Ciao Christina, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa
di te.
Vi scrivo dalle Marche regione nella quale vivo più o meno da sempre. In
effetti la mia storia comincia da molto più lontano, so che questa espressione
può fare molto “vecchio saggio che racconta grandi verità”, ma sono nata a
Denver negli Stati Uniti (magari l’anno non lo specifico così faccio leva
sull’età apparente). Dopo varie vicissitudini la mia famiglia si è stabilita in
questa regione del centro Italia, doveva essere una situazione provvisoria che
nel tempo si è trasformata in permanente. I viaggi e le lingue straniere sono
la mia grande passione, credo che ciò sia in parte sia dovuto al fatto di
essere cresciuta all’interno di un clima internazione. Ho una grande passione
per il teatro e da tempo faccio parte di una compagnia amatoriale. Sono una
lettrice “disordinata” nel senso che non ho un genere preferito, ma spizzico
tra i libri sempre in cerca di una storia che possa coinvolgermi dalla prima
all’ultima pagina. Nel tempo libero mi diletto in esperimenti bucolico-casalinghi come la preparazione di
marmellate (quella di mandorle e melone è squisita) o di qualche distillato (il
lato oscuro di un’astemia).
Sei laureata in Lingue e letterature straniere e in Scienze
psicologiche. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?
Mi sono accorta di amare la scrittura quando ho capito che “raccontare storie” era una delle mie grandi passioni. Ho iniziando scrivendo delle poesie dove in pochi versi mi divertivo a esprimere le mie emozioni, poi sono passata alla forma del racconto breve. Credo che il passaggio sia stato dettato da un’esigenza di “spazio” narrativo. In fine è nel romanzo che ho riconosciuto la mia vera dimensione. Lo considero come una sorta di palcoscenico dove presentare i vari personaggi, farli interagire tra loro e poi con il pubblico-lettore.
Mi sono accorta di amare la scrittura quando ho capito che “raccontare storie” era una delle mie grandi passioni. Ho iniziando scrivendo delle poesie dove in pochi versi mi divertivo a esprimere le mie emozioni, poi sono passata alla forma del racconto breve. Credo che il passaggio sia stato dettato da un’esigenza di “spazio” narrativo. In fine è nel romanzo che ho riconosciuto la mia vera dimensione. Lo considero come una sorta di palcoscenico dove presentare i vari personaggi, farli interagire tra loro e poi con il pubblico-lettore.
Di te dichiari: ‘Amo ambientare i miei romanzi in piccole
città di provincia o in borghi medievali perché ciò che accade nei luoghi meno
conosciuti si colora sempre di stupore, magia e mistero’. Approfondiamo questa
dichiarazione.
Ambientare una storia d’amore a Parigi o un romanzo giallo nella periferia di una metropoli americana è sicuramente una grande tentazione. A chi non verrebbero gli occhi a forma di cuori appena sente nominare la Ville lumière? E come non sudare freddo davanti a all’omicidio di una giovane studentessa in un campus universitario americano?
In realtà far muovere i propri personaggi in una città di provincia o in un borgo medievale può rivelarsi una scelta altrettanto affascinante, ma a una condizione, che si conoscano bene quei luoghi. Si dice sempre che bisogna scrivere di ciò che si conosce , questo per rendere verosimile e credibile la storia come anche i suoi protagonisti. Del resto come diceva Balzac “Beato chi ha una provincia da raccontare” .
Ambientare una storia d’amore a Parigi o un romanzo giallo nella periferia di una metropoli americana è sicuramente una grande tentazione. A chi non verrebbero gli occhi a forma di cuori appena sente nominare la Ville lumière? E come non sudare freddo davanti a all’omicidio di una giovane studentessa in un campus universitario americano?
In realtà far muovere i propri personaggi in una città di provincia o in un borgo medievale può rivelarsi una scelta altrettanto affascinante, ma a una condizione, che si conoscano bene quei luoghi. Si dice sempre che bisogna scrivere di ciò che si conosce , questo per rendere verosimile e credibile la storia come anche i suoi protagonisti. Del resto come diceva Balzac “Beato chi ha una provincia da raccontare” .
Perché il romance?
Scrivere di sentimenti è sempre un viaggio molto intrigante. Per quanto questo genere preveda il rispetto di regole ferree si ha comunque la possibilità di far salire i propri personaggi su un’altalena di emozioni e farli poi scendere quando è certo che ad accoglierli c’è un lieto fine.
Hai pubblicato con diverse Big. Com’è stata questa
esperienza?
