lunedì 12 ottobre 2015

INTERVISTA A MARIO GUADALUPI



Ciao Mario, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Mia madre è nata a Praga e mio padre a Venezia. Dunque sono stato generata da una città di fiaba e una città di poesia. Il mio sangue e il cognome che porto sono di etimologia araba-spagnola, sono allora un meticcio europeo, caso abbastanza raro. Ho iniziato a scrivere molto presto: la mia prima poesia a 12 anni e a 13 anni ho cominciato a lavorare. Nel 1971 a Roma nella Sala della Protomoteca in Campidoglio ho ritirato un premio per la poesia, ne ho preso un altro nel 1972 che non sono andato a prendere e poi non ho più partecipato a premi. Avevo capito che non scrivevo per ricevere premi. Per anni e anni ho continuato a scrivere indefessamente ma senza pubblicare. A 60 anni, con la morte del mio caro amico, ho improvvisamente scoperto che avevo ormai più passato che futuro. Allora ho deciso di chiudere tutto ciò che avevo aperto anno dopo anno.

Vanti un curriculum di tutto rispetto che sfocia in diversi campi, dall’editoria alla comunicazione. Quando si accende in te la scintilla della scrittura e dove trovi il tempo per scrivere?

Come ho detto la famosa o famigerata scintilla si accende quando avevo 12 anni. Quando c’è la passione il tempo c’è sempre. Leggo tutti i giorni e scrivo tutti i giorni e in genere il sabato e la domenica e le feste comandate sono dedicata allo scrivere comunque mai più di tre ore di seguito e con un intervallo tra ora e ora.

Sei presidente e amministratore delegato di Metakom srl. Di cosa si tratta?

Dal 1984, praticamente dal mio rientro dal Brasile, mi occupo di comunicazione, formazione, responsabilità sociale del’impresa e progetti culturali. Avendo una vita particolarmente trasparente tutto quello che faccio può essere vedibile in internet. Ma ci tengo a divulgare a tutti la mia passione, come imprenditore, verso il mecenatismo. Battaglia che da anni perseguo con determinazione. La grandezza dell’Italia e se oggi abbiamo una enorme rendita culturale, è stata determinata dai mecenati. Cerco allora, con grande difficoltà, di riportare piccole e medi imprenditori ad essere mecenati, anche perché esiste una legge che consente di dedurre tutte le iniziative cultuali – anche la festa del paese - senza limite di spesa dall’imponibile. Comunque questo è un discorso lungo che è difficile sintetizzare in poche parole. Arte e la cultura creano benessere, sviluppo  e ricchezza concreta ma non riusciamo a capirlo.

Hai realizzato iniziative di particolari importanza come Overland. Parlaci di questa importante esperienza.

Credo che Overland sia la più bella ed affascinante avventura che mia sia capitata negli anni. Overland è la più importante iniziativa di Marketing Sociale che sia stata effettuata alla fine del secolo scorso. Una iniziativa dove tutti  i partner, dalle Poste Italiana alla Rai a Iveco, hanno guadagnato ma contestualmente è stato devoluto a Unicef due milioni e mezzo di euro per i bambini affamati del mondo. Il concetto è Win &Win&WIN dove l’ultimo win è il terzo invisibile, il debole, l’abbandonato e mentre tra noi facciamo un affare anche lui contestualmente ci guadagna. Per il resto Overland rappresenta la nostra caratteristica tutta italiana di esploratori e Beppe Tenti, carissimo amico, è l’uomo che non si ferma davanti a qualsiasi difficoltà. Una volta mi ha detto, dopo che avevano sparato alla caravona, “Vedi Mario, il vero problema non sono le avventure che incontri o le difficoltà ma trovare i soldi per avventurarsi. Senza quelli …” 

La tua attività editoriale ha riguardato enti come la Banca d’Italia, la Polizia di Stato, l’Agenzia delle entrate, l’ABI e varie banche nazionali. Raccontaci qualcosa di più dei tuoi progetti.

