mercoledì 22 giugno 2016

Quel libro nel cassetto - LE TRAPPOLE MEDIEVALI di Michela Piazza

Torna la rubrica #quellibronelcassetto dedicata ai consigli agli autori emergenti e non.
Oggi tratteremo un altro argomento legato alle ambientazioni storiche e lo faremo con un'Ospite Speciale alla quale sono molto legata: MICHELA PIAZZA.
Laureata in Storia con indirizzo Medievale, è stata bibliotecaria, traduttrice e correttore di bozze. Ha esordito con il romanzo storico Mary Read - Di Guerra e Mare, è autrice di romanzi e racconti che spaziano dal rosa, allo storico e all'horror. E' una delle amministratrici del Facebook Group Io Leggo Il Romanzo Storico, socia EWWA e recentemente ha pubblicato con Delos Digital Il mio lato proibito in una produzione a quattro mani.




Oggi parleremo del MEDIOEVO, ambientazione difficile, a volte ostica, che nasconde tutto un mondo dove l'intrigo, il mistero, la religione e le guerre la fanno da padrone, ma come approcciarsi a questo contesto e quali regole seguire?
Ce lo spiega Michela Piazza in questo interessantissimo articolo.




LE TRAPPOLE MEDIEVALI




Il Medioevo è un universo vasto e sfaccettato, pieno di fascino e vittima di secolari pregiudizi. Scrivere una storia che si svolga in quest'epoca significa prestare particolare attenzione a non cadere vittima di errori e cliché che sono entrati nel pensiero comune.
Col termine Medioevo si identifica un'epoca lunghissima (dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente alla scoperta dell'America... più di mille anni!) e per nulla omogenea. È fondamentale quindi documentarsi sulla situazione specifica del luogo e del periodo che si intende trattare: la gestione del potere negli indipendenti Comuni italiani del XII secolo era molto differente da quella del Sacro Romano Impero; la quotidianità delle campagne seguiva ritmi e interessi diversi da quella cittadina; la mentalità di un Longobardo non era di certo simile a quella di un mercante genovese del 1200.
Queste sono differenze da tenere a mente, anche quando ci si cimenta nella stesura di una trama di pura ambientazione medievale. Non basta mettere un castello per essere nel Medioevo! 

E, a proposito di castelli... Prestiamo attenzione a non scrivere anacronismi e a contestualizzare le descrizioni dei luoghi in cui si svolge la nostra storia. Ad esempio, fino al X secolo per castello si intendeva semplicemente un edificio costruito per difendere un territorio: di solito una isolata torre quadrata, fatta di legno e posta in una posizione strategica. Solo col tempo si sono sviluppate le mura merlate, le feritoie e i diversi edifici di pietra che siamo soliti immaginare. Ma, con l'avvento della polvere da sparo, i castelli hanno cambiato aspetto ancora una volta: sono diventati  fortezze, con mura più ampie e una diversa architettura.
E ancora: i cavalieri non hanno sempre indossato le scintillanti armature di piastre che abbiamo visto in tanti film: quel tipo di protezione entrò in auge solo nel tardo medioevo e raggiunse la massima diffusione tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, quando si era ormai in età moderna. Prima si utilizzava soprattutto la cotta di maglia.
A chi non è esperto di Storia Medioevale, quest'epoca è nota soprattutto per certi temi (vedi Rosacroce, Templari e simili) che sono stati sfruttati fino allo sfinimento. Pur restando obiettivamente affascinanti, sanno ormai di "già visto" e rischiano di stancare il lettore. 
Il mio consiglio è quindi quello di non scriverne più?
No. Se un tema appassiona un autore, è giusto che lo tratti. Però il mio suggerimento è di cercare un modo per differenziarsi.
Vogliamo parlare delle Crociate? Proviamo a narrare la storia usando il punto di vista di un musulmano che vede invadere la sua terra e considera infedeli gli Europei.
Il rischio più grande dell'ambientazione medievale è poi, come dicevo, quello di inserire nella trama dei cliché che a volte si rivelano dei veri e propri anacronismi.

