Ciao Silvia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Ciao Linda. Intanto, grazie per avermi ospitata nel tuo
blog. Sono una ragazza come tante. Ho 29 anni e la mia più grande passione è la
scrittura. Il mio primo “libro”, se così si può definire, l’ho scritto a nove
anni e si intitolava “La casa della morte”. Ben un quaderno intero! Lo so, il
titolo non è molto originale, ma all’epoca divoravo i “Piccoli Brividi” e i “Super
Buh!”. Ne leggevo uno al giorno e il libraio sotto casa, divertito nel vedermi sempre
alla ricerca di nuovi libri, era arrivato a dirmi che ormai gli horror li avevo
letti tutti e che sarei dovuta passare a “Il Club delle Baby Sitter”. Adoro
leggere, soprattutto quando mi trovo in vacanza, ma anche prima di andare a
dormire. Infatti, se non leggo almeno un capitolo, non riesco a riposare bene;
la lettura mi aiuta a non fare incubi e ad allontanare le preoccupazioni. A proposito di vacanze, io sono nata e
cresciuta a Genova, città che amo; ma appena riesco a mettere un po’ di soldi
da parte li spendo per viaggiare, altra mia grande passione, seconda solo alla
scrittura.
La triennale in Lingue e Letterature Straniere, la
magistrale con Lode in Informazione ed Editoria; sei impiegata, editor e
recensore cinematografico. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa
in te questa passione?
Il mio lavoro è part-time e questo mi permette di potermi
dedicare alla scrittura sia durante la settimana, che nel week-end; ma nel mio
smartphone annoto tutto quello che mi viene in mente. Quindi, anche se sono in
giro, non rinuncio a buttare giù qualche idea che mi è venuta così,
all’improvviso.
La passione per la scrittura è nata fin dalle elementari;
adoravo scrivere temi e racconti ed ho avuto la fortuna di poter crescere giocando
in campagna dai nonni, dove inventavo storie davvero bizzarre. Storie che
spesso riportavo su carta per renderle immortali, un po’ come fossero
fotografie.
Hai vissuto all’estero per quasi un anno per il progetto
Erasmus. Parlacene.
È stata un’esperienza molto forte, che mi ha permesso di
crescere non solo dal punto di vista accademico e culturale, ma anche umano.
L’ho vissuta in un periodo un po’ particolare e difficile della mia vita, quindi
io personalmente ho attribuito all’Erasmus un’importanza di non poco conto. Ero
ad Alicante e il campus era immenso, c’era persino il parco con gli animali. Le
aule erano dotate di PC e proiettori. Per spostarsi da una facoltà all’altra
alcuni si muovevano in bici; le biblioteche erano moderne e fornitissime. Le
lezioni coinvolgenti e interattive. Io condividevo un appartamento sulla Rambla
con Alessia, Saverio, Remko, Luca e Javier. Per un periodo ha vissuto con noi
anche Charles. Dunque Italia, Olanda, Spagna e Francia sotto lo stesso tetto.
Tutti studenti Erasmus tranne Javier, che lavorava come cuoco. È stato
stimolante inserirmi in una cultura diversa dalla mia, tornassi indietro lo
rifarei senz’altro.
Tra le tue passioni ci sono anche i Manga. Raccontaci
qualcosa in più.
Sì, adoro i manga. Ogni anno vado al Lucca Comics e mi
sembra di partire per il posto più bello del mondo. Mi sento come una bimba il giorno di Natale.
Parto con uno zaino vuoto e scarpe comode per camminare tutto il giorno senza
sosta. Non mi fermo neanche a mangiare; parto direttamente con un panino ed una
bottiglietta d’acqua, così non rischio di dover perdere tempo nei bar o
ristoranti. Il prossimo anno mi fermerò per due giorni; di solito vado in
giornata, ma ogni volta torno a casa pensando di esserci stata poco, così ho
già prenotato un B&B per il prossimo festival del fumetto. Il manga che
preferisco è Death Note; geniale davvero. Se dovessi prendere un gatto lo
chiamerei L. In ogni caso leggo anche altri generi; adesso per esempio sto
leggendo Alita, ma è meglio che mi fermi qui, altrimenti rischio di parlartene
fino a domani.
