martedì 21 luglio 2015

INTERVISTA A CAMILLA SERNAGIOTTO



Ciao Camilla, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda! Grazie mille per avermi aperto le porte del tuo bellissimo blog. Mi presento: sono Camilla, ho quasi l’età di Cristo (quella palindroma più temuta… 33!) e soffro d’insonnia. Ti sembrerà irrilevante quest’ultima informazione ma in realtà è il fulcro attorno cui ruota tutta la mia vita: dormendo pochissimo, sfrutto tutto il tempo notturno per fare progetti assurdi, scrivere libri, registrare canzoni, addirittura creare una linea di abbigliamento… Non ho ancora trovato un buon sonnifero. Di sicuro copierò l’epitaffio di Walter Chiari e farò incidere anche sulla mia lapide la sua frase geniale: “È tutto sonno arretrato”.

La laurea in Filologia Medievale e in Arte, Spettacolo e Produzione Multimediale. Sei giornalista, autrice televisiva e sceneggiatrice. Dove trovi il tempo per scrivere?

Scrivo soprattutto di notte ma spesso riesco a ritagliarmi un po’ di tempo utile tra un impegno di lavoro e una seduta dal dentista. Quando inizio un libro, mi ci immergo totalmente e devo finirlo il prima possibile altrimenti sto male. Sto male davvero, mi assale un’ansia incredibile. Ma appena lo finisco mi sento così bene che incomincio subito a pensare alla trama del prossimo. La cosa che più apprezzo dello scrivere libri è che ti permette di vivere innumerevoli vite, un po’ come fare l’attore. Fino ad ora io sono stata un uomo al nono mese di gravidanza, un ciccione che viene licenziato e decide di partire per il viaggio della vita, la vigilantes di un supermercato di provincia, la centralinista di una strana linea telefonica che risponde a qualsiasi domanda (da “Come faccio a togliere macchie di vino rosso dalla tovaglia” a “Come si chiama il figlio mostruoso della madre della Banda Fratelli dei Goonies, quello che poi si allea con Chunk?” fino a “Come devo incidere la lametta sui polsi per tagliarmi le vene? Orizzontalmente o verticalmente?”)

Dopo la laurea inizi a lavorare per la televisione nell'ambito delle redazioni di programmi televisivi come Italo Americano, Nientology e Pop App condotto dal Trio Medusa. Cosa ricordi di queste esperienze?

Tanto, tantissimo stress. Ma anche parecchio divertimento ed enormi soddisfazioni. Ci sono anche innumerevoli mie figuracce che nell’ambito televisivo ancora si raccontano come epiche. Una volta a una riunione per preparare le puntate di un programma ho proposto come ospite Gigi Sabani; tutti mi hanno guardato agghiacciati dicendomi “Ma è morto tre anni fa”. Quando poi in ascensore ho raccontato la mia gaffe a una collega dicendole “Ho proposto Sabani come ospite. Se il mio capo lo scopre mi licenzia” non ho riconosciuto la persona che era in ascensore con noi: Giorgio Gori, il mega capo di Magnolia, quindi il capo del mio capo! È scoppiato a ridere mentre io sarei scoppiata a piangere. Un’altra volta ero alla Fondazione Mike Bongiorno per fare un’intervista per un nuovo programma di Sky; tutti gli altri giornalisti presenti raccontavano aneddoti del tipo “Quando lavoravo con Mike negli anni Settanta…”, “Sono stato il braccio destro di Mike per dieci anni…”; a un certo punto un ragazzo mi si avvicina e mi saluta e io, a bassa voce, gli dico come battuta: “Spero che tu abbia lavorato almeno un annetto con Mike perché se no non sei nessuno. Pare che qui dentro siano tutti stati il suo braccio destro” e rido, dando per scontato che uno così giovane non potesse averci lavorato. Lui mi risponde basito: “Sono il figlio di Mike Bongiorno.” Era il presentatore del programma che dovevo intervistare. Un’altra figuraccia epocale è stata quando mi hanno mandato a fare l’intervista a Jim Carrey. Arrivo all’Hotel Principe di Savoia di Milano pronta per intervistare l’attore e, appena lo vedo, dico al suo manager: “Ma non è Jim Carrey!” e lui, allibito, mi risponde: “È Jim Kerr. Il cantante dei Simple Minds. Non Jim Carrey!”. Potrei stare qui ore ed ore a raccontartene altre.

