Andiamo a conoscerlo meglio!
SINOSSI: Mona è peruviana, ha scritto un romanzo di grande successo, è incline a un'ironia feroce e all'abuso di alcol e psicofarmaci e al momento vive in California, dove è apprezzata dal mondo accademico soprattutto in quanto «donna e di colore». Quando viene inaspettatamente candidata al più importante premio letterario d'Europa, intravede la possibilità di sfuggire alla sua «cattività» americana e alla quotidiana spirale di autodistruzione. Si trova così proiettata in un piccolo villaggio svedese non lontano dal Circolo polare, fra l'improbabile comunità internazionale dei letterati in gara per il premio: vengono dal Giappone, dalla Francia, dall'Armenia, dall'Iran, dalla Colombia, a formare uno zoo di vetro al cui interno fanno ciò che fanno di solito gli scrittori: si scambiano complimenti e pettegolezzi, coltivano invidie, mescolano riflessioni letterarie e sesso occasionale. Ma Mona sembra vedere attorno a sé le tracce inspiegabili di una violenza che non riesce a identificare – o sono i suoi demoni che l'hanno seguita fin lì? Segni inquietanti si susseguono fino all'apocalittico scioglimento.
DOVE TROVARLO: AMAZON
SUL LIBRO:
«Una satira impietosa dell’élite
letteraria; un’indagine sull’arte e la violenza.
Un romanzo terrificante, brillante, pericoloso.»
The New Yorker
«Spietato e per questo molto divertente: parla di un mondo che l’autrice conosce fin troppo bene.»
The New York Times
«Intelligentissimo e provocatorio.
La complessa vita interiore della protagonista è il cuore di questo vivido
ritratto del mondo letterario.»
Publishers Weekly
«Accanto a Pola Oloixarac quasi tutta la narrativa contemporanea sembra opaca e provinciale.»
Ricardo Piglia
Pola Oloixarac (pseudonimo di Paola Caracciolo) è nata a Buenos Aires nel 1977. Il suo romanzo d’esordio, Le Teorie Selvagge, è stato un bestseller in Argentina e in molti altri paesi. Nel 2010 «Granta» l’ha inserita fra le migliori giovani scrittrici di lingua spagnola. Oloixarac collabora regolarmente con il «New York Times», il «Telegraph» e «Rolling Stone».
Nessun commento:
Posta un commento