Oggi, per le pubblicazioni Flower-ed, vi presento il romanzo Tempesta e Bonaccia di Marchesa Colombi, per la collana Scrittrici che ospiterà le opere di narrativa delle autrici italiane che scrissero tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento.
Andiamo a conoscerlo nel dettaglio!
SINOSSI: Nella Milano dell’Ottocento, Fulvia e Massimo intrecciano una tormentata e appassionata storia d’amore. Fulvia è una giovane cantante di talento, in tournée teatrale. Moderna e originale, viaggia da sola ed è circondata da numerosi spasimanti. La presenza nella sua vita di Massimo, avvocato dal carattere ardente, la lontananza e la freddezza di Welfard, suo promesso sposo, e la malattia di un padre adorato ma depositario delle vecchie convenzioni sociali accenderanno in lei un conflitto di difficile risoluzione, che vedrà da un lato le sue aspirazioni personali e artistiche e dall’altro le aspettative esterne. In una società fatta di apparenze e preconcetti, il rapporto tra i sessi sembra trasformarsi in una messinscena che altera l’autenticità dei sentimenti e la naturalezza dell’esistenza. In questa complessità, la Marchesa Colombi accosta abilmente verità e finzione, elementi di vita possibile e scene da romanzo, non mancando di farci conoscere il suo punto di vista.
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L'AUTRICE: Marchesa Colombi è lo pseudonimo letterario di Maria Antonietta
Torriani. Nata a Novara nel gennaio1840, in seguito al matrimonio con
Eugenio Torelli Violler, fondatore e primo direttore del Corriere della
Sera, si stabilisce a Milano, dove continua a vivere anche dopo la
separazione dal marito.
Attiva frequentatrice degli ambienti letterari, si interessa in
particolare alla riflessione sui contenuti e sulle forme veristiche del
romanzo. Si impegna sin dal 1870 nel movimento femminile lombardo – che
vede tra le sue massime esponenti Anna Maria Mozzoni – soffermandosi in
particolare sull’analisi delle condizioni del lavoro femminile, tema che
traspone in parte nei suoi testi.
La vena di ironia pariniana, cui allude anche la scelta dello
pseudonimo, si coniuga felicemente infatti, in alcune sue opere, come in
In risaia, edita da Trevers nel 1878, oppure in Un matrimonio in provincia, pubblicata nel 1885 dalla casa editrice Galli, con un impegno sociale polemico e fortemente sentito.
Pur nella diversità dei risultati stilistici, i suoi testi sono
caratterizzati sempre da una forte capacità comunicativa, che la
tonalità ironica e a tratti sarcastica , così rara nella nostra
tradizione letteraria – e quasi inesistente nella produzione delle
scrittrici tardo ottocentesche – rende in molti casi altamente
originali.
Marchesa Colombi è anche raffinata e divertita compositrice di un piccolo galateo, La gente per bene, pubblicato nel 1877, e autrice di un saggio, Della letteratura nell’educazione femminile,
edito nel 1871, che approfondisce la questione della lettura e della
cultura come elementi di un percorso di formazione al femminile. Si
dedica inoltre alla letteratura per l’infanzia, producendo opere come I più cari bambini del mondo, del 1882, I bambini per bene a casa e a scuola, del 1884, I ragazzi d’una volta e i ragazzi d’adesso, edito nel 1888, e Il piccolo eroe, del 1890.
Per il teatro scrive nel 1882 due testi, La creola, in collaborazione con Eugenio Torelli Violler, e Il violino di Cremona.
Muore a Milano nel 1920.
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