mercoledì 8 aprile 2015

Le autrici EWWA - INTERVISTA A GIULIA BEYMAN



Ciao Giulia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

È un piacere essere qui, Linda, e grazie per l'ospitalità. Per rompere un po' il ghiaccio, mi metto comoda e immagino di bere idealmente un caffè con te e con i tuoi i lettori.
Allora... Cosa potrei dirvi di me senza affogarvi di parole? Sono una scrittrice e sono la mamma di un quasi adolescente. Sono una Toro (astrologicamente parlando), quindi paziente e affidabile. Amo lo yoga, mi piace leggere e andare al cinema, non sopporto le diete, adoro il cibo in compagnia, il vino mi dà alla testa. Amo la natura e gli animali (ho otto gatti, credo su questo non ci siano dubbi). Ah... sarei anche molto pigra se non mi sentissi così in colpa a non rispettare i miei impegni.

Il diploma al ‘Liceo classico’, la frequentazione di una scuola di giornalismo e, successivamente, il corso per sceneggiatori alla Rai. Quando si è accesa in te la scintilla dello scrivere e dove trovi il tempo per farlo?

In realtà la scintilla è stata sempre accesa, solo che quando ero una ragazza consideravo il mio sogno di diventare una scrittrice talmente grande, che ne avevo paura. Così l'ho presa alla larga e ho affrontato un lento processo di avvicinamento. Sempre con lo stupore - a ogni nuova tappa - di pensare “ehi! ce l'ho fatta!”
Il tempo per scrivere lo trovo tutti i giorni, perché da almeno 25 anni ho trasformato la mia passione in lavoro. Solo che, come ogni donna, devo sempre rubare questo tempo alle mille incombenze della famiglia.

Hai lavorato anche come giornalista free-lance e, tra le tue collaborazioni, vanti anche la cronaca romana del ‘Corriere della sera’. Cosa ricordi di questa esperienza?

Una bellissima opportunità. Sono i primi soldi che ho guadagnato scrivendo ed ero abbastanza incredula di esserci riuscita. È stata una palestra importantissima. Ma ho capito presto che per me il giornalismo era un momento di passaggio e non un punto d'arrivo. Sentivo che dalla scrittura volevo anche altro.

Sei stata sceneggiatrice per la televisione italiana, firmando alcune puntate di “Incantesimo”, “Don Matteo”, “Carabinieri”, “Al di là del lago” e altri. Parlacene.

Dal punto di vista della scrittura, è stato un altro grande passo in avanti. Concentrarsi sul plot, sui dialoghi, sulla struttura, sulla descrizione delle scene, è stata una nuova, importantissima, opportunità.
Ho guadagnato sicuramente di più di quando ero una giornalista free-lance e – soprattutto – ho imparato molto. Anche a lavorare insieme ad altre persone.
Le sedute con altri sceneggiatori sono fondamentali quando scrivi film o serie tv. E ti insegnano a rispettare le ispirazioni dei tuoi colleghi e a non considerare ogni idea come irrinunciabile.

Dichiari: ‘Scrivere libri è il meglio che mi potesse capitare’. Approfondiamo questa dichiarazione.

Ho scritto dei lunghi ringraziamenti nel primo libro che ho pubblicato come autore indipendente (“Prima di dire addio”) e in questi ringraziamenti ho raccontato come la mia strada non sia stata poi così lineare. Ho fatto e ho cercato di essere tante altre cose prima di diventare una scrittrice. Poi mi sono accorta che le tante vite che a volte sentivo dentro di me erano vite potenziali, che più che vissute chiedevano di essere raccontate.
Quando scrivo so che mi trovo proprio nel posto in cui vorrei essere. Anche se a ogni nuovo libro mi confronto sempre con la paura di non farcela.

Sei anche un’appassionata lettrice. Qual è il libro da cui non ti separeresti mai?

Considero i libri delle grandi opportunità. Quindi il libro da cui non mi separerei mai è quello che devo ancora leggere.

Nel 2010, esordisci con il romanzo “Prima di dire addio”, poi trasformato in ebook e rientrato nella classifica dei Bestseller. Daccene un assaggio.

Grazie dell'opportunità, Linda. In questo brano siamo all'inizio della storia. Nora ha da poco perso suo marito e non sa ancora quanto le sue sicurezze stiano per essere messe a dura prova da quanto sta per accaderle.