Sono molto riconoscente a tutto lo staff delle case editrici con le quali mi sono trovata a lavorare. Potersi confrontare con professionisti di alto livello è una grande esperienza di crescita. Sono sempre emozionata quando so che il mio manoscritto è approdato sulla scrivania di un editor perché so che da quel momento la mia storia sarà il frutto del confronto e della collaborazione con più figure professionali.
Esordisci nel 2014 con “Chef Love” in collaborazione con
Jonathan Arpetti. Di cosa si tratta?
"Chef love" è una storia di amore e “non-cucina”. Il sogno di Matilde, la protagonista, è quello di incontrare un aitante chef stellato in grado di farle battere il cuore. Per un po’ crede che l’affascinante ragazzo che ha messo piede nella libreria dove lavora, sia proprio l’uomo dei suoi sogni. Ma Gianluca è uno dei tanti uomini imbranati ai fornelli. La storia tra Matilde e Gianluca si basa su simpatici fraintendimenti e divertenti malintesi fino a quando durante una cena… la verità verrà a galla.
Nel 2015 esce “Due cuori e una borsetta”, daccene un
assaggio.
Mi sono divertita molto a scrivere questa storia. Per me è stata un’opportunità per mettere a confronto il patinato mondo della moda con una realtà rurale dove a farla da padrone non sono i riflettori delle passerelle, ma i valori della tradizione popolare.
Giulia Corsi aspira a un avanzamento di carriera all’interno dell’ufficio stile della Martin-Dubois (griffe di borse di lusso), ma prima dovrà trascorrere un periodo a Piane di Petrella, un piccolo borgo nella campagna marchigiana per seguire la produzione del campionario.
Nello scrivere questa storia ho preso spunto dalla realtà in cui vivo. Anche se non molti lo sanno è proprio nelle zone artigianali della campagna marchigiana che nascono i modelli di scarpe e borse dei grandi marchi che poi troviamo esposti nelle scintillanti vetrine dei negozi di lusso.
Nel 2017 esce “Delitto dietro le quinte”, sempre in
collaborazione con Jonathan Arpetti. Thriller Vs. Romance. Chi la vince?
Spero che sia un pari merito. Credo che in un romanzo più che il genere siano le emozioni che uno scrittore riesce a trasmettere ai propri lettori a decretare la “vittoria” di una storia.
"Delitto dietro le quinte" è il mio primo romanzo giallo e anche se non pensavo mai di scriverne uno, ammetto che è stato molto divertente ed entusiasmante al punto che ne stiamo scrivendo il seguito.
Sempre nello stesso anno, esce “Brodetto galeotto”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Una storia dove protagonista è la forza dei legami familiari. Nina, Azzurra e Laura sono tre sorelle con caratteri molto diversi tra loro, ma che davanti a un momento di difficoltà decidono di restare unite e vincere insieme. Laura, la protagonista, si ingegna in tutti i modi pur di non far chiudere i battenti alla piccola trattoria Levante aperta anni prima dal padre. Il suo peggior rivale è l’ex marito Mariano che non solo non ha mai accettato la separazione, ma ha avuto la brillante idea di sottrarre il ricettario di Laura e aprire un ristorante proprio davanti a quello della ex moglie.
Qual è stato l’input per questo libro?
Vivendo lungo la costa adriatica, posso dire che la mia più grande fonte di ispirazione è stata il mare.
Il mare inteso come fonte di vita e sostentamento, come paesaggio nel quale trovare un senso di libertà e conforto. Spero che sfogliando le pagine di questo libro, i lettori possano ascoltare le voci dei marinai durante le battute di pesca notturna, i profumi di una cucina legata alla tradizione popolare e l’amore che Laura prova per la sua famiglia, la sua terra e Manuel, l’uomo con il quale non sperava più avere una possibilità.
Che rapporto hai con il cibo?
Ottimo anzi squisito direi. Non mi considero affatto una cuoca modello, la mia è una cucina di sopravvivenza, ma amo andare alla ricerca di nuovi sapori, curiosare tra i menu di ristoranti gourmet come di trattorie tipiche. Mi piace anche scrivere di cibo, curo articoli per alcuni foodblog e ho un debole per i dolci.
Progetti in cantiere?
Come accennavo sto scrivendo il seguito di "Delitto dietro le quinte", i protagonisti saranno sempre il commissario Luca Bonaventura e l’ispettore capo Francesca Gentilucci. Questa volta li vedremo alle prese con un caso da risolvere nella suggestiva Recanati, città della poesia.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Grazie molte Linda per la tua gentile ospitalità e grazie a
tutti voi per aver letto la mia intervista.
Per seguire Christina CHRISTINA B. ASSOUAD AUTRICE
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