Ciao Fernanda, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa
di te.
Ciao, Linda, grazie dell'accoglienza. Sono sempre stata
un'avida divoratrice di libri, appassionata di cinema e di fumetti e, pur
avendo gusti variegati, ho sempre amato tutto ciò che è fantasia. Per ogni
libro o film o fumetto che vedevo o leggevo ho sempre inventato scene
alternative, storie collaterali, finali melodrammatici. E tutto questo senza
mai farmi sfiorare dall'idea di scrivere, Mi bastava il piacere della fantasia. Però sono sempre stata attirata da diverse
forme di creatività, un'attrazione che a un certo punto è sfociata nella
fotografia, un hobby che condivido con mio marito e che purtroppo ultimamente
ho penalizzato per dedicarmi alla scrittura.
Lo studio come Segretaria d’azienda e il lavoro di sarta.
Quando si accende in te la scintilla per scrivere?
E' stata una passione molto tardiva. Attorno ai trent'anni
ho provato a scrivere qualcosa, decidendo subito che volevo scrivere fantasy.
Ne vennero fuori due racconti e un abbozzo di romanzo, ma era un scrittura
molto istintiva, senza alcuna base. Dopo un po' decisi di lasciar perdere, mi
sembrava una fatica immane e non concludevo un granché. Pochi anni fa (ne avevo
49 ), conobbi l'amica di un'amica: una persona che scriveva da una vita, e
scriveva fantasy. Ci siamo ritrovate a parlare di scrittura e dei miei
tentativi falliti; il giorno dopo ho ricominciato a scrivere. Solo che questa
volta ho anche deciso di cercare un modo per imparare qualche nozione di
tecnica, dato che ne ero completamente digiuna. Così mi sono messa a
frequentare un forum e a fare domande a persone che ne sapevano più di me.
Alcune di quelle persone sono diventati miei amici e ancora adesso mi rivolgo a
loro. Poco alla volta ho migliorato la mia scrittura, ho partecipato a concorsi
e sono stata selezionata per pubblicare racconti in diverse antologie. E questo
mi ha incoraggiata a continuare.
Sei appassionata della storia del West. Parlacene.
La mia passione per il Far West è nata quando ero piccola,
quando vedere un film western in tv era l'archetipo di una bella serata. Sono
cresciuta vedendo il genere evolversi dal classico al crepuscolare fino ad
arrivare al western impegnato e moderno. Con il passare degli anni sono passata
dalla parte degli indiani e ho cominciato a comprare libri sulla loro storia.
Invece, per quanto riguarda la narrativa ho sempre avuto una preferenza per il
West cosidetto “bianco”, quello dei pistoleri, dei cowboys e dei fuorilegge. Mi
sono anche cimentata in un paio di racconti, entrambi pubblicati. In tutto
questo non sono mancati i fumetti. Sono sempre stata un'appassionata lettrice
di “TEX”, e ancora adesso lo leggo e lo colleziono.
Tra i generi letterari prediligi il genere fantasy.
Perché?
Penso che il fantasy sia un genere che contiene tutti gli
altri. Può essere favola, avventura, giallo, thriller, romance e molto altro, e
può raccontare l'umanità intera in ogni sua sfumatura. E' il genere in cui mi
sento più a mio agio, soddisfa la mia voglia di fantasia e una certa mia
tendenza al melodramma.
Quali sono i tuoi autori preferiti e quanto di loro c’è
nei tuoi scritti?
La risposta a questa domanda temo sia piuttosto surreale.
Il mio libro cult è “Il Signore degli anelli”, il mio autore preferito è Terry
Brooks, che si è sempre dichiarato discepolo di Tolkien, eppure ciò che scrivo
non ha nulla a che vedere con Tolkien o con Terry Brooks. Fin dall'inizio ho
preso una strada tutta mia, e ancora non mi spiego il motivo.
