lunedì 7 gennaio 2019

INTERVISTA A GIULIA SAVARELLI


Ciao Giulia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Mi Chiamo Giulia Savarelli, sono nata a Castiglion Fiorentino, ma adesso vivo a Rende, in provincia di Cosenza. Ho 28 anni e sono laureata in Lingue e letterature straniere (ho studiato sia lingue che fotografia nella città di Roma). Amo scrivere, scattare fotografie, collezionare bambole antiche e vintage, ascoltare musica (magari camminando per parchi e boschi). Spesse volte mi risulta difficile descrivermi, preferisco lo facciano gli altri, ma questa credo di essere io usando pochissime parole: meticolosa collezionista di sensazioni; attratta da tutto ciò che di bizzarro c’è; una sorta di piccolo dettaglio fuori fuoco.

La laurea in Lingue, la scuola di fotografia Csf Adams e l’impiego come insegnante di Lingue e Letterature straniere. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa la scintilla della scrittura?

In pullman, in treno, seduta su una panchina: gli angoli di tempo da dedicare alla scrittura me li ritaglio un po’ ovunque. 
Ho sempre amato scrivere, ci ho provato fin da bambina. Credevo di avere bellissime idee, eppure le storie non riuscivano mai a giungere al termine. Crescendo, non ho abbandonato neanche per un momento questa passione che, piano piano, si è trasformata in qualcosa di concreto e tangibile. Spesse volte le storie che racconto vengono ispirate da scatti fotografici, altre volte, narrano di dettagli che incrocio per caso. Tutto è trascrivibile, tutto è trasformabile in un’infinità di mondi che aspettano solo di essere narrati per prendere vita.

Sei appassionata di fotografia. Parlacene.

Assieme alla scrittura, la fotografia è riuscita a sorreggermi durante momenti di particolare difficoltà. Quando tutto appariva sbiadito e privo di speranza, ho capito che se c’era qualcosa che meritava di essere fotografato, forse questo mondo nascondeva davvero piccole bellezze per le quali valeva la pena vivere. Quindi adesso intreccio scrittura e fotografia come se fossero sorelle gemelle, camminano assieme su pagine, esprimendosi con una sola e unica voce. 

Hai vinto diversi Premi letterari e fotografici. I concorsi aiutano realmente a farsi conoscere?

Più che a farsi conoscere, aiutano a conoscere. Durante i vari concorsi, ho incontrato tantissime belle persone con le mie stesse passioni. Ho trovato compagni con i quali percorrere una stessa strada, non avrei potuto chiedere di meglio. 

Hai curato la prefazione dei romanzi di Verga, dal titolo “Una peccatrice” ed “Eva”. Raccontaci di questa esperienza.

Durante il primo anno di Università dovevo sostenere l’esame di letteratura italiana incentrato sui romanzi di Verga. Ero tranquilla, ero sempre andata più che bene in letteratura italiana, eppure mi scontrai con il professore e fui costretta a sostenere lo stesso esame per ben tre volte! Riuscire a curare personalmente questi romanzi è stata una sorta di rivincita personale, adoro Vera, ogni suo romanzo breve è un piccolo gioiello, e il nostro ‘rapporto’ non poteva terminare con un esame non andato nel migliore dei modi.

Nel 2014, esordisci con “Dna-Cicatrici in un fiore di Mirto”. Di cosa si tratta?

"Dna- Cicatrici in un fiore di Miro" è romanzo urban fantasy che si svolge quasi interamente nel mondo onirico. I protagonisti sono due adolescenti: Mirto e Cherì, che impareranno a conoscersi e ad amarsi in questo mondo bizzarro, e allo stesso tempo saranno costretti a crescere e a dirsi addio, per ritrovare la strada in grado di ricondurli alla vita reale.

Nel 2018, pubblichi “1110 - Squarci di pensiero tradotti in immagini” e “Unspoken - Dei nostri pensieri mai detti”. Lasciacene un assaggio.

"1110 - Squarci di pensiero tradotti in immagini" è una raccolta di pensieri e fotografie, quindi vi lascio un breve testo tratto proprio da questo libro:

[...] RIFLESSO DI UN MISCREDENTE

Le sue ossa sono origami distrutti,
Carta bianca ridotta a briciole
Briciole disperse a terra,
Che si trasformano in un mare di gusci

Gusci di conchiglie,
Sepolte da un velo di sabbia arida

Arido è il destino,
Di colui che oggi non crede più nei sogni. [...]

Di "Uspoken" vi lascio invece un breve frammento: 

[...] Ma ciò che più di tutto voglio dirti è che la colpa di tutto questo è della catena di silenzio che ci ha tappato la gola impedendoci di parlare. La colpa è solo nostra, e dei nostri pensieri mai detti. Le parole salvano. Salvano tante vite. Ma gli esseri umani si ricordano troppo tardi di non essere moribondi pesci boccheggianti. [...]

Sempre nel 2018, esce “Placebo - Una bambola di porcellana che vendeva illusioni”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Placebo è una bambola di porcellana dal nome veramente insolito, ella passa il suo tempo libero vendendo siringhe piene di illusioni, cibo clandestino che ormai nutre gli animi stanchi delle persone, divenute nel corpo e nell’anima nient’altro che esseri di plastica e materiali sintetici. C’è però un motivo se Placebo, con il suo volto aggraziato e le sue delicate movenze, ha scelto proprio questo mestiere: deve guadagnare almeno cento monete d’argento per potersi avvicinare a Frisson, giovane danzatore di carillon del quale è follemente ossessionata e dimostrare a lui e a tutto il suo mondo che sotto il peso di una pelle sintetica può ancora battere un cuore e scorrere del sangue, sinonimi di vita, ma di vita vera.
Assieme alla sfrontata bambola di porcellana incontreremo: il suo amico clown, la bambina che disegnava fumetti, le maschere apatiche, una schiera di soldatini di piombo e tanti altri personaggi che percorreranno luoghi bizzarri e decadenti impersonando le metafore di questioni molto attuali, quali il problema della tossicodipendenza, della prostituzione e della sete di potere.


https://www.amazon.it/Placebo-Giulia-Savarelli/dp/8832040336



Qual è stato l’input per questo libro?

Sicuramente la mia passione per le bambole, la voglia di trasfigurare il mondo in cui viviamo quotidianamente, la necessità di riflettere su tematiche attuali che troppe volte ci sfiorano senza che noi ci badiamo con troppa attenzione.

Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

Le tematiche principali sono senza dubbio la prostituzione, la sete di potere, l’uso di droghe e sostanze stupefacenti. 
Il messaggio che voglio trasmettere è un inno alla vita, una vita vera, e non quella farsesca che anima i corpi freddi e gelidi di bambole di porcellana.

Progetti futuri?

Tanti, troppi. Uno di questi è una raccolta di poesie e pensieri, accompagnati da fotografie, che riflettano sulla figura del Pierrot.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Per seguire Giulia  LOVE HURTS DI GIULIA SAVARELLI




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