Ciao Monica, benvenuta nel mio blog.
Raccontaci qualcosa di te.
Grazie a te,
Linda, per la tua ospitalità. Vivo a Livorno, in Toscana, città di mare che mi
regala un clima e dei tramonti stupendi. Non vivo di scrittura, purtroppo, per
cui ho un lavoro part-time come libero professionista. Ho una famiglia tutta
immersa nell’arte, il che mi fornisce quotidiani stimoli di bellezza e
ispirazione, oltre alle innumerevoli letture.
Nonostante
abbia superato gli “anta” mi dedico ancora all’altra mia grande passione dopo
la scrittura. Insegno e pratico una particolare danza, ispirata alle tradizioni
gitane, un ballo che aiuta le donne a valorizzarsi e a riscoprire parti
dimenticate del proprio essere femminile. Vederle muoversi in armonia con se
stesse, dopo qualche mese di pratica, è una grande soddisfazione ogni volta.
Quando si è accesa in te la scintilla
della scrittura?
Potrei dirti
che ho sempre scritto e avuto una certa “predisposizione”, ma non le ho mai
dato importanza, presa dagli studi di tipo tecnico e poi dal lavoro. Nella
prima era di internet, quando esistevano i fanforum, si scrivevano le
fanfiction, storie ispirate a libri, film, serie tv. Quello che postavo
riscuoteva del consenso e mi dava soddisfazione, e poi ho iniziato a creare
storie completamente mie. Da lì, i primi corsi di scrittura, una vera palestra
di allenamento, i primi invii alle case editrici, fino a oggi.
Di te dichiari: ‘Sogno di viaggiare
“come una volta”, con tempi lenti e parecchie fermate nel mezzo’. Quanto il viaggio ti è d’ispirazione?
Moltissimo.
Che sia un viaggio effettivo, in Italia o all’estero, o mentale, attraverso le
letture, è sempre un mezzo di conoscenza e uno stimolo a misurarsi con qualcosa
di diverso da se stessi e dalla quotidianità e questo mi spinge a riflettere, a
confrontarmi, a darmi lo spunto per nuove storie. Aromi e profumi che senti
solo in certi luoghi del mondo, colori, sensazioni, paesaggi, ritmi di vita:
tutto quello che riempie l’animo di una persona e lo arricchisce poi trova la
necessità di uscire in qualche modo e per me questo processo avviene attraverso
la scrittura.
Chi sono i tuoi autori preferiti e
quanto c’è di loro nei tuoi testi?
Questa è una
domanda difficile perché l’elenco è lunghissimo: mi appassiono di tutti gli
autori che leggo. Soprattutto da quando scrivo, trovo in ognuno qualcosa da
imparare o da ammirare. Farei prima a elencare quelli che non mi sono piaciuti
ma non è carino. Provo a farti un elenco degli ultimi che ho letto: Tolstoj,
Foer, Murakami, Yoshimoto, Hardy, Atwood, Meyer, Morton, Simons. Generi
letterari diversi che spaziano in ogni direzione. Non cito gli italiani, ma ne
leggo molti.
Esordisci nel 2012 con “Il senso
interno del tempo”. Daccene un assaggio.
È la storia di una seconda occasione, di un’amicizia speciale
lasciata in sospeso, ma che non si è mai sopita nel corso degli anni. Di due
persone appassionate del loro lavoro in ambiti differenti che, in modo opposto,
vivono intensamente la vita. Nathan ed Eva si ritrovano, si innamorano un po’
troppo inaspettatamente, si spaventano di questo sentimento così forte,
travolti da una serie di circostanze legate alle persone più care a loro
vicine. Reagiscono a questi problemi della vita in modo diverso, prendendo
ognuno una decisione in base al proprio sentire, come accade nella realtà.
Nel 2014 esce “Il senso del nostro
amore”. Di cosa si tratta?