Hai pubblicato molti racconti inseriti poi in altrettante
antologie, di cui ricordiamo Delos Books e Alcheringa Edizioni. Ce n’è uno in
particolare a cui ti senti particolarmente legata?
Sì, è “L'alternativa”, il primo racconto fantasy che ho
scritto e anche il primo che mi è stato pubblicato dopo aver partecipato al
concorso di Limana Umanìta, “I mondi del fantasy III”. La storia che ho usato
in quel racconto era tratta dalla trilogia che stavo scrivendo, l'avevo
solamente ambientata in un altro regno perché quello a cui stavo lavorando era
un mondo troppo complicato da usare per un racconto. “L'alternativa” è stato il
primo embrione della saga che sto scrivendo e pubblicando. Il primo tentativo
di presentare un tema a cui tengo molto: le società matriarcali.
Nel 2014, pubblichi il racconto “Il talismano”. Di cosa si
tratta?
“Il talismano” è uno dei due racconti che inviai
all'editore Lettere Animate, dopo aver saputo che avevano inaugurato una
collana di ebook dove pubblicavano solo racconti e accettavano ogni genere
narrativo. Dopo poco tempo mi comunicarono che l'avrebbero pubblicato. A parte
i racconti inseriti in antologie, è la mia unica pubblicazione con CE. Si
tratta di un fantasy romance dove sviluppo ancora una volta il tema della donna
dominante e dell'uomo sottomesso al suo potere. Il protagonista è un
prigioniero di guerra, divenuto schiavo di una maga. Il loro sarà un amore
tormentato e difficile, sempre in balìa dell'orgoglio e della diffidenza.
Segue il romanzo “Endora – Uomini sottomessi”, primo
volume di una Saga Fantasy. Daccene un assaggio.
Ecco l'incipit, una scena a cui tengo molto.
- Perché non prendi tutti gli abiti, padre? Sono tuoi - disse una voce dietro di lui.
Killiar si voltò di scatto. Era Midran.
Padre. Gli sarebbe mancata quella parola.
Si avvicinò al ragazzo, sovrastandolo con la sua alta statura. Allungò una mano e gli scostò i capelli dalla fronte.
- No, non c’è più niente di mio, qui. - Deglutì, quindi si sforzò di parlare con voce normale. - E poi sarebbero troppo ingombranti. Adesso che non ho più una casa, devo portarmi dietro il minimo indispensabile.
- Mia madre avrebbe voluto che tu li prendessi - insisté Midran. - Potresti venderli. Avrai bisogno di soldi, finché non ti sistemerai.
Killiar lo fissò.
Lei non c’è più, avrebbe voluto dire.
- Sei molto saggio per la tua età.
La tristezza gli appesantiva la voce. Il controllo che si era imposto gli stava sfuggendo, di fronte a quel giovane viso che vedeva per l’ultima volta.
- Ho tredici anni, e sei stato tu a raccontarmi cosa rischia un uomo sposato.
Parole di un bambino già diventato adulto.
Del resto mancavano solo due anni al giorno in cui sarebbe stato mandato in un Collegio, ad apprendere l’arte di soddisfare ogni esigenza femminile. Era di bell’aspetto e con un corpo ben proporzionato. Sarebbe diventato un libero amante molto richiesto.
E’ poi la volta dello spin off “Indegno”. Raccontaci qualcosa in più.
L'idea di scrivere uno spin-off, in realtà, mi venne perché volevo partecipare a un concorso indetto da un sito importante per chi scrive fantasy. Ci tenevo a farmi pubblicare da loro. Il tema era “La vendetta” e pensai di sviluppare un racconto che avesse un protagonista diverso dal romanzo, ma con un piccolo collegamento in grado di legarli. E soprattutto doveva presentare il mondo di Endora in maniera soddisfacente e senza dilungarsi in spiegazioni. Ne è venuta fuori una storia che racconta la pericolosità del matrimonio per gli uomini di questa società. E' stata una narrazione che mi ha preso molto, ho sofferto e pianto assieme al protagonista, e una volta arrivata alla fine mi convinsi di aver fatto un buon lavoro. Prima di spedirlo, lo feci leggere a qualcuno, che mi diede un parere assolutamente positivo, ma al concorso non ottenni risultati. Allora, visto che potevo disporne subito, ne ho fatto un ebook gratuito da usare per promuovere la saga. Si è rivelata un'ottima idea. Pochi giorni dopo le vendite di “Endora” sono risalite.[...]
