venerdì 2 luglio 2021

PASSI D'AUTORE - Recensione - LA GUERRA DELLE DUE LUNE di Maria Scerrato

Oggi, per la rubrica Passi d'Autore, vi presento il romanzo storico La Guerra delle Due Lune di Maria Scerrato.
Andiamo a conoscerlo meglio!

 


 

 Silvia Camolese lo ha letto per noi!

 


 

 

 

SINOSSI: Gaeta novembre 1860, all’alba dell’Unità d’Italia, la città è stretta dalla morsa d’assedio delle truppe piemontesi. In aiuto del giovane re Francesco accorrono i rampolli dell’aristocrazia europea. Tra costoro vi è una giovane contessina francese che intende realizzare un sogno di indipendenza personale, aderendo ad una causa irresistibilmente romantica. Con la complicità dello spregiudicato colonnello Theodule de Christen, la ragazza prenderà parte ad alcune vicende militari a Gaeta e nello Stato Pontificio insieme con la banda di Chiavone. Il romanzo di Maria Scerrato è la narrazione avvincente di uno dei più controversi periodi della storia d’Italia ed introduce una riflessione sul legittimismo straniero ed i rapporti con il brigantaggio. Se è pur vero che l’intrepida eroina è una protagonista di fantasia, autentici e fedelissimi sono lo sfondo storico, i luoghi, le vicende e tutti i personaggi coinvolti, come si desume dal saggio storico che completa l’opera, a firma di Fernando Riccardi.

  

 

 

GAETA - 1860. La roccaforte borbonica è presa d’assalto dalle truppe piemontesi. A dare manforte ai resistenti del Regno delle Due Sicilie, giungono valorosi ufficiali da ogni parte d'Europa. Tra di loro c’è la giovane contessa Marinette, che assume l'identità del cavaliere Saint- Martin, per imbarcarsi alla volta di Gaeta assieme al cugino Theodule.
Decisa a combattere e distinguersi, seguirà la spedizione fino al confine papalino, pronta a contrastare il generale de Sonnaz, ma non tutto andrà come sembra.
L'abbazia di Casamari si rivelerà un rifugio ma anche un teatro di assedio, e indossare abiti maschili non assicurerà l'incolumità a Marinette.
I briganti riuscitanno a contrastare il generale macchiavellico, o soccomberanno? Marinette ce la farà a celare la propria identità? Cosa le riserverà il futuro?

L’ambientazione è storica, ci troviamo tra il 1860 e il 1861, agli albori dell'Unità d'Italia. Ci muoviamo tra Gaeta e lo stato Pontificio, all'epoca in cui il Regno di Napoli non voleva rinunciare ai propri privilegi e cercava con tutte le forze di contrastare le truppe sabaude, attraverso estenuanti battaglie. L’autorice ci porta con sé in un contesto storico molto preciso e ricco di particolari, arricchendo la storia con il personaggio di fantasia di Marinette e mostrandoci un punto di vista femminile e battagliero.
La
caratterizzazione dei personaggi è soddisfacente.
La protagonista femminile è la giovane contessa Marinette; nata e cresciuta in seno all’aristocrazia francese, si sente completamente avulsa a quel tipo di ambiente frivolo e spensierato e inadatta al destino di moglie, quasi impostole dell’epoca. Mossa da profondi ideali di giustizia e desiderio di crescita personale, deciderà di arruolarsi e imbarcarsi verso Gaeta, per contrastare le milizie piemontesi. Assumerà l'identità del cavaliere Saint-Martin, vestendosi da uomo, unica possibilità per lei di poter finalmente raggiungere la città e imbracciare le armi in nome dei suoi ideali e convinzioni di giustizia. Arguta e sprezzante del pericolo, si troverà a dover sostenere situazioni non adatte a una nobile e giovane contessina, affrontando con coraggio cruente battaglie e reagendo come un soldato esperto davanti a scene raccapriccianti di corpi insanguinati e dilaniati.  L’animo di fanciulla sognante, intenta a scrutare la luna splendente riflessa nel mare, non impedirà al cavaliere di aiutare il cugino, proponendo soluzioni ed elaborando strategie di attacco e difesa che si riveleranno utili per tutto l’esercito.
Marinette si troverà ad affrontare un percorso molto difficile, osteggiato da nemici. Combatterà per difendere la sua presenza sul campo, anche di fronte al colonnello Theodule. Mostrerà tutta la propria caparbietà e tenacia, nonché l’amore per l’impresa che si troverà ad affrontare.
Ho trovato particolarmente interessante il personaggio di Carlo Della Valle, ex suddito dello Stato Pontificio che appoggia le idee dei briganti e vorrebbe farne parte. Vestito con abiti di lino e abile con la chitarra in palissandro, indossa un anello che reca un blasone e ha gusti troppo raffinati per essere un fuorilegge. Dotato di straordinario acume, intuirà immediatamente di aver a che fare con una fanciulla e non con un cavaliere, pur non palesandolo e dimostrando così di essere un gentiluomo. Diventerà amico e confidente di Marinette.
Gli altri personaggi, rapportati al prorompente carattere di Marinette, fanno perlopiù da sfondo allo scenario che lei domina. Cito Theodule de Christen, cugino di Marinette, nobile e deciso ufficiale francese che, seppur molto giovane, riuscirà a riunire militari, soldati napoletani sbandati e, con l’ausilio importante del clero, darà vita a una banda di ribelli di cui sarà il comandante. Malgrado il carattere tenace e l’esperienza acquisita di guidare un esercito, si troverà a dover cedere alla caparbietà radicata e indomabile della cugina. 

