224 pagine per scoprire qualcosa di più sulla nostra Italia e sulla Campania in uno dei periodi più bui della nostra storia.
Ma andiamo a conoscerlo più da vicino.
SINOSSI: Il
10 giugno del 1940 l'Italia fascista entrava in guerra, persuasa da
un'illusione storica e da calcoli politico-militari totalmente errati. A
Napoli, diventata uno strategico trampolino di lancio verso il Mediterraneo, la
guerra portò enormi disastri, inghiottendo non solo più di ventimila civili
innocenti, ma danneggiando e devastando per sempre una grande fetta del
patrimonio storico, artistico e culturale della città. La stessa sorte, seppur
in misura minore rispetto alle tragedie della problematica città partenopea,
toccò ad altre zone della regione. Numerosi centri furono prima bombardati
dagli angloamericani, poi colpiti dai nazisti in ritirata, e successivamente
usati e violentati dall'occupazione degli Alleati. Questi ultimi, inizialmente
definiti "liberatori", alla fine agirono ugualmente come un esercito
d'occupazione feroce e non meno odioso del nemico in ritirata. Gli anni della
guerra, in Campania, furono tre volte più devastanti che nel resto d'Italia.
Non caddero solo militari e civili. Caddero anche le pietre angolari della
nostra cultura.
DOVE TROVARLO: http://bit.ly/1Iu6Cx5, http://bit.ly/1FdIvnj e http://bit.ly/1zUjE5X
Eccovene un assaggio!
[...] Ciò che sarebbe restato ancora a lungo, invece, era l'ingombrante fardello delle truppe angloamericane presenti in tutta la città,
con i loro modi da conquistatori e l'uso beffardo dei nostri palazzi storici, lo scempio degli arredi, i furti di opere d'arte nei musei. [...]
L'AUTORE: Giuseppe
Russo, classe '72, amante della storia e delle tradizioni locali italiane ed
europee, tecnico informatico, web master, scrittore di testi tecnici e dottore in
scienze del turismo per i beni culturali cum laude (Master in Culture
Ambientali in corso), si dedica da anni alla ricerca storica sulle deturpazioni
culturali subite durante i periodi bellici del '900. Proprio a seguito di
questa passione, termina il percorso universitario con una tesi che oggi
rappresenta la base fondante del suo progetto personale: il recupero dei beni
culturali e delle tradizioni locali perse o deturpate durante la Seconda Guerra
Mondiale.
Impegnato
da tempo nel sociale, ha in corso progetti legati alla tutela dell'infanzia che
stanno per concretizzarsi in una collana di favole che permetterà, attraverso
la completa donazione dei proventi, la messa in sicurezza di istituti
scolastici e strutture di accoglienza per bambini. La sua filosofia è semplice:
ricordare il passato per costruire un futuro migliore. Su questo motto continua
giornalmente ad impegnarsi per contribuire culturalmente, e anche come
volontario di diverse associazioni nazionali, alla rinascita del territorio e
dei beni culturali italiani.
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