I viaggi sono un’altra tua attitudine, fungono mai da fonte
di ispirazione per i tuoi testi?
Sempre. Pensa, il primo capitolo del mio secondo libro si
intitola “Un’isola dove il fuoco dorme” ed è ambientato a Lanzarote, isola dove
sono stata un paio di anni fa. Nei miei libri si viaggia in molti posti, la
maggior parte dei quali non ho ancora esplorato, purtroppo; però quando visito
un nuovo luogo, è come se i personaggi della mia immaginazione venissero con
me. È una frase un po’ strana, lo ammetto, ma è davvero così. Quando ero sul
Timanfaya ho immaginato che lì, da qualche parte, vivesse un Posso di fuoco e
così è stato…
Nel febbraio 2016 esordisci con “Posso e la Fiamma nella
foresta”. Di cosa si tratta?
Si tratta di un fantasy per ragazzi. Il protagonista è un
piccolo essere dalle fattezze umane di nome Posso che si è risvegliato in un
prato nel basso Piemonte senza memoria del suo passato. Lo trova una
chiocciola, la quale diventa sua amica e compagna di viaggi. Dopo aver vissuto
nel bosco per diverso, tempo decide di partire per cercare altri come lui,
poiché guardandosi intorno vede che i vari animali hanno delle caratteristiche
ben precise, ma nessuno gli assomiglia. Parte così insieme a Miss Lumachina Bla
Bla alla ricerca di altri Posso ed usa i suoi poteri per farlo (poteri
fighissimi). Durante il viaggio visitano molti luoghi; arrivano persino in
Brasile, dove tutto è gigante, sia la vegetazione che gli animali abitanti
della Foresta Amazzonica.
Con questo romanzo ottieni la Menzione di merito al 2° Premio
Internazionale Salvatore Quasimodo. Cosa ti aspetti?
La cerimonia di premiazione si terrà il primo sabato di aprile
presso il CET (Centro Europeo di Toscolano) ad Avigliano Umbro. Sono emozionata
all’idea di ritirare un premio per il mio primo libro. Quando mi è arrivata la mail con i risultati
ufficiali mi si è dipinto un sorriso ebete sulla faccia. Non è facile emergere nel
mondo editoriale quando si è totalmente sconosciuti e ogni piccolo passo avanti
è un traguardo di non poco conto.
E nel novembre 2016 esce il sequel “Posso nella morsa dei
ghiacci”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
È la prosecuzione del primo ed ha una trama più complessa,
con maggiori intrecci. Ci sono più personaggi, ognuno con le sue
caratteristiche e con diverse personalità. Ai poteri di terra del protagonista
si aggiungono quelli di aria, ghiaccio, acqua e molti altri. Sono ben sette i
Posso protagonisti di questa storia e se nel primo c’è una linearità ben
definita, nel sequel è possibile guardare cosa succede sia nella realtà dei
Posso, che in quella dei nemici. Esatto, “nemici” al plurale, perché se nel
primo, Posso scopre l’esistenza di un nemico, Cannot, nel secondo i cattivi sono
due. Quindi in “Posso nella morsa dei ghiacci” i lettori troveranno più
personaggi e più tensioni, dovute non solo all’ambiente esterno, questa volta,
ma anche all’interno del gruppo stesso; poiché non sempre risulta facile
cooperare se si ha a che fare con qualcuno particolarmente scontroso… e qui mi
fermo.
Quale messaggio vuoi trasmettere e quali tematiche affronti?
