Ciao a te,
felice di essere qui, nel tuo blog.
Sono una donna con lo spirito di una ragazzina. Per certi
versi non sento e non accetto gli anni che passano. Come ha detto qualcuno più
autorevole di me: “noi, nati negli anni cinquanta, facciamo parte di una
generazione che non vuole invecchiare.” Be’, se invecchiare significa smettere
di essere curiosi, liberi e aperti, meglio restare sempre giovani “Forever
young”! Mi commuovo ogni volta che sento questa canzone.
Non amo parlare di me, sono piuttosto schiva per quel che
riguarda la mia vita privata, anche perché penso di non essere così
interessante. Comunque vivo con mio marito e due quattro zampe. Daphne,
barboncina bianca Principessa sul Pisello e Zoe, micia candida con un occhio
azzurro e uno giallo. Ho sempre avuto gatti, e cani. Per quanto riguarda questi
ultimi ho iniziato con un boxer e poi, per ragioni pratiche, sono passata alle
taglie piccole. L’amore per gli animali è un tratto di famiglia. Mio nonno era
un contadino molto particolare, che voleva bene ai suoi animali e lasciava la
“parte sporca” alla nonna. Una dura.
Sei sposata
e hai lavorato per anni al Provveditorato agli Studi – Direzione Generale
dell’Istruzione, dove trovi il tempo per scrivere?
Paradossalmente riuscivo a scrivere di più quando lavoravo
perché le ore della giornata erano programmate come un orologio svizzero. Ma
ero anche più giovane … ho scritto talmente tanto negli ultimi venti anni che ora
la prendo con più calma.
Ami
viaggiare e tra le tue mete preferite ci sono l’Irlanda e New York. Quanto
questa passione favorisce la tua ispirazione?
"A qualcuno piace dolce" è nato da un mio soggiorno a NYC, ma
ho scritto parecchi racconti ambientati in quella città, che adoro. Desideravo
sempre visitarla, ma non immaginavo che, una volta là, avrei provato un senso
di appartenenza. Probabilmente perché NYC è una città dalle molteplici anime e
ciascuno di noi vi può trovare la sua.
Quanto all’Irlanda è una mia “vecchia passione”, legata alla
musica e a James Joyce, che è vissuto a Trieste per parecchi anni. Ma anche
agli innumerevoli autori moderni di narrativa.
Ci sono stata in occasione di un viaggio di studio a Dublino,
mi manca di vedere il resto dell’Isola e prima o poi ho intenzione di
rimediare.
È stata una bellissima esperienza, ho visitato molte scuole
entrando in contatto con educatori, studenti e bambini. Gente molto
accogliente, ospitale e calorosa, che mi ha fatto sentire immediatamente a mio
agio, nonostante il mio inglese scolastico e arrugginito. In una scuola
elementare hanno messo in scena una performance tratta dal musicale
“Riverdance”.
Collabori
con la rivista femminile “Quadratum” . Di cosa ti occupi nello specifico?
Scrivo racconti
e romanzi per le riviste Intimità e Love Story, anche a puntate.
Hai
partecipato al ‘Concorso Internazionale di scrittura femminile Città di
Trieste’ con il racconto “La mia città”, poi inserito in un’antologia. Cosa
ricordi di questa esperienza?
Ricordo di aver partecipato perché non chiedevano tassa
d’iscrizione. Un punto per me, molto importante in quanto sinonimo di serietà.
La premiazione è avvenuta nella sala del Comune, poi ho partecipato, insieme
alle altre vincitrici, a un programma radiofonico in rai. Ho scoperto così che
le componenti della giuria credevano che il racconto fosse stato scritto da una
donna serba, la protagonista del
racconto nonché voce narrante. Una bella soddisfazione perché significava che
ero stata convincente.
Esordisci
nel 1998 pubblicando la monografia “All I Want is U2”. Parlacene.
A quarant’anni avevo preso una cotta per gli U2, al punto di
partecipare ad alcuni concerti, io che ho sempre avuto paura della folla. Così
ho iniziato a pensare a questo libro e ho contatto il Fan club, che aveva sede
a Firenze. Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa e allora ho scritto
“L’incontro”, un dialogo virtuale fra
James Joyce e Bono, che in seguito ho inserito come prologo nel libro. Ne sono
rimasti entusiasti perché le frasi di JJ
sono tratte, pari pari, dall’Ulisse. Quando, nel 2004, sono andata a Dublino
speravo di farlo autografare da Bono, ma non ho avuto fortuna. L’ho lasciato a
un’insegnante che mi aveva garantito di conoscerlo, e che mi aveva promesso di
spedirmelo con tanto di autografo, ma sto ancora aspettando.
Sempre nello stesso anno pubblichi “Senso unico” e nel 2006 “La fortuna è un talento”,
successivamente inseriti assieme alla monografia nella biblioteca dell’Istituto
di Cultura di Dublino. Una bella soddisfazione non trovi?
Sì, è bello sapere che ci sono anch’io in quella città che
vanta tanti, bravissimi scrittori.
Nel 2012
pubblichi “Storie di gatti e misteri”. Di cosa si tratta?
Si tratta di due racconti tratti da storie vere. “Il Grande
Bill” è la storia del mio gatto magico, e dei fenomeni che si sono verificati
dopo la sua morte. È il racconto più autobiografico che io abbia scritto e ci
tengo in maniera particolare. "Tigro, il
re di Cavana" è la storia di un gatto diventato molto popolare a Trieste – ha
anche una pagina FB – di cui si sono perse le tracce.