E nel 2014, esce il secondo volume “Endora − Donne d’ombra e di spada”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Il secondo episodio entra nel vivo della storia. Delinea gli strani meccanismi del complicato triangolo sentimentale fra i tre protagonisti: Naydeia, Killiar e Daigo, e racconta la guerra contro i nemici di sempre, i Qanaki, un popolo di barbari che da secoli preme sui confini del regno. Poi c'è la parte ambientata nella capitale, dove il terzo protagonista maschile, Yadosh, l'unico uomo potente di Endora, deve affrontare intrighi che potrebbero distruggerlo e così vanificare il suo piano per ridare dignità agli uomini del regno.
Come nasce l’input per questa serie?
In una maniera piuttosto complicata. La prima saga che
iniziai aveva altre tematiche ed era un fantasy con una certa tendenza allo
steampunk, anche se allora non conoscevo nemmeno l'esistenza di quest'ultimo
genere, molto particolare. In quella saga c'era un personaggio proveniente da
un regno matriarcale che in un primo momento era solo un personaggio
secondario, ma mi piaceva troppo, così lo feci diventare uno dei protagonisti.
E iniziai a sviluppare la società da cui proveniva. Questo mi diede l'idea per
un racconto spin -off che raccontasse la nascita di quella società. Lo trovai
talmente appassionante che decisi di farne un romanzo e poi una trilogia. I
personaggi e le situazioni parevano svilupparsi di loro volontà, aggiungendo
sempre qualcosa di nuovo. Mi innamorai
completamente di quella storia e decisi di dedicarmi a farne un manoscritto da
presentare agli editori. Quel manoscritto non ottenne alcun risultato, ma
cominciai a a scrivere racconti sullo stesso tema, cambiando e semplificando
l'ambientazione. Così è nato il
mondo di Endora, dalla voglia di
scrivere le storie che avevo in mente senza bruciarmi il romanzo originario.
Che prima o poi pubblicherò, con o senza editore. Non ho alcuna intenzione di
lasciarlo in un cassetto.
Quale messaggio vuoi lanciare ai lettori e quali tematiche
affronti?
La tematica del progetto di Endora e, del suo
predecessore, è una metafora della condizione femminile di ogni tempo e luogo.
Ho voluto rovesciare la situazione e provare a raccontare un mondo dominato
dalle donne, dove la parte oppressa della società sono gli uomini. Ci sono
stati autori, sia contemporanei che del passato, i quali hanno raccontato
l'utopia di un mondo migliore solo perché governato dalle donne. E' un ideale
che non condivido. Il mio messaggio è: “Il potere corrompe. L'unica società
ideale è una società egualitaria”.
Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello
specifico e consiglieresti l’associazione alle altre colleghe?
Credo che EWWA sia una grande opportunità, un'associazione
di scrittrici che ha come scopo il
sostegno reciproco. Eliminare le rivalità che, in questo campo come in tanti
altri, avvelena i rapporti tra persone
che si dedicano alla stessa attività è un risultato importante. Per chi, come
me, è ancora agli inizi penso sia un 'ottima base e la consiglio senz'altro.
Hai qualche progetto in cantiere?
Certo. Quando avrò finito “Endora” mi dedicherò alla saga
originaria, che tratta la stessa tematica, ma sviluppata in maniera più
estrema. Il titolo provvisorio è “Trilogia degli uomini”. E' ancora incompleta,
ma ho intenzione di finirla.
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
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