sabato 18 gennaio 2020

Blog Tour - IL FARABUTTO E LA SGUALDRINA di Pitti Duchamp - QUARTA TAPPA

Benvenuti alla QUARTA TAPPA del Blog Tour dedicato al romance storico Il Farabutto e la Sgualdrina di Pitti Duchamp.
Durante questa tappa, conosceremo meglio il romanzo, la sua fantastica autrice e approfondiremo un argomento a me molto caro IL CORTEGGIAMENTO IN EPOCA REGENCY.
Andiamo subito a conoscerlo nel dettaglio!










SINOSSI: 1814, Camden Castle. 
La domanda che tutto il ton londinese si pone è perché lady Arabella, lucente stella, madrina indiscussa della nobiltà e presenza onnisciente di tutte le manifestazioni mondane, sia sparita da un anno per rifugiarsi nella calma bucolica della casa ancestrale dei duchi di Camden. Poco dopo il temporaneo ritiro a vita privata di suo fratello e la sua amata duchessa per la nascita dell’erede ducale, la chiacchierata lady Arabella è infatti fuggita da Londra senza un saluto, senza spiegazioni e, apparentemente, senza una causa. Tuttavia, il passato la raggiunge con il passo claudicante del Marchese di Avenox e quella serenità sembra persa per sempre. E quando finalmente lei lo rivedrà, lo scintillio della sua anima inquieta riprenderà ad abbagliare il mondo. Fino a che punto sarà possibile ignorare l'attrazione? Fino a quando il Farabutto sarà capace di vivere e respirare senza la sua Sgualdrina?


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BIOGRAFIA: Nata 1981 sotto il segno del Leone a Firenze, Pitti Duchamp vive sulle colline del Mugello con il marito rugbista, due bimbi indisciplinati e un cane anarchico. Appassionata di burlesque e collezionista di pezzi vintage di arredamento e moda, cerca di coniugare i suoi interessi scrivendo e leggendo romance storici. Se avesse del tempo libero adorerebbe trascorrerlo tra i rigattieri e i robivecchi del centro di Firenze.
È amante della storia, in particolare quella dell’Europa tra il 1500 ed il 1900, i quattrocento anni che hanno creato la modernità per come la conosciamo oggi in termini di arte, pensiero filosofico e scientifico, socialità. Apprezza nelle persone più di tutto la gentilezza, il garbo e la buona educazione, quel non so che nel portamento che fa di una donna una dama e di un uomo un signore.
Pitti Duchamp ha all’attivo la serie D’amore e d’Italia (L’Arabesco, Lupo di primavera, La gran dama, Il pugnale e la perla nera, La fiamma del ghiaccio).
Ha partecipato alla raccolta Natale a Pemberly, con uno scritto ispirato a Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, e alla raccolta Cuori fra le righe, con un racconto ambientato durante la Grande Guerra.
Nel 2019 ha pubblicato il regency Frittelle al miele e altre dolcezze e il romance contemporaneo Stupefacente banalità.
Il Farabutto e la Sgualdrina è il primo romanzo che pubblica per la casa editrice Words Edizioni.





 IL CORTEGGIAMENTO IN EPOCA REGENCY



La ricerca di un marito per le proprie figliole era un fatto serio per una famiglia e poteva richiedere, oltre alle disponibilità per una dote appetibile, un vero investimento in termini di guardaroba, gioielli e naturalmente di partecipazione alla season.
Prima della proposta, i due piccioncini dovevano seguire un vero e proprio codice di comportamento che, da una parte, serviva a proteggere la reputazione della ragazza, dall’altra evitava all’uomo di venire incastrato contro il suo volere. 
Il corteggiamento in epoca regency aveva norme ben precise. Una ragazza nubile e un giovanotto non si trovavano facilmente da soli, e le conversazioni avvenivano sempre in presenza di uno chaperon. Le regole erano ferree: mai in carrozza da soli, mai fermi per strada da soli, in definitiva mai soli. No ai nomi di battesimo, ai pegni d’amore, alle strette di mano, un semplice inchino era sufficiente.
Quindi, come si formavano le coppie? Le conversazioni avvenivano in luoghi affollati, come i ricevimenti, ma anche alle funzioni religiose. Ai balli, in particolare, due danze con la stessa dama stavano gridando al mondo “ecco, la coppia si è formata”. I fidanzamenti, soprattutto nelle classi sociali elevate, erano spesso combinati. Era facile che gli uomini fossero attratti dalle loro mogli, a queste ultime veniva chiesto di adattarsi. 