[...] Alle cinque di quel venerdì pomeriggio, Nora Cooper raggiunse Oak Bluffs e la Seaview Avenue per incontrare una coppia di New York che per telefono le aveva espresso la volontà di comprare a Martha's Vineyard una casa in cui passare l'estate. La temperatura era mite e il cielo terso. Soltanto le foglie brunite e il sole già basso sull'orizzonte tradivano la stagione autunnale ormai inoltrata.
Mentre visitavano il cottage che Nora aveva pensato andasse bene per loro, Janet e Richard Bradford ebbero parole di apprezzamento per le ampie stanze, l'incantevole panorama che si godeva dalle finestre del salone e il soffitto con vecchie travi in legno lasciate a vista. Si soffermarono abbracciati davanti al mare che si tingeva di rosso e mentre il marito le circondava la vita con un braccio, con un movimento semplice eppure perfetto Janet Bradford piegò la testa sulla sua spalla.
Ecco qui un uomo e una donna innamorati che non chiedono che di poter passare il resto della propria vita insieme, pensò Nora con una punta di malinconia.
Avrebbe potuto distogliere lo sguardo o allontanarsi, invece rimase a osservarli. Le mancava il modo in cui Joe la faceva sentire protetta e le mancava ogni più stupido e banale gesto della loro quotidianità.
Da quando lui non c'era più, la vita continuava a scorrere, ma come dietro a un vetro.
Respirò a fondo. Il dolore era in agguato su ogni centimetro della sua pelle, ma non avrebbe pianto. Non poteva farlo se non voleva affogare nelle sue stesse lacrime. E ricordando la favola di quando era bambina, rivolse in silenzio una preghiera alla Regina delle Nevi affinché le congelasse il cuore. [...]

Nel 2012, esce “Luce dei miei occhi”. Di cosa si tratta?

In questo libro la co-protagonista di Nora è Susan, una donna rimasta cieca da poco tempo, dopo un grave incidente d'auto. Quando sua figlia Margot scompare nel nulla, nonostante le enormi difficoltà, Susan dovrà fare il possibile per cercare di salvarla, prima che sia troppo tardi.
Ho amato molto Susan e ho cercato di immaginare come ci si potesse sentire privati di qualcosa che nella vita di tutti i giorni finiamo per considerare scontato. Ho amato la sua vulnerabilità e la forza che in un momento tanto drammatico riesce a scoprire dentro di sé. Forse è questa la costante delle mie protagoniste, la parte che più mi coinvolge e mi riguarda: donne 'al guado', che devono mettere in gioco la loro vita e le loro fragilità, per scoprire risorse che non sapevano di avere.

Entrambi questi romanzi sono stati poi tradotti anche in inglese. Consiglieresti il mercato estero?

Lo consiglierei senza dubbio, perché è un mercato dalle enormi potenzialità. Ma direi anche “Attenzione! Non basta solo pubblicare un libro in inglese per inserirsi in quel mercato”. Come tutte le cose, ci vuole tempo e lavoro.

Nel luglio 2014, pubblichi “Il cielo era pieno di stelle”. Cosa puoi dirci di questa pubblicazione?

Una splendida esperienza, anche grazie ad Alessandra Bazardi, che me l'ha proposta e che mi è stata vicina in tutto. Credo sia un grande privilegio essere pubblicati da Rizzoli e ho sempre la grande tentazione di scrivere un seguito alla storia delle sorelle De Feo.
Si è trattato di un'incursione in un genere diverso dal solito. Dal mystery al romance. Devo ammettere che è stata molto, molto, piacevole. E ho incontrato un meraviglioso gruppo di colleghe.

E nell’ottobre 2014, pubblichi il romanzo “La bambina con il vestito blu”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Come al solito suspense, amore e un po' degli splendidi paesaggi di Martha's Vineyard. La nuova co-protagonista di Nora, in questo libro, è Kelly Scott, un'affascinante artista che crea sculture in rame. Kelly ha alle spalle un difficile passato e presto si accorgerà di non aver ancora chiuso i conti con il momento più drammatico della sua vita.


http://www.amazon.it/bambina-vestito-Nora-Cooper-Mysteries-ebook/dp/B00OKUDII2/



Quali tematiche affronti nel tuo libro e quale messaggio hai voluto trasmettere?