Lo scopo principale è quello di sensibilizzare i ragazzi
alle problematiche ambientali attraverso una storia, spero, avvincente e
originale. I Posso perdono i poteri se entrano in contatto con l’inquinamento e
diventano tristi, apatici. La loro forza dipende dalla natura. Nei due libri
Posso finisce in una città, entra in contatto con materiali inquinanti e
combatte contro i nemici, che sono esseri composti da smog. Altra cosa che
vorrei fare è insegnare attraverso la lettura. Posso infatti durante il viaggio
incontra animali realmente esistenti e parlando con loro ne apprende le
caratteristiche; visita posti in tutto il mondo (Canarie, Brasile, Messico,
Antartide, per citarne alcuni). Oltre all’introduzione di animali reali, ho
inserito anche esseri leggendari come il Curupira, al quale ho fatto narrare
molte leggende brasiliane che ho trovato interessantissime durante i corsi di
letteratura portoghese. Insomma, ho cercato di inserire molte nozioni che a me
personalmente hanno fatto amare il mondo sia reale che fantastico, cercando di
non risultare mai pesante o accademica.
Perché il fantasy e perché la letteratura per ragazzi?
È uno dei generi che tutt’ora preferisco. Leggo spesso libri
fantasy e li trovo coinvolgenti perché ti portano via dalla realtà. La quotidianità
la si vive ogni giorno, almeno con la fantasia è bello poter viaggiare in
luoghi pazzi, strani e abitati dalle creature più assurde. Mi piace scrivere
libri per ragazzi perché loro hanno un potenziale pazzesco. Possono vedere le
sfumature, non solo il bianco o il nero e attingendo all’immaginazione sono in
grado di trasformare la giornata più banale in un’avventura fantastica.
Qual è stato l’input per questa serie?
Posso è nato dalla mia fantasia quando ero bambina. Ero una
vera rompiscatole e non stavo un minuto ferma (mia madre a volte era costretta
a mettermi il guinzaglio per bambini). Ogni giorno stressavo mio padre
chiedendogli: «Papà, posso fare quello? Posso prendere questo? Posso andare
lì?». Lui, un po’ esasperato, un giorno mi disse: «No, solo Posso può». Io
ovviamente non potevo non chiedere chi fosse questo Posso e dopo altre decine
di domande, mio padre rispose: «Posso abita in un fungo nel bosco insieme alla
sua amica lumachina». Queste sono state le uniche informazione da lui fornite,
ma erano sufficienti perché mi inventassi un mondo magico. Andavo nel bosco dei
miei nonni a cercare Posso e non trovandolo mi convinsi che avesse il potere
dell’invisibilità. Lo cercai a lungo, ma con lo scorrere degli anni lo
dimenticai. Fino a quando, nell’agosto del 2014, facevo un giro per i boschi
nei quali sono cresciuta e mi è tornato in mente; così ho deciso di scrivere un
libro sulla sua storia. Non sapevo ancora cosa inventarmi perché quando ero
piccola non avevo certo immaginato l’esistenza di Cannot o dei vari Posso
sparsi per il mondo; ma sapevo che tanto lo avrebbe deciso lui dove portami, e
così è stato.
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Sì. Attualmente mi sto dedicando alla revisione di vari
racconti prequel alla trilogia su Posso. Verranno raggruppati in una raccolta e
saranno una ventina circa. Narreranno le avventure di Posso prima della sua
decisione di partire alla ricerca dei suoi simili. Dunque i protagonisti di
questi racconti, a parte Posso ovviamente, saranno gli abitanti del bosco in
Piemonte: Aculeo il riccio, il Signor Tasso Vinciterra, Tassolino Meles,
Mantilde, Miss Lumachina Bla Bla e tanti altri. Ogni racconto ha una morale;
parlo di condivisione, di rispetto e di integrazione. Il libro uscirà in ebook
e probabilmente anche in versione cartacea. Dopodiché mi dedicherò al terzo e
ultimo libro su Posso.
È stato un piacere ospitarti nel blog. In bocca al lupo!
Grazie, è stato un piacere per me essere tua ospite. Crepi
il lupo!
Per seguire Silvia SILVIA CIVANO - AUTRICE
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