Prima del matrimonio, veniva redatto un contratto matrimoniale in cui si stabilivano i rapporti economici fra i due futuri sposi.
Per sposarsi (per convenienza o per amore, non faceva differenza) bisognava avere almeno ventuno anni (o un permesso dei genitori) e attendere che le pubblicazioni (wedding banns) venissero prima lette, poi esposte in entrambe le parrocchie degli sposi per tre domeniche consecutive (ma era anche possibile acquistare da un vescovo una licenza, grazie alla quale non era più necessaria la lettura pubblica dei banns). 
I matrimoni si potevano celebrare solo alla mattina, dalle otto a mezzogiorno, e mai di domenica. Era il parroco della chiesa a officiare. Chi aveva molta fretta di sposarsi, poteva galoppare fino a Canterbury e chiedere all’Arcivescovo una licenza speciale e molto costosa, grazie alla quale si potevano evitare i tempi di esposizione dei banns, oppure fuggire a Gretna Green (o in un qualsiasi altro villaggio scozzese di confine), dove anche i maniscalchi avevano il potere di celebrare un matrimonio senza perdita di tempo, senza fare domande e a prezzi davvero stracciati.
Le donne, una volta sposate, non avevano più diritti, neppure di vedere i figli se il marito decideva così. Anche i loro denari e le proprietà di famiglia passavano col matrimonio al consorte (a meno che non venisse preventivamente steso un contratto matrimoniale).
Ci sono voluti molti anni e molti Matrimony Acts, Custody Acts e  Married Women’s Property Acts (leggi per il matrimonio, per  la custodia dei figli e per la proprietà delle donne sposate) per far cambiare questo vergognoso stato di cose (ma non accadde prima della fine del XIX secolo).
Il divorzio e l’annulamento erano già possibili, ma per nulla facili da ottenere e molto costosi. La rottura di un matrimonio significava scandalo, e la donna finiva comunque per essere bandita dalla società.

Ne Il Farabutto e la Sgualdrina, Pitti Duchamp sovverte queste regole: il corteggiamento non si compie, siamo già oltre, siamo a una simbiosi totale di anime e corpi. Arabella si è quasi concessa a Andrew, lo cerca, lo sconvolge, si comporta “da sgualdrina” e non da signorina beneducata quale è. E Andrew, che per primo non è riuscito a tollerare le imposizioni dell’epoca, cerca di resistergli senza successo.
Qui si inseriscono le dinamiche con i personaggi secondari. Andrew è in cerca di una moglie e, con discrezione e senza troppo esporsi, corteggia la giovane lady Charlotte. E qui vediamo il corteggiamento come dovrebbe essere: discorsi vuoti e generali, galanterie, apprezzamenti velati. Così come lo vediamo nei comportamenti, più marcati e meno delicati, di Mr Mallowney.
La vera danza del corteggiamento, però, resta quella tra Arabella e Andrew. Tra loro si sposta su un altro livello: sguardi e non balli, parole sussurrate e non dette ad alta voce, solitudine di stanze invece di sale da ballo affollate. E la narrazione non risente di questo, anzi. Acquista fascino, scivola tra le pagine e coinvolge il lettore che si sente partecipe di quella danza sensuale e ipnotica tra i due protagonisti. 
 Words Edizioni in collaborazione con Linda Bertasi 





Vi ricordo l'appuntamento sul Blog LEGGO ANCORA DIECI MINUTI 
con la Quinta e Ultima Tappa del Blog Tour.
Buona Lettura.


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