Devo dire che quando scrivo mi propongo soprattutto di scrivere una buona storia, che coinvolga il lettore e gli faccia venir voglia di andare avanti, e avanti, fino all'ultima pagina.
Ma dando molta importanza alla costruzione dei protagonisti, e occupandomi di un genere che si basa sulla lotta tra bene e male, qualche messaggio passa sempre.
Nel caso specifico de “La bambina con il vestito blu” potrei dire che il tema è quello di non fuggire dal proprio passato e di affrontare i piccoli e grandi traumi che ci hanno portato a essere quelli che siamo. Più conosciamo noi stessi e più potenzialità possiamo scoprire di avere.
Siamo molto di più di quello che crediamo di essere. Ne sono convinta.

Qual è stata l’idea per questo romanzo?

Come Nora Cooper, anch'io amo molto le case (non è un caso che lei sia un'agente immobiliare!). Credo che le case conservino tra le loro mura il ricordo delle vite che ci passano dentro. In questo libro ho cominciato a pensare a una casa in cui si era verificato un episodio drammatico che aveva cambiato per sempre la vita di una bambina. E ho pensato che fosse proprio quello il posto in cui la bambina, ormai donna, dovesse tornare per affrontare i fantasmi del suo passato...

Tutti i romanzi hanno come protagonista Nora Cooper, affascinante agente immobiliare che ha il sorprendente dono di comunicare con l'aldilà. Perché hai scelto questa sfumatura paranormale?

Mi sono accorta presto che spesso la scrittura precede la consapevolezza. Quando è nata l'idea della comunicazione con l'aldilà, pensavo che fosse solo un 'escamotage' narrativo. Mi sono solo preoccupata che fosse 'leggero' e non troppo cupo. Le persone hanno spesso idee diverse sulla vita dopo la morte, e non volevo che questo elemento diventasse pregiudizievole alla lettura della storia. In effetti, ogni invenzione letteraria richiede un atto di fede.
Con il tempo mi sono resa conto che questa idea della comunicazione con l'aldilà rappresentava – per me – molto di più. Ma è un aspetto del quale è piuttosto complicato parlare. Insomma, se devo 'buttarla più sul personale', sono convinta che non tutto finisca con la morte e che ci sia una vita spirituale molto più ricca di quella che ci permettiamo di vivere.

Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle autrici?

Consiglierei assolutamente questa associazione a chiunque si occupi, nei modi più diversi, di scrittura. Ewwa si propone la condivisione di conoscenze, di esperienze e di contatti professionali. La solidarietà tra autrici può avere un impatto rivoluzionario in un mondo che è in genere molto individualista e poco avvezzo alla collaborazione.
Poter contare su un gruppo, è un'incredibile risorsa. Quindi: iscrivetevi a Ewwa! Cosa aspettate?!?

Hai altri progetti in cantiere?

Sto scrivendo il quarto della serie, con protagonista Nora Cooper, che spero tanto di riuscire a terminare prima dell'estate. Nel frattempo si muove qua e là tra i pensieri anche l'idea di una nuova serie, sempre mystery... Chissà.
Per quanto riguarda le traduzioni, subito dopo l'estate "Prima di dire Addio" (che nel 2014 è stato l'ebook più venduto su Amazon) dovrebbe essere pubblicato in tedesco con Amazon Crossing e sempre con questo distaccamento di Amazon Publishing il 7 luglio sarà online una nuova edizione in inglese di “Words in the Dark” (ho appena visto la nuova cover e ne sono entusiasta!).

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie infinite per l'ospitalità, Linda! Faccio sempre un po' di fatica a dire 'crepi il lupo', ma grazie inifinite anche per il buon augurio.


Per seguire Giulia  GIULIA BEYMAN

6 commenti:

  1. Grande donna e splendida scrittrice. I suoi romanzi li ho letteralmente bevuti, non letti!!!

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    1. anche io voglio assolutamente leggere qualcosa di Giulia :)

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  2. Grazie infinite per questa intervista.
    È stato davvero un piacere essere ospite del tuo blog.
    Ciao,
    Giulia

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  3. Su Agon Channel tutti i giorni alle 13 c'è "Quello che le donne non dicono", talk show al femminile condotto da Monica Setta: ogni giorno ci sono 2 ospiti che si confrontano.

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