Vedo che ti sei informata bene sul mio lavoro. La mia attività Editoriale è rivolta esclusivamente a B2B ossia Business to Business. Io faccio edizione di alto livello riguardo cultura e ricerca nel mondo delle imprese. Poi creo prodotti di larghissimo consumo per diffondere la conoscenza su cosa di cui pochi parlano e vanno dal come difendersi dai furti elettronici, alla responsabilità sociale, alle agevolazioni fiscali, al mecenatismo alle informazioni per gli anziani sul come difendersi dai ladri e al riguardo abbiamo anche fatto un decalogo da mettere vicino alla porta da verificare quando qualcuno suona. Una serie notevole di guide tascabili che banche e imprese regalano a loro clienti per tenerli informati ed aggiornati su ciò che accade. Di fatto non fare solo pubblicità ma trasferire informazione e cultura verso tutta la popolazione. Ma facciamo anche giochi formativi; uno dei quelli divertenti è l’Oca in Banca: impara la banca giocando con il gioco dell’oca e dietro il crucibanca, un cruciverba di termini bancari. Lo abbiamo fatto anche per i 150 anni dell’unità d’Italia. Ho idee che sto … parlando troppo.

Hai esplorato vari campi come autore: dalla poesia al racconto, dal lavoro teatrale al romanzo. Quali ti questi ti appassiona maggiormente?

Come detto, io nasco come poesia e quella fa parte da sempre del mio DNA. Nel 2009 ho pubblicato con Crocetti Editore uno strepitoso poema epico in prosa, tra fiaba e poesia, che, forse, solo alcuni riusciranno a leggere, in questo secolo. (Ovvero, come direbbe Friedrich Nietzsche: “Questo libro è riservato a pochissimi. Forse nemmeno uno di essi è ancora nato”).

Nel 1970 esordisci con la silloge “Con il cuore e con le unghie”. Cosa ti trasmette la poesia?

Ti sei informata su tutto. Riguardo alla poesia ti riporto alcune affermazioni che sono perfette e che condivido sino alla minima componente genetica o “meme”. 
Perfetto il profeta Muhammad: “Allah ha dei tesori sotto il suo trono, le cui chiavi si trovano sotto la lingua dei poeti”. La poesia è, da sempre, strumento determinante per rendere migliore il livello qualitativo della realtà presente e futura, e, in sostanza, “calca sentieri mai calcati, esplora mondi che nessun altro ha conosciuto e si prefigge le mete piú difficili e remote” (August Ruegg). 
Gilbert Keith Chesterton: “Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo. È il logico che cerca di mettere il cielo dentro la propria testa” per Jorge Luis Borges “una poesia non deve dire nulla; deve essere solo stupenda”. Gustave Flaubert stabilisce che “la forza interna dello stile come la terra si regge nell’aria… lo stile, da solo, costituisce un modo assoluto di vedere le cose”. 
La verità è quella affermata da  Fernando Pessoa: “Nao sou eu quem descrevo. Eu so a tela / E oculta mão colora alghem em mim” e Marina Cvetaeva: “Tutto il mio scrivere è un prestare orecchio”.
In conclusione carmina non dant panem, e nessun poeta potrà mai dire che la poesia gli appartiene, ma solo che egli stesso appartiene alla poesia.

Nel 1984 pubblichi “Pier” in cui affronti il percorso esoterico dall'Uomo al Cristo. Perché questo argomento?

Non è proprio esoterismo. E’ un percorso spirituale dall’uomo al Cristo. Il libro rappresenta l’itinerario dall'uomo immanente (H) all'uomo trascendente (XR). Il viaggio, superato il mostro egoico o guardiano della soglia, prevede tre vie: la via secca, la via umida, la via solare o via sacra. Ovvero, secca = intelligenza-luna-rinuncia-labirinto-argento, umida = emozione-terra-accettazione-tempesta-bronzo, solare = volontà-effort-montagna-sacrificio-oro. Tutto il racconto è realizzato con un fascio di luce in un teatro nero o teatro di Praga. La luce-intelligenza si manifesta solo quando incontra un ostacolo e come nella luna così nel cervello i colori sono solo interpretazioni, la voce invece appartiene esclusivamente al mondo terrestre e si diffonde attraverso il vibrare dell’aria. Per logica conseguenza, nella base del portale introduttivo, è scritto: ET IN ARCADIA EGO.