 

 

[...] - Della Valle, vi ho cercato perché devo farvi una richiesta. Spero che manterrete la vostra parola di gentiluomo e mi concederete quello che avete promesso tempo fa.
- Marinette, ci avete ripensato. Dunque accettate di sposarmi?
- Desolata, Della Valle, non ci sarà nessun matrimonio. Non desidero un marito. Voglio solo quello che mi avete promesso.
- Davvero non capisco di cosa si tratti.
- Mi avete promesso il vostro nome e il vostro onore ed è esattamente quello che vi chiedo.
- Come potrei darvi il mio onore e il mio nome senza sposarvi?
- Vi chiedo di donarmi la vostra identità. Vorrei essere Carlo Della Valle, Cavaliere di San Marino per grazia di sua Altezza, il re di Napoli.


Il testo è dinamico. Le scene di battaglia sono macabre e realistiche a tal punto che il lettore non solo assiste visivamente al cruento scenario post bellico, desolato e bruciato, ma riesce anche a percepirne l’odore putrescente dei corpi straziati.
Il sesso è presente in un’unica scena, e anche qui l’autrice resta fedele a se stessa e ne racconta la violenza e la carnalità, tipiche di un contesto bellico, totalmente privo di romanticismo e rispetto.
Le tematiche trattate sono: la crescita personale, la ricerca di un’identità propria, la voglia di indipendenza, il coraggio, la guerra, e la figura della donna che tenta di uscire dagli schemi di un futuro già scritto, quello di fanciulla destinata a essere una devota moglie accudita e protet
ta.
Il messaggio tra le righe è relativo alla figura femminile, al ruolo che si attribuiva alla donna e al fatto inisndacabile che essere donna non è un limite, se non per chi non vede più in là el ptoptio nsaso. Quasi una morale sull'uguaglianza dei sessi, in un'epoca ancora molto lontana dall'indipendenza ed emancipazione femminile. e per questo molto mertievole.
Consigliato agli amanti del romanzo storico, del romanzo di ambientazione storica, agli appassionati di storia italiana e di Unità d'Italia, del conflitto di Gaeta e di una pagina di storia importante per la nostra nazione.

Silvia Camolese
(Editing di Linda Bertasi)

 

IL VOTO DI SILVIA
 

 

 
 
Silvia Camolese nasce a Verona, fin da piccola ha sempre preferito esprimersi attraverso la scrittura e, per questo, è sempre stata un'appassionata lettrice.
Laureata in Lettere e Filosofia, lavora come impiegata presso un ufficio acquisti, collabora con il Web-Site Serie da leggere, in qualità di correttrice di bozze, e con il Web-Site Ermacora nuovi confini digitali, in qualità di redattrice.
Predilige i noir, i romance e i drammatici introspettivi, i romanzi psicologici ; i suoi autori preferiti sono Patrick McGrath e Peter Cameron. Non ama gli horror.


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