Ciao Giulia, benvenuta nel mio
blog. Raccontaci qualcosa di te.
Mi Chiamo Giulia Savarelli, sono
nata a Castiglion Fiorentino, ma adesso vivo a Rende, in provincia di Cosenza.
Ho 28 anni e sono laureata in Lingue e letterature straniere (ho studiato sia
lingue che fotografia nella città di Roma). Amo scrivere, scattare fotografie,
collezionare bambole antiche e vintage, ascoltare musica (magari camminando per
parchi e boschi). Spesse volte mi risulta difficile descrivermi, preferisco lo
facciano gli altri, ma questa credo di essere io usando pochissime parole:
meticolosa collezionista di sensazioni; attratta da tutto ciò che di bizzarro
c’è; una sorta di piccolo dettaglio fuori fuoco.
La laurea in Lingue, la scuola
di fotografia Csf Adams e l’impiego come insegnante di Lingue e Letterature
straniere. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa la scintilla
della scrittura?
In pullman, in treno, seduta su
una panchina: gli angoli di tempo da dedicare alla scrittura me li ritaglio un
po’ ovunque.
Ho sempre amato scrivere, ci ho provato fin da bambina. Credevo di
avere bellissime idee, eppure le storie non riuscivano mai a giungere al
termine. Crescendo, non ho abbandonato neanche per un momento questa passione
che, piano piano, si è trasformata in qualcosa di concreto e tangibile. Spesse
volte le storie che racconto vengono ispirate da scatti fotografici, altre
volte, narrano di dettagli che incrocio per caso. Tutto è trascrivibile, tutto
è trasformabile in un’infinità di mondi che aspettano solo di essere narrati
per prendere vita.
Sei appassionata di fotografia.
Parlacene.
Assieme alla scrittura, la
fotografia è riuscita a sorreggermi durante momenti di particolare difficoltà.
Quando tutto appariva sbiadito e privo di speranza, ho capito che se c’era
qualcosa che meritava di essere fotografato, forse questo mondo nascondeva
davvero piccole bellezze per le quali valeva la pena vivere. Quindi adesso
intreccio scrittura e fotografia come se fossero sorelle gemelle, camminano
assieme su pagine, esprimendosi con una sola e unica voce.
Hai vinto diversi Premi letterari e fotografici. I concorsi aiutano realmente a farsi conoscere?
Hai vinto diversi Premi letterari e fotografici. I concorsi aiutano realmente a farsi conoscere?
Più che a farsi conoscere,
aiutano a conoscere. Durante i vari concorsi, ho incontrato tantissime belle
persone con le mie stesse passioni. Ho trovato compagni con i quali percorrere
una stessa strada, non avrei potuto chiedere di meglio.
Hai curato la prefazione dei romanzi di Verga, dal titolo “Una peccatrice” ed “Eva”. Raccontaci di questa esperienza.
Hai curato la prefazione dei romanzi di Verga, dal titolo “Una peccatrice” ed “Eva”. Raccontaci di questa esperienza.
Durante il primo anno di
Università dovevo sostenere l’esame di letteratura italiana incentrato sui
romanzi di Verga. Ero tranquilla, ero sempre andata più che bene in letteratura
italiana, eppure mi scontrai con il professore e fui costretta a sostenere lo
stesso esame per ben tre volte! Riuscire a curare personalmente questi romanzi
è stata una sorta di rivincita personale, adoro Vera, ogni suo romanzo breve è
un piccolo gioiello, e il nostro ‘rapporto’ non poteva terminare con un esame
non andato nel migliore dei modi.
Nel 2014, esordisci con
“Dna-Cicatrici in un fiore di Mirto”. Di cosa si tratta?
"Dna-
Cicatrici in un fiore di Miro" è romanzo urban fantasy che si
svolge quasi interamente nel mondo onirico. I protagonisti sono due
adolescenti: Mirto e Cherì, che impareranno a conoscersi e ad amarsi in questo
mondo bizzarro, e allo stesso tempo saranno costretti a crescere e a dirsi
addio, per ritrovare la strada in grado di ricondurli alla vita reale.