Un esempio su tutti, la diffusa convinzione che nel Medioevo la superstizione regnasse sovrana e spingesse alla persecuzione di povere donne bollate come fattucchiere... In realtà la caccia alle streghe non iniziò prima del 1430 e toccò il suo apice nell'età Moderna, tra il Cinquecento e il Seicento, uccidendo purtroppo milioni di innocenti.
Quindi nel Medioevo non ci furono roghi e Inquisizione? Certo, ma le vittime furono principalmente gli eretici.
Nelle epoche seguenti divenne poi di moda dipingere con toni foschi il Medioevo, per aumentare il contrasto con il successivo risorgimento delle arti e delle scienze. Per uno scrittore è utile e affascinante utilizzare queste atmosfere, ma è meglio non calcare troppo la mano. L'idea che il Medioevo fosse un'epoca dominata dalla violenza e dai disordini va, ancora una volta, contestualizzata. Ad esempio nella Milano del Trecento i registri delle prigioni riportano per lo più resoconti di persone imprigionate per debiti o motivi politici piuttosto che per omicidi e fatti di sangue.
Lo stesso discorso si può fare riguardo all'ignoranza. Si è tramandata l'idea che i Medioevali fossero tutti zotici, pronti a dar credito alle sciocchezze più assurde. Non è forse vero che credevano addiritura che la Terra fosse piatta? Ebbene... no!
Se guardiamo un qualsiasi dipinto medievale che rappresenti un imperatore, vedremo che il sovrano ha in mano un globo che simboleggia il suo dominio sul mondo. Quindi ovviamente la Terra era, nell'immaginario comune, sferica!
Naturalmente gli strati più bassi della popolazione non erano istruiti (ma non lo sarebbero stati neanche nell'epoca moderna, né fino a tempi recentissimi), ma i monasteri erano centri di grande cultura. È grazie a loro se ci sono state tramandate le opere antiche e qui venivano educati i religiosi, i figli dei nobili e dei ricchi mercanti.
Quando perciò creiamo i personaggi della nostra storia, teniamo conto che ognuno possiederà conoscenze e modi di fare diversi a seconda della classe sociale cui appartiene, restando comunque coerente col modo di pensare del tempo. Un medioevale che abbia le conoscenze e la morale moderna risulterebbe ridicolo.
Tuttavia credo che il nostro protagonista possa anche compiere qualche scelta inusuale; non soltanto per renderlo più accattivante agli occhi dei lettori, ma anche perché la Storia è costellata di uomini che si comportarono in modo ardito e insolito per la loro epoca: non dimentichiamo che Federico II di Svevia fu per questo noto ai contemporanei come lo Stupor Mundi! E che dire di Giovanna d'Arco, ragazzina che guidò un esercito, Matilde di Canossa, governante straordinaria e potente, o Hildegard von Bingen, che fu mistica, naturalista, poetessa e musicista? Tutte donne certamente fuori dagli schemi.
Mi raccomando, però: se un personaggio della nostra storia è avanti per i suoi tempi risulta affascinante; se tutti i personaggi non ragionano da medievali, siamo di fronte a un libro scritto male. 

Non dimentichiamo poi che l'età di Mezzo è stata un'epoca profondamente spirituale. Le controversie religiose, le eresie, gli scismi furono molti; e in generale l'attenzione rivolta al Regno dei Cieli era sentita in ogni strato sociale. L'anno era cadenzato dalle ricorrenze Cristiane. Dobbiamo tenerne conto, quando tratteggiamo la nostra vicenda.
Il mio consiglio sarebbe anche di inserire un religioso tra i personaggi: tra monache, frati e preti, i membri della Chiesa erano numerosissimi e, soprattutto, influenti; inoltre avevano accesso a fonti di sapere che potrebbero tornare utili per lo sviluppo della trama.
Nonostante lo slancio mistico e l'attenzione rivolta alle cose ultraterrene, esistono però diverse testimonianze che dimostrano come anche gli uomini del tempo non fossero esenti dalle attrattive dei piaceri carnali. La prostituzione era diffusa e tollerata e le case di piacere abbondavano. Anche gli uomini di Chiesa spesso frequentavano i postriboli e ne sono testimonianza proprio le infinite reprimende lanciate su di loro dalle alte cariche ecclesiastiche o dalle religioni eretiche di turno. E come non citare alcuni racconti del Decameron di Boccaccio o certe rime del tempo, dove il lato sensuale della vita viene esaltato e raccontato senza mezzi termini?
Insomma, dimenticate le cinture di castità, che nel Medioevo assolutamente non esistevano e non sono mai state usate!

Michela Piazza Scrittrice






1. RICERCA E CONTESTUALIZZA: Un'ambientazione realistica, in un romanzo storico, rende credibile anche la parte di invenzione. Decidi l'epoca e il luogo in cui si svolge la tua vicenda e conoscili a fondo prima di farci muovere i tuoi personaggi.

2. ORIGINALITA': Parti pure da temi famosi, ma sforzati di offrire al lettore qualcosa che distingua il tuo romanzo da quelli che hanno trattato quel soggetto in precedenza.

3. ATTENZIONE AI CLICHE': Non tutto ciò che raccontano sul Medioevo è davvero accaduto.
 

4. NARRAZIONE MAI PESANTE: Hai bisogno di spiegare qualcosa al lettore? Lascia che siano i personaggi a farlo: in un dialogo un monaco dotto può illuminare il protagonista su una questione, in un allenamento un guerriero può far vedere a un ragazzo come si usa una determinata arma...

5. CURA DEI PARTICOLARI: Il Diavolo si nasconde nei dettagli: prima di descrivere eventi specifici o usi e costumi particolari, informati.

6. AFFIDATI AI SAGGI: Non inserire descrizioni desunte dall'immaginario collettivo. Una certa iconografia e i film ci hanno abituati a “vedere” quest'epoca in modo distorto. Non fidarti.

7. DOSA GLI ELEMENTI: Ricorda che anche nei secoli bui esistevano sprazzi di luce – Modula episodi di violenza e ignoranza in modo da non risultare eccessivo. 

 
8. PERSONAGGI CREDIBILI: Un romanzo non è un saggio, perciò i protagonisti possono dire o fare qualcosa di inusuale o straordinario. Attenzione però a non strafare.

9. LA RELIGIONE E' IMPORTANTE: Il Medioevo è stato un'epoca profondamente spirituale: scismi, eresie e abitudini cristiane possono rivelarsi validi spunti per svilippare la tua vicenda.

10. IL SESSO NON E' BANDITO: Se nella tua trama inserisci una storia d'amore, ricorda che la passione fa parte dell'essere umano sin dall'inizio dei tempi.

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