Hai anche collaborato in ambito giornalistico per Crispy News e TG Flash di MTV e attualmente lavori come giornalista per SKY Italia e Grazia. Quale consideri il tuo habitat naturale?

Ormai le redazioni giornalistiche sono le mie prime case. L’IMU la pago invece in ambito cinematografico, televisivo e letterario: le mie seconde case sono quelle di produzione ed editrici per le quali scrivo sceneggiature di serie, programmi, pubblicità, libri… insomma, qualsiasi cosa passi il convento. Ogni habitat in cui è richiesta la scrittura, di qualsiasi genere essa sia, è la mia home sweet home.

Nel tuo trascorso c’è anche un passato canoro in un gruppo. Parlacene.

Fin da bambina mi hanno creduto un’ugola-prodigio. Per scherzo partecipai assieme a tutti i miei cuginetti ai provini di Piccoli Fans, il programma musicale condotto da Sandra Milo sulla Rai negli anni Ottanta. Il provino dei miei cugini, quasi tutti stonati come una campana, durò cinque minuti. Io rimasi dentro più di un’ora. Mi presero, a furor di giuria. Poi nell’adolescenza incominciai a cantare in gruppi blues; ho una voce molto profonda e calda, inoltre ho fumato dall’età di tredici anni fino ai ventotto, quindi le mie corde vocali erano perfette per fare del blues e del jazz. Un sacco di gente mi diceva cose tipo: “Non vedo l’ora di sentirti cantare stasera! Ho detto a mio zio che vive a Catania di prendere un volo perché ti deve ascoltare. Sto andando a prenderlo in aeroporto” e tutti si aspettavano da me performance talmente alte che mi saliva un’ansia di prestazione incredibile così, perdonami l’immagine splatter, decisi di attaccare le corde vocali al chiodo. Ma la tua domanda capita a fagiuolo perché proprio in questi giorni ho iniziato un progetto in cui c’entra anche la musica. Diciamo che ho staccato momentaneamente le corde vocali dal chiodo. Chissà, magari quel chiodo rimarrà vuoto per sempre…
Il progetto è un po’ folle ma mi sono divertita da morire a farlo: si tratta di un libro cantato e suonato composto da Trackitoli da ascoltare anziché da capitoli da leggere. S’intitola “Bollino giallo” ed è un thriller con protagonista una casellante che si ritrova coinvolta in un omicidio in Autogrill, tra Telepass, Rustichelle e asfalto bollente. Potete ascoltare tutti i trackitoli sul sito di Jukebooks Label, l’etichetta librografica che ho inaugurato per questo progetto. Ne voglio fare altri di jukebooks perché mi sono divertita tantissimo! Spero si divertano anche i lettori. Ops: gli ascoltatori! Emoticon wink Ecco il sito:http://jukebookslabel.tumblr.com/

Stai anche lavorando per una collezione di moda. Perché questa scelta?

Perché l’idea che sta alla base della collezione è molto allettante… Non posso spoilerare niente ma appena sarà pronta ti racconterò tutto nel dettaglio, se vorrai. Diciamo che è la collezione che io vorrei avere a tutti i costi nell’armadio perché… Stay tuned! È odioso questo modo di dire, lo so, ma non saprei come meglio rendere l’idea.

Nel 2009 esordisci con il romanzo “Sushiettibile”. Di cosa si tratta?

Racconta dell’ultimo mese di gravidanza di Enola, un ragazzo omosessuale patito del Giappone e un tantino ritardato che crede di avere in grembo il nuovo messia, che lui chiama Little Boy. È una specie di prosopopea dell’Enola Gay, il bombardiere che sganciò la bomba atomica su Hiroshima. Sulla testata nucleare i soldati americani avevano scritto “Little Boy” e chiamavano il terribile ordigno con quel nomignolo.

Nel 2011, segue “I bambini sono nati con successo”. Daccene un assaggio.

Qui il protagonista è Fatman, un ciccione che viene licenziato e decide di organizzare il viaggio della vita assieme al suo amico Bock, che lo passerà a prendere in macchina a fine libro. Fatman, che parla incidendo la sua voce su un registratorino portatile che da anni è il suo inseparabile compagno, non sa scegliere la meta da raggiungere; è indeciso tra Stati Uniti e Giappone, così farà una sorta di viaggio nel viaggio, anzi viaggio pre viaggio, per interpellare strani personaggi ferratissimi sulla cultura americana e su quella giapponese. Anche in questo caso c’è un collegamento con la bomba atomica, stavolta la seconda, quella sganciata su Nagasaki. La bomba si chiamava Fatman e il bombardiere Bock’s Car. Il titolo, I bambini sono nati con successo, traduce il telegramma in codice consegnato all'allora presidente Truman per informarlo dell'esplosione riuscita delle due bombe atomiche sul Giappone: Babies satisfactorily born. Ho sempre avuto questa fissazione per la bomba atomica (che ovviamente depreco in toto). Progettavo di scrivere la cosiddetta (cosìdamedetta) Trilogia della Bomba, con un terzo libro sempre sul tema. Prima o poi lo scriverò. Magari stanotte. ;)

