Racconterei volentieri qualcosa di me se mi capissi
davvero, ho spesso la sensazione di ospitare tante anime diverse, non maschere,
proprio anime. Sono pragmatica e idealista, pacifista e bellicosa, curiosa ma
non aprirei mai un cassetto non mio, prendo fuoco all’istante e altrettanto
velocemente “ci faccio una risata sopra”. Sono disordinata in modo spaventoso
ma non ho mai perso un compito in classe… Amo le arti figurative, la storia, la
letteratura… e la lingua matematica, la più diffusa al mondo. Credo
nell’uguaglianza di tutte le persone e nel potere del dialogo, del perdono e di
“facciamoci una risata insieme”. Sogno un mondo orizzontale e non verticale.
La laurea in matematica e l’insegnamento di matematica,
fisica e informatica fino al 2005. Dove trovi il tempo per scrivere e come si
accende in te questa passione?
Dove trovo il tempo? Alcune frequentano palestre o fanno
shopping, per ricaricarsi. Scrivere (e leggere) sono sempre state il caricabatterie
che ho avuto in sorte, infatti dovrei muovermi di più (non sono una sportiva ma
nuoto bene e per quattro mesi all’anno) e curare maggiormente il mio
abbigliamento. Come si accende? Penso si tratti di un fenomeno di
autocombustione inspiegabile!
La tua carriera letteraria inizia con il racconto “Una donna
comune”, pubblicato nella collana “Segretissimo” (Mondadori). Hai un ricordo
legato a questo esordio?
Ero prossima ai quaranta, avevo raggiunto il posto che
sognavo, ruolo nel miglior liceo scientifico statale della mia città. Ho letto
il bando, ho scritto (avevo già il cassetto pieno e non avevo mai tentato), ho
inviato ma non ho allegato la busta chiusa con i miei dati. Forse un estremo
pudore? Forse fifoneria acuta? E’ stata una botta quando ho letto su
Segretissimo che cercavano l’autore di quel racconto per pubblicarlo.
Dal 1987 al 2013 partecipi a vari concorsi letterari
ottenendo vittorie e menzioni di merito. A quale di queste manifestazioni sei
più affezionata?
Il premio al Solinas. Era mancata mia madre da pochi
mesi, avevo scritto quella storia mentre lei stava male per esorcizzare il
dolore (ed è una delle mie storie più dolenti). Dover andare a Roma per la
premiazione mi ha “smossa”. Che sia svanita la speranza di veder realizzare una
serie tv dai miei romanzi non diminuisce l’importanza di quel premio nella mia
carriera e soprattutto nella mia vita.
Nel 2002, pubblichi con Fratelli Frilli Editori il primo
romanzo di quella che diventerà la serie Mariani. E proprio questo primo edito
è stato oggetto di tesi di laura discussa da Jessica Grasselli presso
l’Université de Provence. Parlacene.
La casa editrice era agli inizi, il mio primo romanzo ha
il numero 6! Mi è stato comunicato tutto a cose fatte. Fra l’altro so il
francese e ho potuto leggerla: è stato fatto un ottimo lavoro.
Due romanzi di questa
serie sono stati anche tradotti e pubblicati in Germania dalla Goldmann. Daccene
un assaggio.
Allora, questa è la mia gran sofferenza! Avere due libri
in casa e “non acchiapparci una mazza”, come dicevano i miei studenti! Ho
piacevoli e interessanti ricordi di lunghe e dettagliate mail con la
traduttrice che conosceva bene l’Italia ma non Genova e allora dovevo spiegarle
“lavello alla genovese” e il significato di alcune parole in dialetto. Ne uso
poche ma le uso! Ci siamo anche conosciute, quando è venuta a Genova per alcuni
giorni. E ha voluto fare anche il “Mariani tour”! Un dettaglio: i tedeschi sono
precisi nei pagamenti, ecco, ora potete verificare la mia genovesità!
Nel corso degli anni hai pubblicato con vari editori come:
Clessidra, Curcio, Le Onde, Quadratum, alternando romance storici,
contemporanei e noir. Dove nasce la tua ispirazione?
Una voce, un viso, un luogo… Spesso due dati in apparenza
disgiunti si saldano. Ho sempre queste dannate idee fulminanti che non riesco a
controllare, a volte nasce una storia mentre in altri casi dopo tre pagine o
trenta si smorza. Ma capita che dopo anni ritorni.
