mercoledì 24 gennaio 2018

PASSI D'AUTORE - Recensione - LETTERE RUBATE di Macrina Mirti


Oggi, inauguriamo la rubrica #PassidAutore, dedicata alle recensioni curate da un team di lettrici scelte pesonalmente da me.



Conosciamo meglio il romanzo di Macrina Mirti, autrice talentuosa che è già stata ospite del mio blog.
Andiamo subito a scoprire qualcosa in più su "Lettere Rubate".  
Dania Francella l'ha recensito per noi.








SINOSSI: Peroscia, dicembre 1376.
Dopo la fuga dell’odiato legato papale, Uguccione dei conti di Braccio, alla guida del Consiglio della città, tenta di stringere un accordo con Matteo Olivi, il capo della fazione avversa esiliata anni prima. Tale patto dovrà essere suggellato dal matrimonio tra sua figlia, la dolce Griselda, e il maggiore degli Olivi, Giuliano. I due ragazzi da fanciulli si sono amati, ma ora Giuliano rifiuta il matrimonio. Teme che Griselda si possa prendere gioco di lui e del suo amore. Infatti, la giovane donna non ha mai risposto alle lunghe lettere che lui le ha scritto durante l’esilio. Griselda si dispera e cerca un chiarimento. Il giovane Olivi comprende che grave errore sia stato rinunciare alla donna amata, ma è tardi per tornare indietro. Matteo lo ha spedito alla corte Angioina a curare gli interessi di famiglia. Nel suo esilio napoletano, Giuliano decide di scrivere una lettera al padre, nella quale gli esprime l’intenzione di sposare Griselda.








1376 - Peroscia è un libero comune impoverito dalla guerra con Siena che, nelle pietre e negli occhi dei suoi abitanti, ha ancora vivo il ricordo della peste nera che attanagliò mezza Europa.
La città delle cento torri è sconvolta dai tumulti interni tra la fazione dei Raspanti, la nuova borghesia artigiana al governo, e i Beccherini, il ceto nobiliare.
Griselda, figlia e unica erede riconosciuta del nobile Uguccione dei Conti Braccio, è una giovane bellissima, colta e un po’ viziata. L'istruzione che possiede la rende una donna che non subisce gli eventi, ma li vive da protagonista, tentando di essere l'artefice del proprio destino.
Giuliano è il valoroso e orgoglioso figlio di Matteo Olivi, appartenente alla fazione opposta. Malgrado le divergenze, Uguccione e Matteo sono amici e i figli vengono istruiti dallo stesso maestro.
Sarà proprio durante le ore trascorse ad apprendere nuove conoscenze, che nascerà il loro grande amore, ma una rivolta popolare sconvolgerà tutti gli equilibri, e gli Olivi saranno esiliati. 
Durante gli anni di lontananza, il giovane scriverà all'amata senza ottenere mai risposta e, al suo ritorno, rifiuterà di sposarla, malgrado il volere dei genitori.
Ma chi ha rubato quelle lettere appassionate e perché? Tra complotti, assassini, fughe e ribellioni popolari, riusciranno i due innamorati a ritrovarsi?

Macrina Mirti ci presenta una ricostruzione storica meticolosa, attenta al dettaglio e mai pedante, usando un linguaggio accurato  e scorrevole.
L'ambientazione si divide tra Napoli e Perugia, ed è proprio in quest'ultima città che l’autrice dà il meglio di sè. Ci catapulta tra le sue vie e ci mostra i suoi palazzi; basterà chiudere gli occhi per vedere Giuliano attraversare Porta Sant’Angelo, Griselda passeggiare vicino alla fontana maggiore, o ammirare le splendide volte dell’antico acquedotto.
La vicenda d’amore si intreccia egregiamente con i fatti storici, i personaggi inventati interagiscono con quelli realmente esistiti, come Giovanni Acuto e la regina Giovanna, grazie al puntiglioso lavoro di ricerca compiuto dall'autrice

[...] Il viso di una fanciulla di dodici anni, dagli enormi occhi scuri e dal sorriso tenero, giungeva ogni notte a tormentare i suoi sogni. In quei lunghi anni di esilio si era convinto di essersela strappata via dal cuore, eppure, sapeva che così non era stato. Uno strano  sentimento lo divorava. 
Amava e odiava allo stesso tempo quella fanciulla dolce e innocente. Si vergognava dei sentimenti che aveva provato per lei, la figlia dell'uomo che li aveva costretti all'esilio. L'avrebbe presa in moglie solo se fosse stato certo di assicurarle una vita di umiliazioni e di dolore, ma sapeva che forse non sarebbe stato possibile. 
Temeva che prima o poi l'amore che aveva custodito gelosamente nel cuore si sarebbe fatto strada tra i cumuli di macerie della sua anima. Temeva che Griselda sarebbe stata capace di toccare le corde più profonde e segrete del suo spirito. Le donne erano creature fragili nell'animo e nella carne."


Quello che mi ha più incuriosito del libro è il tocco di modernità donato a Uguccione. Questi si sposerà per amore e farà addirittura istruire la figlia, in modo da garantirle la successione e l'amministrazione delle sue proprietà, senza doverle affidare a un “marito”. Contrapposto  lui, abbiamo Matteo Olivi, sposatosi per interesse, convinto che l’amore sia solo una fantasia femminile e contrario alla scelta dell'amico di far studiare la figlia.
L'istruzione data a Griselda la rende un personaggio forte e di carattere; le dona l’umiltà di cambiare opinione sulle persone che aveva sbagliato a giudicare e la forza di saper chiedere scusa, anche in virtù di una crescita dovuta alle nuove esperienze che farà.
Questo è un tratto della personalità che ritroviamo anche nel fiero Giuliano; anche lui affronterà un viaggio di formazione non indifferente.
Vorrei menzionare anche il personaggio di Cosimo, il fratello bastardo di Griselda. Cresciuto con amore dalla sua matrigna, come fosse sangue del suo sangue, è onesto, intelligente e di buon cuore. Mi ci sono affezionata molto.
Questo è un romanzo ricco di "attori" scrupolosamente caratterizzati, come Mastro Lippo, il soldato francese, il cugino Francesco, la vecchia nutrice e tanti altri.

La tematica più importante è quella relativa all'istruzione e alla sua importanza che ci rende liberi.  Entrambi i protagonisti devono l'apertura mentale alla loro formazione, e la loro crescita avviene sì con la “scuola della vita”, ma se riusciranno ad apprenderla, sarà solo perché gli sono stati forniti gli strumenti adeguati.
Se amate il romanzo storico, vi consiglio assolutamente di leggerlo. Un ottimo modo per conoscere la bella penna di Macrina Mirti.
  Dania Francella
(Editing a cura di Linda Bertasi)



IL VOTO DI DANIA








 

Dania Francella nasce nel 1981.
Lettrice compulsiva, nel corso degli anni ha letto quasi tutti i generi letterari: dalla mitologia ai saggi storici, dalla narrativa contemporanea alle biografie, dai legal thriller ai libri d'inchiesta, dai classici ai romance.
Ottimista, sognatrice, romantica e, forse,  troppo empatica. Ama il mare, la montagna e le città d'arte, il calcio, il classic rock, Ligabue, Gaetano e De Andrè; fan appassionata della saga di Star Wars e dei supereroi. 
La sua è una lettura attenta al dettaglio, difficilmente qualcosa le sfugge e le sue recensioni sono sempre accurate e dedite a evidenziare i pregi del testo e dell'autore.





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