Nel 2008, esce il poema “I giardini fioriti di Ol'Mar”, presentato nel 2014 a Roma durante “Ritratti di Poesia”. Cos’hai provato nel sentire i tuoi versi riprodotti dagli artisti?

Il poema Epico non nasce per essere letto. Ma nasce espressamente per essere recitato come tutti i poemi dell’antichità. Nello specifico se letto con la mente il poema è non capibile ma è capibile solo se letto ad alta voce perché, come diceva l’amato Foscolo:“il verso e la mesta armonia che lo governa”. Nella lettura ad alta voce si sente il ritmo e la visione emotiva, mentre quando lo si legge si cerca erroneamente di capirlo. Il poema, nell’ambito letterario, è di fatto la rappresentazione de “i prigioni” di Michelangelo in particolare dello schiavo che si ridesta. Il contenuto è, per parte, immerso nella molteplicità indistinta della pietra, per altra parte compare ben visibile e leggibile; il significato che ne emerge prende corpo soprattutto nella sua forma più emotiva e poetica. Andando a leggere le note tecniche alla fine del libro ed in particolare a pag 551 ultime righe c’è scritto “La tensione e il desiderio d’incarnarsi, così bene manifestati dallo schiavo che si ridesta nei prigioni di Michelangelo, divengono racconto, ora come fabbrica di un proprio tempo ora come minaccia per chi scrive e chi legge, di conseguenza vi è la necessità di singolari strumenti di lettura: “Nuove orecchie per nuova musica. Nuovi occhi per il lontanissimo”.

Nel 2014 pubblichi “Praga è sul mare”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Nel 1981, quando abitavo a Rio, ho scritto un romanzo “Frammenti d’ambra” che è rimasto nel cassetto per 30 anni. Nel 2014 l’ho completato con una seconda parte e adesso ha il titolo: “Praga è sul mare”. I lettori vi troveranno l’amore universale - Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, ha twittato “Love is love”- che prescinde da qualsiasi modo di essere. Soprattutto vi troverà la trasformazione da Eros a Agape. Cioè dall’amore terreno fisico erotico e materiale all’amore spirituale e trascendente attraverso una storia di passione e di sofferenza comune a tutte le coppie umane. L’amore tra due donne - di cui tratta il libro - parla soprattutto, al di la di qualche episodio sessuale, di sentimenti e di poesia e di dolcezza. Maggiormente la seconda parte. 
Papa Francesco ha affermato: “Circa i gay io non giudico, se è una persona di buona volontà, chi sono io per giudicare?”.


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Quale messaggio vuoi trasmettere e quali tematiche affronti?

Tutto ciò che scrivo è faccio anche nella vita è rivolto all’amore ed ispirato a: “Ciò che dai non conta; quel che importa è l’amore con cui lo dai”e “Vivi per la tua vita, ama chi ti ama e aiuta quando puoi, sogna sempre mete impossibili, regalati in ogni istante attimi di vita eterna e in tutto questo immenso vivere racchiudi la magia dell’amore.” Madre Teresa di Calcutta (Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, 1910 – 1997)

Qual è stato l’input per “Praga è sul mare”?

Ripeto ciò che diceva Marina Cvetaeva: “Tutto il mio scrivere è un prestare orecchio”. Quando scrivo per lavoro domino ciò che scrivo e il mio lato sinistro del cervello ragiona molto pragmaticamente con logica ed intelligenza senza una particolare emotività. Quando invece scrivo ciò che mi piace avviene esattamente il contrario. Predomina il lato destro del cervello per cui la visione, l’intuizione, l’emozione, ecc. Dunque non sono io che scrivo ma il libro che mi usa per manifestarsi nel mondo. “Nao sou eu quem descrevo …”.

Qualche progetto in cantiere?

Certamente. Un libro che ho cominciato al mio rientro in Italia cioè nel 1982 e che non ho ancora finito. Spero mi sia lasciato il tempo di poterlo fare.

È stato un grande piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazzississime delle belle domande e complimenti, sei un rarissimo caso di chi si informa profondamente e analiticamente  sulla persona che deve intervistare.

Per seguire  Mario  GUADALUPI.EU

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