Nel 2012 inizia la tua collaborazione con Fazi Editore con il quale pubblichi “Circuito Chiuso/Annales”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Due thriller-noir preparati con ingredienti assolutamente genuini: suspense e ironia a chilometro zero. Si tratta di gialli ambientati nella provincia italiana, uno con protagonista una vigilantes di un piccolo supermercato in cui viene ritrovato un cadavere nel frigo dei surgelati, tra le confezioni dei 4 salti in padella Findus, e l’altro con protagonista la centralinista di uno strano "Chiedi tutto 24 ore su 24" a cui arrivano giorno e notte telefonate bizzarre e spesso inquietanti.


http://www.fazieditore.it/Autore.aspx?id=693




Qual è stato l’input per questo libro?

Stavo organizzando il mio matrimonio e costruendo la casa in cui sarei andata a vivere con mio marito e ho pensato bene di incominciare a scrivere due gialli in un periodo così poco stressante. Il supermercato di "Circuito chiuso" è quello che ho sotto casa e dato che durante i lavori ero sempre lì a comprare birre, panini e generi di conforto per gli operai che mi stavano sistemando pavimenti, piastrelle, muri eccetera ho pensato di calarmi nella parte della vigilantes.

Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

Tra le tematiche di "Circuito chiuso" e di "Annales" c’è il rapporto con la famiglia, in uno con la nonna paterna (che per me è stata molto importante) e nell’altro con i genitori. Un altro tema è la pazzia, onnipresente nelle mie pagine e nella mia scatola cranica. Il messaggio di "Annales" forse è inconsciamente una richiesta di aiuto. Il messaggio di "Circuito chiuso" non è legale ma è ciò che farei io se mi trovassi nei panni della protagonista… Sono brava a costruire attesa trepidante, vero ? :D

Successivamente, pubblichi anche la guida ebook “Hipster dixit - Manuale per diventare un Hipster con i baffi”. Perché una guida?

Perché mi piaceva l’idea di trattare il fenomeno hipster con un saggio-manuale semiserio. È una specie di trattato che tocca i vari ambiti hipsterici: c’è un capitolo sulla musica da hipster, sulla letteratura, sul cinema, sulla moda, sullo sport, sul cibo, sulla tecnologia… Il senso del manuale è offrire al lettore tutti gli strumenti per poter osservare pedissequamente l’etichetta da hipster ma in realtà si tratta di un libro da leggere ridendo per scoprire curiosità, film interessanti, dischi must have e locali, negozi, ristoranti, hamburgerie, bocciofile, balere, cupcakerie e bookshop da visitare in viaggio (l’ultima sezione è una vera e propria guida di viaggio con i migliori hipster-place di New York, Los Angeles, Portland, San Francisco, Londra, Parigi, Berlino, Milano e Bologna). Il motivo per cui è solo in edizione digitale e non cartacea è perché il primo comandamento di un buon Hipster osservante è “Ricordati di onorare il tuo Kindle e di leggere solo ed esclusivamente ebook”. E poi sono diventata una fissata ecologista.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

In autunno uscirà un nuovo giallo con la Fazi. Sto preparando un’altra cosuccia strana che non vedo l’ora di presentarvi e tanti bei programmi televisivi che spero facciano la storia della TV almeno tanto quanto Piccoli Fans. ;) Tra i progetti più interessanti ed emozionanti cui mi sto dedicando c’è quello che stiamo sviluppando presso il Supercarcere di Voghera assieme ai detenuti. Senza anticipare nulla perché è ancora troppo presto, ci tengo a dire che l’esperienza che sto vivendo lì assieme a loro è davvero intensissima e da pelle d’oca. Confluirà in una pubblicazione molto originale la cui bellissima idea è venuta a un detenuto.

E’ stato un onore ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Onore e piacere tutti miei! Crepi il lupo e grazie mille, cara Linda. 

Per seguire Camilla   HIPSTER DIXIT

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