Nel 2013
pubblichi “A qualcuno piace dolce” poi uscito in seconda edizione, nel 2014,
con la Newton Compton. Daccene un assaggio.
Amy ha trent’anni, è single e lavora nella redazione della
celebre rivista newyorkese di gossip «Manhattan Rumors». Colette, la
stravagante direttrice del giornale, è sempre alla ricerca di nuove idee che
attirino lettori. E così Amy si ritrova con un incarico davvero fuori dal
comune: dovrà fare un’inchiesta sul mondo dei sex toy e cercare di strappare
piccanti interviste in esclusiva alle celebrità. Il problema è che Amy è
totalmente a digiuno in materia di giocattoli erotici… Decisa a portare a
termine la sua missione giornalistica, Amy inizia la sua eccitante avventura
entrando in questo colorato e bizzarro mondo, fino a scoprire che… Be’, andate
a leggerlo!
Nel 2014
partecipi all’antologia “Baci d’estate” con il racconto “Quando il marito è
vacanza”. Racconto Vs. Romanzo chi la vince?
Come autrice
preferisco scrivere racconti, sicuramente meno stressanti. Ma come lettrice
preferisco il romanzo.
E nel 2015
esce “Tutta colpa dello yoga”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
È una commedia romantica, con un pizzico di ironia, e più di
un colpo di scena. I personaggi (specialmente quelli maschili), svelano a poco
a poco la loro psicologia sotto i vigili occhi della stupita protagonista, mentre
i personaggi secondari , come i genitori di Mimì e le colleghe invidiose,
rappresentano un contorno piuttosto colorito. A fare da filo rosso alla vicenda, lo yoga, le
frasi del Dalai Lama, una filosofia di vita.
Quali tematiche
affronti e quale messaggio vuoi lanciare?
Le tematiche
affrontate sono tante: la difficoltà di trovare lavoro, la famiglia, la
spiritualità, lo yoga. E l’amore,
leitmotiv della storia, che a volte si presenta in maniera ingannevole…
Quanto al messaggio
… io mi limito a raccontare una storia
per intrattenere il lettore e fargli passare qualche ora piacevole. Non mi spingo più in là di così…
Qual è stato
l’input per “Tutta colpa dello yoga”?
Il personaggio di Mimì, mi è stato ispirato dalla fiction "Lie
to me". Nella serie televisiva il dottor Lightman è uno studioso esperto della
comunicazione non verbale, infallibile nel capire quando qualcuno non dice la
verità. La mia protagonista, pur essendo una psicologa, è capace di capire
quando qualcuno mente in maniera intuitiva.
Nel libro affronti il tema della reincarnazione, anche se in
maniera marginale, credi nelle anime gemelle?
Il tema mi affascina molto sia dal punto di vista letterario
che spirituale. Ho letto molto sull’argomento, e credo nelle anime gemelle nel
senso di anime affini, che sono diverse dalle anime di fiamma gemelle.
Le anime di fiamma gemelle riguardano l’amore in senso
biblico, e penso che sia molto più difficile trovarle, anche se non
impossibile.
Sei stata
autrice self e autrice Big. Il Self-publishing può davvero cambiare la vita di
un autore?
Scrivevo da tanti anni, ma arrivare a un editore importante
sembrava una missione impossibile. Sono una grande sostenitrice dell’ ebook sia
come autrice che come lettrice. Così mi
sono buttata allo sbaraglio pubblicando in self "A qualcuno piace dolce" e il
romanzo si è piazzato subito nella classifica di Amazon e Mediaworld. Poco dopo
sono stata contatta da un agente, e in breve Newton Compton mi ha offerto un
contratto.
È stata una
grande soddisfazione, un obiettivo finalmente raggiunto dopo anni di lavoro, ma
da qui a dire che mi ha cambiato la vita ce ne corre...
Sei membro
dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti
alle tue colleghe?
L’Associazione è stata fondata da donne che operano nel mondo
dell’editoria: sceneggiatrici, editor, giornaliste, traduttrici, interpreti,
blogger, scrittrici, ricercatrici, esperte di comunicazione culturale.
Obiettivo primario è la solidarietà
professionale e creativa tra coloro che sono impegnate in questo settore in
Europa.
Da “vecchia” femminista trovo che sia un’idea bellissima e
vincente. Fare rete fra noi donne è fondamentale oltre che molto utile. EWWA
organizza eventi e workshop che soddisfano molteplici esigenze per chi, in un
modo o nell’altro, si occupa di editoria.
Qualche
altro progetto in cantiere?
Sono appena rientrata in possesso dei diritti del romanzo "La
fortuna è un talento". Un thriller psicologico ambientato nel mondo
dell’editoria, che a mio parere è ancora molto attuale. Un’autrice
esordiente architetta un raggiro nei confronti di un autore famoso, colpevole
di aver rifiutato il suo manoscritto.
Mi piacerebbe ripubblicarlo, ma dato che non è un romanzo
rosa, non so ancora se come self o con un editore tradizionale. Del resto ho
visto che sono parecchi gli autori che pubblicano in entrambe le modalità.
È stato un
piacere ospitarti nel mio blog!
Il piacere è
stato mio. Grazie per l’ospitalità e per le domande…
Per seguire Laura LAURA SCHIAVINI - AUTORE C/P NEWTON COMPTON
Per seguire Laura LAURA SCHIAVINI - AUTORE C/P NEWTON COMPTON
Un 'intervista "in rosa" a cui ho partecipato molto volentieri. Grazie mille Linda
RispondiEliminaUn piacere ospitarti <3
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