conti con molte cose.
Nel 2015, pubblichi con Delos Digital il romanzo breve “L’angelo del risveglio”. Daccene un assaggio.
“L’angelo del risveglio” è un romanzo che sento dolcemente mio: Pietro e Serena sono come persone reali per me! Lei è un’infermiera (come mia madre, quindi è una professione che conosco bene!) una ragazza semplice, che ama i dolci ed è cresciuta in un quartiere popolare, e che lavora con soddisfazione nel reparto di terapia intensiva di un grande ospedale milanese. Un bel giorno, come in una favola, il bellissimo playboy Pietro viene ricoverato nel suo reparto in gravi condizioni in seguito ad un incidente: Pietro è molto ricco e ammirato, ma è anche molto solo e, come Serena, non ha mai conosciuto l’amore vero. L’inizio sembra drammatico, ma in realtà si tratta di una storia leggera, persino divertente, sul cambiamento e sulla nascita di un sentimento profondo: Pietro e Serena dovranno vincere i loro dubbi e le loro diversità, imparando ad amarsi.
Eccone un estratto:
[...] La sua auto fila via nella notte. Non so dove ci porterà, e non so nemmeno io cosa desiderare. Ho una tremenda voglia di vivere questo stupendo sogno, ma so già che più sarà bello, più avrò paura di svegliarmi.
Si è fatto tardi, domani lavoro e Pietro lo sa.
Io non andrò da lui, e lui non salirà da me. Il desiderio è presente, ma confinato in una terra di dubbi ancora troppo incerta per noi, o almeno per la sottoscritta.
Ma prima di salutarmi, mentre goffamente tormento la borsa cercando di non farmi vedere nervosa, Pietro mi sfiora il mento leggermente, facendo tremare mille campanelle in giro per posti sconosciuti del mio corpo. Mi avvicina a sé, e io lo bacio, uno dei primi veri baci della mia vita anche se può sembrare assurdo: per lui certo non è lo stesso, ma ci troviamo avvinti e prigionieri, mentre le nostre bocche si conoscono e ritrovano sapori buoni, calore, una dolcezza infinita.
Quando inizia un amore, credo, ci si trova spesso a chiedersi quale saranno le prossime tappe. Si vorrebbe bruciarle, in un certo senso, arrivare subito alla confidenza, lasciarsi alle spalle quel prendersi le misure tanto bello quanto frustrante.
Eppure non resta che lasciarsi andare, senza troppe domande.
Chiudere gli occhi… anche se fa una dannata, immensa paura. [...]
E sempre nello stesso anno pubblichi “Il posto del mio cuore”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Troveranno, o almeno lo spero, una storia intensa ed appassionante: Alma Libera , la protagonista, è una ragazza ribelle e anticonvenzionale, nata e cresciuta in un piccolo paesino della pianura emiliana, nel secondo dopoguerra. Desidera la possibilità di conoscersi, di capire cosa desidera davvero: non vuole arrendersi alla vita che il destino ha deciso per lei, cosa non scontata per una donna di quei tempi. Il romanzo racconta la storia di questa donna, dell’amore puro per un ragazzo del suo paese, e di quello sbagliato per altri uomini: la vedremo affrontare temi complicati come il rapporto con il padre, la relazione con un uomo sposato, l’amicizia quasi materna con un ragazzo omosessuale, e tante emozioni. Parlo anche del teatro,che diventerà una parte importante della sua vita: nel corso della storia, Libera cercherà e scoprirà sé stessa, in una cavalcata che racconta un’Italia vicina ma già appartenente al passato.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
Affronto varie tematiche, ma soprattutto la mia protagonista è una donna in divenire: è profondamente imperfetta, ma non ha paura di sbagliare e di scoprire dove la vita la porterà: gli avvenimenti della sua vita la toccano, la cambiano, ma non mutano mai la sua disarmante sincerità e il suo istinto di donna.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
L’ispirazione viene da tante cose: persone che ho conosciuto, storie che ho sentito raccontare…c’è il teatro, che come dicevamo è una parte importante della mia vita. Alcuni stralci vengono da un romanzo piuttosto particolare scritto anni fa e rimasto nel cassetto. Insomma, ci sono tante cose che si uniscono, tante piccole storie di vita che compongono personaggi variegati e suggestivi, in una storia molto intensa…o almeno spero di essere riuscita nel mio intento!
Dai tuoi lavori si denota un certo interesse per il genere introspettivo, perché?
Forse perché sono una persona molto riflessiva, un po’ cervellotica, che ama vedere sempre le cose da varie prospettive. In me c’è una componente poetica forte, ma anche la voglia di parlare d’amore, specie dal punto di vista delle donne.
Sei membro dell’associazione EWWA, di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?
Sono molto felice di aver scoperto Ewwa, oramai da un anno a questa parte: si tratta di una rete di donne unite nella scrittura, desiderose di accompagnarsi l’un l’altra in questo cammino. Molte di loro sono persone di grande esperienza, dalle quali c’è molto da imparare, e che mettono la loro competenza a disposizione di chi vuole destreggiarsi in questo mondo. Oltretutto, ho avuto il piacere di assistere ai workshop, che ho trovato davvero interessanti e stimolanti. Lo consiglierei a tutte coloro che si avvicinano alla scrittura, non solo come autrici di romanzi: poter contare su un simile sostegno e venire a contatto con scrittrici che si ammirano è davvero una grande opportunità!
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Molti, a dire il vero: sto scrivendo e correggendo altre storie rosa, dovrei riprendere un romanzo storico al quale tengo molto e in più mi frullano in testa un paio di idee…peccato la cronica mancanza di tempo! La scrittura per me in questo momento è davvero croce e delizia.
È stato un grandissimo piacere per me ospitarti, sei una persona squisita e un’autrice talentuosa. In bocca la lupo per tutto e alla prossima!
Grazie Linda, il piacere è stato mio! Un saluto a tutte le tue lettrici.
Per seguire Emily EMILY PIGOZZI AUTORE
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Felice di essere qui. Grazie dell'ospitalità!
RispondiEliminaGrazie mille a te cara <3
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