E, nel 2009, pubblichi con Corbaccio il romance contemporaneo
“Belle sceme!”. Di cosa si tratta nello specifico?
E’ un romanzo divertente e insieme sperimentale. Prime
persone alternate, al presente, al passato, terza persona… Perché mi piace
sperimentare. Sono donne di oggi, donne normali. La protagonista, Laura
Arnolfini, è un ingegnere che si occupa di marchi e brevetti, ed esce da una
relazione sentimentale disastrosa. Diciamo che il romanzo è la storia di come
si riprende la sua vita.
Nel 2014, pubblichi due romanzi brevi “Il cliente” e “La
preda”, per la collana Youfeel di Rizzoli. Parlacene.
Ho letto che Alessandra Bazardi cercava autrici, la
conoscevo come persona seria e capace, le ho inviato un messaggio. Poi le
inviato due storie, le sono piaciute: una è diventata “Il cliente”, che nato come RS ho trasformato in erotico, molto
soft. L’altra storia è in attesa di pubblicazione.
“La preda”? Vi basta sapere
che amo il mare e la pittura? Sarò incosciente, ma non mi tiro indietro… E’
stato strano ma stimolante trovarmi con tante giovani autrici, diciamo che è
stata una cura ringiovanente.
Sempre nel 2014 esce “Mariani e le mezze verità”. Cosa
troveranno i lettori al suo interno e quali tematiche affronti?
Una mezza verità è una verità incompleta. Spesso diciamo
la verità ma l’abbelliamo, la limiamo, la “potiamo”. Ma arriverà un punto di
modifica in cui non sarà più verità. Su questo tema è giocato il romanzo. Con
ovvi delitti. Delitti non soltanto nel senso di morti ammazzati, esistono anche
altri delitti: per me e per il mio personaggio Mariani, anche abusare di una
quattordicenne è un delitto. Punto.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
“Mariani e le mezze verità” nacque il quel di Lecco
nell’ottobre del 2013, da un incontro fra la sottoscritta e il suo editore
Carlo Frilli. Niente di piccante! Eravamo a Lecco per il premio Azzeccagarbugli
per il miglior poliziesco italiano edito. Da anni non andavo a Lecco e c’ero
sempre stata in primavera (viaggi di istruzione) o d’estate. Ed ero sempre
arrivata da un’altra direzione. Sono arrivata come Mariani. Ho visto i
Canottieri: la sera stessa la storia cominciava a formarsi.
Perché il noir?
Due sono i grandi misteri: perché si uccide se siamo
programmati per propagare la vita e perché si ama un’altra persona se ognuno di
noi è “innamorato di sé”. Il noir risponde alla prima domanda. Inoltre il
delitto altera l’equilibrio ed è come se permettesse di vedere, per un attimo,
oltre le apparenze. E poi come matematico e quindi esperto di problem solving
mi diverte anche l’aspetto tecnico del montare e smontare. Essere insieme
assassino e investigatore.
Sei un membro dell’associazione Ewwa. Di cosa si occupa
questa associazione e la consiglieresti alle autrici?
Ho esitato molto a iscrivermi, anche se ero amica da anni
di alcune fondatrici, Mariangela Camocardi, Teresa Casella e Alessandra
Bazardi. Ho esitato perché ho quel mio lato individualista… Se mi sono decisa è
perché credo nella collaborazione e nello scambio di informazioni. Sono tempi
difficili, la tentazione è chiudersi nel proprio guscio ed è invece in queste
occasioni che una rete di rapporti può essere d’aiuto. La consiglio.
Sempre con Ewwa, hai partecipato al primo progetto
letterario dell’associazione “E dopo Carosello tutte a nanna” con il racconto
“Fra maschio e femmina”. Raccontaci qualcosa di questo tuo lavoro.
Mi sono divertita a scrivere un mini giallo e la
protagonista è una giovane donna puntigliosa, precisa e dotata di senso civico
(e fumatrice). Chi è? E’ una certa Emma e sarà la madre di Antonio Mariani. Mi
sono tanto tanto divertita.
Hai qualche altro progetto di cui vuoi metterci a parte?
Continuare a scrivere, sperando di trovare un editore. Diciamo
un editore per ognuna delle mie anime di scrittrice.
E’ stato un onore ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo
per tutto!
Grazie a te!
Per seguire Maria MASELLA MARIA
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