La storia di Eva e Nathan procede
incastrandosi con quella del fratello di lui, James, reduce da un incidente
stradale; rimasto paraplegico, vuole tornare alla sua vita normale, con tutte
le difficoltà pratiche ed emotive della sua situazione. È un libro dalle molte
rinascite. Un passaggio all’età adulta dei personaggi che non fanno sconti al
loro passato ma lo affrontano per poter andare avanti e costruirsi una propria
felicità.
La duologia di Nathan ed Eva è una lunga
storia d’amore: romantica, passionale, ironica, riflessiva. Ci sono tanti
spunti di pensiero per le tematiche affrontate, sempre in modo delicato, ma in
un contesto di intrattenimento (spero) piacevole.
Hai pubblicato anche diversi
racconti. Romanzo Vs. Racconto, chi la vince?
Da lettrice
non amo particolarmente i racconti perché mi lasciano sempre insoddisfatta per
la loro brevità. Tutti i racconti che ho scritto e pubblicato mi sono stati
richiesti per alcune antologie. Devo dire, però, che spesso alcune idee sono
veramente delle immagini o dei “quadri di scrittura” come li chiamo io nella
mia testa, che effettivamente si esauriscono nella breve sintesi di un racconto
e sono sufficienti così.
Da autrice,
invece, mi piace più confrontarmi con la lunga distanza perché, ovviamente,
permette un approfondimento maggiore dei personaggi e della storia.
Nel 2017 esce “Niente è come sembra”,
cosa troveranno i lettori al suo interno?
Troveranno
una novella, o romanzo breve comunque lo si voglia chiamare, e due racconti che
erano usciti nelle antologie digitali di Ewwa (European Writing Women
Association), associazione di scrittrici di cui faccio parte, che ho voluto
riproporre per dare un’altra visione della mia scrittura.
Dopo la
duologia, piuttosto impegnativa, mi è piaciuto cambiare confrontandomi con più
generi di scrittura. "Niente come sembra", che dà il titolo al libro, è
una novella appartenente al genere rosa crime. Abbiamo una storia d’amore, anzi
due, e un mistero molto fitto da svelare pagina dopo pagina. Naturalmente,
com’è nel mio stile, non mancheranno degli spunti di riflessione sulla nostra
quotidianità.
"Baci di
piombo" è un piccolo
quadro sull’adolescenza negli anni ’70: un periodo affatto facile per il nostro
paese, che influenzava molto la nostra vita. I problemi degli adolescenti
esistevano già, sì, ma a differenza di oggi non avevano ancora una
denominazione e un’attenzione da parte degli adulti.
"Eden
amaranto" è racconto
storico, un omaggio alla mia città e a uno dei suoi cittadini più importanti,
il Maestro Pietro Mascagni, descritto in un contesto molto personale e intimo.
Qual è stato l’input per questo
libro?
L’idea è
partita da un compito in uno dei primi corsi di scrittura che ho fatto. Lo
studio di un personaggio e la sua caratterizzazione. La sfida era quella di
scriverne uno il più lontano possibile dal nostro protagonista ideale. Così è
saltato fuori il codice fiscale da cui partire per caratterizzare Maria Stella
e tutto quello che poteva incontrare nel suo percorso per arrivare alla fine
della storia.
Ne ho
diversi in corso che spaziano su molti fronti. Due storici, romanzi importanti
che stanno richiedendo molta ricerca e documentazione. Un distopico new adult,
che probabilmente diventerà una duologia perché la storia si sta evolvendo
molto bene. E non escludo nemmeno di riprendere in mano la prima duologia
perché i personaggi continuano a dirmi che hanno ancora qualcosa da raccontare.
Per adesso, però, la priorità è per gli altri progetti.
È stato un piacere ospitarti nel mio
blog. In bocca al lupo!
Grazie a te,
per l’interesse e la disponibilità. E complimenti per il tuo lavoro di
promozione delle autrici italiane. Buona scrittura anche a te.
Per seguire Monica MONICA PECCOLO
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