Nel 2018, pubblichi
“1110 - Squarci di pensiero tradotti in immagini” e “Unspoken - Dei nostri pensieri
mai detti”. Lasciacene un assaggio.
"1110 - Squarci
di pensiero tradotti in immagini" è una raccolta di pensieri e
fotografie, quindi vi lascio un breve testo tratto proprio da questo libro:
[...] RIFLESSO
DI UN MISCREDENTE
Le sue ossa sono origami
distrutti,
Carta bianca ridotta a briciole
Briciole disperse a terra,
Che si trasformano in un mare di
gusci
Gusci di conchiglie,
Sepolte da un velo di sabbia
arida
Arido è il destino,
Di colui che oggi non crede più
nei sogni. [...]
Di "Uspoken" vi lascio invece un breve frammento:
[...] Ma ciò che più di tutto voglio dirti è che la colpa di tutto questo è della catena di silenzio che ci ha tappato la gola impedendoci di parlare. La colpa è solo nostra, e dei nostri pensieri mai detti. Le parole salvano. Salvano tante vite. Ma gli esseri umani si ricordano troppo tardi di non essere moribondi pesci boccheggianti. [...]
[...] Ma ciò che più di tutto voglio dirti è che la colpa di tutto questo è della catena di silenzio che ci ha tappato la gola impedendoci di parlare. La colpa è solo nostra, e dei nostri pensieri mai detti. Le parole salvano. Salvano tante vite. Ma gli esseri umani si ricordano troppo tardi di non essere moribondi pesci boccheggianti. [...]
Sempre nel 2018, esce
“Placebo - Una bambola di porcellana che vendeva illusioni”. Cosa troveranno i
lettori al suo interno?
Placebo è una bambola di
porcellana dal nome veramente insolito, ella passa il suo tempo libero vendendo
siringhe piene di illusioni, cibo clandestino che ormai nutre gli animi stanchi
delle persone, divenute nel corpo e nell’anima nient’altro che esseri di
plastica e materiali sintetici. C’è però un motivo se Placebo, con il suo volto
aggraziato e le sue delicate movenze, ha scelto proprio questo mestiere: deve
guadagnare almeno cento monete d’argento per potersi avvicinare a Frisson,
giovane danzatore di carillon del quale è follemente ossessionata e dimostrare
a lui e a tutto il suo mondo che sotto il peso di una pelle sintetica può
ancora battere un cuore e scorrere del sangue, sinonimi di vita, ma di vita
vera.
Assieme alla sfrontata bambola
di porcellana incontreremo: il suo amico clown, la bambina che disegnava
fumetti, le maschere apatiche, una schiera di soldatini di piombo e tanti altri
personaggi che percorreranno luoghi bizzarri e decadenti impersonando le
metafore di questioni molto attuali, quali il problema della tossicodipendenza,
della prostituzione e della sete di potere.
Qual è stato l’input per questo
libro?
Sicuramente la mia passione per
le bambole, la voglia di trasfigurare il mondo in cui viviamo quotidianamente,
la necessità di riflettere su tematiche attuali che troppe volte ci sfiorano
senza che noi ci badiamo con troppa attenzione.
Quali tematiche affronti e quale
messaggio vuoi trasmettere?
Le tematiche principali sono
senza dubbio la prostituzione, la sete di potere, l’uso di droghe e sostanze
stupefacenti.
Il messaggio che voglio trasmettere è un inno alla vita, una vita
vera, e non quella farsesca che anima i corpi freddi e gelidi di bambole di
porcellana.
Progetti futuri?
Tanti, troppi. Uno di questi è
una raccolta di poesie e pensieri, accompagnati da fotografie, che riflettano
sulla figura del Pierrot.
È stato un piacere ospitarti nel
mio blog. In bocca al lupo!
Per seguire Giulia LOVE HURTS DI GIULIA SAVARELLI
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